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martedì 28 settembre 2021

Fioritura autunnale della Thevetia

Ogni tanto è opportuno tornarci, ad ammirare i nostri alberelli di Thevetia peruviana, molto gradevoli nell'insieme e generosi nella fioritura, anche nel nostro tiepido autunno.

La Thevetia, detta anche Oleandro giallo o del Perù, ha origine infatti nell'America tropicale, dove le fioriture si susseguono quasi senza soluzione di continuità.



Ecco allora il pluridecorato esemplare di via Cettigne a Genneruxi (ultimo post 19/8/20, con rimandi ai precedenti), ripreso pochi giorni fa con un certo numero di fiori tubulosi gialli con i petali leggermente attorcigliati.

E' rimasto il solo trattato dal blog per diversi anni, prima che scoprissimo l'esistenza di altri esemplari, più recentemente (post del 13/9/20) .


 Ed ecco l'esemplare di via Pasteur scoperto nel 2020, che ha la peculiarità di avere i fiori rosa, anzi per la precisione color pesca; come vedete, questo è proprio un alberello, cresciuto in altezza per farsi strada rispetto ai vicini cugini Oleandri.

Ricordo che la Thevetia produce (post 14/10/14)  dei frutti in forma di strane drupe globose, con all'interno semi protetti da una mandorla legnosa.

Queste mandorle venivano utilizzate, e forse vengono ancora utilizzate per ricavare, nei paesi sudamericani di origine, collane e sonagli. E' bene comunque ribadire che i semi della Thevetia, così come quelli dell'Oleandro, contengono glicosidi velenosi, per cui sono da trattare con le dovute attenzioni.


giovedì 23 settembre 2021

E, un giorno, l'infanzia del Draghetto è finita

 Il piccolo Draghetto, dal nome altisonante di Dracaena draco, viveva tranquillo in un tratto della scarpata di Terrapieno, con il suo tronco singolo sormontato da un ciuffo di lunghi capelli scarmigliati. Era sereno, si godeva il panorama verso il basso ed il passeggiare degli umani e dei cani verso l'alto.

Oltre all'aspetto gradevole e simpatico forniva anche un utile servizio frenando con le sue radici lo scivolamento del terreno verso via San Saturnino, in un lavoro di squadra che impegnava tutti i suoi compagni verdi del Terrapieno.

Poi, un giorno, l'infanzia è finita.

Dopo quasi 15 anni di vita, in maniera inaspettata e repentina (parliamo comunque di anni, trattandosi di alberi!) l'infanzia è finita, ed il tronco è esploso in una decina di salsicciotti, ognuno dei quali si è fatto carico di riprodurre il bel ciuffo di capelli della prima gioventù.

L'aspetto scarmigliato è stato sostituito da una bella compattezza d'insieme e da una chioma simmetrica ed ampia.

Può darsi che sia quasi giunto il momento di una successiva ramificazione, e che l'ormai ex Draghetto assuma un aspetto sempre più simile a quello dei suoi fratelli maggiori che già conosciamo, dai capostipiti dell'Orto Botanico all'esemplare del viale Buoncammino, da quello di via Mameli a quello del parco Vannelli, e così via (post del 10/6/11,   25/1/186/4/17, 16/1/19, fra gli altri).

Insomma, ospitiamo in città una bella famiglia di Draghi, ai quali non possiamo che augurare lunga vita, che per loro si misura in centinaia di anni, come ci insegnano gli esemplari di Tenerife, lì presenti allo stato endemico.
Date uno sguardo su Internet alla mostruosa grandezza degli esemplari di queste Dracene presenti sulle isole Canarie, e ditemi se il nostro Draghetto odierno non ci ispira tenerezza, anche se ha lasciato l'infanzia! 


mercoledì 15 settembre 2021

Il verde fra i colori pastello di un tramonto cagliaritano

Oggi facciamo un post-cartolina, approfittando di un tramonto magico di quelli che Cagliari sa offrire a fine estate ed in autunno, con la partecipazione di un cielo parzialmente nuvoloso che mette in risalto la luce radente.

Ecco piazza Yenne e lo sfondo di Castello, con i colori naturali che io non ho ritoccato in alcun modo.

Apprezzata la bellezza dei colori pastello dei fabbricati, per rispettare la missione del blog ne approfittiamo per fare un "ripassino" del verde che appare nell'immagine.


Da sinistra, vediamo i grandi Ficus retusa di piazza Yenne; poi saliamo di quota, e troviamo a ridosso della Torre dell'Elefante alcune residue Robinie di via Cammino Nuovo, seguite poi dal gruppo compatto di chiome dei Pini da pinoli nel cortile del Rettorato. Nello stesso cortile spicca uno dei simboli cagliaritani, la Washingtonia filifera eternata in migliaia di fotografie (post del 28/11/10).  
Ritornando al livello della piazza, notiamo a destra alcune Cycas ed un altro paio di Washingtonie che contornano la statua di Carlo Felice.


venerdì 10 settembre 2021

Il verde dell'aspra e selvaggia Ogliastra

Aspra, selvaggia e meravigliosa Ogliastra. Una regione che custodisce, soprattutto nelle sue zone interne, bellezze indescrivibili, spesso nascoste e per questo tanto più apprezzabili quando si incontrano.

Bellezze che sono strettamente connesse con il verde e gli alberi, perlomeno con quelli che sono rimasti dopo i terribili disboscamenti  dell'800. Parliamo di Tassi, Agrifogli, Ontani, Carpini, Ginepri e, naturalmente, Lecci e Roverelle, le due specie di Querce di gran lunga più presenti in queste zone. Anche loro fanno parte a pieno titolo delle bellezze nascoste, dato che spesso sono sopravissute al taglio indiscriminato proprio per la posizione difficile da raggiungere.

Abbiamo parlato tante volte delle bellezze verdi ogliastrine, aggancio qui solo alcuni titoli (post 31/1/1511/3/20 , 7/1/14   23/4/15  ) fra i tanti.

E passiamo alle fotografie attuali.


Ecco una splendida ed antica Roverella, Quercus pubescens, che guarda il lago dell'Alto Flumendosa. Se mi posso permettere una notazione personale, questo è un albero che amo molto, perché è stato il centro di molte ore di gioco della mia infanzia, nei lontanissimi anni 50 del secolo scorso.

Questo albero, a noi bambini di allora noto come Quercia Madre, è stato colpito dal fulmine nella parte posteriore, ma pare che resista piuttosto bene, anche ad annate di grande siccità estiva come quest'anno.



Ed ecco una coppia di Ginepri rossi, Juniperus oxycedrus, in meraviglioso accostamento con le retrostanti rocce, nella zona a nord di Perda Liana ed a sud  delle maggiori alture del Gennargentu, fino a Punta La Marmora.



Due Lecci, Quercus ilex, che competono e convivono con le rocce dei laghetti di Bau Mela, Alto Flumendosa, dei quali si intravede una conca dall'acqua verdissima in basso. 

Vi posso dire, come nota di costume, che quando ci sono stato io c'erano alcune persone che si godevano un bagno, sicuramente rinfrescante, in questa conca.




Infine, una foto simbolica di questa Sardegna primordiale, dove gli eventi si misurano in millenni; vediamo i grandi massi di granito, spaccati in forme bizzarre, ed un Leccio che resiste abbarbicato, immergendo le sue radici fra queste rocce sicuramente poco prodighe di nutrimenti.

sabato 4 settembre 2021

Visita periodica alla splendida Araucaria ogliastrina

 L'Araucaria ogliastrina di cui parliamo è lo splendido e rarissimo esemplare di Araucaria araucana che vegeta a Villanova Strisaili, e che avevo presentato nel lontano 2011 (post del 30/12/11), dopo avere parlato di questa specie già nel 2010, presentando la famiglia di queste meravigliose conifere (post del 17/12/10).

Eccola qui, bellissima nel colore verde carico delle sue foglie spinose, simmetrica e cresciuta molto rispetto a 10 anni fa, anche se è sempre un "nanetto" rispetto alle altezze che raggiunge nei suoi paesi di origine, il Cile e l'Argentina. 

Dicevamo che è un albero rarissimo in Sardegna, tanto più in una zona dove sono di casa le splendide Querce, e le uniche conifere sono quelle oggetto dei vari interventi di rimboschimento effettuati nella zona ogliastrina.

Insomma, parlando fra il serio ed il faceto, ritengo che questo albero potrebbe essere inserito fra le bellezze della zona, e suggerito come attrazione turistica!




Ecco a destra il primo piano di un cono tondo,  anch'esso dotato di spine per non essere da meno rispetto ai rami che lo circondano, con le loro squame appuntite.
Uno spettacolo straordinario, anche per la sua rarità.