L'Ontano, Alnus glutinosa, è un albero piuttosto comune nelle nostre campagne, e si distingue bene, soprattutto in quota, perché segue il corso dei ruscelli in filari compatti, fino a caratterizzarne il percorso, sia in quota che a fondo valle.
Guardate per esempio questa foto, ed il serpente di Ontani lungo un compluvio, dove ruscellano le acque piovane e di scioglimento della neve; qui ci troviamo sul Gennargentu, vicino al passo di Tascusì, e la foto è relativa alla nevicata di fine dell'anno scorso (post del 4/1/15).
Ma gli Ontani che vi voglio presentare oggi sono molto più vicini, nel tempo e nello spazio; si trovano infatti a Monte Cresia, bellissima zona dei Sette Fratelli in comune di Sinnai, e li ho fotografati domenica scorsa.
Eccoli qui a destra, ancora in pieno "assetto" invernale, che si preparano alla ripresa con le radici immerse nel ruscelletto, nell'acqua resa impetuosa dalle ultime piogge copiose.
Come si vede la loro voglia di umido li porta ad una tale vicinanza con il corso dell'acqua che spesso, in occasione di alluvioni e conseguenti piene, finiscono estirpati, in tutto o in parte. Non è raro infatti vedere esemplari sospesi sull'acqua che gli scorre sotto, trattenuti dalle sole radici più profonde e da quelle più lontane dall'acqua.
La predilezione per i corsi d'acqua consente il facile riconoscimento dell'Ontano anche d'inverno, quando l'albero è spoglio; ma anche se si trova lontano da un corso d'acqua, per esempio perché sfrutta sorgenti sotterranee presenti in zona, il riconoscimento è facilitato dalla persistenza delle sue "pignette" durante tutto l'anno, spesso accompagnate anche da vecchie infiorescenze, come si può notare dalla foto a sinistra.
E' con l'aiuto di questi indizi che avevo riconosciuto il bellissimo esemplare aritzese, peraltro già fogliato, di cui vi ho parlato alcuni anni fa (post del 12/6/12).
Post in evidenza
Gioiellini all'Orto Botanico
Abbiamo detto più volte che uno dei pregi delle piante è che, essendo vive, cambiano aspetto, consentendoci di scoprire qualcosa di nuovo og...
martedì 31 marzo 2015
Ultimo scampolo invernale per gli Ontani
sabato 28 marzo 2015
L'Alloro fiorito
Mi sono accorto di dovere un risarcimento all'Alloro, Laurus nobilis, che avevo trattato piuttosto male nel blog (post del 19/1/12), considerandolo un arbusto triste, poco adatto alle bordure e spesso annerito dalla cocciniglia: insomma apprezzato ed utile quasi solo per i noti usi gastronomici.
Non è così, per lo meno non in questo periodo di fioritura; ho visto in città, dove si trovano spesso arbusti singoli nel verde privato, bellissimi ed orgogliosi esemplari carichi di fiorellini gialli, riuniti in caratteristiche ombrelle.
Per esempio, a sinistra vediamo un esemplare che vegeta in una villetta di via Scarlatti, traversa di via Palestrina; picchiettato dai fiori, con la sua chioma densa e cespugliosa, ha certamente un aspetto gradevole.
Nella foto sotto, un dettaglio di gruppi di fiorellini, dove si notano anche le foglie lunghe e coriacee con i bordi ondulati, pronte ad emanare, se stropicciate, il caratteristico ed intenso profumo.
Non dobbiamo poi dimenticare, nella valutazione estetica di questo arbusto, la bella bacca nera e lucida che si svilupperà in autunno.
Insomma un arbusto/alberello che può essere piuttosto bello, se ha i suoi spazi di libertà, un buon terreno e le giuste cure in caso di attacco da parte di parassiti.
Non è così, per lo meno non in questo periodo di fioritura; ho visto in città, dove si trovano spesso arbusti singoli nel verde privato, bellissimi ed orgogliosi esemplari carichi di fiorellini gialli, riuniti in caratteristiche ombrelle.
Per esempio, a sinistra vediamo un esemplare che vegeta in una villetta di via Scarlatti, traversa di via Palestrina; picchiettato dai fiori, con la sua chioma densa e cespugliosa, ha certamente un aspetto gradevole.
Nella foto sotto, un dettaglio di gruppi di fiorellini, dove si notano anche le foglie lunghe e coriacee con i bordi ondulati, pronte ad emanare, se stropicciate, il caratteristico ed intenso profumo.
Non dobbiamo poi dimenticare, nella valutazione estetica di questo arbusto, la bella bacca nera e lucida che si svilupperà in autunno.
Insomma un arbusto/alberello che può essere piuttosto bello, se ha i suoi spazi di libertà, un buon terreno e le giuste cure in caso di attacco da parte di parassiti.
martedì 24 marzo 2015
Il prato di Terramaini, e non solo
Sono andato ad effettuare una delle mie ricognizioni periodiche per parchi, in particolare a Terramaini; nella situazione di coda invernale che stiamo vivendo, con grande abbondanza di piogge, la cosa che più mi ha colpito è stata la bellezza dei suoi prati, che voglio condividere con voi.
Un bel verde vivace, omogeneo e brillante, per queste distese di prato, sia per la pioggia che certamente anche per la cura dei giardinieri: una bella premessa per i mesi caldi, nei quali saranno ancora più godibili.
E, a proposito di mesi caldi e della necessità di ombra, molti alberi di questo parco hanno ormai raggiunto dimensioni utili per offrire riparo.
Si possono citare, come si nota anche nelle foto, Schinus molle e Schinus terebintifolius, Ceratonia siliqua, Ficus rubiginosa per non dire del Ficus elastica ed altri (post 11/1/11 e del 31/8/13); insomma il servizio offerto è ormai completo, sia per chi ama il sole che l'ombra.
Le fioriture sono in ritardo, ma naturalmente qualcosa c'è già; oggi vi offro la cascata di fiorellini bianchi profumati di questa Ginestra, precisamente una Genista monosperma (post del 6/2/11).
Un bel verde vivace, omogeneo e brillante, per queste distese di prato, sia per la pioggia che certamente anche per la cura dei giardinieri: una bella premessa per i mesi caldi, nei quali saranno ancora più godibili.
E, a proposito di mesi caldi e della necessità di ombra, molti alberi di questo parco hanno ormai raggiunto dimensioni utili per offrire riparo.
Si possono citare, come si nota anche nelle foto, Schinus molle e Schinus terebintifolius, Ceratonia siliqua, Ficus rubiginosa per non dire del Ficus elastica ed altri (post 11/1/11 e del 31/8/13); insomma il servizio offerto è ormai completo, sia per chi ama il sole che l'ombra.
Le fioriture sono in ritardo, ma naturalmente qualcosa c'è già; oggi vi offro la cascata di fiorellini bianchi profumati di questa Ginestra, precisamente una Genista monosperma (post del 6/2/11).
venerdì 20 marzo 2015
La splendida fioritura di piazza Maxia
Chiedo scusa se mi ripeto, ma di fronte ad uno spettacolo come quello dei Mirabolani in fiore di piazza Maxia non so resistere, e ve li ripresento.
Eccoli qui, in leggero ritardo rispetto all'anno scorso (post del 5/3/14), ma puntuali nell'offrire il loro grande fascino.
Questi Pruni, Prunus cerasifera Pissardii, hanno fornito e forniscono un grosso contributo alla pacificazione, per quanto possibile, fra quei tanti cittadini che non hanno apprezzato il rifacimento della piazza e l'amministrazione comunale.
La bellezza è indiscutibile, in più sono cresciuti e si ammirano anche dalle strade che contornano la piazza, riducendo così l'effetto fossato.
La delicatezza del fiore sbocciato, la tenerezza dei boccioli rosa carico, le foglioline ed i rami rosso ruggine, tutto partecipa in questo momento alla bellezza di questi alberelli; speriamo che i giardinieri comunali continuino a seguirli come hanno fatto finora, dato che sono alberi piuttosto delicati, per conservarli sani a lungo.
Vale proprio la pena di andare a guardarli, e vi ricordo anche l'altro esemplare, benché isolato, a Genneruxi, semaforo di via Stoccolma.
Noto invece, purtroppo, che il giardino verticale, raro esempio cagliaritano di realizzazione di questo tipo, sorto con le migliori intenzioni, continua a presentare segni di degrado, come avevo già segnalato l'anno scorso; ci sono ampie superfici nude ed anzi, peggio ancora, che mostrano i contenitori in iuta con i residui delle piantine morte. Non è un bel vedere, e bisognerebbe porre rimedio in fretta.
Eccoli qui, in leggero ritardo rispetto all'anno scorso (post del 5/3/14), ma puntuali nell'offrire il loro grande fascino.
Questi Pruni, Prunus cerasifera Pissardii, hanno fornito e forniscono un grosso contributo alla pacificazione, per quanto possibile, fra quei tanti cittadini che non hanno apprezzato il rifacimento della piazza e l'amministrazione comunale.
La bellezza è indiscutibile, in più sono cresciuti e si ammirano anche dalle strade che contornano la piazza, riducendo così l'effetto fossato.
La delicatezza del fiore sbocciato, la tenerezza dei boccioli rosa carico, le foglioline ed i rami rosso ruggine, tutto partecipa in questo momento alla bellezza di questi alberelli; speriamo che i giardinieri comunali continuino a seguirli come hanno fatto finora, dato che sono alberi piuttosto delicati, per conservarli sani a lungo.
Vale proprio la pena di andare a guardarli, e vi ricordo anche l'altro esemplare, benché isolato, a Genneruxi, semaforo di via Stoccolma.
Noto invece, purtroppo, che il giardino verticale, raro esempio cagliaritano di realizzazione di questo tipo, sorto con le migliori intenzioni, continua a presentare segni di degrado, come avevo già segnalato l'anno scorso; ci sono ampie superfici nude ed anzi, peggio ancora, che mostrano i contenitori in iuta con i residui delle piantine morte. Non è un bel vedere, e bisognerebbe porre rimedio in fretta.
domenica 15 marzo 2015
La Principessa si prepara alla ripresa
Certo il blog non farà il pieno di pubblico, pubblicando foto come questa: il mondo dei social network trabocca di fiori, colori, gemme che si aprono alla primavera, ed io me ne esco con un vecchio tronco spennacchiato?
E' vero, e mi scuso, ma questo tronco non è un tronco qualsiasi: intanto appartiene ad una principessa russa (Anna Paulowna), questa Paulownia tomentosa di via S.Gilla (post del 20/10/11); poi è probabilmente un esemplare unico a Cagliari; infine, ma non ultimo, si prepara a regalarci una fioritura splendida, fra le più belle che un albero possa offrire.
In realtà, con questa foto voglio solo segnalare che questo albero, dopo vicissitudini legate al vento e ad interventi in emergenza dei Vigili del fuoco (post del 24/11/13), ha subito recentemente una potatura fatta bene, probabilmente a cura degli operai comunali, indice di una attenzione sempre da noi auspicata.
La pianta, oltre ad essere stata messa in sicurezza rispetto a possibili cadute di rami, dovrebbe ora essere nelle condizioni di riprendere a vegetare in maniera adeguata ed offrirci la fioritura di aprile (post del 23/4/12). Faccio però una osservazione: perché non è stata liberata dal soffocante abbraccio dell'Edera? Che cosa costava, dato che già si stava lavorando sul cestello aereo? Peccato, speriamo che l'infestante non prenda il sopravvento sulla ospitante, impedendole la auspicata ripresa primaverile.
giovedì 12 marzo 2015
Il buffo Pomo di Sodoma
Alzi la mano chi non ha mai notato in campagna l'arbusto selvatico di cui parliamo oggi: è molto comune, ma soprattutto è reso attraente dai pomodorini gialli, che attirano immediatamente lo sguardo.
Si tratta del Pomo di Sodoma, Solanum sodomaeum, detto anche in sardo Pomodoro burdo.
Il nome italiano di questa solanacea rimanda a questioni bibliche, ed alla bacca velenosa che dopo la maturazione diventa nera e si dissolve in cenere, effetto del fuoco sacro che distrusse Sodoma e Gomorra.
Al di là della pesante eredità biblica, il pomodorino giallo di questo arbusto, qui ripreso nelle campagne di Geremeas, ha indubbiamente un aspetto simpatico: lucido, piuttosto grande per lo standard delle nostre bacche, pendulo, attaccato ad un calice spinoso simile a quello dei pomodori.
Resta il fatto che questa bacca, a sinistra sezionata con evidenza della disposizione tipica dei semini, è tossica, per l'elevato contenuto dell'alcaloide solanina; quest'ultimo è peraltro presente in tante solanacee normalmente commestibili, come appunto pomodori, patate, melanzane, peperoni.
Si tratta del Pomo di Sodoma, Solanum sodomaeum, detto anche in sardo Pomodoro burdo.
Il nome italiano di questa solanacea rimanda a questioni bibliche, ed alla bacca velenosa che dopo la maturazione diventa nera e si dissolve in cenere, effetto del fuoco sacro che distrusse Sodoma e Gomorra.
Al di là della pesante eredità biblica, il pomodorino giallo di questo arbusto, qui ripreso nelle campagne di Geremeas, ha indubbiamente un aspetto simpatico: lucido, piuttosto grande per lo standard delle nostre bacche, pendulo, attaccato ad un calice spinoso simile a quello dei pomodori.
Resta il fatto che questa bacca, a sinistra sezionata con evidenza della disposizione tipica dei semini, è tossica, per l'elevato contenuto dell'alcaloide solanina; quest'ultimo è peraltro presente in tante solanacee normalmente commestibili, come appunto pomodori, patate, melanzane, peperoni.
martedì 10 marzo 2015
Euforbia fuori posto, o no?
Resoconto di un immaginario colloquio fra una Euphorbia dendroides, per gli amici Lua, alquanto vanagloriosa, ed un cittadino un po' pedante che la interpella.
Citt.: Che cosa ci fai tu qui, in piena città, all'inizio della salita che dai Giardini Pubblici porta al Castello?
Lua: Ciao, sono qui per farmi ammirare, mentre mi preparo alla fioritura riempiendomi di brattee gialle.
Citt.: Ma il tuo posto è in campagna, a formare macchia mediterranea! Lì sei anche gradevole, con i tuoi colori stagionali cangianti e la vista d'insieme che creano; ma sei comunque invadente, e ci manca solo che venga a colonizzare la città!
Lua.: Se sono bella, come ammetti tu stesso, lasciami stare e vai per la tua strada.
Citt.:Senza contare che sei pericolosa, ed hai sulla coscienza migliaia di morti fra i poveri pesci di fiume, alluati dal tuo lattice.
Lua.: Quei morti non sono sulla mia coscienza, ma semmai di quelli che mi hanno usata per la pesca di frodo; non cercare scuse per mandarmi via, qui non faccio male a nessuno, anzi rallegro la vista dei passanti!
Citt.: Chiacchiera, chiacchiera, tanto fra poco arriva il giardiniere comunale e ti estirpa; e se non lo fa lui, magari ci pensa l'Ailanto, ad ucciderti con i suoi metodi subdoli, così vi eliminate fra di voi e siamo tutti contenti!
Citt.: Che cosa ci fai tu qui, in piena città, all'inizio della salita che dai Giardini Pubblici porta al Castello?
Lua: Ciao, sono qui per farmi ammirare, mentre mi preparo alla fioritura riempiendomi di brattee gialle.
Citt.: Ma il tuo posto è in campagna, a formare macchia mediterranea! Lì sei anche gradevole, con i tuoi colori stagionali cangianti e la vista d'insieme che creano; ma sei comunque invadente, e ci manca solo che venga a colonizzare la città!
Lua.: Se sono bella, come ammetti tu stesso, lasciami stare e vai per la tua strada.
Citt.:Senza contare che sei pericolosa, ed hai sulla coscienza migliaia di morti fra i poveri pesci di fiume, alluati dal tuo lattice.
Lua.: Quei morti non sono sulla mia coscienza, ma semmai di quelli che mi hanno usata per la pesca di frodo; non cercare scuse per mandarmi via, qui non faccio male a nessuno, anzi rallegro la vista dei passanti!
Citt.: Chiacchiera, chiacchiera, tanto fra poco arriva il giardiniere comunale e ti estirpa; e se non lo fa lui, magari ci pensa l'Ailanto, ad ucciderti con i suoi metodi subdoli, così vi eliminate fra di voi e siamo tutti contenti!
domenica 8 marzo 2015
La bellezza degli alberi di un giardino scolastico
I giardini che contornano diverse scuole cittadine ospitano spesso alberi interessanti, se non addirittura speciali, accomunati in questo ad altri spazi pubblici ma chiusi, come gli ospedali o le aree sportive.
I grandi spazi chiusi facilitano la cura e la conservazione del verde, quando magari c'è un guardiano volonteroso che se ne occupa e gli enti preposti, comune o provincia, mettono a disposizione i loro servizi. Aveva ben valutato questi aspetti il grande Siro Vannelli, quando aveva censito, negli anni 80 del secolo scorso, il verde di questi spazi.
Oggi, purtroppo, è tutto cambiato: non ci sono più soldi, non ci sono più guardiani, è diminuita molto l'attenzione verso queste tematiche, o comunque i problemi del verde sono sempre in coda ad altri più importanti; il verde di questi ampi spazi, e quello delle scuole in particolare, è abbandonato a se stesso, e sopravvive stentatamente.
Situazione drammatica dunque, naturalmente con le dovute eccezioni, e una di queste vi presento oggi: la scuola elementare Randaccio di via Venezia, e gli alberi del suo grande giardino che si affaccia su via Venezia e su via Curie.
La dotazione di questa scuola, in quanto ad alberi notevoli, è veramente eccezionale, a cominciare da uno splendido esemplare di Ficus religiosa.
Sappiamo che il Ficus religiosa, albero bello, elegante e sacro per alcuni popoli, è rarissimo a Cagliari, e la sua presenza fa perno sull'esemplare di via S.Lucifero (post del 22/9/14 ed altri). Anche il nostro esemplare scolastico è molto bello e grande, ancorché sia piuttosto giovane (fine anni '70 probabilmente); purtroppo però non è godibile dalla strada.
Sono invece ben visibili anche dalla via Curie alcuni altri campioni del giardino, costituiti da un bel gruppetto di Sterculie bidwillii.
Ci sono diversi esemplari di questa specie, sani e grandi; cugine della più nota diversifolia, queste Sterculie sono abbastanza rare, anche se abbiamo esemplari nella stessa via Curie all'angolo con via Cagna, nella piazzetta S.Domenico, al parco di Monte Claro. A giugno il giardino si illuminerà dei calici rossi di questi alberi fioriti (post 7/6/11), per aggiungere ulteriore valore estetico.
Intanto ci godiamo i follicoli a barchetta marrone, come si vede in quest'altra foto.
Il tutto senza dimenticare la grande bella foglia lobata, un po' somigliante a quella di un Acero; un albero da ammirare.
E poi il contesto, che in questo periodo prevede un prato di "succiose" (post 25/3/11), massima espressione primaverile dei nostri prati liberi, in concorrenza con le margheritine di cui al post precedente.

I grandi spazi chiusi facilitano la cura e la conservazione del verde, quando magari c'è un guardiano volonteroso che se ne occupa e gli enti preposti, comune o provincia, mettono a disposizione i loro servizi. Aveva ben valutato questi aspetti il grande Siro Vannelli, quando aveva censito, negli anni 80 del secolo scorso, il verde di questi spazi.
Oggi, purtroppo, è tutto cambiato: non ci sono più soldi, non ci sono più guardiani, è diminuita molto l'attenzione verso queste tematiche, o comunque i problemi del verde sono sempre in coda ad altri più importanti; il verde di questi ampi spazi, e quello delle scuole in particolare, è abbandonato a se stesso, e sopravvive stentatamente.
Situazione drammatica dunque, naturalmente con le dovute eccezioni, e una di queste vi presento oggi: la scuola elementare Randaccio di via Venezia, e gli alberi del suo grande giardino che si affaccia su via Venezia e su via Curie.
La dotazione di questa scuola, in quanto ad alberi notevoli, è veramente eccezionale, a cominciare da uno splendido esemplare di Ficus religiosa.
Sappiamo che il Ficus religiosa, albero bello, elegante e sacro per alcuni popoli, è rarissimo a Cagliari, e la sua presenza fa perno sull'esemplare di via S.Lucifero (post del 22/9/14 ed altri). Anche il nostro esemplare scolastico è molto bello e grande, ancorché sia piuttosto giovane (fine anni '70 probabilmente); purtroppo però non è godibile dalla strada.
Sono invece ben visibili anche dalla via Curie alcuni altri campioni del giardino, costituiti da un bel gruppetto di Sterculie bidwillii.
Ci sono diversi esemplari di questa specie, sani e grandi; cugine della più nota diversifolia, queste Sterculie sono abbastanza rare, anche se abbiamo esemplari nella stessa via Curie all'angolo con via Cagna, nella piazzetta S.Domenico, al parco di Monte Claro. A giugno il giardino si illuminerà dei calici rossi di questi alberi fioriti (post 7/6/11), per aggiungere ulteriore valore estetico.
Intanto ci godiamo i follicoli a barchetta marrone, come si vede in quest'altra foto.
Il tutto senza dimenticare la grande bella foglia lobata, un po' somigliante a quella di un Acero; un albero da ammirare.
E poi il contesto, che in questo periodo prevede un prato di "succiose" (post 25/3/11), massima espressione primaverile dei nostri prati liberi, in concorrenza con le margheritine di cui al post precedente.
E non è finita qui; il giardino della Randaccio ci offre una bella giovane Araucaria excelsa, fogliame fitto e compatto, ed un Cedrus deodara; eccoli qui sotto. Ed ancora ci sono diverse altre essenze.

Cosa altro dire? Spero che il corpo docente di questo Istituto comprensivo (oggi si chiama così, con questo nome buffo), sia comprensivo dell'esigenza degli alunni, e non solo loro!, di vivere nel verde, imparando a rispettarlo ed amarlo. E' una fortuna, quella di avere tanti begli alberi "a pie' d'opera" che va sfruttata appieno, anche invitando gli alunni di scuole meno fortunate.
E noi adulti, che non possiamo frequentare questo giardino, ricordiamoci di goderlo dall'esterno, quando transitiamo in via Curie o in via Venezia.
mercoledì 4 marzo 2015
Piccole, umili, belle Margherite
Ogni anno, in questo periodo, inizia da noi il risveglio primaverile, ed è giusto festeggiarlo; lo abbiamo fatto utilizzando varie piante negli anni scorsi, dal Mirabolano al Perastro, dall'Olmo all'Erba di Mandela.
Quest'anno diamo l'onore di annunciare la primavera ad un fiore che è forse il più umile, il più comune, il più maltrattato: la Margheritina di campo. Sono rimasto infatti colpito dalla bellezza di un campo di questi fiorellini, di un bianco candido, che spiccano sul verde dell'erbetta facendo valere l'impatto visivo costituito dal loro numero: ripeto, una cosa umile ma non banale.
Voglio azzardare anche una ipotesi di riconoscimento, anche se so che è cosa estremamente ardua, da specialisti.
La cosa certa è che questi fiorellini appartengono alla famiglia delle Asteraceae; la cosa incerta è che potrebbe trattarsi di Camomilla precoce, una fra le tante Margherite a petali bianchi.
In contrasto con il suo stato di fiorellino umile e calpestato questa erbacea ha una struttura molto complessa, con la parte gialla centrale, il capolino, che è una infiorescenza costituita da due tipi di fiori: quelli interni sono tubulosi, tanti, piccolissimi e senza petali; quelli esterni sono ligulati, ovvero dotati delle linguette che costituiscono i petali, uno per ogni fiore. Quindi ogni petalo di Margherita fa capo ad un fiore, l'avreste mai detto? Una struttura molto complessa, dicevamo, il cui scopo principale è comunque quello di dare visibilità al capolino, a fini riproduttivi.
Quest'anno diamo l'onore di annunciare la primavera ad un fiore che è forse il più umile, il più comune, il più maltrattato: la Margheritina di campo. Sono rimasto infatti colpito dalla bellezza di un campo di questi fiorellini, di un bianco candido, che spiccano sul verde dell'erbetta facendo valere l'impatto visivo costituito dal loro numero: ripeto, una cosa umile ma non banale.
Voglio azzardare anche una ipotesi di riconoscimento, anche se so che è cosa estremamente ardua, da specialisti.
La cosa certa è che questi fiorellini appartengono alla famiglia delle Asteraceae; la cosa incerta è che potrebbe trattarsi di Camomilla precoce, una fra le tante Margherite a petali bianchi.
In contrasto con il suo stato di fiorellino umile e calpestato questa erbacea ha una struttura molto complessa, con la parte gialla centrale, il capolino, che è una infiorescenza costituita da due tipi di fiori: quelli interni sono tubulosi, tanti, piccolissimi e senza petali; quelli esterni sono ligulati, ovvero dotati delle linguette che costituiscono i petali, uno per ogni fiore. Quindi ogni petalo di Margherita fa capo ad un fiore, l'avreste mai detto? Una struttura molto complessa, dicevamo, il cui scopo principale è comunque quello di dare visibilità al capolino, a fini riproduttivi.
sabato 28 febbraio 2015
Un arbusto strano, con un frutto stranissimo
Ho voluto essere chiaro fin dal titolo, per presentarvi l'arbusto del quale parliamo oggi. Si tratta di una Banksia, per la quale non sono certo neppure del nome della specie, forse robur.
E per arrivare a dare un nome a questo arbusto, dal momento in cui mi ha incuriosito la sua presenza nel piazzale della cittadella universitaria di Monserrato, sono dovuto ricorrere a Gianfranco, specialista in alberi esotici, che ringrazio.
E' un arbusto strano questa Banksia, dicevamo, con una infiorescenza a spiga contenente una miriade di fiorellini gialli, colore comune ai fiori di quasi tutte le specie di questa famiglia; si intravede nella foto a sinistra sia una infiorescenza ancora fresca, sia l'asse residuo di una infiorescenza seccata, legnoso.
Dobbiamo naturalmente tenere conto, nel valutare l'aspetto trasandato che ci offre in queste foto, che siamo in febbraio, e che la pianta soffre l'inverno; dovremo fare una rivalutazione in primavera ed estate, per un giudizio compiuto.
Dunque strana l'infiorescenza, ma ancora più strano il frutto, che possiamo apprezzare qui a destra. E' costituito da una serie di follicoli legnosi bivalve, simili a cozze (adesso aperti, avendo già rilasciato i semi), incastrati sull'asse della spiga floreale.
Ogni follicolo contiene, all'interno delle valve, uno o due piccoli semi alati.
Questi frutti sono chiamati, anche se impropriamente, coni, e sono una caratteristica saliente di tutte le specie di Banksia.
L'origine di questi arbusti è australiana, dove sono endemici e comunissimi in certe regioni di questo straordinario continente, sia come pianta spontanea che coltivata, in parchi e giardini.
Infine una curiosità: i grandi "coni" delle varie specie di Banksia, che presentano al taglio colore e venature esteticamente molto validi, sono usati in ebanisteria e per la produzione di oggetti ornamentali.
E per arrivare a dare un nome a questo arbusto, dal momento in cui mi ha incuriosito la sua presenza nel piazzale della cittadella universitaria di Monserrato, sono dovuto ricorrere a Gianfranco, specialista in alberi esotici, che ringrazio.
E' un arbusto strano questa Banksia, dicevamo, con una infiorescenza a spiga contenente una miriade di fiorellini gialli, colore comune ai fiori di quasi tutte le specie di questa famiglia; si intravede nella foto a sinistra sia una infiorescenza ancora fresca, sia l'asse residuo di una infiorescenza seccata, legnoso.
Dobbiamo naturalmente tenere conto, nel valutare l'aspetto trasandato che ci offre in queste foto, che siamo in febbraio, e che la pianta soffre l'inverno; dovremo fare una rivalutazione in primavera ed estate, per un giudizio compiuto.
Dunque strana l'infiorescenza, ma ancora più strano il frutto, che possiamo apprezzare qui a destra. E' costituito da una serie di follicoli legnosi bivalve, simili a cozze (adesso aperti, avendo già rilasciato i semi), incastrati sull'asse della spiga floreale.
Ogni follicolo contiene, all'interno delle valve, uno o due piccoli semi alati.
Questi frutti sono chiamati, anche se impropriamente, coni, e sono una caratteristica saliente di tutte le specie di Banksia.
L'origine di questi arbusti è australiana, dove sono endemici e comunissimi in certe regioni di questo straordinario continente, sia come pianta spontanea che coltivata, in parchi e giardini.
Infine una curiosità: i grandi "coni" delle varie specie di Banksia, che presentano al taglio colore e venature esteticamente molto validi, sono usati in ebanisteria e per la produzione di oggetti ornamentali.
mercoledì 25 febbraio 2015
Gli scheletri con i frutti
L'inverno, e soprattutto la fine dell'inverno, è per noi la vera stagione degli scheletri, cioè degli alberi spogli; il processo che di norma si completa a novembre, a Cagliari aspetta febbraio, ed anzi per qualche albero, per esempio la Jacaranda, non è ancora del tutto compiuto.
Possiamo comunque dire che il freddo persistente, nonché le piogge ed il vento di questi giorni, abbiano dato il tocco finale al processo di denudamento.
Sappiamo anche che molte piante, pure spoglianti, non vengono pulite del tutto dalla stagione e dagli eventi atmosferici, e mantengono appesi i frutti fino alla foliazione successiva; alcune, bisogna dirlo, in questa stagione sono proprio brutte, come per esempio il Siliquastro, La Robinia, l'Ailanto.
Naturalmente, e di questi parliamo oggi, ci sono invece alberi per i quali la persistenza del frutto vecchio aggiunge valore, o perlomeno non ne toglie: vediamone alcuni, già pubblicati nel blog o di nuova scoperta.
A destra una Gleditsia triacanthos (post del 18/8/13) di via Lione, ripresa nei giorni scorsi con ancora qualcuno dei lunghi e pesanti baccelli appeso.
A sinistra invece un Melograno, sempre in via Lione, con le melagrane che, non essendo arrivate a maturazione nell'autunno scorso, non sono cadute spiaccicandosi a terra. Questo albero è proprio quello fotografato per un post di settembre scorso (post del 14/9/14).
Infine, forse il più simpatico, il frutto di una Chorisia Insignis che solitario resiste attaccato in cima al ramo completamente spoglio; sembra quasi una canna da pesca con il piombo pronto per essere calato in acqua!
Possiamo comunque dire che il freddo persistente, nonché le piogge ed il vento di questi giorni, abbiano dato il tocco finale al processo di denudamento.
Sappiamo anche che molte piante, pure spoglianti, non vengono pulite del tutto dalla stagione e dagli eventi atmosferici, e mantengono appesi i frutti fino alla foliazione successiva; alcune, bisogna dirlo, in questa stagione sono proprio brutte, come per esempio il Siliquastro, La Robinia, l'Ailanto.
Naturalmente, e di questi parliamo oggi, ci sono invece alberi per i quali la persistenza del frutto vecchio aggiunge valore, o perlomeno non ne toglie: vediamone alcuni, già pubblicati nel blog o di nuova scoperta.

Ecco una Melia (post del 17/3/11), carica di drupe gialle
A destra una Gleditsia triacanthos (post del 18/8/13) di via Lione, ripresa nei giorni scorsi con ancora qualcuno dei lunghi e pesanti baccelli appeso.
A sinistra invece un Melograno, sempre in via Lione, con le melagrane che, non essendo arrivate a maturazione nell'autunno scorso, non sono cadute spiaccicandosi a terra. Questo albero è proprio quello fotografato per un post di settembre scorso (post del 14/9/14).
Infine, forse il più simpatico, il frutto di una Chorisia Insignis che solitario resiste attaccato in cima al ramo completamente spoglio; sembra quasi una canna da pesca con il piombo pronto per essere calato in acqua!
sabato 21 febbraio 2015
le Schefflere intorno all'uscio
La Schefflera arboricola è una bella pianta d'appartamento che da noi ha la tendenza, come abbiamo più volte osservato, a scappare di casa; infatti ci capita spesso di osservarla all'aperto, in piena terra, piuttosto che al chiuso di un appartamento, in vaso.
Le piante che hanno la tentazione della vita all'aperto, con il clima cagliaritano, sono dunque la Schefflera, arboricola e actinophilla (post del 3/4/11), ma anche la Monstera deliciosa ed i Ficus elastica e beniamina. Un piccolo esercito, ed altre ce ne saranno, di piante che sfidano la vita all'aria aperta e rompono la rigida separazione fra piante d'appartamento e piante da giardino.
Ed eccoci alla storiella di oggi, che riguarda alcuni esemplari di Schefflera arboricola, classici o screziati di bianco, che hanno fatto una scelta intermedia: ve li presento.
Ecco le Schefflere che, assieme ad alcune felci, contribuiscono ad accrescere il fascino del prospetto di questa casa in pietra, che si erge sull'acciottolato lucido di pioggia.
Le nostre piantine si sono chieste: uscire o non uscire? Usciamo, ma poco, è stata la risposta di compromesso: il clima è più freddo di quello cagliaritano, e siamo in quota. Quindi stiamo in vaso, accanto all'uscio, e ci godiamo i vantaggi della vita interna e di quella esterna.
Ma allora, dove si trovano le protagoniste di questa storiellina? A Santu Lussurgiu, provincia di Oristano, nel pieno del bellissimo centro storico di questo paese, classificato Borgo autentico d'Italia e ricco di scorci affascinanti, come appunto quello di cui abbiamo parlato oggi.
Le piante che hanno la tentazione della vita all'aperto, con il clima cagliaritano, sono dunque la Schefflera, arboricola e actinophilla (post del 3/4/11), ma anche la Monstera deliciosa ed i Ficus elastica e beniamina. Un piccolo esercito, ed altre ce ne saranno, di piante che sfidano la vita all'aria aperta e rompono la rigida separazione fra piante d'appartamento e piante da giardino.
Ed eccoci alla storiella di oggi, che riguarda alcuni esemplari di Schefflera arboricola, classici o screziati di bianco, che hanno fatto una scelta intermedia: ve li presento.
Ecco le Schefflere che, assieme ad alcune felci, contribuiscono ad accrescere il fascino del prospetto di questa casa in pietra, che si erge sull'acciottolato lucido di pioggia.
Le nostre piantine si sono chieste: uscire o non uscire? Usciamo, ma poco, è stata la risposta di compromesso: il clima è più freddo di quello cagliaritano, e siamo in quota. Quindi stiamo in vaso, accanto all'uscio, e ci godiamo i vantaggi della vita interna e di quella esterna.
Ma allora, dove si trovano le protagoniste di questa storiellina? A Santu Lussurgiu, provincia di Oristano, nel pieno del bellissimo centro storico di questo paese, classificato Borgo autentico d'Italia e ricco di scorci affascinanti, come appunto quello di cui abbiamo parlato oggi.
giovedì 19 febbraio 2015
Le tre sorelle
Vi presento oggi tre sorelle: naturalmente non si tratta di tre donne, e tanto meno delle protagoniste dell'omonimo dramma Cechoviano, ma di tre Palme. Una foto giustificherà il titolo.
Si tratta di un terzetto di esemplari di Washingtonia filifera, con gli stipiti uniti alla base ma subito differenziati, e che salgono a diversa altezza fino a formare appunto un simpatico terzetto con un buon equilibrio architettonico, molto coreografico.
Ho pensato che potesse trattarsi di un unico albero con tre stipiti, multicaule come si dice con termine tecnico (come per esempio la nostra Palma nana), ma la Washingtonia filifera ha sempre un solo stipite, per cui si tratta proprio di tre sorelle.
Devo dire che sono molto belle, tanto più se pensiamo che si trovano in un luogo non proprio ricco di piante: in pieno centro città, in via Barone Rossi.
Si tratta di un terzetto di esemplari di Washingtonia filifera, con gli stipiti uniti alla base ma subito differenziati, e che salgono a diversa altezza fino a formare appunto un simpatico terzetto con un buon equilibrio architettonico, molto coreografico.
Ho pensato che potesse trattarsi di un unico albero con tre stipiti, multicaule come si dice con termine tecnico (come per esempio la nostra Palma nana), ma la Washingtonia filifera ha sempre un solo stipite, per cui si tratta proprio di tre sorelle.
Devo dire che sono molto belle, tanto più se pensiamo che si trovano in un luogo non proprio ricco di piante: in pieno centro città, in via Barone Rossi.
lunedì 16 febbraio 2015
Viale Buoncammino, lavori in corso
Sono iniziati, credo da un mese o poco più, i lavori di sistemazione del viale Buoncammino. I lavori non dovrebbero essere di grande impatto e, soprattutto, avranno come punto di riferimento le alberature esistenti: questo è il punto più significativo per noi amanti del verde, soprattutto se il verde di cui parliamo è memoria storica dei cagliaritani.
Allora, ecco come si presenta uno degli ambiti di lavorazione, quello per intenderci dove si trova la vecchia Dracaena draco in agguato (post 11/11/14).
Questa è la zona dei Bagolari, che, come vediamo nella foto del cantiere, sono stati ripuliti ma lasciati in posizione, per continuare a svolgere il loro ruolo di ombra e ristoro, soprattutto per le passeggiate estive.
I Bagolari, Celtis australis, sono alberi molto presenti a Cagliari, e ne abbiamo parlato diverse volte, da quelli di viale Regina Margherita al micro boulevard di Genneruxi, all'esemplare enorme di piazza Salento; ma certamente i più conosciuti sono questi, che con le loro "cirixedde" hanno addolcito i nostri padri ragazzini del quartiere Castello.
Quest'altra foto in campo più ampio, ripresa dall'inizio della discesa verso la biblioteca militare, inquadra i Bagolari ma anche la grande Dracena citata e la bella siepe di Pitosforo al confine; speriamo che anche queste piante possano rimanere al loro posto.
Un altro ambito di lavoro, anch'esso già iniziato, riguarda lo slargo subito dopo Porta Cristina, con un intervento sacrosanto sulla scarpata verso via Fiume; questa piazzetta, così incastonata, è assolutamente unica e da preservare.
E' bellissima, sia per la vista che si gode, sia per le piante che ospita, fra cui la Fitolacca dioica sentinella di Castello (post del 31/10/10), un esemplare enorme di Pitosforo ed un maestoso Ficus magnolioides, forse in parte responsabile dei crolli sulla scarpata.
Il terzo ambito di intervento, almeno per quello che ho capito, è forse quello più impegnativo, perché riguarda la lunga passeggiata dirimpetto alle ex-carceri; lì gli operai dovranno vedersela con le radici ed in generale con l'invadenza e la "capricciosità" dei vecchi Pini d'Aleppo. Forse in questo caso avremo qualche perdita fra i tanti esemplari, alcuni molto acciaccati, ma sono convinto che si farà comunque un buon lavoro. Una delle massime bellezze di Cagliari, appunto il viale Buoncammino con le sue piante, merita questo maquillage!
Allora, ecco come si presenta uno degli ambiti di lavorazione, quello per intenderci dove si trova la vecchia Dracaena draco in agguato (post 11/11/14).
Questa è la zona dei Bagolari, che, come vediamo nella foto del cantiere, sono stati ripuliti ma lasciati in posizione, per continuare a svolgere il loro ruolo di ombra e ristoro, soprattutto per le passeggiate estive.
I Bagolari, Celtis australis, sono alberi molto presenti a Cagliari, e ne abbiamo parlato diverse volte, da quelli di viale Regina Margherita al micro boulevard di Genneruxi, all'esemplare enorme di piazza Salento; ma certamente i più conosciuti sono questi, che con le loro "cirixedde" hanno addolcito i nostri padri ragazzini del quartiere Castello.
Quest'altra foto in campo più ampio, ripresa dall'inizio della discesa verso la biblioteca militare, inquadra i Bagolari ma anche la grande Dracena citata e la bella siepe di Pitosforo al confine; speriamo che anche queste piante possano rimanere al loro posto.
Un altro ambito di lavoro, anch'esso già iniziato, riguarda lo slargo subito dopo Porta Cristina, con un intervento sacrosanto sulla scarpata verso via Fiume; questa piazzetta, così incastonata, è assolutamente unica e da preservare.
E' bellissima, sia per la vista che si gode, sia per le piante che ospita, fra cui la Fitolacca dioica sentinella di Castello (post del 31/10/10), un esemplare enorme di Pitosforo ed un maestoso Ficus magnolioides, forse in parte responsabile dei crolli sulla scarpata.
Il terzo ambito di intervento, almeno per quello che ho capito, è forse quello più impegnativo, perché riguarda la lunga passeggiata dirimpetto alle ex-carceri; lì gli operai dovranno vedersela con le radici ed in generale con l'invadenza e la "capricciosità" dei vecchi Pini d'Aleppo. Forse in questo caso avremo qualche perdita fra i tanti esemplari, alcuni molto acciaccati, ma sono convinto che si farà comunque un buon lavoro. Una delle massime bellezze di Cagliari, appunto il viale Buoncammino con le sue piante, merita questo maquillage!
venerdì 13 febbraio 2015
I nostri alberi e la neve, ancora
I primi giorni di gennaio avevo fatto un post dedicato allo spettacoloso rapporto fra gli alberi e la neve, basato sulle nevicate a cavallo di Capodanno, sui monti di Desulo (post del 4/1/15).
All'inizio di questa settimana ci sono state precipitazioni nevose in quantità molto maggiore, e lo spettacolo si è ripetuto; ecco un assaggio, che vi offro con una foto di Dario Secci, presa in prestito fra le tante bellissime presenti nel sito al quale potete accedere cliccando qui.
Due Roverelle, nude in mezzo alla neve, sulla strada sotto il monte d'Iscudu, verso il rifugio.
All'inizio di questa settimana ci sono state precipitazioni nevose in quantità molto maggiore, e lo spettacolo si è ripetuto; ecco un assaggio, che vi offro con una foto di Dario Secci, presa in prestito fra le tante bellissime presenti nel sito al quale potete accedere cliccando qui.
Due Roverelle, nude in mezzo alla neve, sulla strada sotto il monte d'Iscudu, verso il rifugio.
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