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lunedì 29 novembre 2010

Il Falso Pepe

Lo Schinus Molle, in italiano Falso Pepe e in sardo, in maniera più spiccia, Pibiri Burdu, è un bell'albero sempreverde, che deve il suo nome italiano ai frutti, piccole drupe che assomigliano a grani di pepe rosa (e come tali pare che siano stati anche utilizzati).
Ha un portamento pendente, che lo fa assomigliare al Salice Piangente (Salix Babylonica), ma con un aspetto più sano ed elegante, almeno per gli esemplari di città. Lo Schinus ha conosciuto periodi di grande diffusione a Cagliari, poi è caduto in disgrazia, ed oggi non è molto comune; troviamo comunque begli esemplari, per esempio, lungo il Viale Regina Elena. L'esemplare fotografato è posto sullo spiazzo davanti all'ingresso dei Giardini Pubblici, affiancato ad un cedro (che è quello di destra, of course!), del quale parleremo in altra occasione.

domenica 28 novembre 2010

Le Palme

Ho preferito dedicare un post alle palme in generale, piuttosto che singole schede, perché le palme costituiscono una categoria di alberi abbastanza a sè stante, sia nella considerazione comune, sia per la classificazione sistematica (per la quale appartengono tutte, semplificando un poco, alla classe delle Angiosperme Monocotiledoni, mentre le altre piante a lamina, sempre semplificando, appartengono alle Angiosperme Dicotiledoni).

Dunque la palma è una categoria autonoma, ed è molto importante per Cagliari, che ne possiede una grande quantità; il cagliaritano però normalmente non va al di là dell’immediato riconoscimento della pianta come palma, e basta. Qui cerchiamo di fare alcuni (non molti, tranquilli) passi in più.

Cominciamo con una pianta che non è una palma, anche se lo è agli occhi del non esperto e non appassionato: la Cycas Revoluta , pianta di antichissima origine e di struttura riproduttiva peculiare, che è più vicina a quella di un pino che a quella di una palma. 

La città ne accoglie molte, sia nel verde pubblico che privato; ci sono due begli esemplari, per esempio, sotto la statua di Carlo Felice in piazza Yenne. Ecco rappresentata qui a fianco una simpatica famiglia di  Cycas, alla fine dei Giardini Pubblici, sulla salita che li collega a viale Buoncammino.
 
Parlando invece di palme vere, presento solo tre generi, per non appesantire la trattazione. 

 La palma nana, Chamaerops Humilis, che è l’unica che cresce spontanea in Sardegna. Ecco qui a fianco un esemplare dei Giardini Pubblici. Ha una grande foglia a ventaglio simile a quella della Washingtonia (vedi oltre),  ma altezza decisamente più contenuta; gli esemplari spontanei hanno forma di cespugli, e quasi sempre il tronco è praticamente invisibile.

Le Fenix, nelle due specie Palma delle Canarie (Phoenix Canariensis) e  Palma da Datteri (Phoenix Dactilifera) sono comunissime in città, soprattutto la prima. La Palma delle Canarie ha un portamento migliore, è meno alta, ha foglie più grandi e di aspetto più sano; forse per questo è stata negli anni preferita dai vivaisti e dai curatori del verde alla cugina Palma da  Datteri. Le foglie sono di tipo pennato, con singoli segmenti lunghi e rigidi. Presento due esemplari a confronto, fotografati ambedue nel Cimitero di Bonaria, nell’Orto delle Palme (e dove sennò?); ma la città è piena di queste palme, pensiamo anche soltanto a via Roma ed alla sua (ex) bellissima passeggiata.


Le Washingtonie, nelle due specie Washingtonia Filifera e Washingtonia Robusta, sono anch’esse comunissime in città, con la loro foglia a ventaglio simile a quella della palma nana. Sono spesso indistinguibili, o per lo meno io non le so distinguere con certezza; so solo che la Robusta diventa più alta e slanciata, come si vede negli eleganti esemplari della foto a destra, del cimitero di S.Michele.

La Filifera, in compenso, ha un rappresentante storico presente in migliaia di fotografie turistiche della città, quello che si erge sui bastioni del Balice e che anch’io ho fotografato da piazza Yenne, nella foto a sinistra.


 Mi fermo qui: in estrema, e un po' scema, sintesi del post, le quattro cose da ricordare sono che la Cycas non è una palma, la palma nana è nana (!), la Phoenix ha le foglie pennate, la Washingtonia ha le foglie a ventaglio.

sabato 27 novembre 2010

L'albero dei sigari

Parliamo della Catalpa Bignonioides, detto albero dei sigari per il frutto, che è costituito da una lunga e affusolata capsula, che rimane a lungo sul ramo e lo caratterizza soprattutto in inverno. Per il resto non è una pianta molto significativa, anche se ha una bella fioritura in tarda primavera. A Cagliari è un albero abbastanza raro; segnalo gli esemplari di viale Poetto, nello slargo militare successivo a quello della Monfenera, e quelli nei giardini fra via Flavio Gioia e via Archimede, ai quali si riferisce la foto. 

Come si vede, l'aspetto autunnale non è molto gradevole, e quello invernale è proprio triste, nè i "sigari" lo rallegrano; forse anche per questo non ha avuto grande sviluppo in città.

venerdì 26 novembre 2010

Ancora sulla Chorisia

Mi scuserete se ritorno su un albero del quale abbiamo già parlato, la Chorisia Insignis (post del 31 ottobre), ma non posso fare a meno di ribadire il suggerimento di andare a vedere gli esemplari compresi nello slargo fra via Trincea dei Razzi e via Monte Sabotino: secondo me sono i migliori della città. Ecco alcune recentissime foto dei frutti, una vista di insieme, un fiore.


Io sono sicuramente un po' fissato con le piante, ma ogni volta che passo sotto questi alberi mi chiedo come mai la gente non sia lì ferma con il naso all'insù ad ammirarle.

Invece nessuno si ferma, ed anzi temo che uno di questi giorni prenderanno me per ricoverarmi nell'apposito reparto del vicino ospedale SS.Trinità

mercoledì 24 novembre 2010

L'albero del destino

E' un nome assolutamente adatto, per il Clerodendro di cui parlo, quello di albero del destino, come si traduce dal greco. Infatti questa pianta, nome scientifico Clerodendrum Trichotomum, vive all'interno del Cimitero di Bonaria, a sinistra dell'ingresso inferiore. In realtà si tratta di un grosso cespuglio, del quale io non conoscevo l'esistenza fino a quando Mercedes mi ha mandato la foto (vedi post del 19 novembre); non volevo approfondire, trattandosi di un cespuglio e quindi "fuori competenza", ma poi la curiosità, e l'attrazione esercitata dalla localizzazione, hanno avuto il sopravvento.
Come ho effettuato il riconoscimento? Non voglio vantarmi, ho semplicemente chiesto al guardiano del cimitero, al quale va il mio plauso! Ecco allora due immagini, la prima mandatami da Mercedes, di settembre, e la seconda di oggi, 24 novembre.

Quelli che abbelliscono la pianta non sono fiori, ma frutti, e precisamente una bacca centrale blu scuro circondata da sepali (una sorta di foglia esterna che persiste dopo la caduta del fiore) rossi. Veramente un notevole effetto estetico! 

martedì 23 novembre 2010

L'abusivo vegetale

Abusivo lo è sicuramente, l'Ailanthus Altissima, data la sua grande competitività e capacità colonizzatrice. E' invadente e robustissimo, basta un angolo di strada con qualche detrito organico e lì si piazza e cresce, partendo dai semi alati (samare) che sono prodotti in grandissima quantità ed approfittano di una città ventosa come Cagliari; in aggiunta, produce polloni (rami che si dipartono dai piedi o addirittura dalle radici) in quantità, dando luogo a campi di Ailanto sempre più consistenti, che quasi impediscono qualsiasi altra forma di verde.
Fatta questa tirata, che dimostra il mio poco trasporto per questo albero, devo anche dire che in molti casi risolve situazioni, proprio quando si vogliono sfruttare le sue caratteristiche; diciamo che è un albero che dovrebbe essere tenuto sotto controllo.
Vi segnalo, per vedere dei grandi esemplari, la salita dalla rotonda dei Giardini Pubblici verso l'Arsenale; per farmi perdonare poi del titolo,  riporto questa foto delle Scalette di S.Chiara dove due esemplari, pur nella tristezza del vestito autunnale, dimostrano di non essere abusivi ma di avere un ruolo di abbellimento.
Nell'etichetta lo segnalo per il frutto, sia per la bellezza nella breve stagione di maturazione estiva, sia per la bruttezza quando, secchi, permangono sulla pianta.

domenica 21 novembre 2010

Risposta a una proposta

Renato mi scrive che apprezza il blog, e di questo lo ringrazio, e mi propone di inserire foto che inquadrino le piante nel contesto ambientale cittadino, al fine di fornire ulteriori stimoli ai lettori per andare a godere personalmente delle piante e degli angoli proposti.
E' una proposta molto interessante, che faccio mia, pur con tutte le comprensibili difficoltà: diciamo che cercherò di fare un lavoro di affiancamento, a volte più specifico sull'albero altre sullo scorcio ambientale.
E per fare seguire alle parole i fatti, offro a Renato ed a tutti i lettori le foto di un patriarca di Cagliari, una vecchissima Sophora Japonica  (si veda anche il post del 17 novembre 2010) che vegeta, credo da più di un secolo, a fianco alla chiesa di S.Restituta, nella omonima via di Stampace.


E' emozionante ammirare questo grande vecchio albero in spazi così ristretti e suggestivi.





E, visto che siamo in zona, propongo un'altra foto, diciamo così spiritosa, ripresa nella attigua bella piazzetta di S.Efisio: fa riferimento a quanto affermato nel post sui Ficus del 3 novembre, e chiede di immaginare che cosa potebbero diventare i due "esserini" ritratti, se trapiantati in piena terra .

venerdì 19 novembre 2010

Risposta a un quesito

Ricevo una mail da Mercedes, che mi manda due fotografie e mi chiede di procedere all’identificazione. L’invio di fotografie può essere d’aiuto, ma non è detto che sia sufficiente: infatti le foto inviate per posta hanno una bassa risoluzione, se le ingrandisco a video “sgranano”, e senza dettagli e senza una foglia in mano il mio lavoro si fa duro.
Ribadisco che la cosa migliore è quella di segnalarmi la posizione precisa dell’albero di interesse, magari aggiungendo una foto; in questo modo io posso andare a vederlo, “toccare con mano”, e le speranze di identificazione corretta aumentano di molto.
Sulle richieste specifiche, la prima foto, che riporto qui sotto, riguarda un cespuglio fiorito di Callistemon Citrinus, detto anche scovolino dal nome  comune inglese di bottle brush. E' molto apprezzato, come dice il nome, per la bellezza dei fiori.


A Cagliari è presente in molti giardini ma anche, per esempio, in una bordura pubblica dove via Dante sfocia in piazza Repubblica, presso la UPIM. E’ un cespuglio, e come tale non rientra nelle mie competenze, ma dato che lo conosco non ho difficoltà a rispondere.


L’altra pianta, invece, non riesco a identificarla per quanto detto sopra, e chiedo a Mercedes di segnalarmi la posizione.

mercoledì 17 novembre 2010

Il baccello strozzato

La leguminosa Sophora Japonica, a cui fa riferimento questo post, si caratterizza per un frutto peculiare, un baccello compresso fra un seme e l'altro, che gli fa assumere un aspetto bizzarro, come di  un tratto di  collana, e rende la pianta facilmente riconoscibile. E' una pianta molto piacevole che orna, per esempio, tutta via Cugia.
D'estate offre altresì una bella fioritura di fiorellini bianchi, con conseguente suggestivo tappeto a terra.

martedì 16 novembre 2010

Bella succulenta

No, non mi sono riconvertito alla gastronomia: il titolo non si riferisce ad una bistecca al sangue, ma ad una pianta grassa (appunto, succulenta). Detto che di piante grasse so pochissimo, questa che vi presento mi ha colpito per la sua peculiarità, dato che non la avevo mai vista nè sentita nominare prima di ora: è bella ed è visibile a tutti, basta andare in via S.Mauro, nel quartiere Villanova. In realtà sono due esemplari, sistemati in vaso in due balconcini al primo piano di una casa. Guardate la foto sotto, non è una pianta particolare?


La ho identificata come Pachipodium Lamerei, o Palma del Madagascar; oltre alla stranezza del tronco, ricoperto di spine e con forma a bottiglia, posso dire che fa dei bellissimi fiori bianchi, e pare che questo sia una rarità per un esemplare in vaso. Questo conferma le peculiarità del nostro clima, di cui ho già parlato in precedenti post.

domenica 14 novembre 2010

L'eleganza del pioppo

N.d.A: i contenuti di questo post sono stati aggiornati con post del 25/1/2011

Sono stato molto indeciso se scrivere questo post dedicato al pioppo, per due motivi: non è una pianta particolarmente significativa per la nostra città e poi perchè, motivazione egoistica, è una pianta che può esporre a pessime figure i non specialisti. Infatti il pioppo appartiene ad una famiglia con molte specie, sottospecie, varietà, ibridi e mutazioni; inoltre, o forse proprio per questo, presenta foglie diverse nella stessa pianta (eterofillìa). Cioè a dire un ginepraio, per chi come me non ha tutti gli strumenti di analisi.
Direte: e allora? Allora, non ho resistito a tessere le lodi di un pioppo bellissimo (credo di poter affermare almeno con una certa sicurezza che si tratta di un pioppo!) che si trova in via S.Lucifero, nel bel giardino di fronte alla chiesa.
E' una pianta molto grande, almeno per gli standard cagliaritani, con una elegantissima foglia lucida triangolare ad apice acuminato, con nervatura in evidenza e lungo picciolo. Il margine è liscio con leggere ondulazioni, ma non seghettato come la normale foglia del pioppo. Lo avevo classificato, tempo fa, come Populus Canadensis, ma temo di sbagliarmi.
Come vedete, è molto diverso come portamento dai pioppi che siamo abituati a vedere ai bordi delle strade o in campagna, spesso usati come frangivento o protezione dal rumore (mi riferisco p.es. alla bella e recente piantumazione ai bordi dell'asse mediano), che hanno una crescita ordinata ed una forma piramidale; il nostro esemplare ha invece un cappello molto espanso, quasi tondeggiante.

Sarò ben lieto di accogliere le indicazioni di qualcuno più esperto di me,  e mi scuso se non ho saputo resistere, anche nel dubbio, a presentare questa meravigliosa pianta.

sabato 13 novembre 2010

L'albero dal grande baccello

Il titolo già dichiara quale è la caratteristica saliente di quest'albero: è il suo frutto, che è un legume o baccello lungo anche 40 centimetri, spesso contorto, simile, anche se molto più grande, al ben più noto legume del carrubo (Ceratonia Siliqua). Stiamo parlando della Gleditsia Triacanthos, nome comune Spino di Giuda, dovuto al fatto che è dotato di grosse spine.
Il baccello, dicevamo, è caratteristico per la sua grandezza e persistenza sulla pianta; quest'ultima,  carica fino all'inverno di questi scuri legumi anche se già priva di fogliame, assume un aspetto affascinante.
I legumi caduti, che non si aprono (tecnicamente indeiscenti) e durano a lungo, possono essere raccolti ed utilizzati per la loro valenza estetica.
Non è un albero molto comune a Cagliari; l'esemplare più gradevole lo ho trovato in Piazza delle Muse, bella piazza alberata a cui si accede da via Piero della Francesca, quartiere Mulinu Becciu; ci sono alcuni esemplari anche a Genneruxi, nel giardinetto di via Lione, da cui è tratta la fotografia seguente, che spero metta in evidenza i legumi.
 L'ultima Gleditsia che merita di essere citata è quella dei Giardini Pubblici, che è un vecchio e grande albero ormai piuttosto malmesso,  vicino alla Pinacoteca: è probabilmente un ibrido, dato che ha caratteristiche un po' diverse da quelle classiche della specie, e come tali già evidenziate dal prof. Vannelli. Merita comunque di esser visto, sia perchè si tratta di un Patriarca, sia perchè ci "costringe" a percorrere tutti i Giardini Pubblici, ed è un piacere per la vista.  Eccolo ritratto qui sotto.

venerdì 12 novembre 2010

La tenerezza della Parkinsonia

Si, è un alberello che fa tenerezza la Parkinsonia Aculeata, per le foglie composte formate da minutissime foglioline di un bel verde chiaro; attenzione però agli aculei, indicati nel nome e presenti di fatto, che non fanno tenerezza affatto!
Si tratta, ancora una volta, di una pianta negletta, in quanto non citata nei testi che elencano le piante italiane, dato che, apprezzando solo il clima subtropicale, non vive nel centro e nord Italia. Da noi invece si trova benissimo, e  d'estate ci gratifica con un fioritura gialla strepitosa. Vedere per credere, per esempio nel giardino del Banco di Sardegna in viale Bonaria. Perde le foglie, ma data la mitezza del nostro clima ancora adesso non ha cominciato a spogliarsi, e addirittura si permette di emettere qua e là qualche fiore, a metà novembre! Suggerisco al riguardo di visionare gli esemplari di via Sarpi, vicino all'edicola, che sono di verde privato ma molto evidenti anche per chi passa in macchina lungo la via. In discesa, dovendosi fermare al semaforo, è una bella (e non pericolosa!) distrazione.

mercoledì 10 novembre 2010

La pianta dell'ammiraglio

E' una storia piuttosto nota a Cagliari quella che dà origine al titolo di questo post, ma vale la pena di ripeterla, dato che è una bella storia e riguarda una bella e soprattutto gloriosa pianta, con una vita di un secolo e mezzo.
Parliamo della Prosopis Torquata che si trova nel Parco della Rimembranza, fra via Sonnino e via S.Lucifero.
Dunque pare che questa pianta, originaria dell'America meridionale, sia stata donata alla città dall'ammiraglio di una nave inglese, che aveva trovato riparo nel porto in seguito ad un fortunale. Tale nave trasportava un gruppo di piante esotiche,  e tra queste fu scelta la piantina che oggi è il glorioso Vecchio del parco. L'albero è ormai un po' acciaccato, il tronco sostenuto da un ponteggio in verità bruttino, però è tuttora vegeto e continua a produrre i suoi piccoli legumi a mezzaluna color marrone chiaro, che quando cadono possono essere raccolti ed utilizzati per la loro valenza estetica.
 
La Prosopis merita una passeggiata di gradimento: nella foto a sinistra, vista d'insieme, e faccio notare il tronco tortuoso, a destra particolare dei legumi e del grazioso minuscolo fogliame.
Alle spalle della Prosopis si trova il giardino di S.Lucifero con altre belle piante, che meritano una chiacchierata autonoma in altra occasione.

Il micro-boulevard dei Bagolari

Tutti abbiamo in mente splendide immagini di passeggiate autunnali parigine (o londinesi o newyorkesi o......)   sopra un tappeto di foglie di platano o di altro grande albero spogliante: le abbiamo viste in qualche film, o create nella nostra mente leggendo un libro, e qualcuno di noi le ha anche vissute in prima persona. A Cagliari questa situazione non la possiamo vivere, vuoi per l'assenza di boulevard, vuoi per il nostro clima (troppo caldo, la caduta delle foglie è più diluita nel tempo e quindi meno "efficace"), vuoi perché non abbiamo alberi maestosi, vuoi per altre ragioni che non so, comunque non la possiamo vivere.

Però, se ci accontentiamo e sappiamo cercare, qualche bel quadretto autunnale c'è anche da noi. Io ve ne propongo uno che conosco e frequento, e lo propongo perchè non credo che sia molto conosciuto, se non dagli abitanti del quartiere di Genneruxi: si tratta del micro-boulevard pedonale che,  dallo slargo a destra del semaforo fra via Stoccolma e via Costantinopoli, conduce verso i binari del treno, in via Oslo. Questa strada è delimitata da due filari di Bagolari, Celtis Australis, piuttosto grandi, che in novembre organizzano appunto lo spettacolo, nel loro piccolo, del tappeto di foglie. Vale la pena di andarlo a vedere.

In città ci sono diverse altre piantagioni di Bagolari, e cito per esempio i filari di viale Regina Margherita e viale Buoncammino; questo albero si imbruttisce un po' in piena estate, perchè le foglie e le drupe (piccoli frutti tondi, che pare siano eduli, ma non mi assumo alcuna responsabilità!) si oscurano ed intristiscono, ma la nuova fogliazione primaverile apre il cuore.

lunedì 8 novembre 2010

Il siliquastro

Il Cercis Siliquastrum, o Siliquastro o ancora Albero di Giuda (da non confondere con lo Spino di Giuda, che è il nome comune della Gleditsia Triacanthos) è piuttosto comune in città, per esempio vanta molti esemplari in viale Bonaria ed in via Roma. E' un albero piccolo, e questo è un elemento positivo per una albero "da strada", che rimane godibile negli anni, ed ha una bellissima fioritura rosa primaverile. Detto questo, a me non piace molto, è spogliante, non ha un bell'aspetto per molti mesi dell'anno, ed in particolare mantiene appesi i vecchi frutti che diventano neri e gli danno un aspetto lugubre.  Mi pare però che gli aspetti negativi siano stati recepiti dagli addetti al verde pubblico, perchè negli ultimi anni non mi sono accorto di nuove installazioni.

La strada delle Magnolie

C'è una strada, via Copernico traversa di via Castiglione, che nel primo tratto rettilineo è abbellita da un buon numero di grandi esemplari di Magnolia Grandiflora, che si susseguono lungo la via dominandola dai giardini condominiali di ambo i lati: è proprio un bel vedere. Bisogna dare atto, a chi a suo tempo ha deciso queste piantumazioni in maniera coordinata (il costruttore delle palazzine, le assemblee condominiali, chissà....), di aver effettuato una scelta positiva e lungimirante, che coniuga il valore del privato con quello del pubblico.
Purtroppo queste piante non sono molto generose nel produrre i loro bellissimi e profumati fiori bianchi, ma direi che è più che sufficiente la bellezza delle foglie, lucide, dure e con la pagina inferiore rossastra, per farcele apprezzare; sono simpatici anche i frutti, pigne con semi rossi in evidenza.
Troviamo queste piante soprattutto nei giardini privati, forse perchè necessitano di interventi significativi in fase di piantumazione, per ridurre il livello di calcare (di cui Cagliari è ricca) nel terreno.

giovedì 4 novembre 2010

Il Leccio cittadino, nobile decaduto.

Il Leccio, Quercus Ilex, appartiene ad una delle famiglie più nobili del mondo vegetale, quella delle Fagaceae, a cui appartengono anche il Faggio ed il Castagno. E tanto più è nobile per noi sardi, il cui legame con le querce è fortissimo ed indissolubile. Però, c'è un però. La quercia, ed il leccio non fa eccezione, è un albero di campagna, di bosco, di foresta; costringerlo in città, tanto più in spazi ristretti come le aiuole spartitraffico delle strade (si veda p.es in via Scano, in viale Poetto, in via Dante) non gli rende merito, spesso lo fa soffrire per l'inquinamento delle auto, non gli consente di esprimere le sue capacità di crescita.
 Come avrete capito, io amo il leccio ma non il leccio cittadino, che infatti ho definito nobile decaduto; la sua presenza dovrebbe quanto meno  essere limitata agli ampi spazi, piazze e giardini. Per capire il senso delle mie parole, basta riandare con il pensiero ad una gita in campagna, tanto per esemplificare Campuomu ed i Sette Fratelli (per non dire dei boschi della Barbagia!), e confrontare uno di quei lecci con un esemplare di strada cagliaritana. Mi si potrebbe obiettare che questo avviene per tutte le piante "campagnole" che crescono libere in natura nella nostra Isola, ma non è così: penso per esempio al Carrubo, di cui parleremo in altro post, che vanta degli splendidi esemplari in città, assolutamente indifferenti al traffico ed all'inquinamento.
Per vedere qualche esemplare decente di leccio si può andare ai giardini pubblici o in qualcuno dei grandi parchi cittadini.
A conferma delle mie parole, è molto raro trovare in città altre specie di querce, che pure nobilitano i nostri boschi: penso alla roverella, Quercus Pubescens, di cui ricordo solo un bell'esemplare in un giardino privato di via Sant'Alenixedda, visibile dalla traversa via Pintor, e naturalmente alla sughera, Quercus Suber, di cui non ricordo alcun esemplare.
Insomma, se non parleremo tanto di querce in questo blog, non è colpa di questi splendidi alberi, ma della loro essenza campagnola e non cittadina; sull'argomento è auspicabile ogni vostro gradito commento.

mercoledì 3 novembre 2010

Il popolo dei Ficus

Ho deciso di dedicare un post al popolo dei Ficus (in realtà, da un punto di vista terminologico, i Ficus appartengono ad un genere della famiglia Moracee), per rendere loro giustizia rispetto al modo in cui vengono trattati nei "sacri testi" che parlano degli alberi italiani. Infatti in questi testi viene dedicato ai Ficus pochissimo spazio, o addirittura si fa riferimento al solo Ficus Carica dimenticando che da noi, ed in tutto il sud Italia, i Ficus costituiscono una popolazione importante e varia, soprattutto nelle città.
Fatta questa doverosa rimostranza, facciamo parlare i fatti: ecco un elenco delle principali specie di Ficus che abitano con soddisfazione a Cagliari.

Ficus Magnolioides : tutti i cagliaritani conoscono queste piante, sono glorie locali sia quelli del giardinetto della Darsena che quello dell'Orto Botanico; sono belli ed immensi, e possiamo apprezzarli anche per le radici, a prescindere dai possibili danni. Infatti  questi alberi emettono, ed espongono bene in vista, sia radici colonnari che tabulari a filo di terreno, molto affascinanti, come si può notare nella foto sotto, ripresa all'Orto Botanico.



Ficus Retusa: è forse, ormai, l'albero "pubblico" più comune a Cagliari, citatissimo anche sulla stampa locale per i problemi e le beghe generate dalle sue robuste radici. Cito solo Piazza Garibaldi, ma potrei citare Viale Trieste, Viale Merello, Piazza Yenne e così via.  E' un carro armato: robustissimo, nulla lo ferma nella sua crescita ed espansione. Guardate la foto sottostante, di un esemplare non particolarmente bello, nè grande, ma guardate dove è cresciuto: sulla strada! Infatti si trova a Su Siccu, come si vede dallo sfondo di alberature di natanti, e certamente non è stato messo a dimora dall'uomo; ha deciso di crescere lì, e lo sta facendo!


Ficus Benjamina: da molti ancora confuso o usato come sinonimo del Retusa è invece un'altra specie, nata come pianta d'appartamento, che ha una foglia più chiara e delicata e normalmente non fa frutti. Il FB pur rimanendo anche pianta d'appartamento ha progressivamente  sceso i gradini di casa ed occupato la terra piena, dimostrando che, all'aperto, si trova non bene ma benissimo.  Si trova spesso in giardini condominiali (per esempio a Genneruxi ce ne sono tanti) dove è passato da una vita stentata all'interno ad una nuova e gloriosa vita all'aperto. Normalmente ha un aspetto più da cespuglio che da albero, ma se ne cominiciano a vedere esemplari molto grandi.

Ficus Elastica: altra pianta che ha fatto il salto dall'interno all'esterno, con esiti clamorosi: si sono viste piantine più morte che vive, ridotte ad un bastoncino o poco più nella loro vita d'appartamento, rinascere e diventare all'aperto splendidi alberi con grande ombrello di foglie, che contendono gli spazi alle altre specie e spesso provocano guai con le loro invadenti radici. Sono presenti in moltissimi giardini condominiali, ma anche nel verde pubblico; cito per esempio, fra le tante, la piazzetta di Largo Gennari.

Ficus Rubiginosa: poco presente a Cagliari, ed è un peccato perchè è un albero molto bello, con fogliame densissimo e foglia spessa con iridescenze rossastre. Ci sono alcuni splendidi esemplari ai Giardini Pubblici (a sinistra passeggiando dall'ingresso), ma mi piace citare i due che fanno da sentinella allo stabilimento balneare del Lido, bellissimi e rigogliosi pure in un terreno che non sembra favorevole alla crescita di alberi. Uno degli esemplari è ripreso qui sotto; faccio notare la forma della base, dovuta al fatto che l'albero era stato costretto dentro un grosso cilindro in cemento, che naturalmente ha provveduto a spaccare.

Mi fermo qui, ma solo per non appesantire troppo il post; riprenderemo, se opportuno, a parlare di altri rappresentanti o di altri aspetti di questo genere di alberi, così rappresentativo nella nostra città.

martedì 2 novembre 2010

La bella Melia

Non è naturalmente una donna la bella Melia, ma un albero, il cui nome scientifico è Melia Azedarach, con il "cognome" teutonico che guasta la dolcezza del nome.
E' un albero molto interessante, devo dire uno dei miei preferiti. Infatti è godibile in ogni periodo dell'anno, pur essendo deciduo, anzi forse proprio per questo: d'inverno, quando si spoglia delle foglie, rimangono attaccati i frutti, cioè migliaia di piccole drupe che da verdi diventano gialle, sferiche e lucide, che fanno un bellissimo effetto (a meno che il maestrale, con esposizione sfavorevole, non le strappi via!). In primavera ha una bella fioritura celeste-violetta, anche delicatamente profumata, che convive con le giovani foglioline verdi e con i vecchi frutti gialli: veramente notevole.
E' nota anche come Albero dei rosari, per i noccioli duri che venivano utilizzati allo scopo, appunto, di fabbricare rosari.
Non  ci sono moltissimi esemplari a Cagliari, forse anche perchè non è un albero molto resistente: qui sotto un bell'esemplare in via Monteverdi, angolo via Leoncavallo, ripreso in questo periodo, ancora con le foglie ma già con in evidenza i frutti gialli.

lunedì 1 novembre 2010

Gli alberi non adatti alla nostra città

Nei precedenti post abbiamo parlato di alberi che crescono benissimo a Cagliari, e di tanti altri parleremo ancora; è doveroso però segnalare anche gli alberi che, pure presenti, hanno vita stentata. Una prima categoria, la più scontata,  riguarda gli alberi che vivono bene in quota ma soffrono al livello del mare: salvo rari esempi, a Cagliari non potremo vedere un grande e sano abete, o larice o  pino silvestre.
 La seconda categoria, sulla quale mi voglio soffermare, sono le piante che soffrono per il clima, ed in particolare temono il caldo. C'è anche una terza categoria, gli alberi che non amano la città e basta, ma ne parlerò in altro post. Tornando alle piante che temono il caldo, queste piante ci sono, e possono essere anche molto belle in certi periodi dell'anno, ma stentano sotto la calura estiva; in conseguenza, non raggiungono le dimensioni e la bellezza che hanno nelle zone dove sono a loro agio. Alcuni esempi:
l'Ippocastano, Aesculus Hippocastanum, di cui abbiamo un doppio filare in via Castiglione, e che pure in primavera mette sù delle splendide infiorescenze bianche o rosa: d'estate ripiega, e le foglie di molti esemplari si bruciano. In conseguenza, non potremo mai avere gli esemplari maestosi ed enormi che vivono, per esempio, a Parigi o a Londra, ma anche a Milano e Roma.
Stesso discorso per il Tiglio, Tilia Vulgaris, che troviamo per esempio in filare sulla strada che da viale Marconi conduce verso Selargius: sono piccoli e, in piena estate, con le foglie orlate di secco.
Ed ancora possiamo citare il Platano, Platanus Acerifolia, di cui conosco un unico esile esemplare  nella piazzetta giochi di Genneruxi.

Il discorso potrebbe continuare, ma il concetto che voglio esprimere è chiaro:  godiamoci gli alberi che vegetano bene a Cagliari, e per gli altri...... un motivo in più per organizzare una vacanza fuori Sardegna!

La pianta con i frutti lampadario


La pianta che mi ha suggerito il titolo (in realtà il copyright è di mia figlia, tanti anni fa) è la Sterculia Diversifolia, di cui troviamo molti esemplari in città, per esempio nei giardinetti di Genneruxi; due bellissimi esemplari affiancati, sempre a Genneruxi, sono alla fine di Via Stoccolma. Altri begli esemplari, fotografati qui sotto, nel giardino fra via Curie e via Cagna.
Questi alberi hanno dunque un frutto molto particolare, cioè una capsula oblunga nera spesso unita ad altre in gruppi di 4 appese allo stesso lungo picciolo, tali da formare appunto una sorta di lampadario.
 Particolare di Sterculia diversifolia con i frutti appesi

 Altra specie di Sterculia (forse Balangas)

Anche il fiore della Sterculia non è da trascurare: si formano grappoli di coppette che si aprono ad inizio estate e che meritano di essere viste. Suggerisco i due esemplari di Genneruxi  citati, lo splendido esemplare, fotografato a destra, del parco di Monte Claro,  un altro bell'esemplare che si trova in Viale Regina Elena, qui sotto rappresentato.






Come vedete, un albero molto interessante, vario e ben rappresentato in città da tanti anni, non conosciuto però dalla gran parte dei testi che parlano degli alberi d'Italia.