Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

mercoledì 8 dicembre 2010

Risposta a un quesito

Mercedes mi manda la fotografia di un bell'albero ripreso nel viale di Marina Piccola, e mi chiede se si tratti di Pepe Rosa o Pibiri Burdu. La pianta, che vediamo sulla destra, è uno Schinus Molle,
o Falso Pepe o Pibiri Burdu (vedi post del 29 novembre). In realtà anche il nome Pepe Rosa è usato spesso come sinonimo, dato anche il colore dei frutti, come documentato dal particolare della foto sotto.
Questo nome può però indurre in errore, poichè lo Schinus, o appunto Pepe Rosa, non ha niente a che vedere con la pianta del Pepe; quest'ultima è un arbusto che appartiene ad un'altra famiglia, dal quale si ricavano il pepe bianco, verde, nero a seconda del trattamento al quale viene sottoposta la bacca.

Il fatto che il frutto dello Schinus assomigli molto al pepe, che sia edule e che spesso venisse usato (o venga ancora usato, come si legge su certe ricette in Internet) come succedaneo del pepe, può aumentare la possibilità di confusione; perciò è meglio non chiamare lo Schinus con il nome Pepe Rosa ma semmai, più nettamente, Pibiri Burdu, che rende bene l'idea.

Invece lo Schinus Molle appartiene alla stessa famiglia, pensate un po', del nostro comune Lentisco, Pistacia Lentiscus, cioè alla famiglia delle Anacardiaceae.
E se pensiamo al frutto del Lentisco, per aspetto e per colore, forse riconosciamo anche la somiglianza. Fra l'altro mi sembra di aver letto che in tempi bui, nei paesi dell'interno Sardegna, questi frutti venivano mangiati, o comunque lavorati per renderli edibili. Se qualche lettore sa qualcosa al riguardo, sarò felice di pubblicarla.
Ringrazio Mercedes  per le foto e perchè mi ha consentito di riprendere a parlare di questa bella pianta; le raccomando, visto che lei frequenta la zona di Marina Piccola, di ammirare la Fitolacca Dioica (vedi post del 31 ottobre) che si erge solitaria e rallegra la triste spianata/parcheggio estivo dedicato ai frequentatori delle spiagge del Poetto.