Pagine

giovedì 16 aprile 2020

Il Gelso ai tempi del Coronavirus




Diciamo subito che la presenza del Gelso, Morus alba e Morus nigra, in questa serie di post da Coronavirus, non è certo data dalla bellezza della sua fioritura di aprile, ma è dovuta al rispetto ed all'affetto che questo albero ispira, come residuo di un'epoca passata, quella in cui in Sardegna si praticava la bachicoltura, e quasi tutti i poderi agricoli avevano piante di Gelso.

Oggi il Gelso in città è piuttosto raro, anche perché ha la "simpatica" abitudine di sporcare molto il terreno sottostante con i suoi frutti, macchiandolo e rendendolo scivoloso; questo è ininfluente in un terreno nudo, ma in un terreno pavimentato o asfaltato .....



Ecco allora la fioritura di due Gelsi, ripresa rispettivamente in via Tuveri, a fianco al market (aprile 2011) e nel parco di Villa Clara, nel 2014. Come vedete, una fioritura insignificante, costituita da infiorescenze, e precisamente "pignette" femminili ed amenti cilindrici maschili riuniti nella stessa pianta (pianta monoica).

Dicevamo che la fioritura non è bella, ma la pianta nel suo insieme assume un aspetto gradevole via via che si riempie di foglie in questo periodo, fino a diventare proprio un bell'albero nei mesi estivi, quando produce fra l'altro i frutti eduli.



Ecco un esemplare ripreso e postato nel giugno 2013 al parco di Monte Urpinu.

Voglio ricordare inoltre gli esemplari ultracentenari di villa Muscas, fotografati e postati nell'aprile 2012, e qualche altro esemplare lungo i binari del metrotram; questi ultimi Gelsi sono apprezzabili percorrendo a piedi il sentiero pedonale, parallelo ai binari, che da via Oslo si allontana in direzione  della fermata Genneruxi.