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venerdì 14 gennaio 2011

Il povero Eucalipto

Povero, nel senso di "mischino" lo è sicuramente: credo che nessun albero a Cagliari abbia preso tante contumelie, negli ultimi decenni, come l'Eucalipto: non è un albero autoctono, è brutto, è disordinato, è aggressivo con le radici, è invadente, e chi più ne ha più ne metta.

Io non voglio difenderlo, ma attribuire una parte della responsabilità della sua brutta fama a chi, verso la metà del secolo scorso,  ha invaso la Sardegna con questa pianta, facendocela trovare dappertutto e finendo per farcela odiare. Il tutto era stato fatto per sfruttare i suoi pregi funzionali, quali la validità come frangivento, la rapida crescita, la possibilità di estrarre utili olii essenziali ed ottenere un ottimo miele, l'ottenimento della cellulosa per la produzione della carta: vero, però si è sicuramente esagerato. L'Eucalipto poi ci ha messo del suo per peggiorare le cose, dimostrando una grande capacità riproduttiva anche da ceppaie segate alla base.

Detto questo, la sua presenza a Cagliari si è per fortuna molto ridotta, anche per la "voracità" delle radici: ecco un esemplare, piuttosto grosso ed anziano, ripreso a Marina Piccola. Credo che si tratti di un Eucalyptus Camaldulensis, il più comune in Sardegna: è caratterizzato da una foglia lunga, stretta e dritta (mentre il cugino Eucalyptus Globulus ha la foglia falciforme, cioè curva), e dalla scorza del tronco che si sfalda lasciando scoperta la corteccia bianca.
L'Eucalipto può raggiungere, per i nostri parametri, dimensioni ragguardevoli, fino a più di 20 metri; è originario dell'Australia, dove sono endemiche svariate specie, anche molto belle, e dove questi alberi possono superare di molto i 50 metri di altezza