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mercoledì 30 novembre 2011

I frutti di Terramaini

Torno volentieri a parlare di questo parco, che ho descritto quasi un anno fa (post del 11/1/11), perchè è proprio piacevole e ricco di varietà di alberi e cespugli. Continua ad essere ben tenuto, ed anche gli alberi lo apprezzano, crescendo e vivendo al meglio le loro stagioni.

Oggi, proprio per contrastare la stagione del riposo vegetale (anche se con questo caldo .....), parliamo di frutti, che ho trovato lungo il percorso interno che collega i due ingressi estremi, parallelamente alla strada asfaltata.



Ecco i frutti di un arbusto che merita assolutamente di essere conosciuto, la Duranta Plumieri (o Repens per altri), che sfoggia un bellissimo piccolo frutto giallo sferico, quasi un palloncino; e la fruttificazione segue ad una fioritura estiva altrettanto bella, costituita da piccoli e delicati fiori lilla, raggruppati in racemi molto scenografici.




Ed ecco a destra i frutti di una bella e sana pianta di Ricino, Ricinus Communis (post del 12/2/11 ed altri), costituiti da un gruppo di capsule spinose che contengono i famigerati semi. Da ammirare anche le foglie multilobate con il margine seghettato.







Infine, ecco a sinistra un giovane esemplare di Falso Pepe, Schinus Molle, albero del quale abbiamo parlato più volte, carico dei suoi frutti, le piccole drupe rossastre che danno il nome italiano.





Come vedete, se abbiamo voglia di  guardarci attorno, altro che stagione "morta"!

venerdì 25 novembre 2011

L'umile e ravvivante Piracanta

Nel periodo in cui le piante entrano nella fase di riposo invernale, e sono quasi tutte tristi nell'aspetto e povere nei colori, non possiamo che onorare quelle che offrono colori vivi ed invitano al buon umore.

E' questo il caso della Piracanta, Pyracantha Coccinea, di cui ammiriamo un gruppo di bacche rosse che danno origine al nome, che unisce il colore del fuoco con le spine dei rami giovani.

La Piracanta merita di essere citata proprio perchè è un umile cespuglio senza pretese, normalmente ridotto a bordura  e spesso trascurato, ma che si prende la rivincita nel tardo autunno; è infatti in questo periodo che si riempie di bacche rosse (ma esistono anche varietà con frutti gialli o arancio) in gruppi densi e persistenti, che inducono allegria negli esseri umani ed appetito nei merli.

Dicevamo che la Piracanta è normalmente tenuta bassa e squadrata, ma se lasciata libera cresce fino a 4-6 metri di altezza in modo irregolare, come l'esemplare a fianco, fotografato ai Giardini Pubblici.

Esemplari squadrati possono essere visti un po' dappertutto; penso per esempio a via Amat, dietro il palazzo di Giustizia, dove i cespugli hanno sostituito i gloriosi Ficus espiantati per realizzare il parcheggio interrato.

martedì 22 novembre 2011

La trombetta vergognosa

Le trombette di cui al titolo del post sono gli strani fiori di un arbusto poco frequente a Cagliari, e dal nome pochissimo conosciuto: Datura Arborea. Però, se lo guardate in fotografia, sono certo che lo riconoscete, per la particolarità di queste trombette bianche, che poi tanto "ette" non sono, essendo lunghe anche più di 20 centimetri. Eccolo qua sotto, fotografato in via Canepa, traversa di via Palestrina.
Come vedete, sembra che questi fiori si vergognino di farsi vedere, perchè sono tutti rigorosamente rivolti verso il basso; e non è questa l'unica particolarità, dato che sono aperti di notte e semichiusi di giorno.

In realtà, questa postura deriva dall'esigenza di facilitare l'impollinazione, che avviene attraverso farfalle notturne.

Il fiore è anche bello, come si può vedere da quello appena sbocciato della fotografia a destra, che mette in mostra i petali saldati fra loro ed appuntiti.  La fioritura è copiosa e dura molto tempo.

Come curiosità vi racconto che cosa ha suscitato la mia attenzione, nonostante il modesto interesse e competenza per gli arbusti: è stata la  somiglianza straordinaria della pianta descritta con un altro arbusto della stessa famiglia, sicuramente più sinistramente noto, e cioè lo Stramonio (Datura Stramonium), citato nel libro di Ballero-Appendino di cui vi ho parlato (post del 18/11/11).

Lo Stramonio è una pianta molto velenosa per la presenza di alcaloidi allucinogeni nei semi, che venivano utilizzati nel passato per rituali magico-spirituali (lo Stramonio si chiamava anche "erba delle streghe"); oggi purtroppo i semi sono ancora utilizzati volontariamente per effettuare "viaggi" da parte di perfetti incoscienti. Infatti, al di là della follia di qualunque droga, il dosaggio del principio attivo in questi semi è variabile, per cui pare che non sia difficile assumerne dosi mortali.
Ho letto alcune esperienze descritte su Internet che fanno rabbrividire.

Sono contento quindi di aver preso un abbaglio, confondendo la cugina buona e vergognosa con quella cattiva e infida.

domenica 20 novembre 2011

Le moderne tecniche di potatura

Mi scrive Giorgio e, facendo riferimento ad una mia affermazione sul blog, chiede se conosco ditte che si occupino con competenza di potatura di alberi di alto fusto, escludendo la capitozzatura.

Premesso che delle tecniche di potatura conosco veramente poco, effettivamente nel post del 16/10/11 avevo citato quanto esposto in maniera molto convincente da un arboricoltore specializzato; questo signore tendeva ad escludere, salvo casi molto particolari, gli interventi di capitozzatura, per favorire invece interventi di riduzione e diradamento delle superfici fogliari, almeno quando l'esigenza principale è tenere sotto controllo la crescita, indirizzandola ed eliminando i pericoli di caduta rami.

Con queste tecniche, fra l'altro, non si perde ma anzi spesso si migliora da subito la valenza estetica della pianta, mentre tutti sappiamo quanto sia lungo il processo di ripresa dalla capitozzatura.

Il rovescio della medaglia è che questi interventi, almeno per molti alberi, non possono essere fatti dal cestello, ma "pretendono" che i tecnici si arrampichino sulla pianta per lavorare dall'interno; questo richiede specializzazione e capacità particolari.

Detto questo, non so se a Cagliari ci siano ditte che effettuano la tipologia di interventi qui descritta; per aiutare Giorgio ed altri eventualmente interessati, posso suggerire il sito che presenta le tecniche e chi se ne occupa, sito che può essere almeno un punto di partenza.
http://www.treeworkers.it/ 

Le Tipuane del Parco della Musica

Ho voluto scrivere questo aggiornamento al post dedicato al bel parco del quartiere Fonsarda (post del 15/5/11) per segnalare la presenza di un certo numero di Tipuane (Tipuana Speciosa, post del 29/12/10 e del 12/6/11) nel vialetto principale, come da foto.

Probabilmente, trattandosi di esemplari molto giovani, a maggio scorso non le avevo riconosciute, ma adesso che hanno fatto i frutti sono assolutamente inconfondibili.

Il riconoscimento di questi alberi è importante anche perchè ci consente di eliminare l'attributo di rarità che avevo assegnato agli splendidi esemplari di via S.Vetrano, fra l'altro molto vicini in linea d'aria a quelli del parco. Mi fa piacere segnalare che un albero così bello, dopo tanti anni di isolamento e di presenza solo nel verde privato (un altro meraviglioso vecchio esemplare si trova in viale Trento) si stia moltiplicando nel verde pubblico.

Ecco a destra un altra Tipuana del parco, con in evidenza gli acheni alati; certo questi giovani esemplari non possono ancora competere con i vecchi zii di via S.Vetrano e viale Trento, ma sono certo che cresceranno in fretta. Intanto li aspettiamo alla fioritura del giugno prossimo!

venerdì 18 novembre 2011

Gli alberi velenosi : informazioni e curiosità

Oggi voglio riprendere un argomento che ho appena sfiorato parlando del Ricino (post del 12/2/11), perché  mi sembra interessante ed affascinante, oltre che socialmente utile;  il veleno è fra l’altro una caratteristica delle piante che ha profondamente segnato la storia del nostro popolo, fatta di convivenza con gli animali da carne, da latte, da lavoro, e prime vittime delle piante velenose.
Pensiamo soltanto al ruolo degli umili asini nella vita rurale della nostra terra, ed a cosa poteva significare per una famiglia perdere l’asino, magari fra atroci sofferenze, perché la bestia si era cibata di una pianta velenosa.

Sono stato stimolato su questo argomento da  un libro, molto interessante e di piacevole lettura, scritto dal prof. Ballero (con il prof. Appendino), fra l’altro direttore del nostro Orto Botanico, che si intitola appunto “Le piante velenose della Sardegna”; io mi limiterò in questa sede al nostro ambito cagliaritano, con riferimento essenzialmente alle piante  di cui abbiamo già parlato nel blog, anche se la maggioranza dei veleni risiedono in erbe ed arbusti campestri.
  • Il citato Ricino, Ricinus Communis, per esempio,  può essere un pericolo per i bambini piccoli, che possono essere attratti dai semi rossi e lucenti, fortemente tossici; fra i sintomi conseguenti all’ingestione ci sono forti intossicazioni gastrointestinali emorragiche, ed il nome sardo della pianta, Cagamengia, è fortemente evocativo.
  • Nel Tasso invece, Taxus Baccata (post del 26/8/11) la parte rossa che circonda il seme, cioè il frutto (un arillo), che è la cosa più attraente della pianta, è anche l’unica non velenosa. Scherzi della Natura.
  • L’Oleandro, Nerium Oleander (post del 30/10/10), è anch’esso molto velenoso; Ballero racconta nel suo libro che  diversi soldati napoleonici morirono per aver usato spiedi di oleandro per cuocere carni alla brace.
  • La Phitolacca Dioica (post del 31/10/10 e altri successivi) non so se sia velenosa; lo è sicuramente la cugina arbustiva Fitolacca Americana, i cui frutti assomigliano molto a quelli della nostra; meglio dunque tenerli lontani dalla bocca!
  • Anche la conosciutissima Edera, da noi citata nel post del 15/8/11 su piazzetta Maxia, ha i frutti velenosi, così come è velenosa la Ginestra (Spartium Junceum, post del 10/4/11 ).
  • Infine i semi dell’Ippocastano (post del 1/11/10 e altri) sono velenosi, e comunque pare che  venissero utilizzati per assicurare stabilità comportamentale dei cavalli; da questo infatti deriva il nome.
Dalla descrizione fatta, ci sarebbe veramente da avere paura, se non fosse che un adulto consapevole difficilmente si mette a succhiare un fiore di Oleandro!  Meglio comunque un po' di conoscenza anche per noi cittadini, non fosse altro che per vigilare adeguatamente sui bambini piccoli e sugli animali da compagnia.

martedì 15 novembre 2011

Una scappatella meravigliosa

Lo sapete, che ogni tanto mi faccio prendere la mano ed esco dai confini cagliaritani. Lo ho fatto per i Faggi del Cansiglio, per gli Abeti ed i Larici della conca Ampezzana, per una Chorisia di Barcellona e qualche altra volta.

Queste scappatelle mi portano senz'altro fuori dalla mission del blog, ma le ritengo giustificate se sono in numero esiguo rispetto ai post "cagliaritani" e se danno valore aggiunto presentando alberi non presenti o esemplari particolari.

Fatta questa autoassoluzione, vi presento oggi uno spettacolo, per me unico, di alberi che ho fotografato nella zona del lago dell'Alto Flumendosa, complice una giornata meravigliosa. Questi esemplari vivono lungo un tratturo di 6-7 kilometri che, partendo appunto dal lago, sfocia presso la ex Cantoniera di Pira 'e Onni, sulla vecchia statale Lanusei-Fonni.

Si tratta di tre sole specie di alberi, con presenze solitarie o di piccoli gruppi: il Ginepro Rosso, Juniperus Oxycedrus, la Roverella, Quercus Pubescens, il Leccio, Quercus Ilex. Come vedete, alberi che hanno poco a che fare con Cagliari (ad esclusione del Leccio, post del 4/11/10), ma moltissimo con la campagna sarda.

                               Non dico altro, e lascio parlare le immagini.

Roverella percorsa dal fulmine


Grande Ginepro Rosso



Ginepri vicini e lontani




Leccio patriarca con le radici esposte
Gruppo di Roverelle inizia il "foliage"
                                                                                                                                               

Ginepro piegato e Perda Liana, verso sud
                            

giovedì 10 novembre 2011

Lo scenografico parco di Bonaria

Problema ipotetico: dove accompagnare una persona che non ha mai visto Cagliari, per farle godere un panorama ad effetto?

Suggerimento pratico: fra le opzioni alternative, inserire il parco di Bonaria. Non tanto per le piante, peraltro bellissime e delle quali parleremo fra poco, ma appunto per il panorama, che si apre improvviso alla fine della piacevole piccola salita che si affronta da dietro la Basilica, vicino all'ingresso superiore dell'omonimo cimitero.

L'immagine di destra è solo un esempio di ciò che si ammira, dato che il panorama copre più di 180 gradi, dal mare a sinistra verso il porto e Macchiareddu, a viale Bonaria e via Roma al centro,  fino a San Benedetto ed alla skyline di Castello, che sembra ergersi sopra la coltre verde del cimitero.

Direi quindi che l'aggettivo del titolo è giustificato.
Se poi la persona che accompagnate ha voglia di fare due passi in più, arrivati in cima scendete senza tornare indietro verso piazza Cimitero, attraverso un sentiero di piccoli tornanti e nuovi interessanti scorci di panorama (oltre che resti archeologici).


Ho dato la precedenza al panorama, ma gli alberi di questo piccolo e piacevolissimo parco non sono da meno, a cominciare dal giovane esemplare di Ficus Bellengeri (post del 23/10/11), che vive subito a sinistra

dell'ingresso (foto a lato), per seguire con i  Pini d'Aleppo e le Palme delle Canarie che vi accompagnano lungo la salita, come da foto sottostante.

Sempre lungo la salita c'è un gruppetto di tre Ficus Magnolioides (post 3/11/10 e altri), anch'essi giovani ma che già formano un'ampia superficie ombrosa.
Ci sono poi dei Pioppi, sia bianchi che neri, sempre lungo la salita, nonchè Lecci, mentre le Iacarande si trovano all'ingresso e si accompagnano con arbusti di Tamerice;  ancora troviamo Olivastri, cespugli di Rosmarino e Plumbago, e molto altro lungo la discesa a tornanti, con la faccia al panorama.



Infine, come un grande cippo al centro della rotatoria, un alto ed elegante Pino d'Aleppo racchiude idealmente tutto il parco.

In conclusione: anche se non avete la scusa di accompagnare una persona che non ha mai visto Cagliari, andate lo stesso a godervi questo parco; se poi siete sportivi ed amanti del cardio-fitness, alcuni giri di saliscendi possono darvi ulteriori soddisfazioni.

domenica 6 novembre 2011

Il Carrubo ed i suoi gioielli gastronomici

Il Carrubo, Ceratonia Siliqua, è uno degli alberi che preferisco, come sanno i lettori affezionati. Ne ho parlato in diverse occasioni ( la ricerca sul blog alla parola carrubo mi presenta 10 citazioni ), ma in particolare nel post di presentazione (post del 2/12/10)  ed in quello sulla resistenza delle piante al caldo (post del 22/8/11), con allegata la foto dello splendido esemplare di piazza Garibaldi.

Oggi, prima di parlare degli aspetti gastronomici, vi presento, foto a sinistra, un esemplare dell'Orto Botanico nel pieno della fioritura, ripreso una decina di giorni fa; in questo modo parliamo dell'unico possibile difetto di questa pianta, e cioè l'odore sgradevole emanato dai fiori maschili durante una decina di giorni all'anno, appunto alla fine di ottobre.
A me pare una cosa del tutto insignificante, ma mi sembra corretto segnalarlo.

Passiamo ora agli aspetti gastronomici: tutti sappiamo che un tempo il legume del Carrubo, appunto la carruba, veniva mangiato dagli umani, e che oggi si usa solo per gli animali, mentre la farina ottenuta dai semi è usata in pasticceria.

Bene, oggi ho scoperto che c'è qualcuno che non ha mai smesso di (o ha ripreso a) utilizzare le carrube per l'alimentazione umana, ed ai massimi livelli di qualità e gusto.  Un famoso gourmet italiano, il giornalista Davide Paolini, ha infatti scritto tempo fa un articolo sul domenicale del Sole 24 Ore, che trovate anche nel suo piacevole sito (http://www.gastronauta.it/), nel quale presenta e vanta la bontà delle preparazioni culinarie ottenute in Sicilia sia dai semi che dai baccelli.

Paolini si sofferma in particolare sui biscotti, preparati a Modica partendo dal semolato (dal quale pare che si ottenga anche ottima pasta fresca), e sui dessert (gelato, bignè, .... ), preparati a Ragusa partendo dalla polpa, dei quali si dichiara estasiato.

Se mi sbaglio mi scuso e farò ammenda, ma a me pare che in Sardegna nessuno stia sfruttando questa idea: che cosa aspettiamo? I nostri meravigliosi Carrubi meritano questa rivalutazione di eccellenza sul territorio, oltre allo sfuttamento per la pasticceria industriale globalizzata!

giovedì 3 novembre 2011

Onore e lunga vita alle Palme

La bellezza ed il fascino delle Palme sono per noi cagliaritani attributi indiscussi, che  fanno di questi alberi un elemento imprescindibile  dei nostri paesaggi urbani.
Siamo così abituati a vederle, soprattutto nei panorami cittadini, che quasi non immaginiamo che possano non esserci.
Guardate queste immagini, che aiutano a chiarire il concetto.


Parco Terramaini



Dalla terrazza del museo del Ghetto










E ancora, in linea con le commemorazioni di questi giorni:

Bonaria, Orto delle Palme
Perché la premessa ed il supporto fotografico? Perché, come molti di voi sapranno, le Palme della famiglia Phoenix (post del 28/11/10) e soprattutto gli esemplari maschili della Phoenix Canariensis (ma risultano colpite anche la Phoenix Dactilifera e, pare, anche la nostrana Palma Nana, Chamaerops Humilis) sono sotto attacco da parte di un nemico subdolo ed implacabile: un coleottero, il Punteruolo Rosso, che le uccide senza scampo o quasi, mangiandole dall'interno, sia in forma di adulto che di larva.

In Italia questo insetto è arrivato ormai molti anni fa, ha provocato e tuttora provoca stragi di Palme in Sicilia; è sbarcato in Sardegna, ed ha cominciato il suo terribile sterminio: chi frequenta la zona di Pula sa di che cosa parlo.

Per fortuna, con tutte le ricerche ed i tentativi che sono stati messi in campo, si cominciano a raggiungere dei risultati, e non è più vero che non ci sia nulla da fare, né in termini di prevenzione né in termini di salvataggio delle piante attaccate. Oggi cominciano ad esserci alternative all’abbattimento, triturazione ed incenerimento delle Palme; mi risulta al riguardo che la Regione abbia sviluppato e stia mettendo in atto un piano di intervento piuttosto dettagliato.

Io non entro nel merito delle tecniche di difesa dal Punteruolo, non ne ho la competenza e non rientra nei nostri obiettivi: voglio solo collaborare ad aumentare la sensibilità al problema da parte di tutti noi, affinchè gli dedichiamo la dovuta attenzione.

E' fondamentale, ovviamente, la collaborazione di chi ospita Palme nel proprio giardino; ma è ancora più importante che tutti noi cittadini, che conviviamo con le Palme pubbliche e le apprezziamo spesso senza rendercene conto, tutti noi teniamo dritte le antenne, e facciamo sentire a chi di dovere quanto è importante intervenire, sia in prevenzione che in cura e salvataggio.

Provate a pensare, al di là dei luoghi che  ho proposto, che cosa sarebbe la ex passeggiata di via Roma senza le Palme: io nemmeno ci riesco, mentre riesco molto bene ad immaginarla senza le auto parcheggiate (post del 14/2/11) e viceversa con le Palme sane e rigogliose!