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lunedì 28 febbraio 2022

La Quercia e il barbecue

Sembra un accostamento azzardato, quello fra un albero ed uno strumento che normalmente utilizza gli alberi, sotto forma di carbone, per funzionare al meglio. E l'accostamento certamente non migliora se consideriamo che a volte un barbecue male utilizzato può provocare incendi boschivi.

Ma tutto questo non riguarda il post odierno, che anzi vuole presentare un caso specifico di rapporto ottimale fra un determinato albero, e precisamente una Roverella, Quercus pubescens, e l'utilizzo della cottura al barbecue quale punto di forza di una offerta di ristorazione.


Ed eccoli i due attori odierni: in primo piano la splendida Roverella secolare, attualmente ancora in fase di riposo invernale, e sullo sfondo il ristorante, preceduto da un bel patio con vista privilegiata sull'albero, del quale forse gode anche dell'ombra, nei mesi estivi.

Ci troviamo a Tadasuni, un paesino dell'Oristanese nei pressi dell'invaso del Tirso, circondato da una bella campagna e da siti archeologici di estremo interesse, quali le Domus de Janas di Prunittu.

Parlando di alberi, Tadasuni oltre alla Quercia qui eternata offre altri alberi interessanti, fra i quali diversi esemplari di Lagerstroemia indica  (post del 25/7/11, fra gli altri) in ottime condizioni (contrariamente agli esemplari cagliaritani), begli esemplari di Cycas revoluta ed altri.  

Parlando invece del ristorante, il "Brasia BBQ agricolo", già dal nome dichiara la sua predilezione per il barbecue (BBQ è la abbreviazione inglese, ormai in uso anche da noi) come metodo di cottura. E, devo dire per esperienza diretta, l'uso del barbecue e la qualità delle carni utilizzate sono veramente un valore aggiunto notevole di questo ristorante, oltre alla gentilezza del personale e, naturalmente,  all'attenzione per il benessere della Roverella (che peraltro fa parte di un piccolo e ben tenuto parco pubblico).

Torniamo allora, per concludere, alla nostra Quercia, che avevo eternato anche l'anno scorso nell'ambito di un post di più ampio respiro, dedicato ai diritti delle piante (post del 10/12/21): ho detto e fotografato che l'albero è in riposo, ma non è del tutto vero. Ai suoi piedi ci sono una grande quantità di ghiande, figlie della Roverella, che si affannano, proprio in questo periodo, per radicarsi al terreno e proseguire la specie. La Natura non si ferma mai, se non è costretta a farlo dall'uomo. 
 

domenica 20 febbraio 2022

Via Porcell, ed una nuova Euforbia

 Ho voluto inserire il nome della via nel titolo di questo post, perché mi pare che via Porcell sia una bellissima via, dal punto di vista paesaggistico, che meriti di essere percorsa da parte dei passeggiatori, sia per gli splendidi panorami che offre mentre si sale verso Buoncammino, sia per i tanti spunti offerti da alberi ed arbusti che si possono osservare.

Un tempo questa via era un viale alberato storico, adornato da grandi Pini d'Aleppo, citato in libri e mostre (post del 5/8/21). Oggi purtroppo di quel viale di pini sono rimasti, a reggere il testimone di un glorioso passato, due soli esemplari; e questi due grandi alberi non so quanto ancora resisteranno, se devo valutare il trattamento al quale sono stati sottoposti durante il recente rifacimento del manto stradale asfaltato.

Comunque percorrere questa via a piedi rimane una bella esperienza, soprattutto con i tepori primaverili; e, dopo aver goduto dei panorami verso il mare, si può volgere lo sguardo più vicino, ed ammirare appunto i Pini, gli enormi Ficus retusa, ed il giardino del quale vi parlo oggi.


Ecco uno scorcio del giardino roccioso, che incontriamo a sinistra salendo, in corrispondenza dell'ampia curva che ci condurrà all'incrocio con via Fiume.

E' un giardino bello e ben curato, frutto di una buona progettazione e dedicato soprattutto ad essenze che amano il terreno roccioso. Possiamo vedere nella foto una Crassula, che si affaccia in basso a sinistra nella foto, una Palma nana, un cespuglio di Aloe arborescens e, non visibili in foto, Yucche ed altre piante succulente.


   

Ma, tornando alla foto, che cosa è l'arbusto fiorito sullo sfondo? Zoomiamo allora sull'immagine, e lo vediamo troneggiare sul muro a secco che delimita il giardino: credo che si tratti di una Euforbia, e precisamente di una Euphorbia characias, con le grandi e vistose infiorescenze caratterizzate dal giallo vivo delle brattee che inglobano i fiorellini.

Sappiamo che le Euforbiacee sono una grande famiglia, che comprende molte specie erbacee anche infestanti: una per tutte, l'Euphorbia dendroides, comunissima nelle nostre campagne ed un tempo usata per la pesca di frodo (post del 10/3/15 , 18/3/12). Altra Euforbia piuttosto comune in città è la Euphorbia candelabrum, più volte presentata nel blog, per non dire della Euphorbia canariensis con il suo splendido ed enorme esemplare dell'Orto Botanico.

Mi fermo qui, per non annoiarvi, ma le Euforbiacee rappresentano veramente una enorme famiglia con tanti componenti degni di nota; oggi vi ho presentato un nuovo tassello, che si può facilmente ammirare in una nostra bella strada cittadina. 

giovedì 17 febbraio 2022

Il Carrubo molestato, ai Giardini Pubblici

 Breve riassunto delle puntate precedenti: il Comune di Cagliari acquista un prisma in acciaio e calcestruzzo che viene posizionato ai Giardini Pubblici, con uno degli angoli appoggiato ad un vecchio Carrubo. 

Il Carrubo sembra soffrire di questa situazione, il prisma probabilmente preme contro la pianta; io definisco la scultura un molestatore (post del 22/10/13), per la sensazione di violenza che la scultura trasmette nei confronti dell'incolpevole Carrubo.

Nel 2016 una seconda puntata (post del 19/8/16), nella quale il pessimismo prendeva il sopravvento, data la situazione precaria nella quale era stato ridotto l'albero, piegato e con le radici che cominciavano ad essere strappate; in quella occasione un brutto cavalletto metallico doveva sorreggere il prisma frenandone la spinta sull'albero.

Nel 2019 l'opera architettonica veniva tolta dalla posizione originaria ed adagiata a terra (post del 31/5/19), mentre il Carrubo veniva sostenuto da un misero puntone, assolutamente inadeguato alla bisogna.

Ed oggi? Beh, c'è qualche elemento di speranza  dato che l'albero piegato appare ora adeguatamente sostenuto.


E' stato realizzato un robusto sostegno, indice di una rinnovata attenzione verso la sopravvivenza di questo patriarca, che sembra aver apprezzato riprendendo vita e rinnovando la chioma.

Purtroppo il tronco e l'apparato radicale sono molto mal ridotti, anche perché ci si è messo di mezzo un fulmine, che ha percorso l'albero, forse con la complicità della scultura.

La quale scultura rimane minacciosamente ai piedi dell'albero, segno che la cosa potrà avere ancora ulteriori sviluppi, e non so quanto positivi, secondo alcune notizie riportate da Agenzie stampa su Internet.

Staremo a vedere, seguendo i tempi della nostra lenta burocrazia: secondo me il Carrubo e la scultura non devono più toccarsi, e se uno dei due deve spostarsi questo sicuramente non può essere il Carrubo! 



giovedì 10 febbraio 2022

La proboscide in giardino

 E' veramente spettacolare l'infiorescenza a forma di proboscide (o collo di cigno, o coda di volpe, i nomignoli abbondano) prodotta a fine inverno dall'Agave attenuata, succulenta che vi avevo presentato nel 2014 (post del 18/3/14), nel bellissimo settore dedicato alle succulente nel nostro Orto Botanico.



E allora ci rinfreschiamo la memoria con questo esemplare notturno, colto casualmente in un giardino condominiale di via Bacone, nel quartiere Monreale.

La luce del faretto che illumina l'aiuola mette in evidenza la parte di infiorescenza dove i fiorellini sono sbocciati, separandola dalla parte che deve ancora fiorire; la separazione è probabilmente accentuata dalla strozzatura creata dal cordino di sostegno.

Uno spettacolo affascinante, tanto più se teniamo conto che la pianta che produce l'infiorescenza, come in questo caso, è normalmente prostrata a terra; qui il fascino è poi completato dal retrostante esemplare di Dracena draco. 



Per avere altre immagini diurne di queste fioriture peculiari vi rimando ad un altro post (post del 26/2/18) relativo a due esemplari fioriti nel parco Vannelli; chissà se ce ne sono anche quest'anno! 


sabato 5 febbraio 2022

Il Bagolaro riposa, ma l'Aloe.....

 I Bagolari sono alberi abbastanza comuni in città e piuttosto noti ai lettori del blog; abbiamo parlato diverse volte di questa pianta spogliante, dal nome scientifico di Celtis australis e caratterizzata da radici robustissime, che si sanno fare strada anche in terreno  roccioso, tanto da meritare l'altro nome comune di Spaccasassi.



Il viale Buoncammino, a cui si riferisce la foto a fianco, è uno dei suoi luoghi di elezione, assieme al viale Regina Margherita.

Questi alberi nei giorni di febbraio sono completamente spogli (a parte, nel caso specifico, la Dracena "imboscata" fra le branche della prima biforcazione) ed il loro scheletro possiede una certa eleganza, con il colore grigio omogeneo e la forma abbastanza regolare. Le Jacarande che vediamo dall'altro lato del viale, volendo fare un confronto, in questo periodo essendo semi-spoglianti hanno un aspetto bruttino e per niente elegante.




Ecco un altro Bagolaro che mostra orgoglioso lo scheletro contro il cielo, per come appare ripreso da via Fiume poco prima che questa strada  sbocchi sul viale Buoncammino.

E qui c'è una altra particolarità, che colora la fotografia e ci fa godere dei contrasti che la Natura è in grado di offrire: sotto il Bagolaro uno dei tanti cespugli di Aloe arborescens della zona prepara l'esplosione delle infiorescenze rosse, che ci allieteranno per tutto il mese.