Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

mercoledì 31 maggio 2023

Una piccola via cagliaritana abbondantemente fiorita

 E parliamo ancora di via Boccaccio, che vi ho citato tante volte nel corso degli anni; una piccola via, molto poco conosciuta e poco appariscente, fino alla fine della primavera. 

Ma quando si avvicina l'estate, in questo periodo, la piccola via indossa la livrea estiva, e comincia lo spettacolo.


Il ruolo di prima donna spetta di diritto all'Erythrina crista-galli, probabilmente l'esemplare più bello in città; in questo periodo si riempie di splendidi fiori rossi.



Il fiore è caratterizzato da un grande petalo che abbraccia il vessillo, che invece resta chiuso ed avvolge il tubetto degli stami, che fuoriescono a ciuffetto.

Un fiore assolutamente peculiare quello di questa specie di Eritrina, eternato in questa sede in diverse occasioni (post del 17/6/11,  10/7/15, 26/5/21  solo per citare alcune ricorrenze)  abbastanza differente da quello della cugina Eritrina caffra , anche lei molto citata nel blog e presente con un maggior numero di esemplari in città. 


Ma, dopo la doverosa priorità assegnata alla prima donna, non possiamo dimenticare i grandi Oleandri, con lunga vita alle spalle (e purtroppo alcuni di loro crollati sotto il peso degli anni), che in forma di albero ammantano la strada e la riempiono con le loro fioriture bianche ed arancio. Anche per loro una citazione, ma non è la sola possibile, che risale al 2012 (post del 2/7/12).

Insomma, via Boccaccio con la livrea estiva merita assolutamente di essere percorsa, con la dovuta lentezza!  
 

mercoledì 24 maggio 2023

Ancora a proposito dei Ficus giganti cagliaritani

 E' stato troppo importante l'evento funesto della settimana scorsa, descritto nel post precedente, per non dargli un seguito.


Sono tornato a vedere la situazione: ovviamente nessun intervento significativo è stato ancora fatto, se non proteggere la ferita attuale e la profonda frattura cariata, presente da molti anni (domanda: perché non era stata protetta prima?); la protezione è riconoscibile dal colore azzurro della superficie.

Il tronco, visto da questa angolazione, avvalora l'ipotesi che la vecchia carie abbia una responsabilità in quello che è accaduto, ma non mi spingo oltre.

Certo che un destino beffardo si è accanito sull'edicola sottostante il Ficus magnolioides  gigante, se pensiamo che il titolare dell'edicola era stato nominato e premiato nel 2020 dal Comune di Cagliari come custode dell'albero!

Adesso, per uscire dalla tristezza di questa situazione, vi porto a visitare  altri due enormi esemplari di Ficus, in ottime condizioni di salute.


Ecco uno dei due fratelli che vivono, relativamente "liberi" da impedimenti, nella piazza Sorcinelli, parcheggio di fronte alla Regione, in viale Trento/Trieste; li avevo già presentati in passato (post 4/4/13), e sono i re di questo grande spazio, almeno nei giorni festivi. Nei giorni feriali le regine sono le auto, ammassate in maniera disordinata dappertutto.

Dicevamo che i due giganti vivono relativamente liberi da impedimenti, nel senso che, almeno in parte, finora hanno vinto loro la guerra contro cordoli e cemento che hanno tentato di imbrigliarli, come dimostrano le foto sottostanti.



Ecco le radici colonnari dell'esemplare a centro piazza: fanno finta di correre all'interno degli argini ma, quando decidono di "esondare", lo fanno alla grande.  
E il fratello, che risulta accostato verso viale Trento, dimostra l'assunto, dato che l'esondazione è già avvenuta, ed il marciapiede è stato spaccato.

Insomma,  questa situazione ci mostra che la lotta continua fra Ficus magnolioides e noi umani per il possesso degli spazi non ha mai fine; purtroppo talvolta questa lotta ha risvolti tragici, come nel caso di piazza Ingrao.


martedì 16 maggio 2023

Un simbolo verde cittadino che crolla

E' stato un colpo al cuore, lo confesso, apprendere che uno dei simboli arborei che meglio caratterizzano la nostra città, il Ficus magnolioides sopra l'edicola di piazza Ingrao, ha perso una delle sue enormi braccia nella notte di domenica scorsa, distruggendo la storica edicola sottostante.

Ecco una fotografia, tratta da Facebook, che rappresenta in maniera efficace quanto accaduto: l'enorme branca sinistra dello splendido tronco a vela, con i suoi contrafforti di sostegno, crollata sopra l'edicola.

Al centro del tronco si nota una profonda frattura cariata, che potrebbe essere una concausa di quanto accaduto.

Stamattina intorno al grande ammalato lavoravano i Vigili del Fuoco che, dopo aver ridotto in grandi pezzi il ramo crollato, procedevano a liberare l'edicola distrutta; sono andato a rendermi conto da vicino, e vi offro un piccolo resoconto fotografico.



Questa foto, ripresa dal viale Regina Margherita, mette in evidenza la perdita di simmetria del grande tronco, che a circa due metri di altezza si apre nelle branche principali. Ricordo che l'impianto di questo albero, insieme al fratello nella stessa piazza ed a quelli di piazza Matteotti,  pluritrattati nel blog, risale alla fine del 1800.





Qui vediamo i rimasugli dell'edicola distrutta ed un primo piano della sezione del moncherino; si nota bene una parte cariata, ma la gran parte della sezione sembra perfettamente sana.




Infine questa foto in campo lungo, un po' ruffiana perché non mostra il danno e la asimmetria che invece appare evidente se guardiamo l'albero dalla Darsena, ci consola un poco,  mostrando che una buona parte dell'albero è rimasta in piedi.

Detto questo, è d'uopo qualche considerazione di carattere generale. Sappiamo, fin dalla nostra prima conoscenza dei Ficus, ed in particolare dei Ficus  magnolioides (post del 3/11/10, e tanti altri in seguito), che questi alberi hanno sviluppato grandi capacità di sostegno statico, correlate alla "voracità" espansiva: radici tabulari di notevole sezione, che emergono dal terreno e camminano per molti metri in tutte le direzioni, e radici colonnari, che sostengono le branche via via che queste si sviluppano in lunghezza. 

Un esempio di grande evidenza di queste radici di "rafforzamento" è rappresentato dall'enorme esemplare dell'Orto Botanico di Palermo (post del 8/7/18), ma abbiamo anche esempi nostrani, nel nostro Orto Botanico, in piazza Matteotti, negli esemplari di fronte al palazzo della Regione in viale Trento, nel parco di Bonaria ed altri ancora. Potete fare una ricerca nel blog per approfondire l'argomento e vedere tante foto.

Ebbene, il nostro esemplare ferito non ha potuto mettere, costretto dall'asfalto e dai rivestimenti del terreno, né radici tabulari, né radici colonnari, che comunque gli sarebbero state tagliate. 

La conseguenza minima di questo stato di cose, che peraltro è comune a tanti esemplari cittadini di questa specie, è che i tecnici, per restituire l'equilibrio al nostro campione, dovranno effettuare potature significative sui lati sani, sperando che questo basti per assicurare ancora decenni di onorata carriera a questo simbolo verde cagliaritano.      

 

venerdì 12 maggio 2023

I Cedri ferraresi

 Oggi facciamo un salto fuori Sardegna, e vi porto nella bella città emiliana di Ferrara, nella quale sono stato alcune settimane fa.

Una città veramente piacevole da visitare, a misura d'uomo, con il suo centro rinascimentale realizzato dal casato degli Este, ed importanti monumenti sia medioevali che attribuibili appunto al periodo estense, fra i quali l'omonimo Castello ed il Palazzo dei Diamanti.

Ma naturalmente, dato il carattere del nostro blog, vi parlerò di alberi, ed in particolare dei meravigliosi Cedri del Libano, Cedrus Libani, che troneggiano vicino all'ingresso del parco Massari, giardino pubblico di circa 4 ettari.

 

Ecco il primo grandioso esemplare, con le tipiche enormi branche ad estensione sub-orizzontale che caratterizzano questi alberi, e che costringono ad antiestetici ma necessari tralicci per il sostegno, come si vede in fotografia. Questo campione arboreo risale probabilmente alla metà del 1800.



E questo è il secondo esemplare, in una foto che cerca di inquadrarlo nella sua dimensione d'insieme. Anche questo è sorretto da tutori, ma per fortuna meno impattanti di quelli del fratello.

Comunque due alberi meravigliosi, che si accompagnano con altri alberi di pregio, Tassi, Farnie, ed addirittura un raro esemplare di Liquidambar orientalis, con le bellissime foglie lobate simili a quelle di alcuni Aceri.

Ricordo che i Cedri sono alberi molto rari a Cagliari, ed i Cedri del Libano sono rarissimi, per l'ingombro e per il nostro clima (post 23/5/12); in Sardegna troviamo un certo numero di esemplari, soprattutto in quota.  L'esemplare più famoso, e forse più anziano, vive nel parco di Laconi.

Tornando a Ferrara, è una città che merita sicuramente una visita, ricordando di ritagliarne una porzione per il parco Massari ed i suoi Cedri.


domenica 7 maggio 2023

E, a proposito di Erythrina caffra ......

Nel post precedente ho presentato, nell'ambito di una passeggiata in via De Gioannis e delle sue bellezze fiorite, una fotografia della grande Eritrina. Peccato che i fiori di questo esemplare vengano prodotti tutti in alto, e per questo non siano pienamente godibili.

Allora oggi ripariamo con un altro esemplare, che pure conosciamo da tanti anni  (post 26/10/11): una delle Eritrine del parco di Monte Claro, nel mentre diventata un grande albero.


Eccola qui a sinistra, con la sua ampia chioma ancora picchiettata di fiori rossi; non è un'albero slanciato, ma questo consente di godere meglio dei fiori.
 

E lì vicino vive un altro esemplare, più piccolo e meno fiorito, del quale mi piace presentarvi una peculiarità, che vedete nella foto seguente.


E  la peculiarità è: c'è l'etichetta con il nome!

Non importa che l'etichetta sia stata messa per presentare le persone che la hanno donata al parco, non importa che la specie non sia crista-galli ma caffra: è comunque un bel segnale, uno stimolo, che mi fa piacere segnalare.



E chiudiamo in bellezza, sempre nel parco di Monte Claro, con una siepe di Callistemon citrinus, dai bellissimi ed abbondantissimi fiori rossi.

In conclusione, girando in primavera per parchi è proprio difficile non trovare qualche bella fioritura (e non solo) da ammirare; approfittiamone, prima che venga troppo caldo!


 

sabato 29 aprile 2023

Una strada qualsiasi, se non fosse che......

 Parliamo di  via De Gioannis, traversa di via Dante che conduce verso piazzetta Mascia. Una strada nota tutt'al più per una famosa palestra. o per la scuola media, o più recentemente per i campi di padel; insomma conosciuta dai cagliaritani come una strada qualsiasi, non certo per il verde.

Invece nel blog l'abbiamo fatta conoscere ed apprezzare proprio per il verde, a cominciare dal rinnovato giardino dell'ex Istituto Biochimico Sardo (post del 28/9/15), per proseguire poi con il bellissimo e grande esemplare di Erythrina caffra  (post 31/3/11), e da ultimo con i giovani esemplari di Bauhinia variegata  (post del 20/5/19).

Bene, proprio adesso voglio consolidare questa conoscenza, perché questi giorni primaverili sono i migliori per godere della fioritura degli alberi citati; e lo facciamo attraverso alcune fotografie.




Voglio cominciare però dalla pianta più umile della strada, infestante e poco amata, il Ricinus communis (post del 1/1/20, fra gli altri), che spicca ricadendo da un muro lungo la strada, mostrando i suoi splendidi ricci.




 

Ed ecco le fronde fiorite dell'Erythrina caffra; gli innumerevoli fiori, purtroppo presenti solo nei rami più alti, sono continuamente rinnovati, e per terra si è formato già un affascinante tappeto rosso.




Ed infine ecco una delle due coppiette  di Bauhinie variegate, a fiori bianchi e rosa, oramai adulte rispetto alle giovinette del post citato.

In definitiva, via De Gioannis è una strada che merita una passeggiata per godere delle sue bellezze verdi e delle loro fioriture; però bisogna affrettarsi, queste fioriture durano poco!




 


giovedì 27 aprile 2023

Poche siepi di Photinia a Cagliari

 Gli stimoli per il post odierno vengono, così come quelli del post precedente, dal Veneto; in quel caso dalle campagne, in questo dai paesi e dalle città.

Premesso che in Veneto, così come nelle altre regioni del nord Italia, il clima è abbastanza diverso dal nostro, e consente alla primavera di svilupparsi e durare molto più a lungo che da noi, ho avuto la fortuna di ammirare appunto la piena esplosione della primavera veneta e, fra gli altri, del cespuglio di cui parliamo.

Infatti nei paesi e nelle città venete non c'è quasi villetta, condominio, giardino privato e pubblico, che non sia recintato o abbellito con siepi di Photinia fraseri red robin. E poiché questo arbusto in primavera getta in abbondanza nuove foglie, belle e di un gradevolissimo colore rosso pallido, vi lascio immaginare lo spettacolo.

Allora, avendo scoperto ed apprezzato, in "terra straniera" questo arbusto da siepe, ma che anche come pianta singola fa la sua bella figura, ho provato a cercarlo a Cagliari, per potervelo presentare.

Ed alla fine lo ho trovato, anche se non è stato facile: una bella siepe in vaschette, ripresa qui a fianco, si trova nel giardino di un condominio di recente realizzazione in via Rossini, nel quartiere di San Benedetto.

Il giardino è aperto al pubblico, anche se è stato 
realizzato con la costruzione del retrostante palazzo, ed è finora ben tenuto, oltre ad essere di bella ideazione.




Tornando alle Photinie, guardate l'eleganza delle giovani foglie, e la bellezza dei corimbi di fiorellini bianchi!

Allora, se è vero come sembra che questi arbusti sono molto robusti ed abbastanza rustici, come mai nella nostra città sono così poco presenti?

Se non ci sono problemi di adattamento al clima, ed i vivaisti li forniscono. che cosa impedisce la loro diffusione?

Non ho risposta alle domande precedenti, e posso solo augurarmi che le Photinie vengano maggiormente apprezzate ed utilizzate.

 


venerdì 21 aprile 2023

La meraviglia dei campi di Colza in fiore

Le piante coltivate per uso alimentare ci portano fuori contesto rispetto agli obiettivi del blog, quindi non dovrei parlarne, anche perché è un argomento a me praticamente sconosciuto; però non ho saputo resistere, di fronte alla bellezza dei campi di Colza, Brassica napus, in fiore.

Guardate questa immagine, ripresa qualche anno fa in Germania, ai margini della Foresta Nera; un giallo brillante, che attira lo sguardo, lo trattiene e lo affascina.

Sembra quasi che queste distese brillino di luce propria, e siano loro ad illuminare gli spazi intorno, creando sfumature diverse di colore a seconda dell'ora del giorno e dell'angolazione dello sguardo.

Mi sono ricordato di queste fotografie quando, alcuni giorni fa, sono stato nelle campagne venete, nella zona della laguna di Venezia, ed ho potuto ammirare molte di queste coltivazioni in piena fioritura: una delle molte bellezze di quei luoghi, e non l'ultima per fascino.

Non so se in Sardegna siano presenti coltivazioni di Colza, ma temo di no, ed è un vero peccato, perché una fotografia non rende la bellezza di una visione diretta, e non vi posso indicare un luogo facilmente raggiungibile per andare a godere lo spettacolo.

Per darvi due elementi in più di conoscenza, posso dire che la Colza, che appartiene alla famiglia delle Brassicacee (quella del cavolo, del ravanello, della rucola, per intenderci), è una  coltura antichissima, ed è utilizzata come foraggio per gli animali in sostituzione della Soia, ma viene utilizzata anche come olio vegetale alimentare e come combustibile nel biodiesel.

Insomma una piantina interessante per gli svariati usi per i quali è utilizzata, ma per quanto ci riguarda interessante soprattutto per la bellezza, quando si presenta come tappeto di migliaia e migliaia di esemplari fioriti, fra i mesi di aprile e giugno.   



domenica 9 aprile 2023

Le uova di Pasqua della Cycas revoluta

E' una pianta che il blog ha frequentato molto, la Cycas revoluta, dal 2010 fino ad oggi. Un fossile vivente, pianta di grande interesse che a Cagliari si trova molto bene, della quale vi ho presentato anche gli aspetti riproduttivi, e le differenze fra lo strobilo dei maschi ed i semi delle femmine.

Una presentazione che ha impegnato diversi post, ai quali vi rimando per non ripetermi; l'obiettivo odierno è solo quello di utilizzare questa pianta per fare gli auguri di Buona Pasqua a tutti i lettori.



E lo  faccio utilizzando questo bouquet di piccole uova di Pasqua color arancio, bouquet costituito  dai semi prodotti dalla Cycas femmina che vive nella piazzetta Mafalda di Savoia, in Castello.

E questo esemplare è proprio lo stesso che avevo utilizzato, qualche anno fa (post 24/11/17), per imbastire una storiellina matrimoniale fra due Cycas.   

 


giovedì 6 aprile 2023

Approfittiamone adesso!

Sappiamo come vanno le cose qui da noi, in particolare nelle campagne vicino al mare del sud Sardegna: arriva la primavera, esplodono le fioriture, i terreni si colorano, soprattutto di bianco e giallo, ma anche di rosa e azzurro; poi, dopo un tempo sempre troppo breve per godere appieno di questa bellezza, arriva l'estate. Altre bellezze, ma non più queste.


E allora, come dice il titolo, approfittiamone adesso, per andare a passeggiare in campagna; non c'è ancora caldo (anzi questi giorni fa ancora un poco di freddo), ed è facilissimo incontrare, per esempio, i grappoli di campanelle dell'Erica arborea.

Infiorescenze a grappolo, con innumerevoli piccoli orci o lampioncini, che sembrano guardarci per farsi ammirare; un vero spettacolo della Natura.

Ricordo che questa pianta ha proprietà officinali, è pianta mellifera, possiede un legno pregiato (il ciocco) per la produzione di pipe ed altri oggetti di alto artigianato (post del 1/3/21). 

Insomma, l'Erica fiorita mi sembra un buon rappresentante della schiera di piante fiorite che ci devono invogliare alle passeggiate nel verde, tanto più durante le uscite pasquali!   

venerdì 31 marzo 2023

I giganti dell'ospedale SS. Trinità

 Parliamo di alberi, naturalmente, alberi giganti che si trovano all'interno dell'ospedale SS. Trinità. 

Appena entrati da via Is Mirrionis in questa grande struttura, si accede ad una piazza interna, dalla quale si raggiungono i fabbricati dei vari reparti. La piazza accoglie molti alberi di vecchio impianto, risalente probabilmente alla prima metà del secolo scorso; i giganti di cui parliamo sono due esemplari di Ficus magnolioides (o macrophilla), specie arborea ben conosciuta dai lettori del blog, ed albero caratteristico della nostra città (piazza Matteotti, la Darsena, piazza Trento, Orto Botanico, Giardini Pubblici, il parco di Bonaria ....).


Eccone uno, che espande la sua enorme chioma per centinaia di metri quadrati, pur non avendo avuto bisogno di estroflettere le tipiche radici tabulari (p.es. post del 12/4/18, per piazza Matteotti) per sorreggere l'enorme chioma; in compenso sta procedendo a dotarsi di radici colonnari/aeree, come si vede dalla foto sottostante.


Le radici aeree sono una produzione tipica di questi alberi e di altri della medesima famiglia dei Ficus, che se ne servono per migliorare il sistema di alimentazione e sostegno delle branche, via via che queste si allungano. 

Le radici hanno inizialmente un assetto filiforme, sono scure e flessibili; allungandosi, si raggruppano e si intrecciano, diventando legnose e costituendo, alla fine, veri e propri tronchi complementari.

Un esempio eccezionale di quello che può diventare un vecchio Ficus magnolioides , se lasciato libero di esprimersi liberamente, lo abbiamo all'Orto Botanico di Palermo, dove vive un esemplare vecchissimo (anno 1850 circa), che ha sviluppato per sostenersi addirittura una ottantina di colonne! 
Vi rimando per avere una idea ad alcune foto che avevo pubblicato nel 2018 (post del 8/7/18); uno spettacolo della Natura. Noi dobbiamo accontentarci dei lavori in corso, per produrre le colonne, da parte dell'esemplare nostrano, lavori che sono comunque di grande fascino.

L'altro grande esemplare, sempre nella stessa piazza, non ha stranamente sviluppato radici aeree, ma si è dotato in compenso di radici tabulari. Se poi volete vedere un altro gigante, oggi capitozzato ma già in piena ripresa vegetativa, potete avvicinarvi sulla sinistra al reparto di anestesia e rianimazione, dove vive una grande Fitolacca dioica, altro albero di nostra vecchia conoscenza.

Purtroppo gli spazi verdi degli ospedali non sono ben curati, come abbiamo avuto modo di notare per diverse strutture visitate negli anni (Binaghi, Brotzu, Businco...); però i vecchi alberi spesso resistono anche all'incuria, e meritano comunque di essere visitati ed apprezzati dagli amanti del verde.  
 



giovedì 23 marzo 2023

Arcobaleno recintato

 E' una contraddizione in termini, il titolo di oggi; quando mai è possibile immaginare un arcobaleno recintato?! 

Invece noi cagliaritani ci siamo riusciti: abbiamo recintato l'arcobaleno, e, come si vede dalla fotografia a fianco, nemmeno con una recinzione leggiadra, di basso impatto visivo; è stata utilizzata una recinzione di tipo industriale, alta e che impegna tutto il perimetro della piazza.

Sì, perché parliamo di una piazza del quartiere Mulinu Becciu, fra via Carpaccio e via del Beato Angelico, denominata dal 2016 Circu de Soli, bellissimo nome sardo che significa appunto arcobaleno.

Rimando chi volesse rinfrescarsi la memoria ai tanti post che ho dedicato a questa piazza, a partire appunto dalla sua inaugurazione del 2016 (post 8/3/16), e seguendola poi negli anni, nel bene (quantità e qualità degli alberi inseriti) e nel male (mancanza di manutenzione, per quanto riguarda nomi degli alberi e loro posizione).

Non conosco le cause che hanno determinato la scelta di recintare questo luogo, lasciandolo aperto solo nelle ore diurne, ma le posso immaginare: vandalismo, frequentazioni notturne indesiderate, lamentele degli abitanti di zona, schiamazzi di persone alterate.....

Tutte cose valide, ma mi chiedo: non poteva bastare, in prima istanza, un sistema di telecamere? E comunque, se le motivazioni sono tali da giustificare l'intervento, che considerazioni dobbiamo trarre sulla civiltà di una minoranza di cagliaritani, che costringono la città a difendersi con le recinzioni? 

E non stiamo parlando di una piazza qualsiasi, ma di un concentrato di essenze arboree rare, che non meritavano l'effetto repulsivo che una recinzione comunque esercita, per il solo fatto di esserci, anche durante le ore di apertura.

In conclusione: se alla mancanza dei cartelli indicatori ed esplicativi delle essenze presenti, inseriti nel 2016 e lasciati poi decadere nell'incuria (come da post del 2019, 2020, 2022), aggiungiamo l'effetto repulsivo della recinzione, come possiamo pretendere di stimolare i cagliaritani verso la maggiore conoscenza ed il rispetto degli alberi? Come possiamo proporre la nostra città come capitale del verde europea?




Intanto, per fortuna, la piazza Circu de Soli comincia a mostrare varietà e colori delle fioriture arboree ed arbustive; e allora, superiamo le repulsioni ed andiamo a godere di queste fioriture. 
Oggi il Mandorlo, ripreso nella foto a destra: domani la Paulownia, il Liriodendro, la Bauhinia, l'Eritrina, la Catalpa, i Pruni  e tanti altri ancora, sempre che non decidano lo sciopero della fioritura contro la recinzione!


giovedì 16 marzo 2023

Oggi ci siamo, domani chissà; la serie delle sparizioni continua

 Ho rispolverato questo titolo, che ho utilizzato tante volte nel blog per una lunga serie di sparizioni di alberi, per segnalarne un'altra, per me particolarmente dolorosa: quella dell'unico esemplare cittadino di Sakura giapponese, il Prunus serrulata della parte bassa di Monte Urpinu.

Rimando chi non ricordasse questo alberello e la sua splendida fioritura ai post che la hanno eternata (post del 19/9/1226/4/14,   30/4/15); purtroppo a Cagliari non ci rimane altro, anche se sarei felice di essere smentito dalla segnalazione di altre presenze. 

Non mi ero accorto di questa sparizione, non ho elementi per dire se l'alberello fosse malato o meno; spero solo che la sua eliminazione sia stata la necessaria, unica scelta possibile.

E allora, per offrirci una piccola consolazione e non chiudere il post senza una foto, andiamo a trovare i cugini del Sakura, che in piazzetta Mascia incominciano a fiorire.


Parliamo del Prunus cerasifera Pissardii, che con diversi esemplari adorna la piazza e la rende in questo periodo particolarmente piacevole.

Il Mirabolano, questo il nome comune del Pruno in questione, ci offre il suo fiorellino delicato, e le prime foglie rosse che spuntano; certo il fiore non è ricco e durevole come quello del Sakura, ma lo spettacolo è comunque assicurato. 

      

sabato 11 marzo 2023

Che belle le Succiose fiorite!

Sì, il nome è plebeo, e forse anche un poco volgare,  per un blog che sponsorizza l'utilizzo  del nome scientifico delle piante, ma ha una presa immediata, almeno per i cagliaritani "doc". 

Se avessi proposto questa erbetta di stagione con il titolo "Che belle le Oxalis- pes caprae fiorite!", credo che l'eco delle pernacchie mi sarebbe arrivato fino a casa!

Comunque li si voglia chiamare, con i nomi già citati o con il nome italiano di Acetosella, o ancora con il nome elegante e beneaugurante di Erba di Mandela, proposto dal grande Siro Vannelli (post del 25/3/11), questi fiorellini sono una meraviglia che illumina il bordo stradale, i prati incolti, i giardini, le grondaie, insomma qualsiasi luogo dove possano attecchire i loro bulbi e dare luogo prima agli steli succosi e dal sapore acidulo poi all'esplosione dei fiorellini imbutiformi.

Ma la caratteristica più interessante è il colore giallo brillante, intenso, vivace, quasi fosforescente, che attira e trattiene lo sguardo: veramente uno spettacolo da apprezzare.  
 

lunedì 6 marzo 2023

Giovani e profumate aromatiche, vecchi e contorti tronchi

Sono tornato in visita all'Orto dei Cappuccini, e devo dire che il suo fascino rimane inalterato nel tempo e nelle stagioni. Un luogo particolare, non tanto per le piante di cui è dotato (che pure presentano molti aspetti interessanti, a cominciare dall'età di molte di esse), ma per il fondale e le quinte fra i quali è inserito, che costituiscono una attrazione irresistibile (post del 4/6/16).

Un luogo di serenità e  meditazione, magari piacevolmente inframezzata dai bambini che corrono inseguendosi e giocando a nascondino (senza telefonino!).

Nella visita odierna non ho mancato di notare un paio di peculiarità, che vi propongo per immagini.



Ecco le giovani e profumate piante aromatiche, dette anche officinali perché da queste un tempo si ottenevano, in "officium" e cioè in farmacia, molte medicine alternative.  Peraltro, la produzione di piante officinali era proprio l'obiettivo che aveva dato origine alla nascita di questo luogo, all'inizio del '600!

Abbiamo qui sopra una lunga siepe di Rosmarino, mentre a destra due dei molti cespugli di Lavanda fanno da spalliera ad un panchina. Sia il Rosmarino che la Lavanda cominciano a fiorire, come peraltro i loro cugini selvatici, ed a spandere tutto attorno il loro profumo.

Sull'altro fronte, per così dire, abbiamo i vecchi tronchi di Ficus carica, che si trovano nella parte alta del parco. Sono ancora in pieno riposo vegetativo, ma questo non li rende insignificanti, come dimostrano le due immagini che vi presento.



Vecchi e contorti tronchi, li ho definiti nel titolo, ma comunque ricchi di fascino con le loro buffe protuberanze; ammirandoli ci si ritrova ad immaginare quali vicissitudini abbiano vissuto, nel corso dei decenni, per acquisire siffatte conformazioni.
Ma non crediate che questo tronco impastato dal tempo, e quelli dei due fratelli sullo sfondo, non siano più in grado di produrre foglie e frutti ed una bella chioma, a suo tempo; basta tornare ad apprezzarli a giugno, per rendersene conto! 

venerdì 24 febbraio 2023

I figli pigri, fra le braccia possenti di mamma Euphorbia

Oggi vi presento una simpatica situazione che si può presentare nel ciclo riproduttivo di una grande succulenta a portamento arboreo, la Euphorbia candelabrum. 

Parliamo di una pianta che difficilmente passa inosservata, sia per le dimensioni ragguardevoli che raggiunge con il nostro clima, sia per l'aspetto caratteristico che ha dato origine al suo nome scientifico.


Ecco l'esemplare oggetto della nostra attenzione, situato nel giardino di un condominio che prospetta su via Leoncavallo, non lontano dai binari del metrotram.

E' un esemplare che il nostro blog già conosce (post del 3/3/16,  del 30/4/16,  del 16/7/20) del quale ho presentato fiori e frutti, ed in particolare la strana modalità di esplosione dei frutti, quando è il momento di spargere i semi al fine di riprodurre la specie, nel mese di luglio.

Come vi avevo raccontato nel post di luglio, quando è il momento i fruttini esplodono, lanciando i semi il più lontano possibile per avere maggiori possibilità di perpetuare la specie.

E in questo processo può succedere la simpatica situazione di cui vi ho parlato all'inizio, e che ha dato origine al titolo: vediamo la foto qui sotto.



Può succedere che, come le famose ciambelle, non tutti i lanci dei semi siano corretti, ed a volte i semi cadano dritti senza spostarsi dalla verticale: in questi casi la nuova piantina, se il seme trova un poco di terra nello spazio da dove si dipartono le possenti branche della mamma, decida di mettere a frutto la sua pigrizia, e di crescere lì.

Ed eccola che occhieggia dal suo comodo nido, nel quale sembra trovarsi molto bene, tanto che ha già prodotto alcune foglioline. 

In realtà questa simpatica storiella che ho raccontato non avrà un buon fine, e la nuova piantina non sopravviverà a lungo alla  mancanza di cibo, a meno che non venga trapiantata in piena terra, chissà; resta però che anche questa è una storia molto interessante offerta dalla Natura. 


lunedì 20 febbraio 2023

La giusta eliminazione delle vecchie Robinie di via Cagna

Ho parlato, abbastanza di recente (post del 9/1/23), della prevista eliminazione di alcune vecchie Robinie, Robinia pseudoacacia, alla fine di via Cagna; in quella sede condividevo nella sostanza l'esigenza della eliminazione, criticando però il "burocratese" utilizzato per l'annuncio da parte del Comune, che parlava di messa in sicurezza.   

Al di là della critica sulla terminologia, che resta oggi pienamente valida e che nasconde la volontà di pararsi le spalle da critiche (peraltro giustificate in molte occasioni), devo dire che l'eliminazione in questione è stata in questo caso giustificata dallo stato delle piante interessate.

Questa è infatti la ceppaia di uno degli esemplari eliminati, probabilmente lo stesso che avevo fotografato a gennaio completamente piegato da un lato.

Come si vede una profonda carie era arrivata ad interessare la base del tronco, probabilmente provenendo dalla parte più alta: infatti queste situazioni patologiche nascono spesso dalla rottura di rami, ma anche da capitozzature o potature comunque mal effettuate. Queste condizioni, se non curate, consentono la penetrazione dei funghi che si nutrono del tessuto legnoso, portando al decadimento ed alla morte dell'albero, che ad un certo punto può cedere di schianto.   

Quindi non si può certo escludere che in molti casi il decadimento sia causato da interventi umani; bisogna peraltro considerare che le leguminose in generale (Acacia, Tipuana, Bauhinia, Ginestra, Albizzia.....) non sono piante particolarmente resistenti né molto longeve.


Possiamo però considerare che sono stati eliminati solo gli esemplari in condizioni più critiche, mentre gli altri sono stati mantenuti in vita, come si vede dalla foto a destra. Quindi è stato usato un criterio di scelta, forse anche consentito dagli strumenti sofisticati oggi in uso; non sono certo che, fino a qualche anno fa, non si sarebbe proceduto ad una eliminazione indiscriminata di tutto il filare di questi vecchi e gloriosi alberi.

Non resta che augurarci che gli esemplari che rimangono siano ancora in grado di rallegrarci con la loro bellissima fioritura primaverile (vedi p.es. post del 10/4/17)!  


 

martedì 14 febbraio 2023

L'enorme Nolina mangiafumo del Banco

 Diciamo subito che è un esemplare rarissimo per la nostra città, l'albero di cui trattiamo oggi, e che per vederne di simili o anche molto più grandi bisognerebbe andare in Messico, sua zona di origine.

Parliamo della Nolina (oggi Beaucarnea) recurvata che vive nel giardinetto del Banco di Sardegna, combattendo orgogliosamente per conquistare spazio, luce e sole, con le alte Palme che la circondano.

Eccola a sinistra; forse meriterebbe più spazio, per la sua rarità e bellezza, ma è anche piacevole scoprirla contornata dalle Palme.

Abbiamo parlato diverse volte di questa Nolina, a partire dal 2011 (post 17/1/11), ma anche di altri, pochi, esemplari all'aperto, dall'Orto Botanico a via Verdi fino all'esemplare fiorito di via Sanna Randaccio (post del 1/11/21)    

Come molte altre piante, con il nostro clima subtropicale, la Nolina sa vivere bene sia all'aperto che al chiuso, dove fa la sua bella figura con le foglie mollemente ricadenti, il grosso piede d'elefante, una buona robustezza e la fama di essere una "mangiafumo".

Questa fama, oltre che essere oramai quasi inutile per i salotti attuali, pare che sia anche usurpata, e derivante invece dalla capacità di resistere al fuoco, e riprendersi dal fuoco, riscontrata negli esemplari delle campagne  messicane.

Tornando al nostro campione, come si nota dalla fotografia sta già esponendo, in cima, pannocchie ramificate che daranno luogo ad una delle fioriture annuali. 

Nella fotina a destra notiamo invece il piede d'elefante, utilizzato dalla pianta come riserva d'acqua, e che risulta tanto più evidente e piacevole, come dicevamo, nelle piante d'appartamento.

Insomma la nostra enorme Nolina meriterebbe un maggiore riconoscimento, per esempio una scheda di presentazione in loco (vecchia richiesta!) l'inserimento in un elenco degli alberi peculiari della nostra città, le opportune indicazioni turistiche per il suo godimento, soprattutto da parte dei turisti del nord Italia ed Europa che la conoscono solo come piccola pianta d'appartamento.

Utopia? Probabilmente, ma io non smetto di insistere. 


 

lunedì 6 febbraio 2023

La Palma grattacielo di piazza Ravot

Siamo in pieno centro città, nonostante la stranezza del nome; infatti questa piazza altro non è che il bello slargo alberato con il quale termina il viale Regina Margherita sfociando in piazza Costituzione, e credo che per la gran parte dei cagliaritani sia tuttora nota come piazza Costituzione.

Comunque un luogo molto gradevole, ed anche ben dotato di alberi, dal vecchio Ficus elastica "originale" ai diversi Ficus retusa, già presentati nel blog (post del 5/9/19).  

Oggi vi presento un altro albero di questo slargo, molto bello anche se poco notabile data l'altezza della sua chioma, a meno che non ci si trovi piacevolmente seduti, magari gustando qualcosa  da bere o da mangiare in uno dei locali della zona.

Ed eccolo qui il nostro albero: una Washingtonia robusta, che rende onore al nomignolo che le avevo attribuito di Palma grattacielo (post del 21/2/17), svettando verso il cielo a prendersi più luce possibile.

Questo esemplare si presenta fra l'altro molto "pulito", senza residui di vecchie foglie ed in ottima salute, per resistere al meglio, con l'elasticità del suo fusto, ai nostri venti impetuosi.

Ricordo che un poco più su, all'inizio del Viale Regina Elena, si trova un esemplare ancora più alto (post del 20/1/18), ed altri ancora ne abbiamo incontrato in città, da Buoncammino al parco di via San Lucifero.

Insomma la Washingtonia robusta è una pianta ben piazzata nel novero delle piante da ammirare, incontrandola negli spostamenti/passeggiate urbane; bisogna solo ricordarsi di distogliere lo sguardo dal cellulare, ogni tanto!
      


sabato 28 gennaio 2023

Il grande Pino, ed un destino segnato

 Non amo fare previsioni, soprattutto quando sono negative; ma per il Pino di cui vi parlo oggi temo che un destino infausto sia segnato.

Eccolo qui a sinistra: un bellissimo e grande esemplare, addirittura enorme per i canoni nostrani, di Pino domestico, Pinus pinea.  

Questo Pino vive con la sua mole all'interno di uno spazio condominiale di via Dublino, nella zona alta di Genneruxi, dove le strade sono strette e si aprono ogni tanto in piazzette che fungono da collegamento fra le varie vie. 

Come si vede dalla foto la chioma del Pino supera abbondantemente la carreggiata di via Dublino, oltre che impegnare per diversi metri l'interno degli spazi condominiali.

La vicinanza alla strada, che per fortuna tiene abbastanza distanti le sue radici dalle fondazioni della palazzina, non protegge però il piano stradale, che risulta fortemente sollevato dalle radici medesime.

D'altra parte, si sa, il Pino non si fa scrupoli quando deve fare spazio alle sue possenti radici; lo avevamo già segnalato in un post alle origini del blog (post del 10/12/10) e ripreso poi successivamente per l'impianto di via Verdi (post del 9/5/13), che infatti è stato successivamente eliminato.

Insomma, con queste premesse e con gli effetti che si vedono anche nella fotina a destra, temo di essere facile profeta nel ribadire, con rammarico, che il suo destino pare segnato.

Sarebbe bello ipotizzare che, con apposito accordo fra i privati del condominio ed il  Comune, si potesse trovare una soluzione che salvasse l'albero in questione e l'asfalto della strada, ma qui entriamo nel campo dell'utopia.
 
 

domenica 22 gennaio 2023

Il Capelvenere in città

 Il Capelvenere, Adiantum capillus-veneris, è una piantina abbastanza conosciuta ma che certamente è poco frequente incontrare, a meno che non la si vada a cercare nel suo habitat naturale, cioè le grotte umide ed ombrose, le pareti calcaree dove sgorgano cascate, i pozzi.

Vengono in mente, per esempio, Sadali e la sua cascata di San Valentino, o la cascata Sa Stiddiosa di Seulo, per citare due luoghi meravigliosi e piuttosto noti ai sardi e non solo; a Cagliari è possibile che il Capelvenere sia presente, anche se non sono certo, nella affascinante grotta Gennari dell'Orto Botanico, insieme ad altre Felci.

E invece, con la complicità di Paolo che ringrazio, vi presento oggi un gruppo di piantine cresciute, in maniera naturale, su una parete di Castello.

Ci troviamo in via Genovesi, sicuramente una via che non è molto illuminata dal sole; qui, su una parete certamente umida con retrostante terrapieno, il Capelvenere ha trovato modo di vivere e moltiplicarsi.

Immagino che la pioggia di questi giorni abbia ulteriormente rinvigorito queste piantine che, anche se segnano inevitabilmente il degrado della zona, mantengono il loro fascino dal punto di vista dell'appassionato del verde.

Il Capelvenere ha la peculiarità che l'acqua non aderisce alle foglie (nome greco adiantos = non bagnato), mentre i capelli di Venere fanno riferimento all'aspetto ricadente e delicato delle foglioline, ma anche ai rametti neri, lucidi e sottili che le sostengono.

Il Capelvenere ha avuto in passato un utilizzo medico significativo, con infusi  e decotti, e legami anche con credenze magiche; sicuramente il decotto veniva utilizzato per il cuoio capelluto, antiforfora e sgrassante per i capelli, in linea con il nome e la bellezza evocata.

Insomma una piantina interessante oltre che bella, di cui a destra possiamo ammirare un particolare, sempre sulla parete di via Genovesi.

Credo che le piantine siano anche coltivabili in vaso, anche se sono molto esigenti e difficilmente si adattano al clima di un appartamento. 

Comunque, per chi non ha modo di fare un salto negli splendidi luoghi citati all'inizio del post, una passeggiata in Castello resta una bella soluzione per godere della vista del Capelvenere! 


 

domenica 15 gennaio 2023

Il Ficus combina guai

 

Eccolo qui, il Ficus in questione: un enorme Ficus retusa, vecchio di molti decenni, che troneggia all'ingresso del Dipartimento di scienze biomediche dell'Università, in via Porcell.

E non è il solo a fare compagnia e sorvegliare questo bellissimo e grande palazzo, affacciandosi su una delle strade più affascinanti della nostra bella città: infatti dall'altra parte del palazzo, quasi all'inizio della strada, ci sono altri quattro esemplari, anch'essi di ragguardevoli dimensioni .

Ebbene il nostro esemplare, facendo il suo mestiere e cioè vivendo, ha fatto quello che questi alberi sanno fare molto bene, cioè ha irrobustito le sue radici per sostenere al meglio la grande chioma.


Ed ecco a destra il risultato, con un possente innervamento nel terreno ed addirittura radici colonnari di ulteriore sostegno.

E qui ha cominciato a combinare guai perché essendo, come si vede dalla foto, vicino al muro perimetrale della proprietà del Dipartimento, le radici hanno provveduto a spaccare il muro medesimo, creando un pericolo sul fronte strada.

La strada è stata chiusa al traffico, è stato realizzato un sostegno provvisorio per il muro, ed è cominciato il palleggio sulle competenze fra Comune ed Università, per chi debba procedere, ed in che tempi, alla "messa in sicurezza" (si veda al riguardo quanto detto al post precedente).


In questa foto si vede una delle spaccature del muro antistante il 
Ficus, nonché le transenne ed il sostegno provvisorio.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza, io auspico fortemente che i Ficus di via Porcell vengano salvati, e non facciano la stessa fine di alcuni Pini d'Aleppo che ornavano questa via, e che sono stati eliminati.

Il Ficus retusa, albero molto comune a Cagliari, non è un albero che debba sempre essere salvato; quando ci sono le condizioni, e fatte tutte le opportune valutazioni, il sacrificio di qualche esemplare può essere accettato (p.es. in viale Trieste, o in viale Merello....); ma non per questi esemplari, che accompagnano la storia di questa strada e la nobiltà delle sue costruzioni e dei grandi cagliaritani che ci hanno lavorato.

I muri possono essere sistemati ed irrobustiti, il percorso delle radici può essere guidato ed impedito perché non crei ulteriori guai; ma prego chiunque debba prendere le decisioni sul da farsi di partire dal presupposto di salvare i Ficus di via Porcell!  

 

lunedì 9 gennaio 2023

La "messa in sicurezza" delle Robinie di via Cagna

La Robinia pseudoacacia è un albero che ha avuto una significativa presenza nella nostra città, anche per la sua capacità di riprodursi e colonizzare terreni sterrati ed incolti. Oggi, con il procedere dell'urbanizzazione, lo si incontra molto meno, mentre è piuttosto comune in campagna. E' una leguminosa, della quale abbiamo parlato più volte a partire dagli albori del blog (post del 14/12/10) e successivamente, soprattutto con riferimento alla sua bella fioritura primaverile (p.es. post del 26/4/15  e del 10/4/17). 

Abbiamo altresì parlato di esemplari anziani e non molto ben messi, come quelli di via Cammino Nuovo e quelli di via Cagna, quasi all'incrocio con via Is Guadazzonis.

E di questi ultimi parliamo oggi: ecco in foto un esemplare, che mostra la sua attuale fragilità. Già si vede dal tronco che è molto anziano, è piegato su un fianco e probabilmente il suo legno sta marcendo all'interno.

Per questo non mi sono meravigliato quando ho letto nel sito ufficiale del comune di Cagliari che 4 esemplari di Robinia in via Cagna saranno eliminati, in quanto la loro "propensione al cedimento" crea pericolo per la pubblica incolumità.

Tutto bene, dunque? E no, dato che l'annuncio non parla di eliminazione, ma di "messa in sicurezza". Allora, poiché la messa in sicurezza non è certo sinonimo di eliminazione, ma anzi di azione costruttiva e correttiva tesa ad eliminare il pericolo, per esempio con tutori di sostegno, perché usare questa impropria terminologia?

Non sarà che la "messa in sicurezza", locuzione ormai usatissima nel burocratese, serva come addolcimento del termine netto di eliminazione, che potrebbe provocare qualche protesta di cittadini amanti del verde?

Allora io formulo un invito agli amministratori del verde pubblico: siate chiari. Se una pianta è da abbattere, da eliminare, da estirpare, da tagliare ........, usate il termine giusto, e siate pronti all'occorrenza a dimostrare la necessità inoppugnabile della azione drastica; non nascondetevi dietro terminologie fumose ed improprie!    
  

domenica 1 gennaio 2023

Il Giardino degli Ulivi

Un nome che oscilla fra richiami biblici (il Getsemani) e reminiscenze Checoviane (il Giardino dei Ciliegi) è quello che mi è venuto in mente per il bel sito che vi presento oggi, che si trova all'ingresso del paese di Settimo San Pietro, Comune della città metropolitana di Cagliari.

Il nome di questo luogo è in realtà Parco Terra de sa Cresia, che fa riferimento alla chiesa di San Pietro Apostolo, sfondo dei suoi spazi.


Effettivamente la presenza della chiesa e del suo campanile, che si staglia davanti al terso cielo azzurro decembrino, forniscono un bel valore aggiunto ai prati di questo giardino comunale ed ai bellissimi vecchi Ulivi che sono, per noi amanti del verde, l'elemento caratterizzante. 


Questi alberi non brillano certo per la chioma folta o per la simmetria dei rami, ma per la lunga storia che si portano appresso, con i danni del tempo e di potature scriteriate ai quali hanno tenacemente resistito; i tronchi, con le loro fessure, gibbosità e strane forme assunte nei decenni ci raccontano la loro vita.

Una scelta felice degli amministratori ha tolto questi Ulivi dallo stato di vecchi residui arborei abbandonati, e magari da estirpare, e li ha recuperati alla loro bellezza intrinseca: un posto piacevole dove passeggiare e meditare.