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martedì 30 dicembre 2014

I Pini dell'ospedale Binaghi

Il verde per gli ospedali ha sempre avuto una grande importanza; dove possibile, gli ospedali vengono ovunque realizzati con ampi spazi liberi a disposizione, nei quali si impiantano giardini e viali alberati, per indurre benessere mentale e fisico negli ospiti.

Anche Cagliari naturalmente segue questa regola, anzi forse la esalta: pensiamo al SS.Trinità, a Santa Clara, alle ex cliniche Aresu e  Pediatrica, al Binaghi, all’ospedale Marino nuovo, al S.Giovanni di Dio: grandi spazi e tante piante, una fetta importante del verde cittadino.

Pensate che Vannelli (pagina dei contenuti del blog), nel suo pregevole testo sul verde di Cagliari aveva dedicato un capitolo intero al verde degli ospedali.

Quindi grandi spazi verdi, realizzati in molti casi con l’ausilio delle giuste strutture progettuali, e di organismi importanti, quali i tecnici dell’Orto Botanico o la ditta Sgaravatti.

Spazi di cui andare orgogliosi e da frequentare, a prescindere dalla momentanea condizione di ammalati o parenti di ammalati.

Purtroppo però, quella descritta è una fotografia che risale alla metà del secolo scorso; successivamente, lo stato di questi spazi è andato progressivamente degradando: incapacità tutta italiana di far seguire una corretta e continua gestione delle opere ad una bella realizzazione, carenza di fondi, disinteresse crescente delle amministrazioni. Sono molte le ragioni del degrado, a cui purtroppo si deve aggiungere il disinteresse del cittadino, che non nota più lo stato di abbandono di questi giardini, non se ne lamenta, sta forse perdendo lo spessore culturale per accorgersi della bellezza di cui viene privato.

Mi scuso per questa lunga premessa, ma mi è sembrato importante segnalare questa situazione, e doveroso nei confronti del grande Vannelli, che già negli anni 80 del secolo scorso lamentava la mancanza di valide manutenzioni  in questi spazi.

Cerchiamo allora di vedere il bicchiere mezzo pieno: i giardini degli ospedali cagliaritani sono comunque belli, e la abbondanza delle erbacce che soffocano le siepi ordinate, nonché il crollo dei manufatti di supporto, non impediscono agli alberi presenti di crescere ed offrirsi al nostro godimento.

E’ così, per esempio, per i Pini d’Aleppo (post del  6/12/10)  che vegetano in gran numero nel parco dell’ospedale Binaghi, bella struttura prima dedicata alle malattie dell’apparato respiratorio ed oggi con una offerta di salute molto ampliata:  questi Pini, veramente enormi per gli standard cagliaritani, abbelliscono lo spazio fra il corpo di fabbrica principale e l’ingresso di via Is Guadazzonis.

      
Ecco uno dei grandi esemplari di Pino d'Aleppo, contornato da alcune Palme Washingtonie; a proposito, anche al Binaghi è in corso l'ecatombe delle Palme delle Canarie.








Ecco uno scorcio con grande Pino al centro, che mostra anche alcuni elementi della struttura originaria del giardino: devo dire che la foto è "buona" rispetto allo stato reale.






Ed infine una vista della scalinata, contornata da Pini, che conduce all'ingresso principale; mi sembra, per lo stato precario ed a conferma di quanto asserito in precedenza, che non venga quasi più utilizzata, dato che le persone preferiscono camminare lungo i viali asfaltati che circondano il giardino.

mercoledì 24 dicembre 2014

Stella di Natale

Ecco, mi sembrava brutto far passare il Natale con l'ultimo post, quello che compare per primo sugli schermi di chi accede al blog, dedicato ad una vergogna cittadina; allora, che cosa di meglio per farci gli auguri di una allegra e fiorita Stella di Natale, per di più grandissima? Eccola a voi.

 
Naturalmente non potevo presentare una piantina in vaso, delle migliaia che affollano i negozi, le strade e le case in questo periodo, ma vi offro invece un vero alberello da giardino, ripreso in via Leoncavallo.

La Stella di Natale o Poinsettia, Euphorbia pulcherrima, è diventata da tanti anni un nostro simbolo di Natale, per cui si accompagna bene con le altre che la hanno preceduta nel blog, la Metrosideros excelsa (post del 4/12/14) che rappresenta il Natale nell'altro emisfero, ed il Cipresso di strada (post del 15/12/14) che rappresenta l'inventiva nostrana nel predisporre il classico albero natalizio.

La fioritura della Stella di Natale non è in realtà solo natalizia, ma prosegue spesso fino a marzo, come dimostra l'esemplare che vi ho presentato molto tempo fa (post del 11/3/11), fino a quando cioè le ore di sole non cominciano a diventare eccessive per questa pianta, sensibile alla troppa luce.

In realtà quello che fa bello questo arbusto non sono i fiori, assolutamente insignificanti, ma le brattee rosse che li circondano, quelle che inducono allegria; peccato che queste meraviglie tendano a sbocciare solo nella parte alta, e quindi siano spesso poco visibili al pedone.

In conclusione, e senza ulteriormente tediarvi con informazioni scientifiche, buon Natale a tutti!


lunedì 22 dicembre 2014

Un'occasione sprecata: che vergogna!

Sono passato recentemente davanti al giardino pensile di via Manzoni, sopra il parcheggio auto interrato: ancora chiuso! Questa è una delle vergogne di cui i nostri amministratori cittadini devono farsi carico, magari per cercare di superarla.

Andiamo con ordine, riassumendo la questione, già abbondantemente trattata dal blog: il giardino è nato negli ultimi anni della prima decade del 2000, in conseguenza alle veementi proteste dei cittadini del quartiere, che si opponevano alla realizzazione di un piano fuori terra di parcheggio (post del 12/4/11). Sicuramente una bella vittoria, anche se il giardino nasceva zoppo, appunto una occasione sprecata, da cui il titolo dei miei post: poco verde e niente alberi.

Gli effetti della mancanza di alberi e di qualsiasi protezione dal sole estivo apparivano in tutta la loro evidenza già dall'estate del 2011 (post del 18/9/11), quando lamentavo la mancanza di una terza dimensione ed auspicavo che venisse posto rimedio con qualche gazebo, o almeno telone di protezione, alla maniera spagnola.

Naturalmente nulla di questo è avvenuto, anzi le cose sono precipitate, tanto che nel gennaio 2013 (post del 17/1/13)  segnalavo, riprendendo un trafiletto dell'Unione Sarda, che il giardino era chiuso da mesi, a causa di atti vandalici che avevano distrutto l'illuminazione. Credete che sia cambiato qualcosa da allora? Naturalmente no.

Ecco perché oggi, nel raccontare questa situazione, uso la parola vergogna; parola spesso abusata, ma in questo caso aderente alla realtà. Come è possibile, mi chiedo per l'ennesima volta, che un intero e popoloso quartiere, notoriamente affamato di verde, venga privato per anni di uno spazio  considerato essenziale, pur con tutti i suoi difetti, per il buon vivere dei cittadini della zona?

Possibile che ancora oggi la cultura del pedone sia così trascurata? Pensate a quello che succede quando viene anche momentaneamente eliminato un posto auto: la rivoluzione! Ma non stavamo cercando di diventare una città appunto a misura di pedone, e di ciclista? Ma gli amministratori della giunta Zedda non si fanno vanto, anche giustamente qualche volta, di mettere l'attenzione al verde ed al cittadino appiedato in cima alla scala dei valori? Allora svegliatevi, cari amministratori; e cari concittadini svegliamoci tutti, e pretendiamo l'immediato ripristino di questo spazio verde, magari, lo dico sommessamente, con qualche miglioria fra quelle proposte in questa sede!

venerdì 19 dicembre 2014

Il vergognoso Ibisco dormiente

Come sapete non amo parlare di arbusti, tanto più di arbusti ornamentali, ma questo che vi presento oggi è troppo simpatico per trascurarlo.

Si tratta di un Ibisco, o meglio di un suo stretto parente, il Malvaviscus arboreus, che appartiene anch'esso alla famiglia delle malvacee. Il nome comune, Ibisco dormiente, già incuriosisce, e porta a chiedersi: perché dormiente? Ecco perché.

Ho fotografato questo bellissimo esemplare nello slargo di via Tel Aviv, a Genneruxi. A sembrare addormentati sono i fiori, colore rosso scarlatto ed abbondanti, che però, come appunto se dormissero, rifiutano di aprirsi.

Quindi addormentati, o io direi anche vergognosi, riprendendo un aggettivo che avevo già utilizzato per i fiori della Datura arborea (post 22/11/11); solo che in quel caso si vergognavano di sollevare la testa, qui si vergognano addirittura di mostrarsi aperti.





Infatti, come si vede dalle foto di dettaglio, l'apertura dei petali è appena accennata, ma non va oltre: tutto il contrario del notissimo Ibisco, Hibiscus rosa-sinensis, il cui fiore certamente non si vergogna di aprirsi e mostrarsi compiutamente.

Per fortuna che, tornando al nostro dormiente, la gettata di fiori è così copiosa (in pieno dicembre!), ed il colore così bello e vivace, che il Malvaviscus si fa ampiamente perdonare ed apprezzare.

Resterebbe da capire la logica di questo comportamento, strano ed affascinante ad un tempo; forse il fiore, ermafrodita, non ha bisogno di aprirsi, dato che gli organi riproduttivi sono comunque portati all'esterno dell'asse centrale che fuoriesce dai petali socchiusi; comunque, la Natura sa sempre stupirci.

lunedì 15 dicembre 2014

Il Cipresso di Natale

Il Natale, quando arriva arriva .........



Nel mare di alberi di Natale casalinghi postati da chiunque sui vari social network, mi butto anch'io, ma con una cosa un po' speciale. E' speciale perché è per strada ma, dal nostro punto di vista, è speciale soprattutto perché non è né un Pino né un Abete, ma un Cipresso comune, vecchia conoscenza del blog (post del 4/12/10).

Si trova nel quartiere di Villanova, all'incrocio fra via S.Giovanni e via Macomer, davanti alla chiesa di S.Mauro, e probabilmente è stato realizzato dai Frati della chiesa medesima, o comunque ha avuto la loro supervisione.

Come si vede è piuttosto elegante, sottile e slanciato come tutti i Cipressi e ben addobbato, per essere un albero "di strada"; insomma, proprio una visione piacevole, che mette di buon umore.

Per tacitare i problemi di coscienza, legati all'utilizzo di un albero vero che poi sarà destinato al caminetto, mi dico che magari doveva essere comunque tagliato, o che i Cipressi sono tanti e non sono poi così belli in natura;  poi prendo atto con piacere che  non è stata utilizzata l'ipocrita usanza di tenere la pianta in vaso sperando in una miracolosa ripresa dopo la violenza dell'uso natalizio. 

Insomma, sistemata la coscienza verde alla bell'e meglio, ribadisco che a me questa installazione piace, e mi congratulo con chi la ha ideata e realizzata.   

giovedì 11 dicembre 2014

Una Yucca gigante

La Yucca gloriosa è una pianta comune a Cagliari, molto presente sia nel verde pubblico che privato.
E' una pianta rustica ed adattabile, normalmente con il fusto piuttosto breve, che ben si accompagna con altre essenze per formare un insieme di gradevole aspetto; è infatti spesso usata per abbellire rotatorie (post del 16/10/13) e nei parchi, ma è molto presente anche nei giardini privati.

Ed è una Yucca "privata" quella che vi presento oggi, anche se perfettamente visibile dalla strada, al numero 9 di via Forlanini.



Non è un esemplare qualsiasi, ma un gigante della specie, come si può apprezzare dalla fotografia, che supera tranquillamente il secondo piano della palazzina che lo ospita.




In quest'altra foto si può notare, anche se parzialmente coperto dal pilastrino, il diametro del fusto; se pensiamo che queste piante, come pure le cugine Dracena e Beaucarnea, vegetano altrettanto bene anche come piante d'appartamento, non possiamo che rimanere colpiti dalla loro adattabilità.

martedì 9 dicembre 2014

Scorci della riqualificazione del Poetto

I lavori per la riqualificazione del Poetto sono in pieno svolgimento, da Marina Piccola fino all'Ospedale Marino: un lavoro molto ambizioso, che dovrà omogeneizzare quasi 3 chilometri e mezzo di litorale rendendoli fruibili soprattutto a pedoni  e ciclisti.

Un punto qualificante saranno le dune, che separeranno la spiaggia dalla parte urbanizzata, e che avranno l'immane compito di trattenere la sabbia nelle giornate di scirocco. Un ruolo essenziale sarà svolto, per venire ad argomenti di nostro interesse, dalle piante, con le specie arbustive che dovranno costituire barriera e facilitare la formazione delle dune.

Anche la parte pedonalizzata sarà naturalmente molto dotata di verde, ed il progetto parla di salvare la gran parte del verde esistente, aggiungendone di nuovo. Io non entro nel merito della polemica di questi giorni sull'eliminazione di alcuni grandi Eucaliptus, perché non conosco bene i dettagli dell'operazione, ma mi limito per ora a presentarvi alcuni scorci fotografici nella zona dell'Ausonia.


Ecco un tratto della nuova strada, delimitata a sinistra da Palme delle Canarie; si vede in primissimo piano una vittima del punteruolo.

A destra della strada invece un filare di nuove Lagunarie patersonii, tipico albero del Poetto.  L'impianto di innaffiamento basato sulla raccolta di acqua piovana, in fase di realizzazione, dovrebbe assicurare una buona riuscita estetica, migliore di quella degli esemplari esistenti (post del 25/6/11).




Ecco un'immagine dell'infilata di Lagunarie, alla cui destra si intravede uno dei vasconi per la raccolta dell'acqua piovana, destinata all'innaffiamento.

Più delicata appare la situazione delle Palme, asse portante del verde in questo tratto del Poetto.


Ecco il bel giardino dell'Ausonia, ricco di Washingtonie, sane, e di Palme delle Canarie, infagottate nel tentativo di salvarle; il Comune ha dichiarato che la gran parte delle Palme sarà recuperata, però io ho difficoltà ad essere ottimista, anche perché le cure, costose, richiedono grande assiduità.





Infine una foto simbolica della situazione di molte Palme al Poetto; nella Palma di destra si nota una cornacchia; animale poco utile e molto antipatico, che però in questo frangente svolge un'opera meritoria, banchettando con punteruoli. Non sarà risolutiva questa attività (ci vuole altro per sconfiggere adulti e larve di punteruolo!), ma almeno riabilita in parte il normalmente fastidioso uccello.

giovedì 4 dicembre 2014

L'albero di Natale estivo

Albero di Natale della Nuova Zelanda, questo è il nome comune del Metrosideros excelsa, un albero tuttora poco conosciuto da noi ma in via di rapida diffusione.

Il nome comune è dovuto al fatto che nel paese di origine, appunto la Nuova Zelanda, in questo periodo natalizio gli alberi di Metrosideros esplodono in una sgargiante fioritura estiva.


Noi, che siamo nell'altro emisfero, per la fioritura dobbiamo aspettare la prossima primavera, anche se in questo impazzimento delle stagioni qualche timido fiorellino tenta di fare la sua comparsa, come si vede nella foto di uno degli alberelli piantumati nella recente sistemazione del Lazzaretto. Si intravedono i lunghi stami rossi che caratterizzano la fioritura del Metrosideros.



Ecco il filare dei giovani alberi, che si trovano oltre l'edificio principale, andando verso il mare.  E' interessante notare la sistemazione ad albero, che io non conoscevo in città; infatti il Metrosideros si trova normalmente in forma di arbusto. Essendo queste piante molto resistenti agli ambienti marini ed alla salinità, nonché a funghi e parassiti, dovrebbero riuscire a crescere, e ad offrirci già dal prossimo anno la loro splendida fioritura.





 E, a dimostrazione della loro resistenza, ho trovato bellissimi esemplari di Metrosideros, questa volta nella più normale forma arbustiva, al Poetto,  allo stabilimento balneare Emerson.

E' veramente interessante l'aspetto lussureggiante di queste piante in vaso, a dicembre e praticamente sulla spiaggia, con il loro denso fogliame verde argentato.



lunedì 1 dicembre 2014

La Festa degli Alberi, ed una prospettiva diversa

Venerdì scorso c'è stata la Festa degli Alberi, vecchia e bella iniziativa di grande valore simbolico, che ha ripreso vigore dall'anno scorso sul colle di S.Michele (post del 24/12/13).

Quest'anno la Festa ha donato un futuro di verde ad un costone brullo nell'ultimo tratto di viale Europa, prima dell'incrocio con via Garavetti.

Protagonisti i bambini, con il loro entusiasmo e la loro curiosità, e tutti gli adulti, genitori, insegnanti e tecnici del verde, che hanno trasmesso i loro consigli ed esempi sul rispetto dovuto alle piante.

Quest'anno c'e stato però un elemento in più, probabilmente casuale, che ha consentito di cogliere una prospettiva diversa e stimolante nel compito di dare vita alle nuove piantine.

Ecco la foto, in qualche modo parlante: in primo piano una distesa di giovanissime Palme nane messe a dimora dai bambini, sullo sfondo una Palma delle Canarie sotto attacco da parte del Punteruolo rosso, che con la voracità delle larve ha già fatto perdere simmetria alle foglie, che stanno progressivamente cedendo.

Insomma una Palma destinata a morire a breve, ma circondata dalla nuova vita che ha visto artefici i bambini; il ciclo della Natura, ingigantito e forzato dalla morte cruenta.

Sono sicuro che molti bambini avranno posto domande vedendo la Palma in quelle condizioni, e spero che gli Insegnanti, non sfuggendo alla loro curiosità, avranno saputo spiegare con le giuste cautele questo contrasto fra la nascita e la morte, tanto terribile quanto naturale.