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venerdì 15 aprile 2022

Il Boccione, o la bellezza degli ultimi

Chi mi segue sa che ogni tanto vado fuori dal seminato, cioè mi occupo di verde non costituito da alberi, prima missione del blog, e nemmeno da arbusti, ma da piante erbacee, spesso spontanee; e questo avviene, di norma, in primavera, quando la Natura produce quantità e varietà immense di fiorellini, normalmente trascurati dal nostro sguardo. Sarà anche perché la loro altezza da terra è quasi sempre minima, ma il loro destino è normalmente quello di essere calpestati, ed al più apprezzati quando si presentano in grandi distese.

E sbagliamo, perché spesso la bellezza di questi "ultimi" merita grande attenzione e genera spunti di notevole interesse.

Un esempio, uno solo dato che non è il mio campo, ve lo voglio proporre: il Boccione maggiore.


Ecco un esemplare di Boccione, il cui nome scientifico, da scioglilingua, è Urospermum dalechampii. 

Un fiorellino qualsiasi, comunissimo dovunque in campagna ma anche nei centri abitati (questo lo ho fotografato nelle campagne intorno a Pula), da cui promana bellezza pur nella sua apparente semplicità. 

In realtà la sua struttura non è affatto semplice, trattandosi di una infiorescenza a capolino, costituita da decine o centinaia di piccolissimi fiorellini, ognuno dei quali ha un petalo (detto ligula) di forma rettangolare, dentellato e maculato di nero in cima.

Questa sommariamente descritta è  la struttura normale della famiglia delle Asteracee, di cui i rappresentanti tipici sono le Margherite, con la differenza che queste ultime hanno due tipi di fiori (post del 4/3/15), mentre il Boccione possiede tutti fiori ligulati.

Basta allora con le tecnicalità, godiamoci questa bellezza degli ultimi, ed utilizziamola come auspicio per tempi migliori; buona Pasqua a tutti i lettori!