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sabato 12 febbraio 2011

Il Ricino

Ricevo una e-mail da Giuseppe che, abitando nella zona di via Nuoro, incontra tutti i giorni un albero che mi chiede di riconoscere; mi dice anche che è facile individuarlo, perchè è l'unico albero della via.
Con queste informazioni sono andato in via Nuoro e, poichè effettivamente non ci sono altri alberi, credo che non ci sia da sbagliare: parliamo di un Ricino, Ricinus Communis.

 Si trova a metà circa della strada, all'interno di una proprietà diroccata e completamente abbandonata, ad occhio e croce, da decenni.

Il Ricino è molto conosciuto, sia per il terribile utilizzo che è stato fatto nel periodo del fascismo con l'olio estratto dai semi, sia perchè è piuttosto diffuso soprattutto nei terreni periferici abbandonati ed incolti, avendo carattere infestante. Devo dire che, proprio per quanto detto, l'esemplare in esame è  peculiare, sia perchè siamo in pieno centro città, sia per le ragguardevoli dimensioni, come si vede confrontandolo con la palazzina a fianco. Normalmente in Italia ha le caratteristiche di un arbusto, basso e quasi privo di tronco, salvo nelle regioni africane tropicali di origine, dove raggiunge i 10 metri; questo conferma certe particolarità del nostro clima alle quali abbiamo già accennato.

Il Ricino è una bella pianta, con grande foglia palmato/lobata (tipo quella dell'Acero o del Platano) come si può apprezzare nella foto in controluce a fianco. Oggi, che l'utilizzo degli olii estratti dai semi è molto diminuito, sono state costituite molte varietà ornamentali con colori di foglie, fiori e costolature che le rendono molto attraenti.


Il fiore femminile è bello anche nella specie più comune, con pannocchie rosse e stami che si dipartono a stella  dal
singolo fiore; i frutti, che vediamo aperti nella foto a sinistra del nostro esemplare, sono capsule  con tre semi, che assomigliano a fagioli e sono molto velenosi. Poichè il seme ha anche un aspetto gradevole, raccomando a genitori e nonni che passano in via Nuoro di stare attenti ai propri bambini piccoli!
Ringrazio Giuseppe per avermi dato l'opportunità di trattare questo interessante albero che, fra l'altro, non avevo ancora trattato.