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lunedì 9 novembre 2015

Nani sarete voi!

Ecco, si è offesa. La Palma nana citata nell'ultimo post del 5 novembre scorso si è sentita umiliata per essere stata chiamata con quel nome, e forse anche per esser stata ripresa dentro un bidone della spazzatura, e rilancia l'attributo verso noi umani.

Cercherò allora di rimediare.

Eccola qua, la Palma nana ripulita: effettivamente questo esemplare non è affatto nano (è senz'altro più alto di noi umani), ma è lui ad essere eccezionale, fuori standard rispetto all'assetto normale di queste belle piante autoctone della nostra isola e di altre zone del mediterraneo occidentale.

Detto questo, resta il nome comune ritenuto offensivo, né aiuta il nome scientifico, Chamaerops humilis: infatti quest'ultimo, leggo da Wikipedia, deriva dal greco e significa cespuglio atterrato, e per di più umile, di male in peggio!

Vorrei però dire alla signora Palma "nana" che la modesta altezza e la compattezza, soprattutto degli esemplari spontanei, sono caratteristiche funzionali alla sua grande rusticità, resistenza al vento ed alla salinità, addirittura agli incendi, dopo i quali si riprende velocemente. Le è riconosciuta una grande funzione ecologica, ed è specie protetta.

Dovrebbe dunque andare fiera del suo nome comune, ed al più chiedere di usare l'altro nome comune, Palma di S.Pietro, per gli esemplari più alti, come il nostro del Cimitero di Bonaria o addirittura come quello dell'Orto Botanico di Padova (post del 6/10/14), che vanta 400 e più anni di vita e 10 metri di altezza!