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sabato 28 settembre 2019

La passeggiata della Darsena ed una battaglia persa

Un post triste, quello odierno, perché certifica con una breve cronistoria la morte della gran parte delle Palme delle Canarie che ornavano la bella passeggiata a mare della Darsena.

Quelle Palme, come tante altre in città, erano state colpite dal malefico punteruolo rosso, fino quasi a morire; poi, nel 2014 (post del 25/6/14), una nota di speranza per i trattamenti di cura effettuati dall'amministrazione del verde. Una ripresa durata diversi anni, e che sembrava potesse essere definitiva.


Però quest'anno, complice il caldo estivo, il punteruolo è tornato a colpire, e la situazione fotografata a sinistra, che risale all'agosto scorso, lo certifica impietosa.



Infine, ecco a destra la situazione attuale di fine settembre, che mostra i fusti ergersi tristemente, con i capitelli denudati da ogni foglia.

E' l'accettazione della sconfitta? Non sono certo, ma sembra proprio di sì. Restano naturalmente le domande: si potevano salvare queste Palme, come già nel 2014? Perché non si sono tentati interventi prima che la situazione degenerasse? 

Non vorrei che di mezzo ci fossero le solite questioni burocratiche, tipo la competenza su chi dovesse intervenire, Capitaneria, Demanio, Comune o chi altro. Sarebbe veramente triste scoprire che le Palme sono state uccise fisicamente dal punteruolo, ma con la subdola e strisciante collaborazione dello scaricabarile fra enti, secondo una usanza che non muore mai.

Insomma, forse non sapremo chi è il corresponsabile umano dello scempio, ma certamente sappiamo chi sono le vittime, oltre agli incolpevoli alberi: i cittadini ed i turisti, che apprezzavano particolarmente questa passeggiata affacciata sul mare.

martedì 24 settembre 2019

Il degrado e la speranza

Un titolo impegnativo, quello odierno,che fa venire in mente elaborate analisi ed elucubrazioni. Ma io me la caverò in fretta, lasciando parlare l'immagine che ho ripreso nello slargo Endrich, all'inizio del Terrapieno.

 E' una domenica mattina, attorno alle 10.  La pulizia non è stata ancora fatta, e troneggiano sulla panchina i resti di un pasto. I concetti di civiltà e decoro degli spazi comuni, per non dire di raccolta differenziata, devono essere piuttosto labili nella mente del consumatore del pasto.

Il pavimento è in questo punto malconcio, manca una lastra e tutt'attorno è sbrecciato. Qui l'albero al centro della scena ha le sue responsabilità, come dichiarano le minacciose radici.

La panchina è piena di scritte, così come il muro che si intravede sullo sfondo, in via san Saturnino.

E allora, direte voi, questo è il degrado, ma dove cavolo è la speranza?

La speranza è contenuta nel degrado, se così posso dire: guardate bene le scritte, e se non leggete bene quella che ci interessa vi aiuto io.


Ebbene, qualcuno, distinguendosi dai segni senza senso tracciati sul bordo della panchina, ha scritto il nome latino dell'albero retrostante: Ficus macrophilla (post 12/4/18 , solo per citarne uno), nome scientifico della specie di Ficus più nota e maestosa a Cagliari (macrophilla è sinonimo di magnolioides per indicare questo Ficus).

Beh, io trovo che questo sia un bel segno di speranza, di rispetto e di amore per gli alberi, a dispetto del degrado circostante.

sabato 21 settembre 2019

Olive, o forse no?

Partiamo subito con l'immagine, per capire di che cosa parliamo: questa specie di natura morta qui a fianco, invero povera di varietà e colori, quali frutti contiene?

Si tratta, come ipotizzo nel titolo, di olive, di una qualità piccola e tondeggiante, magari confettate?

Direi di no, sia per il colore, sia perché trattare di olive confettate sarebbe fuori luogo in questo blog; e allora, avete indovinato?

Si tratta di drupe di Ziziphus jojoba, il mitico Giuggiolo.
E' una pianta mitica perché, anche se oramai scomparsa da molti e molti anni nell'ambito cittadino, ha un nome persistente nella nostra memoria, quello della giuggiola, intesa come caramella gommosa tonda molto in voga qualche decennio fa.


Infatti questo albero, a dimostrazione di una sua passata presenza e conoscenza da parte dei nostri nonni, ha dato il nome appunto alle caramelle, ed al modo di dire "essere in brodo di giuggiole" dovuto alla dolcezza di questi fruttini ed al liquore dolce che se ne estraeva.

Ne abbiamo parlato alcuni anni fa, del Giuggiolo (post del 13/9/15), ed in quella occasione avevo pubblicato una foto dell'unico esemplare da me trovato, all'Orto Botanico, che esponeva i fruttini di un bel colore bronzato come la natura morta di oggi.

Le giuggiole della foto odierna vengono da Pula, dove pare che resistano molti esemplari di questo albero; in realtà a me non sono sembrati frutti tanto dolci né tanto gustosi, ma non posso generalizzare il giudizio.

A prescindere dai frutti, sarebbe comunque interessante assistere alla ripresa di coltivazione di questo albero, che sa anche essere bello con i suoi rami zigzaganti, se curato e guidato a dovere. 

sabato 14 settembre 2019

Le "uova" della Cycas

E torniamo a parlare della Cycas revoluta,  pianta assolutamente peculiare ed affascinante. Tanto più affascinante in questo periodo, quando la femmina espone le sue uova, che sono in realtà semi rossastri, ben disposti tutt'attorno alla struttura fogliare.

Ecco un esemplare fornito abbondantemente di semi, ciascuno protetto da una sorta di mandorla legnosa; i semi sono sorretti dalle false foglie che fanno sembrare l'insieme un bouquet da sposa (post 24/11/17).

La Cycas qui fotografata, molto bella, si trova nel parco Vannelli, ma a Cagliari questa pianta è piuttosto diffusa, a cominciare dalla Cittadella dei Musei (post 9/7/13).

Ricordo che queste piante sono veri e propri fossili viventi, risalenti al periodo Giurassico della storia della nostra Terra, ed hanno convissuto con Dinosauri e Rettili volanti.

Inoltre le "uova" sono conseguenza di un'altra peculiarità, quella che vede separati esemplari maschili e femminili; cioè le Cycas sono piante dioiche, cosa estremamente rara su piante così antiche, le Gymnosperme, nella gran parte delle quali una sola pianta provvede alla riproduzione.

Al fascino della Cycas partecipano naturalmente anche le foglie, pennate e lunghe anche più di un metro, che la fanno assomigliare a, e spesso confondere con, le Palme del genere Phoenix. 

sabato 7 settembre 2019

Il crollo del grande Ficus retusa

Ieri mattina, complice il forte maestrale, è crollato il maestoso Ficus retusa di via Dei Giudicati, quello di fronte alla farmacia.

Era veramente un grande albero, come si vede dalla foto sotto, tratta da Google Maps.


Si vede anche, e nettamente, la sproporzione fra la dimensione del tronco e quella della chioma, fra l'altro molto fitta.

Questo è un albero che, cresciuto libero e solo, ha potuto espandersi a dismisura come i Ficus retusa sanno fare, ne abbiamo parlato tante volte.

Perché allora, mentre in tante strade e piazze della città questi alberi vengono periodicamente contenuti, a volte anche brutalmente capitozzandoli, questo esemplare è stato lasciato intonso fino a creare una obiettiva situazione di pericolo?

Certo, è senno di poi, però io sono certo che i giardinieri avessero segnalato il pericolo della sproporzione chioma-tronco. E per fortuna che non ci sono stati danni più gravi di quelli alle auto e del grande spavento di chi era dentro!


Ed ecco la situazione stamattina, il Ficus ridotto a ceppaia.

Dalle fotografie fatte subito dopo il crollo (reperibili su Internet assieme a video), si vede che l'albero si è spezzato aprendosi a livello delle branche principali, per cui non poteva essere nemmeno parzialmente salvato; bisogna ringraziare per la prontezza e la bravura dei Vigili del Fuoco e di chi altro ha contribuito allo sgombero immediato.

Però, ribadisco, resta il rammarico di questo grande spazio privato di un grande albero che, se trattato in termini di manutenzione preventiva, avrebbe potuto offrire ombra e vista gradevole ancora per tanti anni.

giovedì 5 settembre 2019

Bella piazza, anche grazie alle peculiarità di un albero

Parliamo di piazza Ravot e dei suoi alberi, con particolare riferimento ad uno di loro.

Prima di tutto, per evitare possibili fraintendimenti (e dove cavolo si trova questa piazza?), vi mostro una fotografia che evidenzia l'albero del titolo e ciò che gli sta attorno: per chi non l'avesse ancora riconosciuta, siamo in piazza Costituzione, o meglio nella sua propaggine che oggi si chiama piazza Ravot, appunto.

Qui, in un quadretto di serenità della mattina domenicale, si staglia il nostro albero odierno, vecchio e maestoso esemplare di Ficus elastica.

E quante storie, direte voi, abbiamo decine di esemplari di Ficus elastica in città, a cominciare da quello di Largo Gennari (post del 23/7/14, ed altri) e via via in giro per la città.

E avreste ragione, se non fosse che quello di oggi è uno dei pochissimi Ficus elastica "originali" presenti in città, e forse l'unico pubblico, mentre tutti quelli che conosciamo ed ammiriamo, all'aria aperta  o nei nostri appartamenti, appartengono ad una varietà orticola (indicata come tale dal maestro Vannelli), Ficus elastica var. decora, selezionata dai botanici come pianta d'appartamento ( e poi con il nostro clima scappata di casa, vedi i relativi post).

La peculiarità mi è stata fatta notare da Bruno, che ringrazio: in effetti il nostro albero odierno è abbastanza diverso dalla varietà decora, sia come dimensione delle foglie, molto più piccole e senza la colorazione rossa delle guaine, sia per l'aspetto della chioma, più alta e meno compatta, sia infine perché questo è parzialmente spogliante.

Insomma, un albero senz'altro peculiare, che merita una visita, dato anche il gradevole contesto di suoi cugini Ficus retusa, uno dei quali ha avuto anche l'onore di essere vestito da albero natalizio dei desideri alcuni anni fa (post del 14/12/16).

Direi che anche l'albero odierno possa essere definito una mascotte cittadina, attributo che ho recentemente assegnato al Carrubo  di piazza Garibaldi e ad altri più indietro nel tempo, senza nulla togliere alla mascotte cagliaritana per antonomasia, il Ficus magnolioides della Darsena!