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martedì 31 ottobre 2017

La Schefflera fiorita

Parliamo della Schefflera actinophylla, una delle piante da me inserite a suo tempo fra quelle che "scappano di casa" (post del 3/4/11), e cugina della più nota S. arboricola, tuttora molto utilizzata come resistente e bella pianta da interno, che non disdegna anche lei di crescere, e bene, anche all'esterno.

Ma, fra le due, la prima è ancora legata alle sue origini di albero della foresta tropicale australiana per cui, se piantata all'esterno in condizioni favorevoli, è in grado di crescere e raggiungere dimensioni assolutamente incompatibili con la vita d'appartamento.

Ecco allora i due bellissimi esemplari di Schefflera actinophylla del condominio che si trova all'inizio di via Genneruxi, proprio quelli che vi avevo già presentato nel post del 2011.

Oggi c'è una bella novità: la pianta di sinistra è fiorita, e si intravedono i grappoli di fiori rossi che si dipartono a raggiera dal ramo.



Ecco a destra un primo piano della fioritura; credo che per Cagliari sia un fatto eccezionale, meritevole di attenzione.

Sarà certamente dovuto anche alla bravura di chi cura questo giardino condominiale (che vanta anche uno splendido Olivo sul fronte di via San Benedetto),  ma di fatto queste piante stanno dimostrando di poter vivere bene nella nostra città; penso quindi che i nostri amministratori del verde pubblico potrebbero valutare l'inserimento di questa specie di Schefflera in qualche strada o piazza.

Certo, se questa pianta prendesse piede in città bisognerebbe anche trovarle un nome comune, perché quello scientifico è oggettivamente ostico; in qualche testo trovo proposto Albero ombrello, traduzione letterale del nome comune inglese, ma in Italia credo che questo nome sia molto poco conosciuto.

Ma, tornando alla ipotesi di vedere quest'albero sulle nostre strade, vi propongo questa fotografia:

non è forse gradevole questo esemplare in piena fioritura?

La fotografia è della fine di ottobre del 2013 e non è scattata in Italia, ma in Spagna, a Malaga; mi era stata inviata da Marco, che ringrazio, assieme ad altre, e dimostra la perfetta adattabilità dell'Albero ombrello al contesto urbano.

Certo, Malaga è, geograficamente, un paio di paralleli più in basso di Cagliari, ma la tropicalizzazione (purtroppo) avanza, come dimostra il post odierno, tanto vale utilizzarne gli aspetti positivi! 

giovedì 26 ottobre 2017

L'Araucaria e la nuvola rosa


Lo sappiamo che il nostro autunno è la stagione propizia per godere di spunti di cielo meravigliosi, soprattutto all'alba ed al tramonto.

Quindi io, approfittando della Araucaria e del suo vizio di andare a cercare il cielo, ho catturato una soffice nuvola rosa dell'alba, alla quale la signora sembra chiedere un passaggio per salire ancora più in alto.

Avrà ottenuto il passaggio il nostro albero? Non credo, dato anche il profilo arcigno della testa nuvolosa, sopracciglia e mento prominenti, che sembra poco propensa a condividere il suo viaggio; resta comunque la bellezza dello spettacolo.

Se poi volete raffrontare il rosa dell'alba con quello del tramonto, tendente al rosso, vi rimando all'apposito post (post del 5/2/15), sempre con l'accompagnamento della signora Araucaria. 


sabato 21 ottobre 2017

Datura o Brugmansia, comunque una bella fioritura

Ottobre e novembre sono i mesi autunnali nei quali esplode la fioritura, che certamente non passa inosservata, della Datura arborea, arbusto ben presente nel blog.

Questo grosso arbusto, tipicamente da giardino ma oggi anche da terrazzo nelle varietà colorate proposte dai vivaisti, si riempie ad ottobre di "trombette vergognose", come le avevo definite nel lontano 2011 (post del 22/11/11)  per evidenziare la caratteristica dei fiori di essere rivolti verso il basso, e di mostrarsi aperti più di notte che di giorno.




Ecco, per capirci, come si presentano in questi giorni due esemplari condominiali, uno a trombe bianche ed uno gialle, rispettivamente in via Leoncavallo ed in via dei Conversi (post 8/10/15





Come accennavo, il colore bianco dei fiori è di gran lunga il più comune per gli esemplari più anziani, quello giallo piuttosto raro.  Gli altri colori, rosa, rosso, blu, screziato, sono destinati alle ibridazioni più recenti, soprattutto da terrazzo.

Ricordo che la bellezza di questi fiori, anche se non si fanno "guardare negli occhi", è stata eternata in un quadro valutato molti milioni di dollari (post del 17/11/16). 

Una questione che può creare confusione, nell'indicare questi arbusti, è il nome del genere. Datura o Brugmansia? Ho fatto qualche ricerca, ed ho scoperto che mentre tutte le specie fino a qualche anno fa appartenevano al genere Datura, della grande famiglia delle Solanacee, successivamente è stato lasciato il nome Datura alle specie annuali ed erbacee (come la famigerata e selvatica Datura stramonium, vedi post citato del 2011), mentre alle specie arbustive è stato assegnato il genere Brugmansia.

Pare però che questa distinzione sia poco convincente, e soprattutto si presti a confusione, tanto che su Internet si trovano le indicazioni più fantasiose per distinguere i due generi, dalla posizione dei fiori (a testa in giù, a 45 gradi ..., a testa in su ....) fino alla loro maggiore o minore apertura notturna.

Io continuerò ad usare il nome di Datura arborea, per lasciare l'aggancio con lo Stramonio, Datura stramonium, pianta pericolosa ed abbastanza presente nelle nostre campagne, nota anche con il bellissimo nome dialettale di Ischida babau. Datura o Brugmansia che sia, comunque, un arbusto molto affascinante, quando fiorisce.

martedì 17 ottobre 2017

Una Acacia che si ripropone, a modo suo

Visto che parliamo di Acacie, oggi vi presento un esemplare piuttosto peculiare. Si tratta di una Acacia saligna, forse la più comune ma anche la meno gradevole fra quelle che siamo abituati a riconoscere (post del 9/1/11).

L'Acacia saligna ha un ruolo, soprattutto in campagna, come frangivento e stabilizzatore del terreno, ma non la coltiveremmo nel nostro giardino, anche perché è invadente, assume forme poco aggraziate e si fa apprezzare solo nel momento della fioritura di marzo. Infatti a Cagliari non la si vede quasi più.

Ma l'esemplare di oggi merita la nostra attenzione, perché è uno di quegli alberi che sanno rinascere da zero, come per esempio aveva fatto la Fitolacca dioica di via Sauro (post del 12/2/12).

Questo albero, che sia trova fra la Calata dei Trinitari e via Caboto a Su Siccu, era stato ridotto a ceppaia; ma non si è rassegnato a morire, ed ha cominciato a gettare polloni in tutte le direzioni, a casaccio, come si vede dalla foto a sinistra.

Possiamo quasi immaginare la furia con cui si è messo all'opera per riguadagnare il suo spazio, e possiamo dire che ci è riuscito in pieno.


Ecco come si presenta la nostra Acacia vista dall'esterno: non ha un tronco, non va verso l'alto, non ha una chioma ma un insieme di chiome disordinate, con assetto arbustivo.

Però, se confrontiamo il suo aspetto con lo squallore del terreno che la circonda, siamo quasi quasi portati a rivalutarla, rendendo onore alla sua voglia di vivere ed al macchione di verde che è riuscita a produrre.


giovedì 12 ottobre 2017

L'Acacia fiorita, adesso?

E niente, non ci sono più regole. I periodi di fioritura degli alberi, fino a qualche anno fa abbastanza ben definibili, adesso sono molto più sfumati, ed a volte proprio anomali.

Guardate questa piccola Acacia dealbata, che vive nello slargo/giardinetto di via Lione, a Genneruxi; va bene che la dealbata è la prima a fiorire, ma parliamo di febbraio (post del 18/2/16), non di ottobre!

O è molto in anticipo, o è molto in ritardo; o, semplicemente, ha deciso che c'erano le condizioni giuste, ed ha prodotto qualche fiore.

 
Certo, non è una grande fioritura, però c'è, e ci consente di apprezzare i legumi che si stanno seccando in contemporanea presenza con i capolini esplosi, ed altri che si stanno preparando ad esplodere, come si vede dalla foto a destra.

Non dovremmo più meravigliarci, visto quello che sta succedendo con i cambiamenti climatici in atto e la progressiva tropicalizzazione delle nostre regioni mediterranee; io però non ci riesco, mi meraviglio e mi preoccupo per questi segnali di cambiamento, piccoli ma significativi.

Detto questo, la fioritura è sempre una cosa meravigliosa, anche se fuori tempo, quindi ce la godiamo!

lunedì 9 ottobre 2017

Gli Ornielli al Brotzu

Orniello è il nome comune del Fraxinus ornus, una delle due specie di Frassino abbastanza presenti in Sardegna (l'altra è l'angustifolia ), soprattutto nella Sardegna centro-settentrionale.

Molto più raro nel sud Sardegna, e per mia conoscenza praticamente assente a Cagliari, almeno fino ad alcuni giorni fa.

Infatti l'unica traccia di questo albero, nel blog, la troviamo in un post di cinque anni fa (post del 15/10/12)  dedicato al foliage nel Goceano, nel quale vantavo la bellezza di un filare di Frassini della Foresta Burgos.


Oggi invece ci liberiamo di questa assenza cagliaritana, e diamo il benvenuto ad alcuni Ornielli che vegetano in una zona parcheggio/giardino  dell'ospedale Brotzu, nella parte a sinistra rispetto all'ingresso principale.

Questi parcheggi, che insistono nelle zone più "interne" dell'ospedale, sono molto più gradevoli del grande piazzale di ingresso, perché comprendono zone abbastanza ampie di verde, e molti alberi di pregio e di età, come avevo già fatto notare (post del 15/2/17).


 
Tornando agli Ornielli, l'elemento caratterizzante, soprattutto in questo periodo, sono i frutti, lunghe samare raggruppate ed ampiamente alate che contengono i semi oblunghi, che come si vede dalla foto a destra iniziano a rosseggiare.

Trattandosi di albero spogliante, più avanti nell'autunno dovrebbero colorarsi di rosso e giallo anche le foglie, e dare una bella immagine di sé.

I Frassini di questa specie hanno anche altri due elementi caratterizzanti, che li rendono conosciuti anche a chi non si occupa di alberi: la produzione della manna, la dolce linfa utilizzata per usi alimentari, per la quale vengono ancora coltivate molte piante in Sicilia e Calabria,  e la credenza mitologica che un paletto di Frassino sia l'unica arma utile per uccidere i vampiri.
Questa credenza è sostenuta dal fatto che l'Orniello ha legno elastico, compatto e resistente, ma anche facilmente lavorabile.  

In conclusione, possiamo affermare che i parcheggi del Brotzu, osservati dal punto di vista degli alberi presenti, hanno molto da dire, se naturalmente si ha il tempo e se lo spirito, dato il luogo e le circostanze che ci portano spesso all'ospedale, ci consente di farlo. 

mercoledì 4 ottobre 2017

E la Thevetia, imperterrita, continua a fiorire

Ricordate la Thevetia peruviana, detta Oleandro giallo per la parentela e la somiglianza con il nostro comune arbusto dalla bella fioritura?

Quanto l'Oleandro è comune, tanto la Thevetia è rara a Cagliari, tanto è vero che io conosco solo l'arbusto di via Cettigne, che vi ho presentato alcuni anni fa (post del 14/7/14, e del  14/10/14 ).

Purtroppo questo arbusto l'anno scorso è stato "rapato a zero"; naturalmente si è ripreso bene, essendo una pianta robustissima, ma non ha ancora ricominciato a fiorire.

Però io ho in terrazzo una "figlia" di questo arbusto, nata da seme e che vi avevo presentato l'anno scorso (post del 13/8/16). Ebbene, a dimostrazione della sua generosità, la Thevetia casalinga ha cominciato a fiorire a giugno ed ancora non intende smettere, proprio come nei paesi di origine.

Ecco una foto dove si vede una campanella già aperta e, in basso, alcuni altri fiori pronti a sbocciare.

Insomma, facile da coltivare, generosa, bella fioritura, elegante fogliame sottile e lucido: perché la Thevetia a Cagliari è così rara? L'unica ragione che vedo è la velenosità, che le ha procurato il nomignolo di albero dei suicidi.

Ma, a parte che molte morti attribuite a questa pianta non sono di aspiranti suicidi ma di maldestri utilizzatori dei suoi effetti allucinogeni, la tossicità è simile a quella dell'Oleandro.

Inoltre i semi, che sono la parte di gran lunga più tossica, pare che siano amarissimi; pertanto è difficile pensare che un bambino, che dovesse malauguratamente metterne in bocca uno, non lo sputi immediatamente, disgustato.
 Allora, perché l'Oleandro si e la Thevetia no?

lunedì 2 ottobre 2017

Una interessante miglioria del verde pubblico

Ne ho già visto alcune installate, e spero che l'iniziativa abbia seguito, perché sembra una  cosa non molto costosa e di buon impatto estetico.

Sto parlando della realizzazione di aiuole con elementi di polietilene curvabili, che si inseriscono all'interno di zone a prato, incorniciando corridoi o svariate figure geometriche chiuse destinate a contenere fioriture.



Per capirci, ecco gli inserimenti realizzati nel prato della rotatoria fra via Dei Conversi e via Dell'Abbazia; le fioriture spezzano la monotonia (e spesso la poca consistenza) del prato con i colori dei fiori, ed i bordi conficcati nel terreno aiutano a tenere separati fiori e prato.

Ritengo che gli elementi consentano anche l'inserimento di irrigatori, e comunque possa essere utilizzato il sistema preesistente.



Ancora più evidenti gli inserimenti effettuati in via Scano, in un tratto della scarpata della chiesa e lungo il marciapiede; la foto mette in evidenza il valore aggiunto del giallo delle piantine di Lantana camara, che a breve faranno praticamente scomparire il bordo di plastica, per lasciare solo alla vista il "serpente" fiorito.

Insomma una buona idea, sempre che venga assicurato il minimo di cure aggiuntive che queste realizzazioni richiedono, e che il senso civico dei cittadini ne impedisca il veloce degrado o la trasformazione in depositi di spazzatura.