Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

venerdì 18 ottobre 2024

Un albero da marciapiede

Ho parlato tante e tante volte dei Ficus retusa cagliaritani, e non ho mai mancato di evidenziare la loro robustezza e capacità di adattamento, fino dalle origini del blog (post del 3/11/10), quando presentavo un esemplare cresciuto nell'asfalto a Su Siccu (peraltro non esiste più, né l'asfalto né l'albero). 

E quell'albero mi è venuto in mente, quando ho visto l'esemplare che vi presento oggi, fotografato in via Boito, nel quartiere di San Benedetto.


Eccolo qua, un grosso arbusto alto quasi 3 metri, il cui fusto esce  da un minuscolo vasetto, che però non ci può imbrogliare: le radici non sono nel vasetto ma il Ficus si è certamente fatto strada sotto terra attraverso il marciapiede, per crescere ed irrobustirsi.

E questo spiega il titolo del post, rubato ad un film bello e triste della fine degli anni '60 del secolo scorso.

Non so come sia iniziata la storia di questo arbusto, ma voglio immaginare che tutto sia nato da una piantina poggiata lì, quasi per caso, nel suo vasetto; questa piantina aveva tanta voglia di vivere, ed ha fatto tutto da sola per consolidare la sua presenza. Che tempra!  

lunedì 14 ottobre 2024

La regina cittadina in fiore

 Che cosa abbiamo da dire ancora sulla fioritura autunnale della Jacaranda mimosaefolia, che non abbiamo già detto? Forse nulla, se non che questa regina cittadina, uno dei simboli verdi della città, ogni anno in questo periodo ci meraviglia con la sua seconda fioritura, mentre è ancora nel pieno rigoglio fogliare.


E allora, come resistere a fotografare ed a proporre l'immagine di una pannocchia di fiori, contornata dal fogliame, catturata da una pianta  di via Oslo?

Le corolle tubulose si offrono alla vista con il loro affascinante colore celeste, durano poco sulla pianta poi cadono a formare un tappeto.

Fra i tanti post che abbiamo dedicato a questi alberi vi rimando ad uno di 10 anni fa (post del 3/10/14), che segnala le principali vie abitate da questa regina, compagna imprescindibile del nostro verde cittadino.

lunedì 7 ottobre 2024

I Ficus magnolioides allo stato semibrado

 I Ficus magnolioides, o macrophilla, sono i signori arborei della nostra città, forse quelli che la rappresentano di più, per la dimensione, la bellezza di insieme, la posizione nel tessuto urbano. Pensiamo alla Darsena, a piazza Matteotti, all'Orto Botanico, ai Giardini Pubblici, e abbiamo già qualificato questi nostri compagni di vita.

Giusto dunque che a questi alberi vengano dedicate ampie presentazioni, e noi  abbiamo fatto la nostra parte nel blog, anche in occasioni nefaste, come nel crollo della Darsena (post del 16/5/23).

Poi ci sono altri esemplari, meno evidenti per la loro posizione, ma non certo per la loro dimensione, come gli esemplari di piazza Sorcinelli, fra viale Trento e viale Trieste, comunemente nota come parcheggio  della Regione (post 4/4/1324/5/23); questi due enormi esemplari hanno una peculiarità rispetto ai fratelli più noti: vivono allo stato semibrado.

D'altra parte la piazza di cui parliamo è essa stessa lasciata allo stato semibrado: un disordinato ma richiestissimo parcheggio nei giorni lavorativi, un deserto nei giorni festivi, non curato né molto pulito.

E dunque i nostri Ficus, che già tendono a prendersi gli spazi necessari per vivere bene  in ogni condizione al contorno, qui ne approfittano alla grande.

Ed ecco le possenti ed alte radici tabulari a terra che corrono dappertutto, esondando dai vecchi recinti senza problemi, e le radici colonnari verticali, già legnose ed infisse nel terreno, o ancora in forma di filamenti che lavorano per riunirsi.


E questo è uno scorcio del fratello magnolioides che vegeta verso viale Trento, anche lui carico di radici filiformi che si vanno aggrumando e puntano al terreno.

Insomma, un cantiere perenne di attività arboree vitali e tese a rafforzare la enorme  ed articolata struttura fuori terra. Un vero spettacolo, da apprezzare soprattutto il fine settimana, senza il soffocante abbraccio delle auto!

E ricordo infine che il meglio in assoluto della vitalità dei vecchi Ficus magnolioides lo possiamo ammirare all'Orto botanico di Palermo (post del 8/7/18).   


  

sabato 28 settembre 2024

La maestosità dei Ficus di Terramaini

Potrebbe essere una saga nordica quella dei Ficus rubiginosa del parco di Terramaini, una serie di racconti fotografici, proposti dal blog, dedicati agli esemplari di questo bel parco cittadino, fino dalla prima volta in cui ne abbiamo parlato (post del 11/1/11). In quella occasione abbiamo fotografato un esemplare delle dimensioni di un arbusto o poco più.

Poi li abbiamo guardati crescere, in momenti successivi (post del 31/8/13, 13/2/14, 11/3/19)  

Ecco, se avete avuto la pazienza di andare a guardare i precedenti racconti fotografici, credo che possiate gustare appieno la immagine odierna.

Altro che bambini o giovani adulti, come li avevo definiti in precedenza; guardateli ora, sono adulti maestosi, con una chioma fitta ed espansa dalla forma semisferica. 

E, a giudicare dai germogli e dall'aspetto sano, non credo che abbiano alcuna intenzione di fermarsi nella loro espansione; che spettacolo! 


giovedì 19 settembre 2024

E se fosse il Plumbago la soluzione?

Mi direte: la soluzione a quale problema? Il problema è quello di trovare un arbusto da utilizzare nelle aiuole stradali cagliaritane, e non solo, per rendere più apprezzabile la nostra città.

Mi riferisco in particolare a tre vie fondamentali come viale Trieste, via Dante ed il Largo Carlo Felice, che sono state oggetto negli ultimi anni di svariati tentativi di arredo verde, collegati o meno al rifacimento dei marciapiedi, ma tutti accomunati dal fatto di non essere completamente riusciti dal punto di vista estetico e di copertura degli spazi vuoti.

Naturalmente poi ai tentativi mal riusciti di arredo urbano verde si aggiunge la inciviltà degli umani e la difficoltà degli interventi (o la scelta di non intervenire?) all'interno elle aiuole da parte degli operatori ecologici. Insomma, un problema ancora irrisolto.

A questa realtà pensavo l'altro giorno passando nel Largo Carlo Felice, quando mi sono imbattuto in alcune aiuole che vanno nettamente in senso opposto a quanto prima affermato. 

Una bella siepe di Plumbago capensis, con i suoi gradevolissimi fiori celesti riuniti in racemi, ampia e desiderosa di espandersi.



Ed ecco un'altra aiuola, con due bei cespuglioni di Plumbago, che fanno degna compagnia alle meravigliose Jacarande che, cariche di fronde, si preparano alla fioritura autunnale.

Allora, ripropongo adesso la domanda del titolo: e se fosse il Plumbago la soluzione?



  

martedì 10 settembre 2024

Il nuovo viale Trieste, a favore dei Ficus retusa

Lo dico subito, a scanso di equivoci: a me la nuova sistemazione del viale Trieste piace. Né potrebbe essere diversamente, dato che la sistemazione elimina, almeno per ora, il problema delle radici affioranti, creando aiuole molto ampie per gli alberi, dove prima si infilavano le auto per parcheggiare, fra asfalto spaccato e radici-monstre.


Ecco come si presenta il lato sinistro della strada, lasciandosi alle spalle piazza Del Carmine: marciapiede, ampie aiuole-massicciata con qualche panchina, pista ciclabile, sosta auto parallela al flusso veicolare.

E' chiaro che questa sistemazione, che riduce le corsie di marcia ad una sola ed elimina molti dei parcheggi preesistenti, impedendo altresì la fermata delle auto in doppia fila, non trova il consenso dei commercianti e degli automobilisti che vorrebbero parcheggiare o fare soste brevi in zona. 

Speriamo che questo problema sia stato affrontato e trovi una soluzione, ma resta il fatto che dal punto di vista del decoro urbano la strada fa un grande salto di qualità, e diventa molto meglio fruibile per i pedoni. 


Questa altra immagine riprende il lato destro della strada, e mostra bene la dimensione che è stata lasciata libera per l'alberatura; ritengo che in un secondo momento questo ampio spazio potrà essere utilizzato per piantumare arbusti e fioriture, aumentando la godibilità del nuovo viale per i pedoni.

Per quanto riguarda i vecchi Ficus retusa, la gran parte di loro sono stati lasciati in sede, mentre una piccola parte è stata sostituita da giovani esemplari, sempre della stessa specie. In realtà avevo letto che la sostituzione sarebbe avvenuta utilizzando altre specie di alberi, per eliminare progressivamente, nei tempi lunghi, il problema della invadenza delle  radici; mi sembra che per il momento questo non stia avvenendo, vedremo. 

In conclusione, ribadisco che occorre trovare soluzioni per aree parcheggio ampie, tipo quella della stazione ferroviaria, che consentano almeno l'avvicinamento a questa zona, e favoriscano l'utilizzo di questa bella strada; in questo modo, partendo dalla piazza Del Carmine, si potrà passeggiare oltre che fare acquisti, senza voler parcheggiare necessariamente la propria auto a bocca di negozio.


 

mercoledì 28 agosto 2024

I Giardini Pubblici, fra luci ed ombre

 I Giardini Pubblici sono il parco urbano forse più noto della città, dove intere generazioni di cagliaritani sono cresciute correndo e giocando, apprezzando prati ed alberi secolari, frequentando la Galleria comunale d'arte. Uno dei simboli della città, come tale curato e manutenuto con particolare attenzione; qui ci si dà appuntamento, magari di fianco all'ingresso sotto l'ombra del grande Schinus molle o del Cedrus deodara (post del 20/12/10), qui si chiacchiera o si sta da soli a riflettere, si gioca, si corre o si fa ginnastica sul prato, insomma questo spazio si vive compiutamente e, sembra, con soddisfazione. 

Ho cominciato la chiacchiera di oggi ripartendo  dalla prima frase di un precedente post (post del 10/3/24), perché credo che rappresenti perfettamente il ruolo dei Giardini Pubblici, almeno per i cagliaritani "più datati"; gli altri, i turisti ed i bambini, lo apprezzano e basta, senza porsi troppe domande.

Ho ripercorso questo luogo alcuni giorni fa, e confermo che gli spazi sono ordinati e puliti, e le piante ben curate; però ci sono alcune ombre, che voglio segnalare.

Qui siamo in fondo alla promenade, nella zona dei Carrubi; vediamo sulla destra della foto il Carrubo molestato (post del 17/2/22, e precedenti ivi richiamati). Alla sua sinistra il molestatore, coricato per terra, e poi ancora un Carrubo, ma in condizioni pessime, direi quasi moribondo: perché?

Perché si è lasciato che degradasse in questo modo (i primi segnali erano già presenti ad inizio di quest'anno), che la causa siano i topi, una malattia o altro? Questa è un'ombra importante sulla conduzione dei Giardini.

Ma c'è un'altra ombra, per me molto più importante: il perdurare dello stato di "detenzione" degli splendidi Ficus magnolioides, vero fulcro di questi spazi verdi.




Eccolo qui, l'esemplare in gabbia che mostra le sue splendide radici tabulari.  La gabbia perdura almeno dal mese di marzo di quest'anno, come mostrato nel post qui già citato, e la domanda sorge spontanea: perché non si procede con la messa in sicurezza e si riapre la zona alla fruizione del pubblico? 
Perché si perdura con questo brutto impedimento fisico? Non ci si aspetta per caso che i cittadini si abituino a guardare da lontano, senza poter toccare?  Forza e coraggio, cari amministratori del verde pubblico, decidete e risolvete in  fretta, i Giardini Pubblici non meritano questo sfregio!

 


lunedì 19 agosto 2024

Agosto fiorito della Thevetia

 La Thevetia peruviana, nome comune italiano Oleandro giallo, è una vecchia conoscenza del blog essendo presente sino dal 2014 (post del 14/7/14). 

E questo bell'arbusto si presenta oggi al suo appuntamento che possiamo definire periodico, tante sono le volte che è stato presentato.


E torna proprio con l'esemplare che abbiamo adottato come riferimento cittadino (post del 19/8/20), quello di via Cettigne, a Genneruxi.

Chiedo scusa per la ripetitività, ma quando passo e vedo questa bella palla verde picchiettata di giallo non riesco a resistere. 

Per i più interessati, l'invito è quello di andare a vederlo di persona, magari dopo aver ripassato quanto detto su di lui, o sui suoi fratelli cittadini, nel blog.


Le campanelle sono veramente attraenti, per la vivacità del colore, che può essere anche un delicato rosa (post del 20/8/23), e per il fascino del piccolo imbuto formato da 5 petali.

I fiori durano poco, un giorno o poco più, ma sono continuamente sostituiti da nuovi durante le settimane estive, che rappresentano solo una delle fioriture annuali; come ho già scritto, in uno dei paesi d'elezione di questo arbusto, il Messico, la fioritura è praticamente continua.

Dunque una pianta che vale, e merita di essere maggiormente diffusa nel verde pubblico e privato.


sabato 10 agosto 2024

I Mirabolani di via Dante, una scelta corretta?

 Mirabolano è il simpatico nome italiano con cui è noto il Prunus cerasifera, e precisamente la varietà Pissardii. Ne abbiamo parlato più volte, in particolare riferendoci agli ex bellissimi esemplari di piazzetta Maxia (post del 5/3/14, ed altri).

Purtroppo la parola più significativa del nostro incipit odierno è "ex", dato che i suddetti alberi sono attualmente in condizioni critiche, anzi alcuni di loro paiono proprio morti; non ho cuore di presentare fotografie, basta andare in loco per rendersi conto.

Alla luce di questa esperienza, e di altre molto precedenti (post del 14/6/13), come via Pergolesi e via Petrarca, possiamo dire che sia stata una scelta corretta metterli recentemente nella rinnovata via Dante?



Ecco uno dei giovani esemplari, che nella foto si confonde con una maestosa Jacaranda che vive nello spartitraffico centrale; credo che la piantumazione faccia parte del recupero delle nuove aiuole, dopo la sfortunata esperienza iniziale con il "tappeto lanuginoso", sulla quale stendiamo un velo pietoso.


In realtà l'intervento in questione è di più ampio respiro e intende sostituire vecchi Lecci in condizioni precarie: da questo punto di vista l'intervento è corretto, elimina alberi alti e malconci in competizione con le Jacarande, e li sostituisce con alberi più piccoli e più consoni con la vicinanza del marciapiede.


E allora, la scelta è corretta o no? La risposta non è univocamente determinata, perché dipende dal controllo e dalla manutenzione che verranno effettuati su questi alberelli, che sono notoriamente piuttosto delicati, oltre che naturalmente dalla civiltà dei frequentatori della strada interessata. Le esperienze precedenti non inducono all'ottimismo, né per il primo aspetto e neppure per il secondo, ma chissà che questa volta......






 

  

domenica 28 luglio 2024

La Cittadella dei Musei, una perla da restaurare

Riprendo adesso, stimolato da una visita odierna, quello che avevo considerato due anni fa sulla Cittadella dei Musei (post del 2/9/22), definendola una perla rara: un tesoro come contenuti, ed un tesoro come contenitore, con i suoi stradelli, i panorami spettacolari, ed il verde che accompagna il visitatore.

Ecco, due anni fa parlavo di necessità di restauro conservativo, di presenza di transenne, lampioni abbattuti, balaustre arrugginite che non dovrebbero esserci; oggi purtroppo il discorso è identico, nel senso che al di là di piccoli interventi nulla è stato fatto, ed il degrado avanza.

Non vado oltre su questo, non mi compete e non so dove ci porterebbe; sta di fatto che, anche in relazione all'incremento costante dei turisti, questa perla dovrebbe essere curata molto di più di quanto non sia.

Per fortuna che c'è il verde, che in qualche misura ci consola!




Ecco il grande Pino d'Aleppo, che domina la parte bassa della struttura; purtroppo però il terreno appare piuttosto rinsecchito, ed anche le Yucche non sono in buona forma.



   

Ed ecco la Chorisia insignis (o Ceiba speciosa), reginetta della Cittadella e di questo blog, verdeggiante sullo sfondo; ho parlato tante di quelle volte della Chorisia che mi vergogno di farlo ancora, ma andando alla Cittadella non si può fare a meno di ammirarla. Purtroppo non ci si può avvicinare, quel passaggio è momentaneamente (?) impedito.

Chi ha voglia si faccia un giro nel blog (o anche a piedi, se il caldo lo consente!) per ritrovare alcuni degli esemplari cittadini di Chorisia, da quelli di via Sabotino a quelli di via Curie, di piazza Garau, di via Darwin, della Cittadella della Musica ed altri ancora.



Infine, un bel cespuglione di Juniperus foenicea Ginepro fenicio, o Ginepro prostrato, o Ginepro sabina, comunque una delle tante varietà ornamentali che vengono prodotte.

Forse non meriterebbe di essere citato, se non fosse che, guardando la fotografia con attenzione, che cosa spunta in mezzo? Ma naturalmente un alberello dell'invadente e immancabile Ailanthus altissima, l'Ailanto, che spero venga eliminato al più presto (post del 21/7/13, fra gli altri), a proposito delle manutenzioni quotidiane necessarie in un posto come questo. 

Cari amministratori dei beni pubblici e del verde pubblico, la perla rara ha bisogno sempre più della vostra attenzione!



 

mercoledì 24 luglio 2024

Il fascino del Cedro himalayano

Il Cedro, importante aghifoglia appartenente alla famiglia delle Pinacee, è un albero raro in città, per questioni legate al clima ed all'altitudine. Difficile che cresca bene, cionondimeno la sua bellezza ha fatto sì che molti giardini privati ospitino esemplari sani e ben curati, come per esempio in via dell'Abbazia (post del 2/7/13) .   

Nel verde pubblico, proprio per la difficoltà di buona riuscita, il Cedro è poco utilizzato, anche se abbiamo all'ingresso dei Giardini Pubblici un esemplare storico di Cedro himalayano, Cedrus deodara, che ho presentato ai primordi del blog (post del 20/12/10). 

Ma, trattandosi comunque di alberi di grande fascino, non possiamo privarci dall'andarne a trovare qualcuno ogni tanto di quelli grandi, sia con una gita in quota in Sardegna, per esempio sul monte Linas (post del 12/12/11), sia nei parchi del nord Italia, dove possiamo trovare esemplari splendidi (p.es. post 12/5/23). . 

Mentre vi rimando ai tanti post che ho dedicato a questi alberi, oltre a quelli qui richiamati,  oggi vi rinfresco idealmente con l'ombra di un altro esemplare del nord Italia, grazie alla gentilezza di Claudia che mi ha inviato alcune fotografie.



Eccolo qua, un Cedro himalayano con tutto il suo fascino, che vegeta a Trento, nel parco che circonda il mausoleo dell'irredentista Cesare Battisti.

Ricordo che le 3 specie di Cedro, del Libano, dell'Atlante e appunto himalayano, non sono sempre immediatamente distinguibili; il Cedro himalayano, però, è quello con gli aghi più lunghi e penduli, e forse il più affascinante.




Ecco un particolare del nostro esemplare, che mostra gli aghi a mazzetti ed una pigna, con la sua tipica forma a barile.

Ricordo che i Cedri sono alberi monoici, e mentre la pigne hanno la forma a barile, le strutture riproduttive maschili sono lunghe ed in forma quasi cilindrica, e sono deputate al rilascio del polline, con modalità simile a quella dei Pini.


domenica 14 luglio 2024

La fioritura estiva della Plumeria

 Abbiamo già detto che la Plumeria, Plumeria rubra, è pigra: aspetta giugno per mettere le foglie, poi però si sbriga ed a metà luglio è fiorita, e tiene i fiori almeno fino a fine settembre. Dunque adesso è il momento di apprezzare i fiori di porcellana di questo arbusto.


Ecco un gruppetto di fiori dell'esemplare di via dei Conversi, uno dei più grandi da me conosciuti; ve lo ho presentato l'anno scorso (post 6/8/23), ma la bellezza di questa fioritura merita la riproposizione.

Abbiamo citato, in uno dei post dedicati a questo fiore, l'abilità delle fioriste hawaiane nel predisporre intrecci di questi fiori, sfruttando la loro resistenza anche dopo il taglio; pare inoltre che da questi fiori si possano ottenere oli essenziali benefici per gli essere umani.

Insomma, una pianta da mettere in conto per il proprio giardino o terrazzo, anche se bisogna sapere aspettare, per goderne la fioritura, che passi il lungo riposo invernale. Ma ne vale la pena!

venerdì 5 luglio 2024

In Alto Adige un po' di fresco, splendide montagne e, naturalmente .......

E, naturalmente, tanto, tantissimo verde, ben distribuito fra prati ed alberi.

Entriamo subito nello spirito di questo post, con una foto, ripresa a San Vigilio di Marebbe, che mette insieme una distesa prativa, alcuni grandi Abeti rossi, Picea abies, e le montagne retrostanti.

Abbiamo già dedicato diversi post all'estate che inizia nell'Alto Adige, dato che io sono un estimatore di questa regione, e cerco di tornarci quasi tutti gli anni; in calce trovate il link con alcuni post.

Gli alberi allora: soprattutto aghifoglie, e fra questi primi gli Abeti rossi, secondi i Larici, Larix decidua, e ancora il Pino mugo, Pinus mugo, arbusto dalle tante proprietà benefiche. 

E ancora il Pino cembro o Cirmolo, Pinus cembra, albero di eleganza straordinaria ed anch'esso dotato di molte proprietà benefiche.

Soprattutto aghifoglie, dicevamo,  ma ogni tanto troviamo anche latifoglie: il Sorbo egli uccellatori, Sorbus aucuparia, l'Orniello, Fraxinus ornus, la Robinia, Robinia mimosaefolia, alcune specie di Acero, la Betulla ed altri.

Volendo fare un confronto, spiccio ed un po' banale, con la nostra realtà verde possiamo dire che l'Alto Adige ci batte di gran lunga per la quantità, e noi lo battiamo di gran lunga per la varietà di famiglie arboree; certamente sarà molto raro trovare in questa regione montana un Ficus, di qualsiasi specie, una Araucaria, tanto meno una Sterculia o una Eritrina, tanto per fare alcuni esempi.

Sui prati, invece, siamo nettamente perdenti, anche per questioni di clima: i prati altoatesini sono veramente un altro mondo, tanto più in questo periodo nel quale si riempiono di una grande varietà di fiorellini di grande eleganza. Guardate questo qui sotto, di cui non conosco il nome con certezza, anche se azzardo che potrebbe trattarsi di una Primula.




Bellezza e delicatezza, si apprezzano i cinque petali a due lobi che sembrano quasi a forma di cuore; il colore rosa contrasta piacevolmente con la fauce centrale orlata di giallo.





Qui mettiamo assieme il piccolo ed il grande, con un arbusto di Rododendro che comincia a fiorire, ma anche Abeti e Larici; ci troviamo in Alta Badia, e questo paesaggio è un piacere per gli occhi.



E qui una enorme distesa di verde punteggiata di giallo, fra cui certamente i Botton d'Oro, costituiti da un capolino sferico, una pallina schiacciata appunto di colore giallo oro, nella quale i petali tondi stentano ad aprirsi. Sullo sfondo, forse, la Marmolada imbiancata.


Mi fermo qui, anche perché le bellezze di questi luoghi non finiscono mai; riporto solo alcuni riferimenti a precedenti post riguardanti l'Alto Adige (post 15/9/16,   7/6/1510/7/20,  12/7/23,   26/9/16)  

sabato 22 giugno 2024

La vivacità della Schefflera

 La Schefflera arboricola, nostra vecchia conoscenza come pianta "scappata di casa" (post 15/7/18, fra gli altri), quest'anno appare particolarmente vivace, nel senso che molti esemplari che vivono all'aperto hanno prodotto una copiosissima fruttificazione.



Ecco il bellissimo esemplare, che vi ho già presentato nel 2018 con il post citato, che si è prodotto con le sue bacche di vari colori, a seconda del grado di maturazione. Si trova in via Monteverdi, al bordo di un giardino privato.

Questa pianta è veramente un arbusto interessante, e la  flessibilità nel trovarsi a suo agio sia in appartamento che all'esterno è un elemento di successo ulteriore.

Infatti la Schefflera è caratterizzata anche dal bel fogliame, e sa essere elegante in appartamento anche senza frutti; al riguardo, mi piacerebbe essere smentito, se qualche amante del verde fosse riuscito a farla fiorire anche all'interno. Con queste specie così flessibili, non ci possiamo stupire più di niente! 


venerdì 14 giugno 2024

I Carrubi di piazza Islanda stanno morendo, aiutateli!

Non c'è molto da dire, purtroppo, per commentare la fotografia odierna, che ritrae uno dei più gloriosi Carrubi, Ceratonia siliqua, di piazza Islanda, uno di quelli che si affacciano su via Stoccolma: questi Carrubi stanno morendo, credo per colpa di un rinnovato attacco da parte dei topi.

Rinnovato, sì, perché almeno un altro attacco c'era stato nel 2016 (post del 9/4/16),  poi curato con successo alla fine del medesimo anno.

E quest'anno ci risiamo, forse in modo ancora più pesante; ne ho parlato recentemente (post del 30/3/24), fotografando lo stesso esemplare di oggi. Ebbene, le cose stanno peggiorando, e temo che se non si interviene in fretta questo patrimonio verde, non solo di questa bella piazza ma di tante altre localizzazioni, sarà perso. 

E quindi, ribadisco, non c'è molto da dire, se non chiedere, una volta di più, l'urgente intervento degli amministratori del verde pubblico, ripetendo la solita considerazione: non basta inaugurare, bisogna manutenere!