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venerdì 7 agosto 2015

L'anima verde delle rotatorie

Il titolo riprende il senso di un vecchio articolo (post del 31/1/11), che sosteneva appunto che anche le rotatorie, pur nel loro freddo ruolo di regolatrici del traffico, possono avere un'anima, e segnatamente un'anima verde.

Da allora molta acqua è passata sotto ai ponti, e auto attorno alle rotatorie, il numero delle quali è cresciuto in modo considerevole, e non più solo in zone periferiche ma anche in pieno centro.

Non è questa la sede per discutere del ruolo delle rotatorie, che ha visto e vede accesi dibattiti fra favorevoli e contrari; né tanto meno è la sede per discutere di aspetti tecnici quali le curvature e la corretta posizione del cerchio rispetto alla direzione delle strade da collegare, aspetti che pure sono stati oggetto di grandi critiche per alcune recenti realizzazioni cagliaritane. No, noi parliamo di arredo urbano, aspetto non secondario dato che una rotatoria ben arredata di prato e piante può fare la differenza fra uno sfregio ed un gradevole collegamento, rilassante anche per lo sguardo frettoloso dell'autombilista.

Possiamo affermare che, sul fronte dei giardinetti interni alle rotatorie, le cose sono molto, molto migliorate negli ultimi anni. Facciamo due esempi di rotatorie in pieno centro, molto conosciute.

Ecco piazza San Benedetto, dove il bordo della rotatoria  è completamente abbellito da una siepe di Lantana camara colore arancio, mentre all'interno vediamo due Jacarande  ottimamente trapiantate dall'ultimo tratto di via Dante (post del 20/9/11).

Si intravedono poi alcune Palme nane, mentre il resto è nascosto dall'altezza della bordura; questo è un aspetto negativo, dato che limita la vista delle altre piante e toglie profondità e spaziosità all'insieme.


Ecco a destra la rotatoria, molto più piccola della precedente, che collega la confluenza fra via Sonnino e via XX Settembre.

Qui le Lantane di colore giallo sono interrotte, non so se volutamente o meno, ma comunque lasciano vedere l'interno; si vedono bei cespugli di Rosmarino, alcuni alti arbusti di Hibiscus syriacus  ed altre essenze, che forse riempiono anche troppo. Comunque una bella macchia di verde, in una zona che di verde è piuttosto povera.
Da apprezzare in particolare il fatto che gli arbusti di Ibisco camuffano i pali per l'illuminazione.

Il giudizio è dunque abbastanza positivo, anche considerando altre rotatorie più recenti, per le quali la tendenza è quella di perseguire una maggiore sobrietà (prato, uno o due alberi e poco altro), che spesso le rende più affascinanti e meno costose per il mantenimento.

Naturalmente, e mi scuso per la banalità, parliamo comunque di un verde godibile solo con lo sguardo, mentre gli altri sensi stanno a riposo; un pedone questo verde non lo può toccare, non  può sentirne il profumo, non si può sedere sotto un albero a meditare, a meno di non penetrare nel recinto, a sprezzo della propria incolumità e del senso comune!

E comunque non è tanto una banalità evidenziare queste differenze, se ricordo certe affermazioni fatte a suo tempo a sostegno della prevista rotatoria di piazza Trento, poi per fortuna non realizzata (post del 9/3/11): che a nessuno venga in mente, per favore, di equiparare una rotatoria ad un giardino!