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Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

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martedì 19 dicembre 2017

Ed anche le Roverelle, con i loro tempi lunghi, si spogliano

La Roverella, Quercus pubescens, è come sappiamo uno degli alberi più significativi della nostra Isola, simbolo della natura selvatica che tanto amiamo.

Non è un albero cittadino, e infatti a Cagliari la Roverella è una rarità (post del 24/4/14), ma predilige la campagna, dove si trova bene sia con singoli esemplari, spesso splendidi patriarchi (post del 7/1/14), che in gruppetti anche in forma arbustiva, essendo un albero polimorfo.

E' un albero spogliante, contrariamente al Leccio ed alla Sughera, ma ha i suoi tempi: così come è lenta a crescere (ma è programmata per poter vivere secoli!), la Roverella è lenta anche nel perdere le foglie. Si predispone a spogliarsi, le foglie perdono la clorofilla ed assumono un bel colore marrone chiaro, però non cadono.

E la Roverella rimane così a lungo, in un'estenuante foliage, fino a che il vento, o la pioggia, o la neve in quota, non aiutano a compiere il processo. E' comunque uno spettacolo affascinate, soprattutto nei posti giusti; uno di questi, che io prediligo, sono le campagne intorno al lago dell'Alto Flumendosa (post del 26/11/14 oltre a quello di gennaio dello stesso anno, già citato).

E ci torno periodicamente, in questi magici luoghi; ecco un piccolo reportage di quello che ho trovato nei giorni scorsi.




Dai tetti di Villanova Strisaili si vede la distesa delle chiome verdi e gialle, ed in primo piano due esemplari di Querce di paese.







Verso la diga di Bau Muggeris, il marrone è compatto, ma le foglie resistono sui rami.




Dallo stradello che porta alla diga si colgono immagini come questa; qui il giallo marroncino domina, per questo gruppo di giovani piante nate sicuramente dalle ghiande cadute dagli esemplari più anziani.

In questa zona troviamo soprattutto il bosco basso, anche se ogni tanto si può apprezzare un esemplare secolare che sovrasta gli altri; risalendo più a nord gli esemplari isolati diventano più frequenti, e si dirada il bosco.

Queste zone hanno comunque un fascino straordinario: sembra che il tempo si sia fermato, e non è un modo di dire. Tutto resta come era decine di anni fa, le poche iniziative per lo sviluppo turistico si fermano, certamente non si riesce a fare squadra. Non è questa la sede per disquisire sul mancato sviluppo delle nostre zone interne; resta la meraviglia, anche un po' egoistica, per la bellezza che questi luoghi, proprio perché isolati ed immobili, trasmettono a chiunque la voglia cogliere.
Una bellezza "sospesa", nella quale le Roverelle, e la loro lentezza, rivestono un ruolo importante.