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martedì 23 agosto 2022

La banana è matura: sarà anche buona?

 Il Banano, Musa acuminata, è una pianta tipica dei paesi a clima tropicale, dove viene coltivata per produrre il conosciutissimo frutto; è presente anche da noi, anche se piuttosto rara, perché i frutti non arrivano a maturazione (a prescindere da coltivazioni in serra, che non  ci interessano in questa sede) e le grandi foglie sono molto sensibili al vento, che può strapparle.


Però, complici i cambiamenti climatici, anche da noi talvolta le banane giungono a maturazione, come le 3 che si notano in questo piccolo casco, che appartiene ad una bella pianta in buone condizioni che vive in un piccolo giardino di via Rossini. Naturalmente non so rispondere alla domanda del titolo, ma quello che è certo è che il frutto è arrivato a maturazione.

Segnalo che il Banano non è propriamente un albero, ma una pianta erbacea perenne, che si regge nella sua altezza non indifferente di albero per mezzo di un pseudo-fusto costituito dal compattamento  delle grandi guaine che sorreggono le foglie.

Ricordo che in città è molto più presente una pianta molto simile al Banano, anche se non è sua parente, e cioè una particolare specie di Strelitzia, la Strelitzia nicolai, che vi ho presentato qualche anno fa (post del 2/4/16). 

Anche la Strelitzia ha gli stessi problemi del Banano per quanto riguarda le foglie, però può vantare un fiore molto bello; per converso, e per pareggiare il confronto, il fiore del Banano pare che sia edule ed anche piuttosto buono.

mercoledì 17 agosto 2022

A proposito di Pancrazio....

E' assolutamente una coincidenza, una bella coincidenza, che nell'ultimo post abbiamo parlato di  Pancrazio, con riferimento alla torre cagliaritana dedicata all'omonimo santo, ed oggi riparliamo di Pancrazio, con riferimento al Giglietto di mare, il Pancratium maritimum. 

Che cosa lega i due Pancrazio, una poderosa ed alta struttura difensiva del 1300, ed un tenero fiorellino rasoterra come il  Giglietto? Nulla, se non proprio il nome proveniente dal greco, la cui etimologia parla di vittoria  sulle avversità, resistenza di fronte ad ogni ostacolo.

Quindi la torre è capace di resistere, attraverso il santo che le ha donato il nome, a qualsiasi attacco da parte di forze straniere, il fiorellino è capace di resistere alle condizioni estreme del suo habitat, salmastro, arido e sabbioso.

Trovato il legame, ed avendo già fotografato la torre, ecco allora una immagine del fiorellino.



E non un singolo fiorellino, ma un mazzo, un bouquet di Pancrazi, ripreso, anche quest'anno, sulla spiaggia di Cala Pira (post 18/8/176/11/17, 20/8/21).

E' ormai quasi una consuetudine che l'amico Mario mi ricordi annualmente, attorno a Ferragosto, questa meravigliosa fioritura spontanea, che io volentieri vi propongo, rimandandovi ai citati precedenti per qualche dettaglio tecnico sulla riproduzione di queste bulbose annuali.

Ricordo ancora che il Pancratium maritimum  ha un cugino montano, il Pancratium illyricum , altrettanto bello e ben posizionato (post del 11/5/16 e del 19/4/22).

Insomma, non ci possiamo proprio lamentare della bellezza di chi si chiama Pancrazio, sia esso una torre di difesa, sia un tenero e raro fiorellino marino!   




mercoledì 10 agosto 2022

Di chi è la competenza?

Penso di non sbagliarmi se dico che il titolo odierno rappresenta uno dei quesiti principali che riguardano la soluzione di tanti problemi della pubblica amministrazione; un quesito che normalmente ricade addosso al cittadino, che non vede soddisfatte le proprie istanze mentre viene sballottato da un ufficio ad un altro.

E veniamo al quesito odierno.


Ecco a sinistra la Torre di San Pancrazio, uno dei principali monumenti di interesse turistico che possa vantare la nostra città, e meta quotidiana in questo periodo di centinaia di persone in visita al quartiere di Castello ed alle sue torri Pisane.

E quindi? direte voi. Quindi, se guardate la torre con l'occhio del lettore di questo blog, individuerete un intruso, che non è fatto né di calcare né di legno stagionato, ma di legno fresco, dotato di grande potere di penetrazione e spaccamento.  

Individuato, sulla destra sopra l'arco? Vediamolo più da vicino.


Eccolo qua, l'intruso: si tratta di Ailanto, Ailanthus altissima, uno dei più potenti e temuti abusivi vegetali, che qui dà una ennesima dimostrazione della sua invadenza.

Ne abbiamo parlato tantissime volte di questo albero, normalmente in termini negativi ma anche per apprezzarne il gradevole aspetto estivo quando è carico di semi dalle varie tonalità di colore (post del 6/7/12, fra i tanti).

Abbiamo detto che dovrebbe essere tenuto a bada, per evitare che si insinui e si installi in mezzo ad altre piante o in luoghi dove non deve (post del 21/7/13, fra gli altri).

Tornando al nostro esemplare, io non posso esserne certo, ma nutro seri dubbi su chi abbia la responsabilità di aver staccato pezzi del rivestimento sopra l'arco, fra i quali vedo anche piastrelle con rilievi, ritengo di valore.

Qualsiasi intruso verde che si installi su un monumento deve essere eliminato, a prescindere dalla specie di appartenenza (vedi post dell'8/4/15, che riguardava guarda caso la Torre dell'Elefante ed un Fico come intruso), a maggior ragione se si tratta di un Ailanto, conoscendone le caratteristiche!

E qui torniamo al principio: di chi è la competenza dell'eliminazione dell'intruso, e del controllo puntuale affinché non si ripresenti? Io non lo so, ma chiedo agli amministratori del verde pubblico (o a quelli che si occupano di cultura e beni monumentali, o a quelli che si occupano di decoro urbano, boh) di farsi carico del problema, subito!    

lunedì 8 agosto 2022

Il gruppetto di giovani Acacie

Parliamo di un intervento recente nel verde pubblico cagliaritano, eseguito per sostituire alcune delle sfortunate Palme distrutte dal punteruolo rosso, nonostante i tentativi di recupero.

Gli attacchi di questo terribile insetto sterminatore, soprattutto nella prima parte del decennio precedente a questo, si sono estesi a tappeto, e ne abbiamo dato conto più volte nel blog; in particolare per quanto riguarda la passeggiata a mare della Darsena, oggi piazza Vittime del Moby Prince, abbiamo seguito l'attacco ed i tentativi di salvataggio, purtroppo non andati a buon fine (post del 25/6/14  e del 28/9/19).

Preso atto della battaglia persa, gli amministratori del verde hanno cambiato rotta, puntando su nuove piante per sostituire, almeno in parte, le Palme morte.

Ed ecco il risultato: un gruppetto compatto di giovani esemplari di Acacia dealbata, una delle specie più affascinanti della grande famiglia delle Acacie, con belle foglie composte bipennate, ed una splendida fioritura invernale (post del 9/1/11 e del 20/1/11 , fra gli altri).


 Mentre vi rimando ai post citati per godere dei capolini  gialli nella loro esplosione invernale, voglio qui  rimarcare la bellezza della foglia, che nella foto a destra riprende da vicino uno degli esemplari della Darsena.

Ogni foglia, lunga una decina di centimetri, è costituita da centinaia di foglioline piccole, sottilissime e piumose, attaccate direttamente ai rametti fogliari, morbide al tatto: veramente eleganti.

La Acacia dealbata è un albero che cresce in fretta, anche se con il nostro clima non diventa molto grande; però ha la caratteristica di avere un tronco piuttosto sottile rispetto alla chioma che, con la sua densità, può costituire un problema in caso di vento forte.

Ne consegue la ovvia raccomandazione ai nostri giardinieri, nell'apprezzare la scelta effettuata, di curare e manutenere con attenzione il sistema di tutoraggio di questi alberelli, perché il nostro maestrale, tanto più nella spianata della Darsena, non perdona!
  

martedì 2 agosto 2022

A proposito di alberi larghi.......

Nell'estate del 2012, ben 10 anni fa, avevo provato ad indicare, in una classifica fra il serio ed il faceto, alcuni alberi che spiccassero per altezza, o per larghezza, o per l'insieme delle due caratteristiche (post del 21/8/12, 26/8/12, 5/9/12, ed altri successivi).

Questa classifica mi è venuta in mente l'altro giorno, transitando in piazza Deffenu dal lato del mare, ed ecco il motivo.

Guardate la dimensione, la larghezza della chioma di questo Ficus retusa, che vegeta a ridosso della grande aiuola dietro il distributore di benzina.

Un vero campione di larghezza, a cui la mancanza di concorrenza intorno ha risparmiato le potature periodiche alle quali deve essere sottoposta la grande parte dei suoi fratelli stradali.

Il risultato è un grande bell'albero, la cui presenza attutisce l'effetto straniante di una piazza dedicata essenzialmente al parcheggio ed al transito continuo di auto in un punto nevralgico per il traffico cittadino. 

Insomma, benvenuto al Ficus retusa che entra nella graduatoria degli alberi più larghi, a fare compagnia al suo fratello di Genneruxi (post del 12/9/13)!