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Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

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domenica 4 dicembre 2011

Il parco del Castello di S.Michele

Ecco un altro grande parco della città, di cui non avevamo ancora parlato. Credo che sia uno dei parchi meno frequentati, forse è fuori mano, forse non ha particolari attrattive, forse il terreno è troppo scosceso; non lo so, dal punto di vista che ci interessa io noto che non c'è grande varietà di specie arboree, ed in molti tratti il terreno è proprio privo di alberi.

Però, detto quello che non attrae, vediamo quello che invece attrae: intanto il Castello di S.Michele, molto avvincente, con una storia importante e sede di interessanti  mostre;  poi il panorama strepitoso che va dal monte Serpeddì al Poetto al Porto Canale, sorvolando su ampi tratti della città.

Per quanto riguarda il terreno, come si coglie dalla foto a destra, proprio in cima la parziale assenza di alberi è compensata dal tipico aspetto delle colline calcaree, con zone ricoperte dai piccoli cespugli nostrani alternate ad affioramenti di calcare completamente glabri; devo dire che ha un suo fascino, simile per esempio a quello del colle di S.Elia.


Per quanto riguarda gli alberi, dicevamo che non ci sono molte specie: è vero, ma quelle che ci sono sono sane e rigogliose: ecco qui sotto un doppio filare di Lecci (Quercus Ilex), giovani e sani,
che in questo periodo stanno perdendo le ghiande.
Gli alberi di questo parco ci fanno rappacificare con i  Lecci cittadini e con quanto avevamo detto a suo tempo (post del 4/11/10).




Anche i Pini da pinoli (Pinus Pinea) sono molto presenti, anch'essi sani, ben tenuti e senza tanti rami secchi.

Perfino i Cipressi (post del 4/12/10 ed altri), notoriamente facili al decadimento, appaiono qui sani e pieni di galbuli (i loro frutti), come si vede dalla foto sotto che ho volutamente affiancato ad una del boschetto cimiteriale, presa dalla cima del colle.













Infine, ma non certo ultimo per importanza, ho ammirato alcuni esemplari del notissimo Corbezzolo, Arbutus Unedo, che siamo abituati ad apprezzare soprattutto in campagna, ma gli esemplari di questo Parco sicuramente non sfigurano, come si può vedere dalla foto sotto.

Il Corbezzolo, oltre al noto frutto edule, produce bellissimi grappoli di fiori bianchi con corolla a campanella, che si intravvedono nella foto (anche se le recenti piogge li hanno fatti cadere quasi tutti), e che appunto coesistono con i frutti; in campagna possiamo assistere a strepitose macchie dei tre colori della nostra bandiera.

 
Chiudo con una curiosità: pare che il Corbezzolo non ami i terreni calcarei; forse all'esemplare del Parco non glielo hanno spiegato!