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Gioiellini all'Orto Botanico

Abbiamo detto più volte che uno dei pregi delle piante è che, essendo vive, cambiano aspetto, consentendoci di scoprire qualcosa di nuovo og...

venerdì 20 agosto 2021

E torna la fioritura del Giglietto di mare

Molte nostre meravigliose e bianche spiagge presentano, alla fine della loro estensione verso la campagna retrostante, una zona intermedia, che non è più spiaggia e non è ancora campagna: questo è l'habitat naturale del Giglietto di mare, Pancratium maritimum, affascinante fiorellino bianco con una storia riproduttiva ricca di fascino, della quale vi ho parlato (post del 18/8/17   e del 6/11/17).


Anche quest'anno, puntualmente, è tornato a farci compagnia e ad offrirci un ulteriore godimento oltre a quello della spiaggia e del mare.

Ecco qui un esemplare, che si offre alla vista in tutto il suo delicato candore, elevandosi dalle sue stesse foglie e da alghe essiccate dal sole.

Questa immagine in campo lungo ci consente di apprezzare l'habitat di cui vi dicevo, mentre all'estrema sinistra della foto si intravede la spiaggia, alcuni ombrelloni ed il mare.

Le foto provengono dalla spiaggia di Cala Pira, nella nostra splendida costa sudorientale, e ringrazio Mario per avermele inviate anche quest'anno.

Se è vero che la presenza di questi giglietti, sempre più rara nelle coste della penisola, denota un buono stato di conservazione dell'ambiente naturale rispetto ai disastri perpetrati dagli umani, possiamo stare abbastanza tranquilli sul futuro delle nostre spiagge sarde; e ci riferiamo non solo alle spiagge isolate e difficilmente raggiungibili ma anche a quelle, come Cala Pira, molto frequentate nel periodo estivo.   


  


    

lunedì 16 agosto 2021

Gli alberi che soffrono il caldo nella nostra città

 E' un argomento che ha interessato il blog fin dalla sua nascita, quello degli alberi non adatti alla nostra città (post del 1/11/10 e del 23/12/10). Avevamo anche individuato le principali motivazioni, e cioè l'altitudine sul livello del mare, la latitudine, l'ambiente non adatto; tutte queste motivazioni si concentrano, un po' semplificando, nel fatto che questi alberi sono inadatti perché non sopportano il nostro caldo estivo.

E siccome nel nostro caldo estivo in questi giorni siamo dentro fino al collo, ho ripreso l'argomento andando a visitare alcuni alberi già indicati come inadatti.


Ecco una foto di dettaglio del Platano di piazza Islanda a Genneruxi, che mostra le foglie macchiate o ingiallite.

Questo Platano non è di per sé un bell'esemplare, e certo non fa bella figura se confrontato per esempio con i Carrubi che lo circondano, a prescindere dal periodo dell'anno; però in questo periodo la situazione diventa ancora più critica.


E, visto che mi trovavo in zona, ho fotografato la situazione di un Tiglio in via Dell'Abbazia, che si trova in corrispondenza del numero civico 31, di cui vediamo un particolare del fogliame qui sotto.




Vediamo molte foglie orlate di marrone, e l'aspetto d'insieme sofferente. Le foglie vengono bruciate dall'irraggiamento, e l'albero non ha strumenti per opporsi e mettere in atto strategie difensive, come invece fanno altre specie, per esempio i Pini, che perdono aghi più del dovuto salvando quelli più robusti.

Ed anzi questo Tiglio non sta tanto male, se lo confrontiamo per esempio con il filare sulla strada che porta dal viale Marconi a Selargius (post del 2/9/17).  



E questi sono Ippocastani sofferenti in via Castiglione, anch'essi con le foglie orlate di marrone e l'aspetto d'insieme della pianta abbrutito.

Ci fermiamo qui, per non intristirci anche noi; anzi direi che possiamo terminare con una nota positiva, affermando che non tutti gli alberi delle specie citate si comportano allo stesso modo, e molti esemplari, vuoi per le condizioni di esposizione o innaffiamento, vuoi per caratteristiche intrinseche della singola pianta, riescono a fare fronte senza grandi sofferenze.

Penso per esempio ai Tigli del viale di ingresso verso il parco di Terramaini, o agli stessi Ippocastani di via Castiglione.


Per esempio l'esemplare qui a destra, di cui vediamo un particolare, non ha le foglie molto sofferenti, ed ha addirittura preparato i suoi affascinanti frutti.

Insomma direi che il mio giudizio di più di 10 anni fa sugli alberi non adatti a Cagliari possa essere un po' rivisto, se siamo disposti  a qualche svantaggio estetico e di crescita, a vantaggio però della varietà delle specie presenti che abbelliscono le nostre strade e piazze.



martedì 10 agosto 2021

I frutti del Ginkgo biloba

 Il Ginkgo biloba, pianta bellissima e tante volte trattata nel blog a partire dal 2010 (post del 30/10/10), è una pianta dioica, cioè ha sessi separati in piante diverse.

La stragrande maggioranza degli esemplari che vengono utilizzati in ambito cittadino, e Cagliari non fa eccezione, sono di sesso maschile, e quindi non producono i frutti che sono all'origine di questa scelta. Infatti i frutti del Gingo, giungendo a maturazione, producono un odore sgradevole, addirittura fetido per taluni autori. Io non lo ho mai sentito, ma mi riprometto di farlo.


Comunque questo aspetto negativo degli esemplari femmina è sfuggito ai nostri amministratori del verde quando hanno impiantato il filare di viale Trento, e ad un esemplare di viale Trento si riferisce la fotografia; o forse hanno ritenuto che la distanza dalle abitazioni ed i pochi passanti fossero ragioni sufficienti per piantare anche esemplari femmina.

Quale che sia la ragione, in viale Trento ci sono esemplari femminili, ed io ne sono contento, dato che le drupe tonde riunite in mazzetti hanno un aspetto molto gradevole, almeno in questa fase della loro maturazione, e ci consentono di completare la conoscenza di questa pianta.

Insomma possiamo testimoniare un altro dei tanti aspetti di interesse di questo straordinario albero, che già vanta la caratteristica di essere pianta fossile, di avere una foglia di forma rarissima, di possedere il segreto dell'immortalità e ancora, ultimo ma non ultimo, di produrre uno splendido foliage autunnale. Tutti questi aspetti sono stati trattati dal blog, ed una semplice ricerca vi consentirà di ritrovarli, e di apprezzare al meglio i nostri amati Gingo.

giovedì 5 agosto 2021

Una interessante mostra sui viali alberati cagliaritani

E' stata di recente aperta, al Ghetto di via Santa Croce, una mostra che ricostruisce la storia dei viali alberati cagliaritani, dall'inizio dell'ottocento in poi.

E' una mostra affascinante, soprattutto per chi ama la nostra città, perché ripercorre più di due secoli di storia e progresso (e talvolta regresso) cagliaritani ed estrapola una possibile condizione futura, supportata da valutazioni e suggerimenti.

Un aspetto certamente interessante è quello che la mostra non è "governativa" e non mancano le critiche, per esempio per quanto riguarda la perdita di alcuni tratti caratteristici di importanti viali cittadini, quale il viale Diaz o ancor più il Largo Carlo Felice; insomma si possono fare stimolanti riflessioni attraverso la lettura dei pannelli esposti.

I pannelli sono accompagnati da splendide fotografie, spesso riprese da posizioni nuove o mediante droni, o riprese da "Sardegna Foto Aeree"; per esempio nel pannello fotografato a sinistra vediamo le Jacarande fiorite in via Dante, che accompagnano il titolo della mostra.

Viene esposto chiaramente il quadro della situazione dei viali alberati, con tavole sinottiche ed indicazione delle principali specie arboree utilizzate; insomma pane per i denti dei più affezionati lettori del blog, che spero ritroveranno tante informazioni e valutazioni che vi ho fornito nel corso degli anni.
Le tavole sinottiche sono organizzate per periodo di prima installazione dei viali alberati, altro elemento di interesse per valutare la capacità/volontà degli amministratori del verde di conservare o modificare le scelte originarie.


Dicevamo di foto aeree: guardate questa a destra, che ci fa vedere il "tubo" verde di Ficus retusa che va da piazza del Carmine a piazza Trento: veramente notevole!
 



E qui a sinistra due immagini dall'alto del viale Buoncammino e del viale Trieste.

Dicevamo di una possibile situazione futura dei viali cagliaritani; c'è infatti un pannello dedicato a questo, dove si dà la giusta, enorme importanza che hanno i viali alberati nel loro valore culturale e monumentale, e in definitiva nel migliorare la vita e la salute dei cittadini.

Mi fermo qui, anche se ci sarebbe tanto da dire e da raccontare. Spero di avervi stimolato ad andare a vederla; non è una mostra "eclatante" con piante vive o grandi invenzioni sceniche, ma i tanti pannelli sono fatti bene e contengono veramente tanto lavoro.

Non manca la bibliografia, ed il riferimento a nomi importanti nella storia del verde cagliaritana, da Gennari a Visca a Piccaluga fino a Siro Vannelli.

Termino precisando, anche se credo che sia molto chiaro,  che le fotografie che vi ho presentato sono immagini da me riprese, ed in qualche caso ritagliate, di pannelli della mostra. Spero che non me ne vorranno gli organizzatori ed i fotografi. 




domenica 1 agosto 2021

Una novità assoluta, il Carpino nero

Una novità assoluta per il blog, naturalmente, dato che è la prima volta che presento questo interessante albero. E c'è un perché: il Carpino nero, Ostrya carpinifolia, è un albero raro in Sardegna, e cresce esclusivamente in alcune zone montane della Barbagia e dell'Ogliastra, associato a Leccio e Roverella.

A Cagliari poi, non sapevo proprio che esistessero esemplari, finché l'altro giorno me ne sono trovato uno davanti, camminando in via Cagna. Si trova in un giardino condominiale, a destra venendo dall'Amsicora, quasi alla fine della strada. Eccolo qui.


Ed è anche un esemplare piuttosto grande, come si vede, anche se cresciuto in forma arbustiva e piuttosto disordinata.

Gli elementi che caratterizzano il Carpino nero sono le foglie, con il margine doppiamente seghettato, ed i fiori costituiti da lunghi e penduli amenti che compaiono in primavera.

Ma la cosa più caratterizzante sono i frutti, o meglio le infruttescenze, che guarda caso sono attualmente presenti nel nostro esemplare, e meritano assolutamente di essere viste ed apprezzate. 

Osserviamo meglio queste peculiari infruttescenze.


  
In questa foto, che ci consente anche di vedere meglio le foglie, notiamo questa sorta di pigne di colore caffelatte, di cui l'albero è attualmente carico.

Quelle che sembrano squame sono in realtà brattee, saldate in coppia in forma di scudo, che trattengono i piccoli semi attaccati alla base. 

L'involucro costituito dalle brattee così accoppiate, leggerissimo e pieno d'aria, costituisce il cosiddetto organo di volo, cioè quello che aiuta il singolo seme ad approfittare del vento per farsi trasportare il più lontano possibile dalla pianta madre, e massimizzare la diffusione della specie.

Una delle tante meraviglie dei nostri fratelli vegetali, perfezionate nell'arco di decine o centinaia di migliaia di anni, per assicurarsi la discendenza.

giovedì 29 luglio 2021

La Fitolacca - Ippopotamo

 "Si chiede a tutti coloro che passano qui a fianco di prestare la massima attenzione, perché l'Ippopotamo Dormiente potrebbe svegliarsi all'improvviso dal suo lungo sonno e costituire un pericolo"

Ecco il contenuto di un cartello, stile Zombie, che potrebbe fare bella mostra di sé davanti all'ascensore che collega il viale Regina Elena con il Bastione S.Remy.

Al di là della sciocchezzuola, questo enorme piedone della Phytolacca dioica che vive qui ha effettivamente un fascino inquietante.  La Fitolacca è un albero che si fa notare, su questo non c'è dubbio; ne abbiamo parlato tante volte, e ricordo gli esemplari del viale Regina Elena, di Porta Cristina e di piazza Indipendenza, ma anche del Poetto e di via Sauro, ed altri ancora.

Questo albero però ha una particolarità in più, anzi due: una è il piede e le sue mostruosità, l'altra è il fatto che ci è consentito ammirare anche le chiome mentre saliamo o scendiamo con l'ascensore che gli corre a fianco. Se i giardinieri comunali lasciassero fare a questo grande albero, sono certo che nel giro di un paio di anni si "mangerebbe" l'ascensore e quello che gli sta attorno. Quindi, attenzione all'ippopotamo!  


venerdì 23 luglio 2021

Le Carisse alle porte di Castello

 Ricordate la Carissa macrocarpa? E' un bellissimo arbusto, di origine tropicale,  che vi ho presentato nel 2014 (post 1/10/14), riferendomi agli esemplari presenti a Sant'Elia, di fronte al Lazzaretto. E sempre a quegli esemplari mi sono riferito successivamente, per vantare le tante bellezze di questa pianta, comprese le bellissime spine. 

Successivamente (post del 2/7/17)   vi ho portato ad Arzachena, per presentarvi un grande arbusto di Carissa inserito splendidamente in un resort turistico.

Però mancavano, per chi avesse trovato scomodo arrivare a Sant'Elia per non dire ad Arzachena per ammirarli, esemplari più centrali, considerato che la presenza di questo arbusto è piuttosto rara a Cagliari. Ecco perché vi presento con piacere alcuni esemplari in pieno centro città.

Siamo alla fine del Viale Regina Elena, di fronte ai Giardini Pubblici, e l'arbusto è ornato qua e là dai fiorellini bianchi. 

Una fioritura non esagerata, ma che ha la particolarità di riproporsi più volte nel corso dell'anno, come è tipico di diversi arbusti di origine tropicale, che fioriscono e fruttificano in modo sporadico.



Ed ecco le bellissime spine biforcute che probabilmente, ed ingiustamente, ne hanno determinato la modesta presenza in città (post del 10/9/15 e del 6/2/17).

Comunque anche in questo caso, come a Sant'Elia, gli arbusti si trovano in posizione che non facilita "incontri ravvicinati" con le loro acuminate armi di difesa. 

Insisto nel ritenere che le spine non devono essere un deterrente per la diffusione di belle piante, con la sola attenzione per i bambini più piccoli; per noi adulti vale il rispetto dovuto a tutto quello che è diverso da noi, anche se ci potrebbe fare male con le sue armi di difesa.



 

domenica 18 luglio 2021

Il maschio del fossile vivente ed i suoi gioielli

Fossile vivente è un attributo appropriato per la Cycas revoluta, dato che questa pianta di grande fascino appartiene alla divisione delle Gimnosperme, le piante più antiche comparse sulla Terra (post 9/7/13). 

Ed è tanto più interessante in quanto, eccezione nell'eccezione, è una pianta dioica, e lo dimostra in maniera piuttosto evidente, con il grosso strobilo per gli esemplari "maschi", compresso e poi allungato (post citato ed altro del 9/8/13), ed il bouquet di frutti rossi per gli esemplari femmina (post del 24/11/17).


Date le premesse, non potevo lasciarmi scappare un paio di  esemplari maschi di Cycas, in piazza Indipendenza, che mostrano con orgoglio i loro gioielli, con le squame aperte nella fase di rilascio del polline; compiuto il loro dovere, si seccheranno in fretta, lasciando il testimone alle femmine, a cui competerà produrre i semi delle nuove vite. 

A conclusione della bella storia delle Cycas segnalo che Cagliari custodisce molti esemplari, ed in particolare nella zona della foto odierna e nelle zone limitrofe, che comprendono la Cittadella dei musei e piazzetta Mafalda di Savoia. Quindi quando passate in zona ricordatevi di aggiungere, agli sguardi di ammirazione per questi luoghi, gli sguardi dovuti alle Cycas revoluta. Sarà una pianta fossile, ma è certamente viva ed attiva, e ci tiene a mostrarlo!
 

lunedì 12 luglio 2021

La Tipuana, dopo il tappeto giallo, passa alla produzione di farfalline

Un paio di settimane fa, parlando di fake news, ho usato una grande Tipuana speciosa/tipu dell'Orto Botanico come causa incolpevole del falso, in quanto generatrice del meraviglioso tappeto di fiorellini gialli sotto di sé, che cadendo sono andati ad adornare nel caso specifico anche l'arbusto di Pungitopo.

Per farmi perdonare da tutte le Tipuane cagliaritane di questo utilizzo improprio della loro bellezza,  vi presento oggi l'inizio della loro nuova fatica, cioè la produzione dei frutti.

Ed ecco un paio di giovanissimi frutti, che si distinguono in questa foto per il colore verde chiaro e la trasparenza dell'ala che contiene il seme, e che fa intravedere la fogliolina sottostante.

E sì, l'achenio alato che costituisce il frutto ha proprio l'aspetto dell'ala di una farfallina, come lo avevo definito in passato (post del 2/10/13), o forse ancor più di una libellula.



Questa in foto piccola è la grande Tipuana che sta producendo i frutti di cui sopra, nel giardino del complesso fra via Dante e via De Gioannis, dove vivono alberi piuttosto interessanti (post del 22/5/18).




Parlando di Tipuane, non poteva mancare, qui a sinistra, un esemplare dell'omonimo viale, come era stato da me nominato il percorso del Parco della Musica a loro dedicato (post del 22/6/15); queste Tipuane le abbiamo conosciute ed osservate durante la loro crescita, invero molto veloce, avvenuta nell'arco di una decina di anni.

Ricordo infine gli esemplari storici  di via San Vetrano e del viale Trento, anch'essi presentati a suo tempo nel blog, che completano questa veloce carrellata odierna sulle Tipuane e sulla bellezza dei loro fiori e frutti.

   

  

   

sabato 3 luglio 2021

La Parkinsonia del Banco

Chiunque abbia letto, anche distrattamente, i post del blog, sa di che cosa parlo, accostando i nomi del titolo: parlo del caposaldo di Parkinsonia aculeata che vive nel bel giardinetto pubblico antistante il Banco di Sardegna, in viale Bonaria.

Parlo di un albero molto trattato nel blog, dalle origini del medesimo (post del 12/11/10); in quel post vantavo la tenerezza delle foglie composte ricadenti, e dei loro piccolissimi segmenti fogliari. E poi ne ho parlato ancora nel nel 2011, nel 2015, nel 2018, nel 2020, presentando anche altri esemplari, come quelli del giardinetto roccioso di via Della Pineta.

E non mi vergogno di ripetermi, quando la Parkinsonia si presenta fiorita, come fa qui a fianco quella del Banco, riempendosi dei suoi affascinanti fiorellini che dureranno per tutto il mese di luglio.

Uno spettacolo per gli occhi, che giustifica l'utilizzo di quest'alberello per l'abbellimento di giardini, soprattutto in forma di arbusto; si vedano per esempio gli esemplari del citato giardino roccioso di via Della Pineta.

La Parkinsonia fa parte della famiglia delle Cesalpiniacee, che si distingue per l'abbondanza delle specie produttrici di bellissimi fiori, a cominciare dalla Caesalpinia gilliesii, di cui vi ho parlato recentemente (post del 9/5/21), per non dire della Bauhinia variegata.




Ed ecco qui a destra un gruppo di fiorellini, piccoli  calici con i petali di colore giallo pallido, fuorché il vessillo di colore rosso, che contribuisce non poco alla gradevolezza dell'insieme.
 

Termino con una curiosità: il nome di quest'albero onora il botanico inglese John Parkinson vissuto nel diciassettesimo secolo, che nulla ha a che fare con il medico che ha dato il nome al famigerato morbo.

martedì 29 giugno 2021

Il Pungitopo fiorito

Oggi parliamo di fake news, che purtroppo vanno molto di moda in questo periodo. Siamo infatti circondati da fake news, altrimenti dette fandonie, patacche, bufale, balle. Comunque notizie false, pericolose quanto diffuse.

Allora voglio esercitarmi anch'io con il post odierno, presentandovi il Pungitopo, Ruscus aculeatus, fiorito.

Guardate che simpatico, questo arbusto di Pungitopo ripreso l'altro giorno, carico di fiorellini gialli!

Ci avete creduto? Spero di no, perché si tratta di una balla, ed anche grossa. Innanzitutto il nostro simpatico Pungitopo (post del 3/3/20) fiorisce in primavera, poi i fiorellini non sono gialli ma verdolini, infine nella foto appaiono poggiati ai rami, piuttosto che attaccati alle foglie, come li produce la pianta.

D'altronde, se guardate i bordi della foto, si nota un tappeto di questi fiorellini che circonda il nostro arbusto.
E allora? E allora il nostro arbusto di trova, e siamo precisamente all'Orto Botanico, sotto l'ombrello di una enorme Tipuana speciosa o tipu, che in questo periodo si libera delle migliaia di fiorellini gialli (post del 12/6/11, fra gli altri), generando appunto un affascinante tappeto sottostante e, all'apparenza, la nostra fake news odierna. 

Chiedo scusa se qualcuno, leggendo solo il titolo e guardando la foto, ha creduto alla patacca odierna, e chiedo scusa anche al Pungitopo, che non ha certo bisogno di vestirsi con i panni altrui per mostrare le sue doti, almeno se ci riferiamo alle splendide bacche invernali!   

  


giovedì 24 giugno 2021

Fiori, all'Orto Botanico

 Mi è mancata la fantasia per dare un titolo meno banale al post odierno, ma già unire i fiori con questo luogo magico mi pare più che sufficiente per stimolare, spero, la vostra curiosità.

Il nostro Orto Botanico, come ogni Orto Botanico fra i tanti che l'Italia può vantare, ha la particolarità di mescolare ogni volta il già visto con il nuovo, una storia plurisecolare con un fiore appena nato, alberi che sono lì da sempre si sposano con scorci e colori che durano il tempo del nostro passaggio, e che alla prossima visita saranno diversi. Per provare ad esprimere le sensazioni di una passeggiata odierna all'Orto, facciamo parlare le immagini.



Brachychiton acerifolius, noto come Albero fiamma ed appartenente alla famiglia delle Sterculiacee, e quindi stretto parente delle nostre Sterculie, ben presenti nel blog. Infatti lo ho presentato parlando di Sterculie nel lontano 2011 (post del 7/6/11).

Questo albero ha la peculiarità di fiorire ogni 4 anni, un motivo in più per andare ad ammirarlo.



La vasca dei Fior di Loto, Nelumbo nucifera; per me una delle attrazioni più affascinanti dell' Orto, con le enormi foglie ed i fiori rosa che proseguiranno fino ad agosto, lasciando poi posto al bellissimo frutto legnoso.





Primo piano del fiore di una pianta succulenta, che si chiama Opuntia leucotricha; la pianta sembra un "banale" Fico d'India, ma il fiore, come spesso nelle piante succulente, è un vero gioiellino.




E questo lo riconoscete? Certo che sì, è un fiore di Cappero, Capparis spinosa. Piantina umile e di poche pretese, ma la bellezza........




La Trombetta vergognosa! E' il nomignolo che avevo dato nel 2011 (post del 22/11/11)  ai fiori della Datura arborea, oggi più correttamente Brugmansia, e precisamente Brugmansia versicolor  varietà apricotqueen. 


Insomma ce ne è veramente per tutti i gusti! Termino con una doverosa, anche se credo scontata, precisazione: per il fiore dell'Opuntia, e per la varietà della Brugmansia, i cui nomi non conoscevo assolutamente, mi sono servito dei cartellini posti davanti ad ogni pianta.

Ma, ribadisco per l'ennesima volta, per ogni pianta sita in un qualsiasi giardino pubblico (e non solo all'Orto Botanico ed al Parco Vannelli!), e magari anche nelle piazze e nei viali cittadini principali, dovrebbe essere scontata la presenza di un cartellino di presentazione; arriveremo mai a questo atto di rispetto da parte dell'amministrazione del verde pubblico nei confronti della popolazione residente e non, oltre che delle piante stesse? Chissà, io non smetto di sperarlo.   

domenica 20 giugno 2021

La Monstera da giardino ed i suoi fiori

 Abbiamo parlato più volte della Monstera deliciosa, bellissima pianta d'appartamento della famiglia dei Filodendri, importata dalle foreste dell'America tropicale; abbiamo detto altresì che una pianta di foresta difficilmente si adatta alla vita d'appartamento, ed infatti è molto difficile trovare esemplari da interno a loro agio, e che magari riescano anche a fiorire. 

Invece all'aperto, che sia il giardino di casa o un parco pubblico, per non dire dell'Orto Botanico, la Monstera spesso ritrova la voglia di vivere e prosperare, anche dopo una vita stentata dentro un salotto: l'abbiamo infatti inserita a buon diritto fra le piante che "scappano di casa".

C'è per esempio un grande esemplare in via Sanna Randaccio 69,  al quale ho accennato altre volte: eccolo qua.



Si affaccia sulla strada per farsi ammirare, reggendosi sulla balaustra del giardino e su quella sorta di tronco che sviluppa per assumere l'andamento prostrato che adotta quando non può mettere in atto la sua naturale propensione a sfruttare i tronchi altrui per arrampicarsi a cercare la luce (vedi post 29/3/14, p.es).

Come si vede, pianta in ottima salute, e che fiorisce con multiple infiorescenze a spadice, molto tipiche della specie e molto appariscenti.


Eccolo qua, uno scrigno che si sta aprendo per mostrare la grossa infiorescenza bianco-crema dal gradevole profumo, mentre altri attorno si preparano ad aprirsi.

Non sono riuscito a scoprire se a Cagliari l'infiorescenza riesca a trasformarsi in frutto e quest'ultimo a maturare, fino a poter essere consumato; il frutto viene dichiarato piuttosto buono, da cui il nome, e nei paesi di origine viene ampiamente consumato. Naturalmente su Internet potete trovare ulteriori informazioni sugli aspetti mangerecci; a me piacerebbe sapere se qualcuno ha assaggiato i frutti della sua Monstera cresciuta in città, e gli sarò grato se vorrà comunicarmelo. 

domenica 13 giugno 2021

Il ricamo delle foglie ed i piumini dei fiori, l'Albizzia di inizio estate

Il titolo è alquanto lungo, lo so, ma ci tenevo a mettere in evidenza anche la bellezza delle foglie di questo piccolo albero. Infatti la bellezza delle foglie viene spesso trascurata quando ammiriamo un albero ed invece merita assolutamente la nostra massima attenzione, come ho affermato più volte.

Fra l'altro, sappiamo bene che la foglia è il principale elemento di riconoscimento di un albero, sia perché anche nelle caducifoglie persiste a lungo sulla pianta, sia perché non tutte le piante fioriscono, e quando lo fanno è di solito per un breve periodo. La foglia è il biglietto da visita insomma, spesso anche quando la raccogliamo da terra. accartocciata o intrisa di umidità.


Guardate l'eleganza di questa foglia composta, bi-pennata con decine di paia di foglioline portate su ogni penna, ognuna più piccola di un centimetro: un vero ricamo della natura!

Detto questo, naturalmente i piumini giallo-rosa degli stami fiorali sono splendidi, e non ci stanchiamo di ammirarli.

L'esemplare qui fotografato si trova alla fine di via Machiavelli (post del 28/6/15), ma non è quello che avevo fotografato allora, che non esiste più, ma uno più interno nella stessa traversa. 

Infatti le Albizzie sono molto sensibili al vento, data anche la superficie compatta della chioma, e spesso dal vento vengono abbattute; vale per quella del post citato, ma anche per quella di Genneruxi (post 14/6/11), che non esiste più.


Diciamo che c'è un certo ricambio di questi alberi; uno scotto da pagare, e direi che lo paghiamo volentieri, alla loro bellezza.    

domenica 6 giugno 2021

La Salicornia, una succulenta commestibile

 Parliamo oggi di uno strano e piccolo arbusto succulento, comune presso tutte le coste marine della Sardegna ma sconosciuto ai più: la Salicornia, il cui principale rappresentante ha il difficile nome scientifico di Halocnemum strobilaceum. 

La Salicornia, come dice sia il nome italiano che quello scientifico tratto dal greco, è pianta affine ai terreni salati, che costituiscono il suo habitat naturale ed unico. Possiede ramificazioni multiple, con rami eretti costituiti, nel periodo della fruttificazione, dalla sovrapposizione di una sorta di squame grasse e ripiene di succo, accompagnate da piccole foglioline verdi e gialle.

Ecco qua un arbusto, fotografato allo stagno di Molentargius, luogo di elezione di questa pianta come tutti gli stagni salmastri.
Ricordo infatti di avere visto Salicornie in abbondanza nello stagno di Feraxi , da me citato per presentare altre piantine tipiche delle coste sarde (post del 6/11/17  e del 16/11/17).

E veniamo all'aspetto forse più interessante di questo arbusto, cioè quello della commestibilità, dichiarata anche da uno dei suoi nomi comuni, e cioè quello di asparago marino. Pare che la Salicornia abbia ottime proprietà nutrizionali, sia ricca di fibre e priva di colesterolo, e possegga minerali di valore per l'alimentazione umana. Su Internet si possono trovare ricette in abbondanza per la sua preparazione: io la ho mangiata solo una volta semplicemente bollita, e mi è sembrata poco saporita, ma mi riservo di riassaggiarla alla prima occasione. Potrebbe essere una ottima pietanza da proporre in stagione, se è vero come è vero che è così comune lungo le nostre coste, e fa bene!