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lunedì 28 maggio 2012

I Platani di via Mameli

I Platani, come abbiamo detto più volte (post del 1/11/10 ed altri successivi), sono rari nella nostra città, nonostante siano fra gli alberi più comuni in tutte le città europee; proprio perchè sono rari, mi piace segnalare quelli che riesco via via ad individuare.

Finora avevo segnalato l'esemplare dei giardinetti di Genneruxi e quelli, molto più grandi ma in prorpietà privata, lungo via Tempio: oggi vi presento alcuni giovani esemplari in ottima forma che si trovano in via Mameli, all'angolo con via Carloforte.

Sono anch'essi in una proprietà privata ma aggettanti sul marciapiede, quindi perfettamente godibili anche da vicino.
Dovrebbero essere esemplari di Platano comune, nomi scientifici Platanus acerifolia o hybrida.


 Il nome italiano, comune, rimanda alla facilità di incontrarne sulla propria strada (escludendo Cagliari!), mentre i secondi nomi scientifici richiamano la somiglianza della foglia con quella di un Acero (che guarda caso si chiama Acer platanoides , che furbizia!), o il fatto che questo albero è proprio un ibrido di altre due specie di Platani.

Ecco a destra un'altra immagine che mostra la bella foglia palmata.

venerdì 25 maggio 2012

Le Magnolie in fiore

La Magnolia grandiflora è stata oggetto della nostra attenzione all'inizio della vita di questo blog (post del 8/11/10) con riferimento specifico a via Copernico, forse la strada della città con la più alta concentrazione di questo bell'albero.

Infatti la Magnolia è abbastanza rara in città, probabilmente a causa del fatto che soffre i nostri terreni calcarei, che danno luogo alla clorosi ferrica; questo problema determina infatti l'ingiallimento delle foglie, il deperimento della pianta e perfino la morte.

Sono tornato in via Copernico, per fotografare la splendida fioritura delle Magnolie, e devo dire che ho notato segni di sofferenza e di ingiallimento delle foglie in molti alberi; spero che chi ne ha la competenza effettui gli interventi di recupero per conservare la gradevole peculiarità di questa strada e dei suoi abitanti verdi.

Ecco a sinistra un fiore in boccio, con i grandi petali bianchi ancora chiusi a palla; come dicevo, si nota una parte delle foglie colpite dalla clorosi.

Nella foto sotto ho ripreso un gruppo di fiori, fra cui uno sbocciato; purtroppo non sono riuscito a trovare in tutta la strada un fiore ben aperto dal quale ottenere una fotografia degna di essere pubblicata.

Temo che anche i fiori soffrano per la clorosi, o forse i petali sono così grandi e delicati che il nostro vento li scompiglia e li strappa; quale che sia la ragione, non sono in grado di mostrarvi un fiore nella sua bellezza, e devo rimandarvi alle immagini di Internet.

Le macchie bianche dei fiori, sia in boccio che aperti, sono comunque molto belle e meritano una passeggiata in loco, da ripetere più avanti quando matureranno le infruttescenze/pigne cariche di semi rossi.

mercoledì 23 maggio 2012

E' lui il Libanese?

Potrebbe essere un brano di un affascinante spy story, il titolo del post di oggi: in realtà è la domanda che mi sono posto guardando non un uomo ma un albero, che vi presento qui sotto.

Sicuramente è un Cedro, questa bella pianta che si trova in una proprietà privata all'inizio di via Mercalli, poco dopo l'incrocio con via Galvani; è poco oltre i binari della linea metro-tram.

Il quesito è se questo Cedro sia un Cedrus Libani, e sarebbe il primo da me individuato a Cagliari. Infatti quando abbiamo parlato di Cedri (post del 20/12/10 e del 12/12/11), abbiamo considerato che sono piante non comuni in città, dato che il nostro clima non è particolarmente adatto alle loro esigenze, e che in particolare il Cedro del Libano ha anche la caratteristica (negativa per gli spazi cittadini) di occupare superfici molto vaste.

E' una pianta maestosa, ed i rami dei palchi inferiori che si dipartono, a volte per metri e metri, in orizzontale dal tronco  prima di salire (assetto a candelabro), ne determinano la grande occupazione di spazio, al di là delle ragguardevoli altezze che raggiunge.

 A questo proposito, guardate la curiosa foto a destra: certifica appunto l'andamento orizzontale di un grosso ramo che apparteneva al più grande e famoso Cedro del Libano della Sardegna, quello del Parco di Laconi (post del 5/1/12 e altri), alto più di 25 metri.

Tornando dunque al nostro esemplare di via Mercalli, anche senza essermi potuto avvicinare è proprio l'assetto di insieme, la lunghezza dei rami e l'apice piatto, che mi fanno pensare che si tratti di questa specie di  Cedro.

Allora, se non mi sbaglio nell'individuazione, porgo il benvenuto in città al Cedro del Libano.   

mercoledì 16 maggio 2012

Una seconda opportunità per il Tiglio

Il titolo di questo post nasce dal fatto che ho citato questo albero come inadatto alla nostra città (post del 1/11/10), e lo ho poi completamente trascurato. Recentemente ho notato in città degli altri Tigli rispetto a quelli indicati nel post del novembre 2010, ed ho deciso di dare a questi alberi cagliaritani una seconda opportunità, più che altro in termini di auspicio.

Non riesco infatti a rassegnarmi al fatto che queste piante meravigliose, che vegetano splendidamente in tutte le città d'Europa (a Berlino hanno addirittura un viale dedicato, Unter den Linden, nato nel secolo diciassettesimo), abbiano un esito così poco attraente nella nostra città.

Allora, la nuova opportunità riguarda un filare di Tigli, Tilia vulgaris  o Tilia europaea (l'individuazione puntuale è difficile, essendo questi alberi molto ibridati), giovani e sani, che si trovano lungo il viale che conduce al parco di Terramaini, più volte citato nel nostro blog.

Ecco un esemplare:

Si intravvede, anche in questa foto di insieme, il verde più chiaro delle brattee, foglie modificate di cui vi ho parlato in altra occasione (post del 3/8/11), che costituiscono la vera peculiarità di tutti i Tigli.

Le brattee di questi alberi sono infatti molto evidenti, chiare, lisce ed allungate, molto diverse dalle foglie che sono larghe e seghettate. Dalla brattea si dirama l'infiorescenza che le rimane attaccata; quando è il momento, la brattea si stacca dall'albero ed i semi sfruttano il sostegno della membrana alata che li sostiene per essere dispersi in un raggio maggiore di territorio, aumentando così la possibilità di riproduzione.


Nel particolare della foto a destra notiamo meglio le brattee e gli ombrellini penduli dei fiori,  nonchè le belle foglie seghettate.

Riusciranno questi giovani esemplari a darci maggiori soddisfazioni dei più anziani fratelli già citati, resistendo alla nostra calura dei mesi estivi?

Io spero tanto di sì, Cagliari merita la bellezza di questi alberi anche durante tutta la stagione estiva.

domenica 13 maggio 2012

Sicomoro, chi era costui?


Sicomoro, un nome bello e musicale, per un albero. Si, ma quale albero? Io avevo, fino a qualche giorno fa, alcune convinzioni in merito, e qualche vaga reminiscenza scolastica.

Le convinzioni, che il nome indicasse un Acero, e lo indicasse per gli inglesi ed i paesi anglofoni, che lo chiamano “Sycamore”; le reminiscenze, che il nome indicasse un albero citato nella Bibbia.

L’altro giorno ho sentito nominare il Sicomoro in una trasmissione radiofonica, mi sono tornate in mente le mie poche e confuse conoscenze, ho deciso di vederci chiaro, ed eccomi qua a raccontarvi che cosa ho scoperto.

La confusione è assolutamente giustificata, perché ci troviamo di fronte ad uno di quei casi, purtroppo non rarissimi, nei quali lo stesso nome viene attribuito ad alberi assolutamente diversi. E’ il nostro caso, che riguarda il Ficus sycomorus (famiglia Moracee) e l’Acer pseudoplatanus (famiglia Aceracee),  noti ambedue come Sicomori, ma che non hanno fra loro alcuna parentela botanica.

Il Ficus sycomorus è un albero molto simile al nostro comune Fico (post del 28/4/12), ed è diffuso soprattutto nell’Africa tropicale e nella Penisola Arabica. E’ citato nelle Scritture Ebraiche, ed in quelle Egizie; esiste tuttora un famoso Sicomoro a Gerico, di cui trovate molte foto in Internet. Non so però se questo albero si trovi in Sardegna.

L’Acer pseudoplatanus, da non confondere con il platanoides e cioè con l’Acero riccio (post del 17/2/12), ha il nome italiano di Acero di monte, ed è il comunissimo Sicomoro per gli inglesi e gli americani.
E’ un albero che può raggiungere dimensioni enormi, fino a 40 metri di altezza; è molto citato  in letteratura ed anche nelle canzoni (ricordo per esempio una bella canzone dei Mamas & Papas, molto sentita negli anni ’60 del secolo scorso) essendo un albero molto presente sia per la quantità che per l’ingombro.

Anche questo Acero non so se sia presente da noi; volendolo identificare attraverso le disamare (post     26/4/11), le sue formano un angolo di circa 90°.

In definitiva spero di aver fatto un po’ di chiarezza, e non ingenerato ulteriore confusione!

sabato 12 maggio 2012

I fiori dell'Olivo

Sono piccoli, e assolutamente insignificanti se presi singolarmente, con il loro minuscolo calice ed i quattro petali biancastri; però forniscono una bella immagine di insieme, con la loro enorme quantità ed il loro colore che sovrasta quasi il verde delle foglie, conferendo una sorta di aspetto "brizzolato" alla pianta.
Poi, scusate se è poco, appartengono all'Olivo, uno dei capisaldi del verde mediterraneo (post del 22/12/11)!

Ed allora eccoli, i fiorellini dell'Olivo che esplodono in questo periodo.

Come si vede, i fiorellini sono riuniti in infiorescenze a pannocchia (racemi) che spuntano

 dall'ascella delle foglie;    quando sono chiusi hanno un simpatico aspetto di pallina.

Queste foto sono di giovani piante del parco di Terramaini, anche se è poco importante il luogo di origine per l'obiettivo che questo post si propone; sono tanti gli Olivi da visionare in città, e vi ricordo fra i tanti gli esemplari del giardino davanti alla chiesa di via Scano (post citato), o l'esemplare ai piedi della scalinata di Bonaria (post del 11/3/12).  Se poi volete esagerare c'è sempre lo splendido bosco S'Ortu Mannu (post del 16/1/12). 


martedì 8 maggio 2012

La Melaleuca fiorita

Ricordate la Melaleuca, Melaleuca armillaris? Ne abbiamo parlato all'inizio di quest'anno (post del 23/1/12), vi ho presentato due esemplari e ne ho fotografato uno, vantando la sua bella chioma densa.

Recentemente, vedendo la bellissima fioritura della "cuginetta" Callistemon, con la quale la Melaleuca condivide l'appartenenza alla famiglia delle Myrtacee (post del 19/11/10 ed evidenza nella home page in questi giorni),  ho pensato di fotografarne la fioritura, ed eccomi qua.

Il fiore a sinistra (in realtà una spiga di tanti fiori) appartiene all'esemplare di via Sanna Randaccio; come si vede, la forma a scovolino è molto simile alla spiga del Callistemon, che però è più grossa e di colore rosso.

In realtà quelli che vediamo ed apprezziamo sono gli stami del gruppo di fiorellini che compongono la spiga; gli stami, saldati in gruppetti, superano di molto in lunghezza i petali, facendoli praticamente scomparire alla vista.

Ecco a destra un'altra bella immagine di "gruppo" dello stesso alberello condominiale.

Per avere una più ampia immagine di insieme sono andato a vedere la Melaleuca di via Firenze, che troneggia nella piccola e simpatica aiuola di fronte al distributore di benzina, al quale l'aiuola appartiene.  Eccola qui sotto.
 
Il Gestore mi ha riferito con orgoglio che la piantina era stata regalata al distributore dai benemeriti forestali di Decimomannu (presumo alla fine degli anni '70 del secolo scorso), e che molti automobilisti ne chiedono il nome, che lui però non ricorda mai; spero che dopo la mia visita qualcosa cambi!

mercoledì 2 maggio 2012

I terrazzamenti del Cimitero

Il Cimitero di Bonaria è per me uno dei posti più affascinanti della città, per il verde e non solo. Ne abbiamo parlato più volte, sia con riferimento a piante particolari quali l'Acero giapponese (post del 26/4/11) e l'Albero del destino (post del 24/11/10 ed altri), sia per le piante tipiche di questo luogo, le Palme ed i Cipressi.

Oggi vi voglio parlare dei terrazzamenti del Cimitero, ossia delle balze che conducono, avendo fiato e sprezzo del pericolo, dalla parte bassa alla parte alta.

Bisogna avere fiato, perchè i gradini sono alti ed il dislivello non è poco, e sprezzo del pericolo perchè il degrado domina tutta la zona, con crolli di intonaci e lapidi che ingombrano il passaggio.

Infatti le salite ed i vari terrazzamenti sono transennati per indicare la situazione di pericolo, ma il passaggio non è fisicamente impedito nè potrebbe esserlo, dato che la zona comprende ancora molte tombe. Credo che, un po' all'italiana, il messaggio sia: se volete passare, fatelo, ma a vostro rischio e pericolo.

Comunque, sia per le transenne sia perchè è più comodo utilizzare la strada che conduce alla parte alta, queste terrazze non vengono praticamente percorse dai visitatori, e sono di fatto ad uso esclusivo delle piante e dei gabbiani.

La pianta dominante è in questo periodo la Bocca di leone (post 22/3/12), ma non mancano anche alberi, quali Robinie e Fichi; i gabbiani poi, in questo periodo di cova, sono particolarmente irritati dalla presenza di umani, che vengono attaccati con versi minacciosi e discese in picchiata, senza per fortuna arrivare allo scontro fisico.

Insomma, una zona del Cimitero che, se per il degrado costituisce una vergogna per Cagliari, per un altro verso, che è quello che ci interessa in questa sede, è di estremo fascino, e percorrendola sembra quasi che la Natura si stia riappropriando di questa collina, mangiando o ricoprendo i manufatti dell'uomo.

 Infine, se durante la salita ci dovesse cogliere la tristezza, o avessimo bisogno di riposare, basta voltarsi indietro e godere del meraviglioso profilo della città alta, per recuperare fiato e pensieri positivi.