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giovedì 27 settembre 2012

Solo vecchi Pini ......... Ma mi faccia il piacere!

Ecco, ho pensato ad una scenetta stile Totò per sintetizzare un immaginario colloquio fra due cagliaritani, il cui argomento di conversazione sia il verde del parco di Monte Urpinu: uno dice appunto che il parco è costituito solo da Pini, per di più vecchi, l'altro invece contesta nettamente questa posizione ritenendola, questa sì, vecchia.

Io, che pure ho contribuito personalmente all'incremento del numero dei Pini nel sito (partecipando alla mitica "Festa degli alberi" negli anni '50 del secolo scorso), mi schiero nettamente dalla parte di chi conosce ed apprezza il grande numero di altre specie arboree che sono andate a diversificare ed abbellire la monocoltura originaria di Pinus halepensis (post del 6/12/10).

Le varietà  di specie arboree alternative si trovano in particolare nella parte del parco che costeggia via Vidal e, soprattutto, nella parte subito sopra via Garavetti, della quale abbiamo già parlato nei due post precedenti, presentando un Olmo ed un Ciliegio (post del 14 e 19 settembre).

Ecco a sinistra, nello stesso giardino in cui si trova l'Olmo,  un particolare del giovanissimo esemplare di Acero saccarino, Acer saccharinum , che esibisce la sua bellissima e grande foglia pentalobata: speriamo che cresca bene ed in fretta, è un albero molto raro in città.

 
 E, a proposito di alberi rari, eccone un altro, sempre lì, o meglio in corrispondenza al ruscelletto:

è piccolo, e non è  pienamente godibile perchè ingabbiato in una rete di protezione, ma è niente di meno che un Cipresso calvo o di palude, Taxodium distichum (post del 6/1/12), di cui l'unico altro esemplare che si conosca a Cagliari, e forse in tutta la Sardegna, è quello enorme dell'Orto Botanico.
La sua posizione, con le radici dentro il ruscello, deriva dalla capacità delle radici medesime di captare l'ossigeno attraverso l'acqua, da cui il nome comune.


Abbiamo poi alcuni grandi esemplari di Gelso (post del 21/4/11), di cui vediamo un particolare nella foto a sinistra, e di Acacia horrida (post del 9/1/11 ed altri), particolare a destra.


C'è infine un piacevole angolino, proprio al confine con l'incrocio fra viale Europa e via Garavetti, che potremmo definire l'angolo dei Callistemon, Callistemon citrinus (post del 19/11/10): infatti ci sono vari anziani esemplari di questo cespuglio, anche molto grandi, in assetto arboreo.

Ho scelto di rappresentare queste piante con la foto del tronco di un vecchio esemplare, sia perchè la foto dà conto della età, sia per la bellezza del tronco medesimo, contorto quasi fosse quello di un Ginepro.



Mi fermo qui, anche se ci sarebbe molto altro da dire sulle specie alternative al  Pino nel parco storico di Cagliari; spero di convincere almeno uno dei cagliaritani "conservatori" che qualche rinnovamento del Monte Urpinu c'è stato, negli ultimi decenni, anche senza dover scomodare il grande Totò!

mercoledì 19 settembre 2012

Il Ciliegio del Parco



Siamo sempre nella parte bassa del parco di Monte Urpinu; dopo l'Olmo della puntata precedente, vi voglio presentare un Ciliegio, un poco più defilato ma degno anche lui della nostra più grande attenzione.

Un albero da frutto dunque, anche se questi alberi non costituiscono materia che io conosca o frequenti normalmente, come ho avuto già modo di dire (p.es. post del 28/2/12); inoltre questa specie particolare frutti non ne fa proprio o ne fa raramente.

E allora? Il fatto è che questo albero ha alcune caratteristiche peculiari che giustificano ampiamente il post che gli sto dedicando.  

Il Prunus serrulata, questo è il nome scientifico della varietà ornamentale di ciliegio di cui parliamo, non è certo noto per le ciliegie, ma per lo splendido fiore, che ne ha fatto un oggetto di culto in Giappone, dove è presente con migliaia e migliaia di esemplari.

La Sardegna, come sappiamo, ha diverse zone in quota votate alla coltura dei ciliegi per la produzione dei frutti (Prunus avium) o coltivati anche solo per la bellezza, ma non è facile certo trovarne a Cagliari; se poi parliamo della varietà del nostro esemplare, capite che siamo di fronte ad una rarità cittadina.

La pianta di cui parliamo si trova, come dicevamo, nella parte bassa del parco, nello spicchio di giardino all'estrema sinistra guardando verso il monte, dove scorre il ruscelletto e dove l'acqua, dall'ultimo laghetto, viene rilanciata negli invasi a monte.
 
Come si vede, è un albero poco appariscente ed abbastanza giovane, dato che la corteccia, evidenziata nella foto a destra, è liscia; la foglia è leggermente appuntita ed ha il margine seghettato; le foglie nuove in primavera sono rossastre. 




Insomma, fin qui un albero forse un po' deludente; perciò, a questo punto, chi ha avuto la pazienza di leggere si merita un premio, e cioè la foto di questo esemplare fiorito; la foto non può che essere primaverile, e qui approfitto della gentilezza di Claudia, amica del blog, che mi ha presentato la pianta e mi ha messo a disposizione una foto.



La foto è di aprile dell'anno scorso; non mi dilungo sulla bellezza dei fiori, non c'è bisogno, ma faccio notare le giovani foglioline rossastre; queste ultime contribuiranno a completare la nostra ammirazione, la prossima primavera.


venerdì 14 settembre 2012

L'Olmo del Parco

Questo post sostituisce un post "meteora" su un ciliegio, che ha vissuto solo la notte scorsa perchè conteneva informazioni errate, frutto di una malaccorta mia composizione di parti in bozza, nonchè della stanchezza serale. Mi scuso, in particolare con i pochi lettori notturni o mattinieri.

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Parliamo del parco di Monte Urpinu, e precisamente della parte a quota inferiore, che confina con via Garavetti; questa parte assomiglia piuttosto ad un giardino e, almeno da un punto di vista del verde, è per me la più bella di tutto il comprensorio.

La pianta specifica di cui ci occupiamo oggi non è un alberello qualsiasi, ma è un anziano Olmo campestre (Ulmus minor, post del 22/4/12) che occupa il posto centrale del giardino, proprio sotto la chiesetta aragonese: un posto da re.

Come si vede dalla foto, il nostro albero è abbastanza isolato e circondato dal prato, ha dimensioni significative e si fa ammirare. 

Possiamo anche dire che è un esemplare non comune in città, stante la malattia (vedi post citato) che ha decimato molti esemplari che abitavano la città nel secolo scorso. 



Purtroppo anche questo esemplare ha qualche segno di malattia, come si  vede nella foto a destra che evidenzia le foglie bucate, e spero che chi cura il verde del parco ci ponga rimedio.



Il fogliame di quest'Olmo, a parte le zone malate, è folto e gradevole, e l'aspetto d'insieme è notevole; la foglia di questa specie si caratterizza per il margine a doppia seghettatura e per la base, all'attacco del picciolo, asimmetrica.


Nell'immagine di sinistra si nota bene l'imponenza e la centralità di questo Olmo nel contesto, mentre dietro si può appena intravvedere la chiesetta aragonese sconsacrata. Sulla sinistra in primo piano una giovane piantina interessante, forse una Sterculia o un Brachichiton acerifolius (post del 7/6/11).



La zona del parco che ci ha accompagnato nella presentazione odierna e quelle limitrofe contengono altre piante interessanti, fra cui un peculiare Ciliegio giapponese, per cui prevedo di tornarci presto ed ampliare il campo di indagine.


sabato 8 settembre 2012

Il giovane Agrifoglio

Oggi vi porto fuori città, dato che la stagione bollente ha finalmente mollato la presa, soprattutto in quota, e le recenti piogge hanno rivitalizzato il verde.

Ci troviamo a nord di Oristano, sui costoni del Monte Ferru, ed il percorso è quello che collega i due bei paesi di Santu Lussurgiu e Cuglieri. Si viaggia fra i 700 ed i 900 metri di quota, e ci sono tratti di Natura poco frequentata e molto ben preservata, e splendidi esemplari di Roverella e Leccio,  nonchè giovani Agrifogli.

 Ed ecco a sinistra il nostro soggetto odierno, un Ilex aquifolium  (post del 8/12/11) che cresce ai bordi di uno stradello, circondato da un mare di felci.

Siamo vicinissimi ai ripetitori televisivi di Badde Urbara, fra i primi ad essere installati negli anni 50 del secolo scorso per fare arrivare il segnale nel sud dell'Isola; questo strano nome, sconosciuto ai più giovani, sicuramente dirà qualcosa ai miei coetanei, che hanno vissuto i primordi della TV in Sardegna.




Tornando al nostro esemplare, ancorchè giovane si è già attrezzato per produrre le bacche, come si vede nella foto a destra, destinate ad abbellirlo diventando rosse nei prossimi mesi.
Guardate anche la bellezza delle foglie lucide e spinose.





Ed a proposito di spine, un cespuglio di rovo da more, Rubus fruticosus (post del 7/8/11), ha pensato bene di aggredire il nostro alberetto, arrampicandosi ed iniziando a colonizzarlo.
Come si vede, le more quest'anno sono in ritardo di maturazione (e molte non arriveranno a maturare) a causa del caldo e della siccità, anche se quelle mature, ve lo assicuro, sono comunque squisite.


Comunque, siccome io parteggio per l'Agrifoglio anche se le sue bacche non si mangiano, spero che i Forestali che sovraintendono il complesso del Montiferru provvedano a liberare il giovane Agrifoglio dall'abbraccio dell'invasore.

mercoledì 5 settembre 2012

L'albero più grande della città: il più alto e largo

Chiedo scusa per il titolo alquanto astruso, ma non sapevo come definire questa terza ed ultima categoria di alberi, dopo aver trattato, il 21/8 ed il 26/8,  il più alto ed il più largo.

Come ho già detto, parlare di albero più grande, tout court, non ha senso se non si forniscono elementi che definiscano il campo di indagine; allora, sempre nell'ambito di un ragionamento oscillante fra il serio ed il faceto, proviamo ad individuare l'albero che abbia grandi, contemporaneamente,  altezza e larghezza. Cerchiamo un albero che occupi il più grande volume, distribuito nella giusta proporzione fra le sue coordinate, in modo da poterlo definire imponente, senza essere sfilato come una Araucaria excelsa nè tarchiato e svasato come un Ficus magnolioides.

In più, questo albero deve essere ben visibile, in modo che la sua imponenza possa essere notata da tutti, quindi deve avere ampio spazio libero circostante.

Mi accorgo che, con le precisazioni fatte, abbiamo perso l'oggettività data dal solo parametro volume, per cui non ci potrà essere "un" albero vincitore, ma più alberi concorrenti, in parte anche diversi per ciascuno di noi, in ragione del valore assegnato al rapporto altezza/larghezza, alla valutazione soggettiva della bellezza delle fronde o del contesto nel quale la pianta è inserita, e così via.

Fatta questa lunga premessa, io vi propongo alcuni esemplari che mi pare possano appartenere alla categoria, ed altri ne proporrò, al fine di formare una passerella di concorrenti; naturalmente, sarò felice di riportare vostre valutazioni o foto di esemplari che vi sembrino degni di salire  in passerella.



Cominciamo con il Ficus religiosa di via S.Lucifero, nostra vecchia conoscenza (post del 25/1/11): non è grandissimo, ma ha delle buone proporzioni, è ben visibile e poi, anche se questo è un elemento soggettivo, è bello ed ha una foglia elegantissima.





 Ed un altro Ficus, per la precisione un Ficus retusa, è questo bestione di viale Diaz. Non è certo l'albero della specie più grande della città ma è ben visibile quasi per intero, e poi non so quanto durerà, dato che il terreno su cui insiste è sicuramente destinato a qualche costruzione, e temo che diventerà presto uno della serie "oggi ci siamo, domani chissà" (post del 7/6/12 e del 30/7/12)




Questo invece è  l'Eucalyptus, probabilmente  Eucalyptus camaldulensis (post del 14/1/11), che si trova all'incrocio fra viale La Playa e via Riva di Ponente, in posizione di estrema visibilità e con grande spazio libero attorno.
Le dimensioni ragguardevoli si possono dedurre dal raffronto con le auto; la visibilità della sua posizione (non si può non notarlo uscendo dalla città verso Pula) lo rende a buon diritto partecipante alla nostra passerella dei "voluminosi".



 
Il Pioppo sulla destra, Populus alba (post del 1/5/11), non è proprio in città, ma al Margine Rosso, all'inizio della provinciale per Villasimius; è veramente un bell'esemplare, di forma quasi sferica. Si vede che ha avuto poca concorrenza, ed è stato lasciato crescere come ha voluto.







Infine, ma non per ultimoil Taxodium Distichum, Cipresso di palude o Cipresso calvo, dell'Orto Botanico (post del 26/1/12).
E' grande, come si vede dalle dimensioni dell'omino che si intravvede in basso, ma ha poca visibilità e quasi nessuno spazio libero, tanto che per fotografarlo intero sono dovuto salire sul poggio dietro le fontanelle delle canne. Non avrebbe dunque avuto diritto di passerella, ma me lo ha imposto la "deferenza" nei confronti di questa maestosa ed assoluta rarità cagliaritana, vanto del nostro Orto Botanico.

A proposito dell'Orto Botanico, ho trovato il nostro giardino universitario un po' in decadenza, oltre che chiuso la domenica (!): guai! che nessuno pensi di dismettere o solo trascurare una simile risorsa della città!