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Gioiellini all'Orto Botanico

Abbiamo detto più volte che uno dei pregi delle piante è che, essendo vive, cambiano aspetto, consentendoci di scoprire qualcosa di nuovo og...

venerdì 19 ottobre 2012

L'albero più grande: due nuovi concorrenti

Mi riferisco alla terza categoria di grandi alberi cittadini, come individuata nel post del 5/9/12; quella categoria cioè che comprende, semplificando, gli alberi "notevoli" come dimensioni, che non hanno ambizioni di massima altezza o larghezza, ma che si accontentano di farsi, appunto, notare.

Ecco allora il primo, che si fa sicuramente notare, non fosse altro che per la posizione, aperta e solitaria:



è una Fitolacca dioica, nostra vecchia conoscenza (post del 31/10/10 ed altri successivi) che domina lo sterrato di Marina Piccola.
E' impossibile non notare ed apprezzare questo grande albero, percorrendo il viale Poetto verso il mare, soprattutto in questo periodo che lo sterrato è vuoto; d'estate, quando lo sterrato si riempie di auto di bagnanti, la vista è molto meno gradevole, ma la Fitolacca non se ne cura ed offre generosamente il suo riparo ai più mattinieri fruitori del parcheggio.

Il secondo concorrente di oggi è una Casuarina cunninghamiana che si trova nel piccolo parco a valle della clinica Macciotta di via Porcell. La Casuarina, come abbiamo avuto modo di dire (post del 31/12/10), è un albero di origine australiana molto strano: sembra una conifera ma delle conifere non è nemmeno lontano parente; non ha foglie ne aghi, ma rametti che sembrano piccole canne, ed i rametti terminano con una sorta di codino che ricorda quello di un serpente a sonagli.

Insomma una pianta molto interessante da un punto di vista botanico, quasi sconosciuta in campo nazionale ma abbastanza presente a Cagliari; l'esemplare più grande (in realtà sono due che si fanno concorrenza in altezza) della città si trova appunto nella clinica Macciotta, anche se per ammirarlo bisogna entrare nel "fosso" della ex-clinica Aresu (oggi Facoltà di Lingue e dintorni).

 Ecco a sinistra una vista d'insieme delle grandi  Casuarine accompagnate da uno Schinus molle, ed a destra l'esemplare più grande. Sarà alto una ventina di metri, che per Cagliari è una misura assolutamente ragguardevole.
Faccio notare che il colore giallastro-bruno non è dovuto a secchezza, ma anzi alla fioritura in corso, che rende in questo periodo l'albero "femmina" di aspetto molto diverso dall'albero "maschio", come si nota nella foto a sinistra.

Il fosso della ex clinica Aresu merita una visita, sia per le piante (oltre a quelle citate si fanno notare una grande Robinia ed una Fitolacca seminascosta con un "piede" enorme) che per la suggestione del luogo,  che consente fra l'altro di ammirare da una prospettiva inusuale la sommità di Buoncammino e la torre di S.Pancrazio.

lunedì 15 ottobre 2012

Il Foliage nel Goceano

Abbiamo parlato del Foliage in un precedente post scritto più o meno negli stessi giorni di un anno fa (post del 31/10/11), ma l'argomento era stato già affrontato due anni fa citando la difficile arte di spogliarsi (post del 9/12/10), arte che riconoscevo in quella sede allo splendido giallo dei Ginkgo biloba.

Ambedue i post erano comunque permeati dal rammarico di non avere il clima adatto al pieno godimento di questo spettacolo di colori; anche per questo sono orgoglioso di aver trovato qualcosa anche quest'anno, ancorchè fuori città, e di presentarvela.

Una delle famiglie più interessate al fenomeno è quella degli Aceri; in Sardegna abbiamo come pianta spontanea, ed anche piuttosto rara, solo l'Acero minore, che già dal nome si caratterizza come adatto alle nostre terre, essendo il più piccolo della famiglia. Si chiama anche trilobo, con riferimento alla caratteristica forma della foglia, come si vede nella foto sotto, mentre il nome scientifico è Acer monospessulanum.

In questo periodo, come molti suoi fratelli, l'acero trilobo comincia a cambiare colore, e mentre molte foglie sono ancora verdi come quelle di sinistra, altre sono già diventate rosse, come quelle della foto sotto,    

che come si vede riguardano un arbusto. Non si creda però che, per quanto "minore", questo tipo di Acero non sappia crescere: per rendercene conto basta guardare l'esemplare di sotto.





Questo vecchio esemplare, come gli altri delle foto precedenti, si trova nel Goceano, nelle splendide zone comprese fra Badde Salighes e Foresta Burgos.






Invece proprio a Foresta Burgos, all'interno del centro di allevamento militare di cavalli, si trova il secondo albero oggetto della nostra attenzione odierna per il Foliage, in quanto splendidamente cangiante in giallo vivo.
Parliamo di un filare di Frassini, precisamente Fraxinus ornus, detto anche comunemente Orniello.



Anche in questo caso, come vedete, non tutti gli alberi trascolorano contemporaneamente, e si passa dal tutto giallo al tutto ancora verde, attraverso una gamma di colori intermedi; comunque uno spettacolo meraviglioso.


 
 Per chi volesse approfondire l'argomento, suggerisco questo link

mercoledì 10 ottobre 2012

I fiori bianchi della Chorisia

Lo sapete, non fosse altro che per lo sfondo del blog, che la Chorisia insignis è uno degli alberi che preferisco, ed anche questa volta non ho saputo resistere alla fioritura degli esemplari di via Sabotino/Trincea dei Razzi (post del 26/11/10 ed altri). Pertanto, non pago di avervela segnalata nell' "evidenza", vi voglio presentare due foto di una di quelle piante fiorite.

La scusa, per non sembrare ripetitivo, è che questa volta vi presento l'esemplare dai fiori bianchi, l'unico che io ricordi a Cagliari. Eccolo qui sotto, in tutto il suo splendore.

 

Ed ecco a destra un particolare dei fiori; nella foto si può notare un ulteriore elemento di bellezza, costituito dal bocciolo sferico e lucido, dal quale si prepara ad esplodere il fiore.

Che altro dire: se io fossi la signora che abita al secondo piano di via Trincea dei Razzi, proprio di fronte a questo esemplare, metterei un cartello di invito per i passanti, per goderne a pagamento la vista dalla mia finestra: un bel modo per arrotondare gli introiti mensili!

lunedì 8 ottobre 2012

L'albero che non ti aspetti

Mi ci sono imbattuto per caso, in uno dei miei giri a caccia di novità, ed è stata una piacevole sorpresa, anche perchè il Kaki, Diospyros kaki, è assolutamente raro in città, almeno per quanto ne so io.

Eccolo qua a sinistra, il Kaki con i frutti che cominciano ad arrossare, ma ancora pienamente fogliato, in versione estiva: proprio una pianta di gradevole aspetto, che vive in un condominio in via Col D'Echele, traversa di via Is Maglias.

Vi avevo già presentato il Kaki, in versione invernale (post del 10/1/12), ed in quella sede avevo vantato la valenza estetica delle bacche sferiche colore arancio appese sulla pianta completamente priva delle foglie.

Mi chiedo, e spero di ricordarmi di verificare a suo tempo, se la pianta cagliaritana saprà spogliarsi bene come sa fare la sorella di Sadali, ed in generale fanno tutte quelle che si trovano in quota; se così fosse, non capisco perchè questa specie sia così rara a Cagliari, data l'assoluta valenza come pianta ornamenale, sia d'estate che d'inverno. Fra l'altro il Kaki ha anche una bella foglia ovoidale, lucida e scura.

Nel particolare della foto a destra vediamo i frutti, dal verde all'arancio; non credo comunque che questi kaki, anche se dovessero arrivare a maturazione piena, potrebbero avere interesse alimentare, dato che i frutti commestibili provengono ormai tutti da piante trattate per la produzione di frutti senza semi, non fecondati   (tecnica della cosiddetta partenocarpia).


Comunque, in questa sede l'aspetto della commestibilità ci interessa poco, l'aspetto estetico basta ed avanza!

martedì 2 ottobre 2012

Le Agavi in Sella

Oggi parliamo di una pianta, l'Agave americana, conosciutissima ma poco amata, anzi spesso proprio disprezzata. Di fatto questo cespuglio di origine messicana non è bello, è spinoso, è spesso invadente, insomma non ha qualità (a meno di essere distillatori di Tequila!).

Però, escludendo pure il suo uso in giardini domestici, l'Agave può essere affascinante in un contesto di spazio libero, soprattutto quando "erige" il fusto della sua infiorescenza a pannocchia, che diventa alta anche diversi metri.  L'infiorescenza si fa apprezzare per altezza e per conformazione, e diventa l'unica parte significativa della pianta; resta in piedi per diversi mesi, mente la pianta generatrice lentamente muore, per lasciare il posto ai nuovi germogli basali.

Quindi una pianta che dà il meglio se inserita in un opportuno scenario: quale scenario migliore, allora, della Sella del Diavolo, luogo simbolico ed icona della nostra città?


Eccole allora, in una serie che vista dal basso di Marina Piccola sembra composta da piante allineate sul crinale; in realtà sono sparse in tutta la zona, come si vede dalla foto sotto che ne cattura molte vicino alla Sella.



La foto è stata scattata qualche anno fa, quando la zona era percorribile dai visitatori, due dei quali si vedono piuttosto interessati a ciò che li circonda; a questo proposito, mi sembra incredibile che oggi si voglia impedire l'accesso alla zona, a causa dei pericoli per crolli e smottamenti.

Io non contesto la presenza dei pericoli, ma parto da una constatazione di fatto: non saranno mai completamente eliminabili, ed allora dobbiamo impedire per sempre l'accesso a questo luogo meraviglioso, che fra l'altro fa parte della nostra cagliaritanità?  Segnalateli, i pericoli più evidenti, e che ognuno si assuma le proprie responsabilità!

E passi per le Agavi, che in fin dei conti possono essere godute, per fare un esempio, anche dalla passeggiata di Viale Regina Elena: ma si sta  pensando di impedire per sempre il godimento di un panorama come questo??



  

giovedì 27 settembre 2012

Solo vecchi Pini ......... Ma mi faccia il piacere!

Ecco, ho pensato ad una scenetta stile Totò per sintetizzare un immaginario colloquio fra due cagliaritani, il cui argomento di conversazione sia il verde del parco di Monte Urpinu: uno dice appunto che il parco è costituito solo da Pini, per di più vecchi, l'altro invece contesta nettamente questa posizione ritenendola, questa sì, vecchia.

Io, che pure ho contribuito personalmente all'incremento del numero dei Pini nel sito (partecipando alla mitica "Festa degli alberi" negli anni '50 del secolo scorso), mi schiero nettamente dalla parte di chi conosce ed apprezza il grande numero di altre specie arboree che sono andate a diversificare ed abbellire la monocoltura originaria di Pinus halepensis (post del 6/12/10).

Le varietà  di specie arboree alternative si trovano in particolare nella parte del parco che costeggia via Vidal e, soprattutto, nella parte subito sopra via Garavetti, della quale abbiamo già parlato nei due post precedenti, presentando un Olmo ed un Ciliegio (post del 14 e 19 settembre).

Ecco a sinistra, nello stesso giardino in cui si trova l'Olmo,  un particolare del giovanissimo esemplare di Acero saccarino, Acer saccharinum , che esibisce la sua bellissima e grande foglia pentalobata: speriamo che cresca bene ed in fretta, è un albero molto raro in città.

 
 E, a proposito di alberi rari, eccone un altro, sempre lì, o meglio in corrispondenza al ruscelletto:

è piccolo, e non è  pienamente godibile perchè ingabbiato in una rete di protezione, ma è niente di meno che un Cipresso calvo o di palude, Taxodium distichum (post del 6/1/12), di cui l'unico altro esemplare che si conosca a Cagliari, e forse in tutta la Sardegna, è quello enorme dell'Orto Botanico.
La sua posizione, con le radici dentro il ruscello, deriva dalla capacità delle radici medesime di captare l'ossigeno attraverso l'acqua, da cui il nome comune.


Abbiamo poi alcuni grandi esemplari di Gelso (post del 21/4/11), di cui vediamo un particolare nella foto a sinistra, e di Acacia horrida (post del 9/1/11 ed altri), particolare a destra.


C'è infine un piacevole angolino, proprio al confine con l'incrocio fra viale Europa e via Garavetti, che potremmo definire l'angolo dei Callistemon, Callistemon citrinus (post del 19/11/10): infatti ci sono vari anziani esemplari di questo cespuglio, anche molto grandi, in assetto arboreo.

Ho scelto di rappresentare queste piante con la foto del tronco di un vecchio esemplare, sia perchè la foto dà conto della età, sia per la bellezza del tronco medesimo, contorto quasi fosse quello di un Ginepro.



Mi fermo qui, anche se ci sarebbe molto altro da dire sulle specie alternative al  Pino nel parco storico di Cagliari; spero di convincere almeno uno dei cagliaritani "conservatori" che qualche rinnovamento del Monte Urpinu c'è stato, negli ultimi decenni, anche senza dover scomodare il grande Totò!

mercoledì 19 settembre 2012

Il Ciliegio del Parco



Siamo sempre nella parte bassa del parco di Monte Urpinu; dopo l'Olmo della puntata precedente, vi voglio presentare un Ciliegio, un poco più defilato ma degno anche lui della nostra più grande attenzione.

Un albero da frutto dunque, anche se questi alberi non costituiscono materia che io conosca o frequenti normalmente, come ho avuto già modo di dire (p.es. post del 28/2/12); inoltre questa specie particolare frutti non ne fa proprio o ne fa raramente.

E allora? Il fatto è che questo albero ha alcune caratteristiche peculiari che giustificano ampiamente il post che gli sto dedicando.  

Il Prunus serrulata, questo è il nome scientifico della varietà ornamentale di ciliegio di cui parliamo, non è certo noto per le ciliegie, ma per lo splendido fiore, che ne ha fatto un oggetto di culto in Giappone, dove è presente con migliaia e migliaia di esemplari.

La Sardegna, come sappiamo, ha diverse zone in quota votate alla coltura dei ciliegi per la produzione dei frutti (Prunus avium) o coltivati anche solo per la bellezza, ma non è facile certo trovarne a Cagliari; se poi parliamo della varietà del nostro esemplare, capite che siamo di fronte ad una rarità cittadina.

La pianta di cui parliamo si trova, come dicevamo, nella parte bassa del parco, nello spicchio di giardino all'estrema sinistra guardando verso il monte, dove scorre il ruscelletto e dove l'acqua, dall'ultimo laghetto, viene rilanciata negli invasi a monte.
 
Come si vede, è un albero poco appariscente ed abbastanza giovane, dato che la corteccia, evidenziata nella foto a destra, è liscia; la foglia è leggermente appuntita ed ha il margine seghettato; le foglie nuove in primavera sono rossastre. 




Insomma, fin qui un albero forse un po' deludente; perciò, a questo punto, chi ha avuto la pazienza di leggere si merita un premio, e cioè la foto di questo esemplare fiorito; la foto non può che essere primaverile, e qui approfitto della gentilezza di Claudia, amica del blog, che mi ha presentato la pianta e mi ha messo a disposizione una foto.



La foto è di aprile dell'anno scorso; non mi dilungo sulla bellezza dei fiori, non c'è bisogno, ma faccio notare le giovani foglioline rossastre; queste ultime contribuiranno a completare la nostra ammirazione, la prossima primavera.


venerdì 14 settembre 2012

L'Olmo del Parco

Questo post sostituisce un post "meteora" su un ciliegio, che ha vissuto solo la notte scorsa perchè conteneva informazioni errate, frutto di una malaccorta mia composizione di parti in bozza, nonchè della stanchezza serale. Mi scuso, in particolare con i pochi lettori notturni o mattinieri.

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Parliamo del parco di Monte Urpinu, e precisamente della parte a quota inferiore, che confina con via Garavetti; questa parte assomiglia piuttosto ad un giardino e, almeno da un punto di vista del verde, è per me la più bella di tutto il comprensorio.

La pianta specifica di cui ci occupiamo oggi non è un alberello qualsiasi, ma è un anziano Olmo campestre (Ulmus minor, post del 22/4/12) che occupa il posto centrale del giardino, proprio sotto la chiesetta aragonese: un posto da re.

Come si vede dalla foto, il nostro albero è abbastanza isolato e circondato dal prato, ha dimensioni significative e si fa ammirare. 

Possiamo anche dire che è un esemplare non comune in città, stante la malattia (vedi post citato) che ha decimato molti esemplari che abitavano la città nel secolo scorso. 



Purtroppo anche questo esemplare ha qualche segno di malattia, come si  vede nella foto a destra che evidenzia le foglie bucate, e spero che chi cura il verde del parco ci ponga rimedio.



Il fogliame di quest'Olmo, a parte le zone malate, è folto e gradevole, e l'aspetto d'insieme è notevole; la foglia di questa specie si caratterizza per il margine a doppia seghettatura e per la base, all'attacco del picciolo, asimmetrica.


Nell'immagine di sinistra si nota bene l'imponenza e la centralità di questo Olmo nel contesto, mentre dietro si può appena intravvedere la chiesetta aragonese sconsacrata. Sulla sinistra in primo piano una giovane piantina interessante, forse una Sterculia o un Brachichiton acerifolius (post del 7/6/11).



La zona del parco che ci ha accompagnato nella presentazione odierna e quelle limitrofe contengono altre piante interessanti, fra cui un peculiare Ciliegio giapponese, per cui prevedo di tornarci presto ed ampliare il campo di indagine.


sabato 8 settembre 2012

Il giovane Agrifoglio

Oggi vi porto fuori città, dato che la stagione bollente ha finalmente mollato la presa, soprattutto in quota, e le recenti piogge hanno rivitalizzato il verde.

Ci troviamo a nord di Oristano, sui costoni del Monte Ferru, ed il percorso è quello che collega i due bei paesi di Santu Lussurgiu e Cuglieri. Si viaggia fra i 700 ed i 900 metri di quota, e ci sono tratti di Natura poco frequentata e molto ben preservata, e splendidi esemplari di Roverella e Leccio,  nonchè giovani Agrifogli.

 Ed ecco a sinistra il nostro soggetto odierno, un Ilex aquifolium  (post del 8/12/11) che cresce ai bordi di uno stradello, circondato da un mare di felci.

Siamo vicinissimi ai ripetitori televisivi di Badde Urbara, fra i primi ad essere installati negli anni 50 del secolo scorso per fare arrivare il segnale nel sud dell'Isola; questo strano nome, sconosciuto ai più giovani, sicuramente dirà qualcosa ai miei coetanei, che hanno vissuto i primordi della TV in Sardegna.




Tornando al nostro esemplare, ancorchè giovane si è già attrezzato per produrre le bacche, come si vede nella foto a destra, destinate ad abbellirlo diventando rosse nei prossimi mesi.
Guardate anche la bellezza delle foglie lucide e spinose.





Ed a proposito di spine, un cespuglio di rovo da more, Rubus fruticosus (post del 7/8/11), ha pensato bene di aggredire il nostro alberetto, arrampicandosi ed iniziando a colonizzarlo.
Come si vede, le more quest'anno sono in ritardo di maturazione (e molte non arriveranno a maturare) a causa del caldo e della siccità, anche se quelle mature, ve lo assicuro, sono comunque squisite.


Comunque, siccome io parteggio per l'Agrifoglio anche se le sue bacche non si mangiano, spero che i Forestali che sovraintendono il complesso del Montiferru provvedano a liberare il giovane Agrifoglio dall'abbraccio dell'invasore.

mercoledì 5 settembre 2012

L'albero più grande della città: il più alto e largo

Chiedo scusa per il titolo alquanto astruso, ma non sapevo come definire questa terza ed ultima categoria di alberi, dopo aver trattato, il 21/8 ed il 26/8,  il più alto ed il più largo.

Come ho già detto, parlare di albero più grande, tout court, non ha senso se non si forniscono elementi che definiscano il campo di indagine; allora, sempre nell'ambito di un ragionamento oscillante fra il serio ed il faceto, proviamo ad individuare l'albero che abbia grandi, contemporaneamente,  altezza e larghezza. Cerchiamo un albero che occupi il più grande volume, distribuito nella giusta proporzione fra le sue coordinate, in modo da poterlo definire imponente, senza essere sfilato come una Araucaria excelsa nè tarchiato e svasato come un Ficus magnolioides.

In più, questo albero deve essere ben visibile, in modo che la sua imponenza possa essere notata da tutti, quindi deve avere ampio spazio libero circostante.

Mi accorgo che, con le precisazioni fatte, abbiamo perso l'oggettività data dal solo parametro volume, per cui non ci potrà essere "un" albero vincitore, ma più alberi concorrenti, in parte anche diversi per ciascuno di noi, in ragione del valore assegnato al rapporto altezza/larghezza, alla valutazione soggettiva della bellezza delle fronde o del contesto nel quale la pianta è inserita, e così via.

Fatta questa lunga premessa, io vi propongo alcuni esemplari che mi pare possano appartenere alla categoria, ed altri ne proporrò, al fine di formare una passerella di concorrenti; naturalmente, sarò felice di riportare vostre valutazioni o foto di esemplari che vi sembrino degni di salire  in passerella.



Cominciamo con il Ficus religiosa di via S.Lucifero, nostra vecchia conoscenza (post del 25/1/11): non è grandissimo, ma ha delle buone proporzioni, è ben visibile e poi, anche se questo è un elemento soggettivo, è bello ed ha una foglia elegantissima.





 Ed un altro Ficus, per la precisione un Ficus retusa, è questo bestione di viale Diaz. Non è certo l'albero della specie più grande della città ma è ben visibile quasi per intero, e poi non so quanto durerà, dato che il terreno su cui insiste è sicuramente destinato a qualche costruzione, e temo che diventerà presto uno della serie "oggi ci siamo, domani chissà" (post del 7/6/12 e del 30/7/12)




Questo invece è  l'Eucalyptus, probabilmente  Eucalyptus camaldulensis (post del 14/1/11), che si trova all'incrocio fra viale La Playa e via Riva di Ponente, in posizione di estrema visibilità e con grande spazio libero attorno.
Le dimensioni ragguardevoli si possono dedurre dal raffronto con le auto; la visibilità della sua posizione (non si può non notarlo uscendo dalla città verso Pula) lo rende a buon diritto partecipante alla nostra passerella dei "voluminosi".



 
Il Pioppo sulla destra, Populus alba (post del 1/5/11), non è proprio in città, ma al Margine Rosso, all'inizio della provinciale per Villasimius; è veramente un bell'esemplare, di forma quasi sferica. Si vede che ha avuto poca concorrenza, ed è stato lasciato crescere come ha voluto.







Infine, ma non per ultimoil Taxodium Distichum, Cipresso di palude o Cipresso calvo, dell'Orto Botanico (post del 26/1/12).
E' grande, come si vede dalle dimensioni dell'omino che si intravvede in basso, ma ha poca visibilità e quasi nessuno spazio libero, tanto che per fotografarlo intero sono dovuto salire sul poggio dietro le fontanelle delle canne. Non avrebbe dunque avuto diritto di passerella, ma me lo ha imposto la "deferenza" nei confronti di questa maestosa ed assoluta rarità cagliaritana, vanto del nostro Orto Botanico.

A proposito dell'Orto Botanico, ho trovato il nostro giardino universitario un po' in decadenza, oltre che chiuso la domenica (!): guai! che nessuno pensi di dismettere o solo trascurare una simile risorsa della città!

mercoledì 29 agosto 2012

L'Eritrina in Banca

Ci sono così tante cose sgradevoli in  Banca, soprattutto in questo ultimo periodo, che quando ne scopriamo una gradevole dobbiamo assolutamente segnalarla.
E gradevole lo è sicuramente, l'esemplare di Erythrina cristagalli che ho incontrato quasi casualmente, sano ed anche fiorito, come vediamo nella foto sotto.

Non è proprio in Banca nel senso di "dentro", ma questa Eritrina è così nascosta  da poterla considerare tale: infatti si trova in fondo al cortile parcheggio della Banca di Cagliari, in viale Diaz, incastonata in una piccola aiuola, bella e ben tenuta.

L'Eritrina è una nostra vecchia conoscenza, come ricorderanno i lettori affezionati: abbiamo cominciato a parlarne nel 2010, presentando l'esemplare principe di via Boccaccio, e proseguito fino a presentare alcuni esemplari pubblici, che però non reggono il confronto con quello di oggi.

Diamo atto dunque alla Banca di Cagliari, la quale nell'ambito del suo "core business" ha avuto anche lei qualche problemino, di dedicare la giusta attenzione ai suoi piccoli spazi di verde, probabilmente affidati ad un valido gestore.

Possiamo concludere con una notazione, relativa al verde ed alle banche della zona di Bonaria: così come il Banco di Sardegna è caratterizzato dal giardinetto, già parterre delle Ferrovie Complementari Sarde, e la Banca di Credito Sardo dai declivi di Palma nana, possiamo battezzare la Banca di Cagliari come caratterizzata dall'Eritrina. Chissà che, pensando alle nostre banche in questi termini, non ci appaiano un po' più simpatiche!

domenica 26 agosto 2012

L'albero più grande della città: il più largo

Eccoci alla seconda puntata del divertimento estivo: l'identificazione dell'albero più largo di Cagliari.

Ragionare di larghezza è, contemporaneamente, più difficile e più facile rispetto all'altezza: più difficile perchè, mente l'altezza è unica, le larghezze sono tante quanti sono i piani verticali con i quali possiamo immaginare di sezionare la pianta per misurarla; più facile perchè, a prescindere dalla sezione e dalle sofisticazioni geometriche, la specie più larga a Cagliari non può che essere una: il Ficus magnolioides.


Ecco allora l'esemplare di via Roma, giardinetto della Darsena, già definito simbolo della città e citato in altro post (post del 4/1/11); forse non è il più largo, ma fa la sua gran figura.





Probabilmente è più largo l'immenso esemplare dei Giardini Pubblici, che sembra ancora più grande perchè praticamente tocca terra, come si vede dalla foto a destra; forse ha questo assetto per consentire, con grande pazienza, i giochi a cavalcioni dei suoi rami di generazioni di bambini cagliaritani.






O forse vince la gara uno degli esemplari dell'Orto Botanico; quello di sinistra per esempio, a giudicare dai "pilastri"  di sostegno (radici aeree colonnari) di cui si è dotato, deve sostenere rami belli lunghi!





Insomma è una bella gara fra campioni di larghezza, quella che combattono i Ficus magnolioides, sia quelli presentati qui che i tanti altri che abbelliscono la città; lascio a ciascuno voi una valutazione personalizzata del vincitore, eventualmente con ausilio di apposita rotella metrica!  

martedì 21 agosto 2012

L'albero più grande della città: il più alto

Doverosa premessa: questo post è poco più che un divertimento, rinfrescante come si addice al mese ed alla calura tremenda che ci opprime.

In linea con la migliore tradizione dei quiz delle riviste agostane, ci poniamo la domanda: quale è l'albero più grande della città? Dirò subito che non ne ho la minima idea e difatti non rispondo, anche perchè l'aggettivo "grande" nasconde molte insidie e differenti interpretazioni.

Allora formulo a me stesso una domanda più precisa ed oggettiva: quale è l'albero più alto? Detto che non posseggo strumenti di misura e non offro certezze, propongo per il premio l'Araucaria excelsa  di Villanova (post del 17/12/10 e del 4/2/11) che si trova fra via S.Giovanni e via Giardini.



Eccola che si erge verso il cielo in tutta la sua imponenza, ripresa dal basso, all'inizio di via Bosa. Come detto nei post citati, questa Araucaria è un esemplare privato, nel senso che si trova in una proprietà privata, ma per noi è pubblica a tutti gli effetti, essendo godibile da tutti per una buona parte della sua altezza, che possiamo ipotizzare fra i 30 ed i 40 metri.





Considero che per Cagliari dobbiamo ritenere alto un albero di 15 metri, pari per intenderci ad una palazzina di 5 piani.

Ammiriamo allora questo esemplare da un altro punto di vista, cioè da via S.Saturnino, a due passi dal viale Regina Elena. E' comunque un bel vedere, da sotto o da sopra, da vicino o da lontano. Suggerisco una passeggiata, naturalmente a piedi e magari nelle ore più fresche (?),  per apprezzare questa Araucaria dalle varie prospettive. 



sabato 18 agosto 2012

La Bougainvillea mini

Oggi vi presento un altro esemplare di Bougainvillea diverso dal solito, come ho fatto circa un anno fa, quando vi ho presentato un esemplare dalle brattee bianche (post del 3/8/11).
L'arbusto di cui vi parlo oggi, noto come Bougainvillea mini thai, è un ibrido che si presenta abbastanza diverso dalla comunissima cugina  Bougainvillea glabra, onnipresente a Cagliari.

Infatti mentre i vari ibridi in commercio si differenziano quasi soltanto per il colore delle brattee, il Mini thai ha proprio un portamento diverso.
Sicuramente è meno arruffato, come si vede dalla foto a sinistra che riprende un esemplare del Parco della Musica, e più piccolo.

I fiori, che sono piuttosto simili a quelli tradizionali, sono però addossati in cima ai singoli rami e preceduti da foglie piccole, compatte e numerose sul singolo ramo. Per queste sue caratteristiche viene comunemente chiamata "torch", torcia, dagli inglesi.
  
Insomma un arbusto interessante, abbastanza nuovo per Cagliari ma che penso avrà  successo, perchè unisce ad una buona valenza estetica la  robustezza della Buganvillea tradizionale, ed è sicuramente meglio gestibile in termini di potature ed accostamento ad altre piante. 

lunedì 13 agosto 2012

I frutti della Cittadella dei Musei

I frutti di una struttura museale come la Cittadella sono, in prima battuta, costituiti dal cibo per la mente prodotto da capolavori artistici quali un bronzetto nuragico, un retablo di Cavaro o una cera anatomica di Susini; è certo così, ma a noi in questa sede interessano proprio i frutti della natura, cibo per il corpo prodotto nei giardini che accompagnano i visitatori verso i musei della splendida struttura.

L'idea di questo post mi è venuta quando recentemente, facendo una "visita di controllo" alla Chorisia Insignis (citata in chiusura del post 28/6/11, e che sta benissimo) mi sono imbattuto, proprio di fronte alla Chorisia, in un alberetto con frutti molto simili al Kiwi, come si vede nella foto.

Mi sono detto: perchè non cercare altri frutti nei giardini della Cittadella, per farne oggetto di un post? Detto fatto, questo è il risultato.




Ecco qui sotto un frutto di Melograno, Punica granatum, ancora piccolo ed acerbo; naturalmente l'interesse di questi frutti è, in questa sede, puramente estetico.


A destra, invece, frutti di Corbezzolo (post del 4/12/11), anch'essi allo stadio iniziale di maturazione.





E infine, forse il frutto più affascinante,  prodotto dall'ostinazione di un Ficus carica (post del 28/4/12) che non so come definire: uno storto rametto che fuoriesce dalla pietra, tre foglie,  ma il frutto perfettamente formato e, lui sì, arrivato a maturazione. 




Ma, mi direte, l'albero con frutti simili al Kiwi, che pianta è? La verità è che non lo so, ma non mi sono arreso. Sono tornato dopo qualche giorno, per capirne di più, e guardate che cosa ho trovato:
un bellissimo fiore bianco, imbutiforme, profumato.  Ed a destra una immagine d'insieme: come si vede, la pianta è sofferente, e le foglie non aiutano per una corretta identificazione.

Dopo qualche ricerca bibliografica, azzardo una ipotesi, e cioè che si tratti di una Gardenia, e precisamente una Gardenia brighamii.

Comunque una pianta interessante, che meriterebbe maggiori cure; e, visto che ho espresso una critica, ne esprimo anche un'altra, e cioè che bisognerebbe tenere a bada l'invadenza degli Ailanti, prima che si impadroniscano delle aiuole.