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martedì 15 settembre 2020

Le ragioni del sì e del no (...all'abbattimento dei Pini)

 Ho creduto di dover precisare, con l'inserimento fra parentesi nel titolo, che qui non parliamo del referendum di domenica prossima, argomento gettonatissimo in questi giorni sui giornali e sui social media.

Parliamo invece dell'abbattimento o meno dei Pini d'Aleppo di viale Buoncammino e delle strade limitrofe, in particolare del sottostante e parallelo viale Giussani.

Però, a pensarci, i due argomenti hanno un importante punto in comune: in ambedue i casi, se mettiamo da parte i pregiudizi e l'appartenenza ad una fazione politica, ci sono ragioni del sì e del no altrettanto valide.

E allora? Io vedo solo due strade: o si prende posizione appoggiandosi alla fazione di appartenenza, o, con maggiore fatica e spirito di autonomia, si esaminano le ragioni e si decide.

Usciamo allora dal parallelo politico, che potrebbe condurci chissà dove, e parliamo dei Pini d'Aleppo.

Un Pino così, per esempio, non ha senso salvarlo, ammesso che sia tecnicamente possibile.

Ha sicuramente perso molte radici, ha sollevato l'asfalto ed il terreno sottostante, è opportuno eliminarlo. Qui siamo nella terrazza finale del viale Buoncammino verso piazza D'Armi, che oggi si chiama piazza Marongiu Pernis.


Qui siamo invece in viale Giussani, dove è stato effettuato il grosso dell'intervento di eliminazione dei vecchi Pini; attualmente il lavoro è fermo per l'intervento della Sovrintendenza.

Anche questo intervento ha valide ragioni per il sì all'abbattimento, dati gli spazi praticamente inesistenti nei quali erano confinati gli alberi, per non dire degli spazi  pedonali, oltre alla vecchiaia ed alle probabili malattie.


Tutt'altro discorso occorre fare per il viale Buoncammino, forse la passeggiata più bella e cara ai cagliaritani da varie generazioni: qui le ragioni del no, a cominciare dall'attaccamento dei cagliaritani, devono assolutamente avere il loro peso, a costo di esaminare puntigliosamente, albero per albero, che cosa si può fare per salvarlo.

Forse bisognerà allargare le singole aiuole, sollevare la sede stradale, sostenere i tronchi piegati, insomma mettere in atto tutte le azioni opportune per salvare la maggiore quantità possibile di questi Pini. 

Sarà un percorso lungo ed anche costoso, ma questo è uno dei casi nei quali la politica deve assumersi la responsabilità di certe scelte, senza basarsi esclusivamente sul parere dei tecnici, ed astenendosi dall'usarlo come paravento o motivo di urgenza che non ammette il confronto fra le ragioni del sì e del no. 

Avevo già accennato a questo problema nei  precedenti post dedicati ai lavori del viale Buoncammino  (post del 16/2/15  e del 19/10/15), dove paventavo la perdita di diversi esemplari: ebbene, temo che ci sarà, ma in questa passeggiata dovrà essere ragionata pianta per pianta.

Infine, anche per stemperare la tensione di queste scelte, concludo con una proposta provocatoria.
 
Vi ricordate il "Pino coricato" (post del 19/10/15), di cui vedete una immagine a destra?  Invece che destinarlo a sicura ed immediata eliminazione, come viene immediato pensare, perché non lo si lascia vivere trasformandolo in un gioco per i bambini, magari nell'ambito di un più vasto percorso ludico formativo, potendo questo Pino offrire anche una bella chioma, viva, a portata di occhi, mani e fantasia di bambino?

Si potrebbe fare con poca spesa ed un poco di immaginazione, e consentirebbe anche di superare l'attuale utilizzo dell'albero come deposito di panni stesi e di rifiuti vari da parte delle persone attualmente accampate in questi spazi ed in quelli degli adiacenti attrezzi ginnici.
Certo, è una provocazione, però, a volte .....