Il titolo di oggi si aggancia al precedente del 2019 (post 20/5/19), quando vi ho presentato nuovi rappresentanti cagliaritani di Bauhinia variegata, situati in via De Gioannis ad abbellire lo slargo piazzetta già abbastanza gradevole con le sue aiuole.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
venerdì 26 aprile 2024
Le Bauhinie giovinette
venerdì 19 aprile 2024
L'esplosione dei fiori di corallo
Questo post è l'ideale ripresa di un post di qualche anno fa (post del 20/4/20), che nel periodo della tragedia del Coronavirus mi aveva fatto scoprire un nuovo esemplare di Erythrina caffra; isolato e sperduto, ma bellissimo e con i fiori ad altezza d'uomo.
E allora, perché non approfittare anche quest'anno della sua esplosione di fiori di corallo?
domenica 14 aprile 2024
Quando la Robinia ci chiama
Quando la Robinia, Robinia pseudoacacia, ci chiama, e cioè in aprile, è impossibile resisterle. Sì, ci chiama con i grappoli di fiori bianchi, che la rendono elegantissima, almeno per un mese all'anno.
Ve la ho presentata tante volte (per esempio post del 14/4/20 , fra i tanti che partono dal 2010) ma, come dicevo, alla sua fioritura è impossibile resistere.
Per non essere ripetitivo, vi offro però un esemplare nuovo, che si trova in via Vidal, di fronte al parco di Monte Urpinu, al confine di un condominio.
Ricordo che i fiorellini sono gradevolmente profumati ed apprezzatissimi dalle api che producono da questi fiori il miele detto erroneamente di acacia, che è la famiglia di alberi alla quale la foglia della Robinia assomiglia, come dichiarato nel nome.
Ed ecco un bel primo piano dei fiorellini e della foglia composta, che mette in evidenza la delicatezza del singolo fiore papilionaceo; questa fotografia non è mia, ma è tratta dal sito Repubblica.it.
giovedì 4 aprile 2024
La primavera delle nostre campagne
Quest'anno la primavera nelle campagne del sud Sardegna si è presentata in maniera brillante, date le temperature non molto alte ed una certa piovosità che ancora non ha provocato l'ingiallimento che ben conosciamo.
Oggi vi porto nelle campagne di Sant'Andrea Frius, paese della Trexenta non troppo lontano dal capoluogo, dotato di campagne molto belle e collinose, piacevoli da un punto di vista paesaggistico.
Ecco allora alcune immagini tipicamente primaverili di queste campagne.
sabato 30 marzo 2024
I Carrubi di piazza Islanda chiedono aiuto!
Il Carrubo, Ceratonia siliqua, è una pianta notissima e ben presente in Sardegna allo stato naturale (anche se non è endemica dato che arriva dal Medio Oriente), ed a Cagliari proveniente dai vivai, utilizzata spesso dai gestori del verde pubblico per il decoro urbano. Basti pensare al bellissimo esemplare di piazza Garibaldi, che allieta con il suo giovane fratello il passeggiare dei cagliaritani in questa centralissima zona.
Ma anche ben presente in zone più defilate, come per esempio in piazza Islanda, a Genneruxi. E proprio di questi Carrubi parliamo oggi, perché sono sofferenti e chiedono aiuto agli specialisti, affinché li curino ed assicurino la loro sopravvivenza.
Guardate questo bellissimo esemplare, che si affaccia su via Stoccolma, del quale abbiamo già parlato (post del 27/3/20). C'è qualcosa che non va nella sua chioma, vi pare? Molti rami secchi, privati delle foglie. Cosa gli sta succedendo? Io non sono un esperto, ma so che il Carrubo è un albero robustissimo, teme solo le gelate ed il ristagno idrico, e non è certo questo il caso.lunedì 25 marzo 2024
Chi vincerà il braccio di ferro?
Iniziamo in maniera spiritosa questo post, per un argomento che purtroppo spiritoso non è, perché concerne la (mancata) manutenzione dei beni architettonici della nostra città, a cominciare da quelli più amati da cagliaritani e turisti.
Il braccio di ferro del titolo, come si coglie facilmente dalla foto, riguarda un vecchio Pino d'Aleppo, Pinus halepensis, ed un tratto della bella balaustra che protegge dalla sottostante via San Saturnino.domenica 10 marzo 2024
I meravigliosi Ficus (momentaneamente) recintati
I Giardini Pubblici sono il parco urbano forse più noto della città, dove intere generazioni di cagliaritani sono cresciute correndo e giocando, apprezzando prati ed alberi secolari, frequentando la Galleria comunale d'arte. Uno dei simboli della città, come tale curato e manutenuto con particolare attenzione.
Anche il blog ne ha parlato tante volte, naturalmente con riferimento agli alberi, arbusti e fiori presenti; l'ultima occasione (post del 18/1/24) è quando ho grandemente apprezzato l'inserimento di alcune etichette di riconoscimento, attribuite ad alcuni degli alberi più significativi presenti nel parco, fra cui naturalmente i due maestosi Ficus magnolioides/macrophilla.
Ma non è delle etichette che vi parlo oggi, bensì della recinzione provvisoria in nastro plastico che cinge i Ficus lungo tutto il perimetro, come si vede dalla fotografia.Pare che i lunghissimi rami abbiano qualche problema di tenuta, agli eventi atmosferici o al trattamento degli umani, per cui, visto anche il recente evento del grande fratello della Darsena (post del 16/5/23), si è correttamente proceduto ad isolare tutta l'area.
In quest'altra foto, presa sempre dal lato del viale San Vincenzo, vediamo che si è proceduto all'inserimento di sostegni, che svolgono il ruolo normalmente svolto in natura dalle radici colonnari.
Tutto bene, quindi? Sì, purché finiti i lavori di messa in sicurezza (nonché inseriti gli opportuni cartelli di attenzione e se necessario impedito l'accesso a qualche piccola zona) questa area venga restituita alla fruizione dei cittadini, che possano continuare a godere, come concludevo nel post citato, di queste meraviglie anche dall'interno.
Insomma, per farla breve, spero che non si faccia qui quello che si è fatto in piazza Matteotti nel 2020 (post del 20/7/20), anno in cui la piazza è stata recintata e nessuno ha più potuto frequentarla all'interno (della futura sistemazione definitiva non so, mi auguro che si ripari a questo sgarbo!).
mercoledì 6 marzo 2024
Un enorme, elegante Cipresso cittadino
Non ci capita spesso di imbatterci, mentre camminiamo nelle strade cittadine, in alberi molto grandi e normalmente solitari; non siamo preparati, contrariamente a quando andiamo per Parchi, e tanto più queste piante ci sorprendono.
Così è successo a me l'altra mattina, quando ho incontrato questo Cipresso "stradale".
Siamo in via Tommaseo, non lontano dal viale Marconi, e ai bordi di uno spazio condominiale si erge questo gigante, almeno per i nostri parametri; basta confrontarlo con l'altezza delle palazzine, o con le auto a bordo strada per rendersi conto della dimensione, che dovrebbe essere intorno ai 15 metri.
Dovrebbe trattarsi di un Cipresso dell'Arizona, Cupressus arizonica, albero del quale vi ho parlato qualche anno fa (post del 21/1/19) con riferimento ad alcuni esemplari presenti a Monte Urpinu, al confine con via Garavetti.
In questa altra immagine vediamo il Cipresso nel suo insieme, e possiamo notare il portamento colonnare e la chioma conica compatta e ramificata fino dalla base del tronco.
Un esemplare veramente peculiare, tanto più se si considera che i Cipressi sono soggetti a diverse malattie, fra le quali il "Cancro del Cipresso", che ha fatto tantissime vittime anche in città.
Speriamo dunque che questo elegante esemplare di via Tommaseo sia destinato ancora ad una lunga e sana esistenza, e continui a sorprenderci quando passiamo da quelle parti!
lunedì 19 febbraio 2024
Gli alberi strangolatori, nei templi cambogiani
Oggi vi porto molto lontano, e precisamente in Cambogia, nell'estremo est asiatico. Me ne dà l'occasione Stefano, che sta compiendo un viaggio di piacere appunto da quelle parti, e che mi ha mandato alcune fotografie, per le quali lo ringrazio.
Ci troviamo nel nord ovest della Cambogia, e precisamente ad Angkor Wat, un enorme tempio religioso, il più visitato del paese e patrimonio mondiale dell'Unesco.
E, naturalmente, non ci occupiamo del valore culturale e storico di questo sito, della civiltà Khmer e della sua architettura ma degli alberi che ci vivono, enormi e di grande impatto.
Eccone uno, che appare "spalmato" su un tempio in rovina, quasi come un animale preistorico.A quali alberi ci troviamo di fronte? Devo dire che qui regna una buona dose di confusione; questi alberi hanno il nome comune di alberi strangolatori, per la loro attitudine di vivere a spese di altri alberi, ai quali si appoggiano fino a strangolarli, per poi crescere in autonomia.
Fra gli alberi strangolatori vengono in realtà annoverate diverse specie di alberi, compreso, pensate, il nostro Ficus magnolioides!
Sicuramente fra gli alberi che vivono ad Angkor Wat ci sono dei Ficus, dal Ficus altissima al Ficus benghalensis al Ficus tinctoria , ma una pianta che vive sicuramente in mezzo a questi templi non è un Ficus, ma il Tetrameles nudiflora, di cui facciamo conoscenza oggi.
Ecco un altro esemplare di Tetrameles che, consapevole della forza con la quale è abbarbicato alla struttura del tempio, pur cadente, sale fino a forse 25 metri.
Naturalmente questi alberi non possono essere lasciati crescere come vogliono, ma sono curati da squadre di giardinieri acrobati, che evitano che queste meraviglie possano essere velocemente soffocate dalla natura e riportate alla condizione di quasi invisibilità, come questi gioielli in pietra vennero scoperti dagli occidentali, a metà dell'800.
giovedì 15 febbraio 2024
Sono piegato, ma resisto
Abbiamo parlato più volte del Pino d'Aleppo, Pinus halepensis, sia per la grande quantità di esemplari presenti in città, sia per le sue caratteristiche peculiari, fra le quali la propensione a piegarsi o a crescere storto. Se solo pensate al viale Diaz, o al viale Buoncammino, o alla via Borgo Sant'Elia, solo per citare alcuni esempi, sapete di che cosa stiamo parlando.
E naturalmente questa specie di Pino è presente nei parchi, ed in particolare nel parco di Monte Urpinu, dove questi alberi hanno fra l'altro un legame affettivo con generazioni di scolari, che ne hanno piantati a centinaia in occasione della Festa degli Alberi, festa recentemente risorta anche se con altre forme.
E proprio un esemplare di Pino d'Aleppo del parco di Monte Urpinu è quello che vi presento in foto, alto e fortemente piegato, anche se ancora in piena forma vegetativa.martedì 6 febbraio 2024
Uno squarcio di bellezza, nell'ordinarietà quotidiana
Andando a fare la spesa, nel market di via Pasteur, in un momento di grigia ordinarietà quotidiana, sulla rampa appare in questi giorni una massa di colore giallo intenso, che attrae irresistibilmente lo sguardo e mette di buon umore: la fioritura invernale di una Acacia dealbata.
Eccolo qui l'esemplare di cui parliamo: un piccolo albero, bruttino, ficcato in mezzo al cemento; non meriterebbe alcuna citazione, se non fosse per la bellezza dei racemi di capolini giallo limone.
Questa specie di Acacia è la prima a fiorire da noi (post del 9/1/11), e sarà seguita a marzo dalla più comune Acacia saligna, e, in piena estate, dall'Acacia horrida.
Abbiamo parlato più volte di questa fioritura (p.es. post del 9/2/14 e del 18/2/16), per la sua bellezza intrinseca e per il periodo dell'anno nel quale si offre al nostro sguardo; il suggerimento è quindi di andare a cercare e godersi questo giallo, anche se non necessariamente in connessione con la spesa al market!
martedì 30 gennaio 2024
Le succulente dell'Orto Botanico, e non solo
Le piante grasse (meglio dette succulente), croce e delizia per chi non sia uno specialista della materia, o un appassionato di lungo corso dotato di appropriato giardino, sono comunque una famiglia di grande fascino, caratterizzata dall'adattamento alla vita quando il clima è arido.
Fusti ingrossati e carnosi, tessuti "succulenti", peluria protettiva, foglie trasformate in spine, minima superficie esposta al sole rispetto al volume interno, sono tutte caratteristiche che accompagnano questa famiglia di piante.
Ho parlato di croce e delizia con riferimento alla stragrande maggioranza di chi apprezza queste piante, ed io fra questi, ma che non è in grado di individuarle con precisione, non avendo studiato per bene le loro caratteristiche e gli elementi di distinzione fra le varie tipologie.
La mia ignoranza ha prodotto pochi post dedicati alle piante succulente; per fortuna che in città abbiamo lo splendido comparto delle succulente all'Orto Botanico (post del 18/3/14) che ci consente visite piacevoli e di grande impatto estetico; in una successiva occasione avevo presentato il giardino di un albergo di Pula (post del 14/10/16); per il resto, veloci incursioni (p.es post del 4/5/20) e poco più.
Allora oggi torniamo all'Orto Botanico, del quale vi propongo alcune fotografie con brevi commenti, che vogliono essere un invito per i lettori ad una visita in proprio, a godere dello spettacolo.
Ecco una famiglia di Echinocactus grusonii, che giustifica in pieno il termine familiare di piante grasse per indicarle.
Vista di insieme del comparto, che consente di mettere a raffronto i modi profondamente diversi di presentarsi delle varie tipologie: colonnare, sferica, a rosetta di foglie spinose ...
E guardate questa, della quale non conosco il nome per mancanza del cartellino: sembra un grande carciofo, ed è bellissima nella sua simmetria!
E ancora, il particolare di un fiore, in gennaio: le varie specie di piante succulente fioriscono in periodi diversi, per cui con opportune scelte si possono ottenere fioriture in tutti i periodi dell'anno.
Qui possiamo notare anche la peluria, che protegge il fusto dall'eccessivo calore del sole.
Da tutto quanto detto si deduce che le succulente danno il loro meglio quando sono in gruppo ben assortito e quindi in spazi piuttosto ampi, e forse questo è il motivo per cui non sono molto comuni nei giardini cittadini, sia pubblici che privati; questo non significa che non ci siano, per esempio in giardini condominiali, come questa che vi presento.
Si trova in un giardino di piazza Svizzera, a Genneruxi, e si tratta di un grande esemplare di Kalanchoe beharensis, che si prepara a fiorire e che vi avevo già presentato (post del 17/12/16).
E non dimentichiamo, naturalmente, la Beaucarnea (già Nolina) recurvata, di cui abbiamo parlato diverse volte, caratterizzata da fusto ingrossato alla base.
Insomma, bisogna un po' cercarle, ma anche in giro per la città le piante grasse ci sono e si fanno apprezzare!
giovedì 18 gennaio 2024
Le prime etichette ai Giardini Pubblici, evviva!
I miei lettori sanno, almeno quelli più affezionati, quanto io tenga alle etichette di riconoscimento degli alberi, a cominciare da quelli più significativi. Ho sottolineato l'importanza di questo aspetto più volte, gioendo per i segnali positivi (post del 2/2/17) e lamentandomi per l'assenza o l'incuria nella manutenzione delle etichette esistenti (11/11/22, fra gli altri).
Figuratevi quindi il mio compiacimento quando pochi giorni fa, nell'ultima mia visita, ho trovato alcune etichette inserite ai Giardini Pubblici, e devo dire anche ben fatte!
Ecco un esempio, relativo alla vecchia e gloriosa Gleditsia triacanthos, che vive a destra in fondo al viale, e che già era stata apprezzata e descritta dal grande Siro Vannelli. Oggi ricordato (oltre che per il parchetto del quartiere Fonsarda) da una targa proprio qui ai Giardini.E questo, lo ricordate dai post che gli ho dedicato, è il vecchio Carrubo che era stato gravemente ferito dalla spinta della scultura metallica che si appoggiava su di lui e che, per fortuna, adesso riposa adagiata a terra.
lunedì 8 gennaio 2024
Il nuovo viale Buoncammino ed il suo verde
Voglio subito sgombrare il campo dagli equivoci: a me l'intervento di riqualificazione effettuato sul viale Buoncammino e sulle piazzette che in qualche modo gli appartengono, piace: è sobrio nei materiali e nelle geometrie arboree, ma non sono tempi nei quali ci si possa concedere dei lussi; è rispettoso delle specie arboree presenti; è generoso nella dotazione di panchine e nel dimensionamento delle aiuole, grandi anche per ospitare al meglio i vecchi Pini d'Aleppo ancora in grado di farci compagnia.
Certo, alcune scelte si prestano anche a critiche, delle quali vi parlerò con l'aiuto di alcune foto, ma, ripeto, nell'insieme mi sembra un intervento ben riuscito.
Ecco ancora le grandi aiuole che contengono i vecchi Pini, opportunamente ripuliti; si nota la pavimentazione di due diverse tipologie.
Questo esemplare forse doveva essere sostituito; sembra comunque che ci sia già il sostituto pronto a prenderne il posto. Questo ci consente di dire che non hanno esagerato con le eliminazioni, come altre volte è capitato.
Qui vediamo il Pino semi-coricato e quello proprio coricato (post del 19/10/15) della piazzetta Marongiu Pernis, nello slargo finale del viale che guarda verso Is Mirrionis.
In questo caso, e con riferimento alle conclusioni del post del 2015 appena citato, mi fa piacere essere smentito; sostenevo che sarebbe stato eliminato, ed invece è ancora lì a dimostrarci che può essere bella anche la sua seconda vita orizzontale!
La principale critica che faccio a questo intervento riguarda il tipo di pacciamatura utilizzato, come si vede dalle foto: è un materiale troppo leggero, e temo che fra il nostro vento, i giochi di qualche cane lasciato libero o di qualche bambino indisciplinato, la inciviltà di qualche adulto maleducato, tutto questo farà sì che una parte di questo materiale sarà presto sparsa sulla passeggiata, con effetti peggiorativi sulla qualità della passeggiata medesima; inoltre verrà messo a nudo il sottostante telo geotessile, come già succede in qualche punto, e non è un bel vedere.
Insomma, al solito le conclusioni sono: per i gestori del verde pubblico, cura e ripresa dei pezzi di corteccia sparsi sul pavimento, fra gli altri interventi gestionali; per i frequentatori della passeggiata, educazione e mantenimento dell'attuale decoro e pulizia.
Cerchiamo di fare durare questo "stato di grazia" di un luogo bello ed amato da cagliaritani e turisti, attualmente pulito e privo di scritte e geroglifici vari, nonché di spazzatura gettata nelle aiuole, il più a lungo possibile!
venerdì 29 dicembre 2023
Combattiamo il degrado al parco Vannelli !!!
Ci risiamo a parlare, possiamo dire per l'ennesima volta, del degrado inarrestabile del parco Vannelli, ormai connotato da sciatteria ed evidente poco interesse da chi dovrebbe curarlo e gestirlo al meglio.
E pensare che questa volta, alcuni giorni fa, ci sono andato animato da buone intenzioni, cioè riproporre la bellezza della fioritura della Mahonia japonica, evento che succede intorno alla fine d'anno.
Infatti avevo già proposto le spighe gialle di questa rara pianta alcuni anni fa (post del 31/12/18), quando ancora il piccolo parco poteva essere definito uno scrigno cittadino di bellezze (post del 1/2/16).
Ed ecco qui a sinistra la fioritura di quest'anno, per fortuna ancora bella; purtroppo, una delle poche cose ancora belle, come mi sono potuto velocemente accorgere; quello che si nota, purtroppo, è il degrado e lo stato di progressivo abbandono, oltre al carente senso civico di molti cittadini.
Allora, senza perdermi in chiacchiere, elenco alcune negatività:
1 - area didattica, prevista a destra entrando, completamente abbandonata e ridotta più o meno ad erbacce; 2 - vasca con piante acquatiche, asciutta ed abbandonata; 3 - diversi paletti con i nomi delle piante divelti e lasciati a terra; 4 - per i paletti ancora dritti, alcuni in posizione errata, da mesi o anni (post del 3/5/22, forse il più completo nella descrizione del degrado e nelle proposte); 5 - diversi rifiuti accumulati, anche in mezzo agli arbusti 6 - evidente mancanza di cura delle piante, sia all'interno che nello spiazzo esterno al parco.
Riporto alcune foto, che non hanno bisogno di molti commenti al di là della didascalia di presentazione:
Laghetto, asciutto e degradato; piante di Papiro, Cyperus papyrus, moribonde
Paletti nominativi divelti ed abbandonati per terra, in una zona ormai priva di erba.
Schinus molle, nella piazza esterna, pericolante e pericoloso, che necessiterebbe di una urgente messa in sicurezza.
Ritengo tuttora pienamente valide le conclusioni alle quali pervenivo nel post citato del maggio 2022: per i politici, inaugurare sempre, manutenere poco e male!