Pagine

lunedì 10 febbraio 2020

Gli affusolati Cipressi di Terramaini

Mi è venuta voglia di parlarvi di nuovo del Cipresso comune, Cupressus sempervirens, per la bellezza di alcuni esemplari che ho visto al parco di Terramaini, ma che possiamo apprezzare in tutti i parchi cittadini, oltre che naturalmente nei Cimiteri.

Parliamo solo di Parchi e Cimiteri perché solo nei grandi spazi questi alberi sanno dare il meglio di sé, non certo quando sono costretti in  anguste aiuole stradali, nelle quali soffrono e si ammalano (cancro del Cipresso), risultando alla fine brutti ed "antipatici". Se aggiungiamo che l'antipatia deriva anche dal "pregiudizio cimiteriale" (post del 4/12/10), capite che la loro bellezza può facilmente sfuggirci, e che meritano una rivalutazione.

Ecco allora un giovane esemplare del Parco, ancora molto compatto nel suo andamento colonnare, fusto dritto e ramificato fino dalla base.

E' probabilmente un esemplare coetaneo con il parco di Terramaini, quindi una ventina di anni, pochissimi per un albero che può vivere molti secoli.

Giovane e carico di vitalità, come si può dedurre dalla centinaia di galbuli sferici (le strutture riproduttive femminili) che picchiettano tutta la chioma, emanando un gradevole odore di resina.

Certo, un esemplare singolo non ha il fascino dei tanti, incolonnati ma liberi e fieri, della campagna toscana (post del 11/6/16), ma vale comunque la pena di ammirarlo; per ammirare invece esemplari anziani, che hanno perso l'andamento colonnare ma non certo il fascino, possiamo andare, superando il pregiudizio di cui sopra, al Cimitero di San Michele, dove vegetano enormi esemplari, sani e veramente notevoli (vedi post citato del 2010).


Ecco, spero di aver restituito un po' della dignità che meritano a questi nostri compagni di strada.