Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

giovedì 23 marzo 2023

Arcobaleno recintato

 E' una contraddizione in termini, il titolo di oggi; quando mai è possibile immaginare un arcobaleno recintato?! 

Invece noi cagliaritani ci siamo riusciti: abbiamo recintato l'arcobaleno, e, come si vede dalla fotografia a fianco, nemmeno con una recinzione leggiadra, di basso impatto visivo; è stata utilizzata una recinzione di tipo industriale, alta e che impegna tutto il perimetro della piazza.

Sì, perché parliamo di una piazza del quartiere Mulinu Becciu, fra via Carpaccio e via del Beato Angelico, denominata dal 2016 Circu de Soli, bellissimo nome sardo che significa appunto arcobaleno.

Rimando chi volesse rinfrescarsi la memoria ai tanti post che ho dedicato a questa piazza, a partire appunto dalla sua inaugurazione del 2016 (post 8/3/16), e seguendola poi negli anni, nel bene (quantità e qualità degli alberi inseriti) e nel male (mancanza di manutenzione, per quanto riguarda nomi degli alberi e loro posizione).

Non conosco le cause che hanno determinato la scelta di recintare questo luogo, lasciandolo aperto solo nelle ore diurne, ma le posso immaginare: vandalismo, frequentazioni notturne indesiderate, lamentele degli abitanti di zona, schiamazzi di persone alterate.....

Tutte cose valide, ma mi chiedo: non poteva bastare, in prima istanza, un sistema di telecamere? E comunque, se le motivazioni sono tali da giustificare l'intervento, che considerazioni dobbiamo trarre sulla civiltà di una minoranza di cagliaritani, che costringono la città a difendersi con le recinzioni? 

E non stiamo parlando di una piazza qualsiasi, ma di un concentrato di essenze arboree rare, che non meritavano l'effetto repulsivo che una recinzione comunque esercita, per il solo fatto di esserci, anche durante le ore di apertura.

In conclusione: se alla mancanza dei cartelli indicatori ed esplicativi delle essenze presenti, inseriti nel 2016 e lasciati poi decadere nell'incuria (come da post del 2019, 2020, 2022), aggiungiamo l'effetto repulsivo della recinzione, come possiamo pretendere di stimolare i cagliaritani verso la maggiore conoscenza ed il rispetto degli alberi? Come possiamo proporre la nostra città come capitale del verde europea?




Intanto, per fortuna, la piazza Circu de Soli comincia a mostrare varietà e colori delle fioriture arboree ed arbustive; e allora, superiamo le repulsioni ed andiamo a godere di queste fioriture. 
Oggi il Mandorlo, ripreso nella foto a destra: domani la Paulownia, il Liriodendro, la Bauhinia, l'Eritrina, la Catalpa, i Pruni  e tanti altri ancora, sempre che non decidano lo sciopero della fioritura contro la recinzione!


giovedì 16 marzo 2023

Oggi ci siamo, domani chissà; la serie delle sparizioni continua

 Ho rispolverato questo titolo, che ho utilizzato tante volte nel blog per una lunga serie di sparizioni di alberi, per segnalarne un'altra, per me particolarmente dolorosa: quella dell'unico esemplare cittadino di Sakura giapponese, il Prunus serrulata della parte bassa di Monte Urpinu.

Rimando chi non ricordasse questo alberello e la sua splendida fioritura ai post che la hanno eternata (post del 19/9/1226/4/14,   30/4/15); purtroppo a Cagliari non ci rimane altro, anche se sarei felice di essere smentito dalla segnalazione di altre presenze. 

Non mi ero accorto di questa sparizione, non ho elementi per dire se l'alberello fosse malato o meno; spero solo che la sua eliminazione sia stata la necessaria, unica scelta possibile.

E allora, per offrirci una piccola consolazione e non chiudere il post senza una foto, andiamo a trovare i cugini del Sakura, che in piazzetta Mascia incominciano a fiorire.


Parliamo del Prunus cerasifera Pissardii, che con diversi esemplari adorna la piazza e la rende in questo periodo particolarmente piacevole.

Il Mirabolano, questo il nome comune del Pruno in questione, ci offre il suo fiorellino delicato, e le prime foglie rosse che spuntano; certo il fiore non è ricco e durevole come quello del Sakura, ma lo spettacolo è comunque assicurato. 

      

sabato 11 marzo 2023

Che belle le Succiose fiorite!

Sì, il nome è plebeo, e forse anche un poco volgare,  per un blog che sponsorizza l'utilizzo  del nome scientifico delle piante, ma ha una presa immediata, almeno per i cagliaritani "doc". 

Se avessi proposto questa erbetta di stagione con il titolo "Che belle le Oxalis- pes caprae fiorite!", credo che l'eco delle pernacchie mi sarebbe arrivato fino a casa!

Comunque li si voglia chiamare, con i nomi già citati o con il nome italiano di Acetosella, o ancora con il nome elegante e beneaugurante di Erba di Mandela, proposto dal grande Siro Vannelli (post del 25/3/11), questi fiorellini sono una meraviglia che illumina il bordo stradale, i prati incolti, i giardini, le grondaie, insomma qualsiasi luogo dove possano attecchire i loro bulbi e dare luogo prima agli steli succosi e dal sapore acidulo poi all'esplosione dei fiorellini imbutiformi.

Ma la caratteristica più interessante è il colore giallo brillante, intenso, vivace, quasi fosforescente, che attira e trattiene lo sguardo: veramente uno spettacolo da apprezzare.  
 

lunedì 6 marzo 2023

Giovani e profumate aromatiche, vecchi e contorti tronchi

Sono tornato in visita all'Orto dei Cappuccini, e devo dire che il suo fascino rimane inalterato nel tempo e nelle stagioni. Un luogo particolare, non tanto per le piante di cui è dotato (che pure presentano molti aspetti interessanti, a cominciare dall'età di molte di esse), ma per il fondale e le quinte fra i quali è inserito, che costituiscono una attrazione irresistibile (post del 4/6/16).

Un luogo di serenità e  meditazione, magari piacevolmente inframezzata dai bambini che corrono inseguendosi e giocando a nascondino (senza telefonino!).

Nella visita odierna non ho mancato di notare un paio di peculiarità, che vi propongo per immagini.



Ecco le giovani e profumate piante aromatiche, dette anche officinali perché da queste un tempo si ottenevano, in "officium" e cioè in farmacia, molte medicine alternative.  Peraltro, la produzione di piante officinali era proprio l'obiettivo che aveva dato origine alla nascita di questo luogo, all'inizio del '600!

Abbiamo qui sopra una lunga siepe di Rosmarino, mentre a destra due dei molti cespugli di Lavanda fanno da spalliera ad un panchina. Sia il Rosmarino che la Lavanda cominciano a fiorire, come peraltro i loro cugini selvatici, ed a spandere tutto attorno il loro profumo.

Sull'altro fronte, per così dire, abbiamo i vecchi tronchi di Ficus carica, che si trovano nella parte alta del parco. Sono ancora in pieno riposo vegetativo, ma questo non li rende insignificanti, come dimostrano le due immagini che vi presento.



Vecchi e contorti tronchi, li ho definiti nel titolo, ma comunque ricchi di fascino con le loro buffe protuberanze; ammirandoli ci si ritrova ad immaginare quali vicissitudini abbiano vissuto, nel corso dei decenni, per acquisire siffatte conformazioni.
Ma non crediate che questo tronco impastato dal tempo, e quelli dei due fratelli sullo sfondo, non siano più in grado di produrre foglie e frutti ed una bella chioma, a suo tempo; basta tornare ad apprezzarli a giugno, per rendersene conto! 

venerdì 24 febbraio 2023

I figli pigri, fra le braccia possenti di mamma Euphorbia

Oggi vi presento una simpatica situazione che si può presentare nel ciclo riproduttivo di una grande succulenta a portamento arboreo, la Euphorbia candelabrum. 

Parliamo di una pianta che difficilmente passa inosservata, sia per le dimensioni ragguardevoli che raggiunge con il nostro clima, sia per l'aspetto caratteristico che ha dato origine al suo nome scientifico.


Ecco l'esemplare oggetto della nostra attenzione, situato nel giardino di un condominio che prospetta su via Leoncavallo, non lontano dai binari del metrotram.

E' un esemplare che il nostro blog già conosce (post del 3/3/16,  del 30/4/16,  del 16/7/20) del quale ho presentato fiori e frutti, ed in particolare la strana modalità di esplosione dei frutti, quando è il momento di spargere i semi al fine di riprodurre la specie, nel mese di luglio.

Come vi avevo raccontato nel post di luglio, quando è il momento i fruttini esplodono, lanciando i semi il più lontano possibile per avere maggiori possibilità di perpetuare la specie.

E in questo processo può succedere la simpatica situazione di cui vi ho parlato all'inizio, e che ha dato origine al titolo: vediamo la foto qui sotto.



Può succedere che, come le famose ciambelle, non tutti i lanci dei semi siano corretti, ed a volte i semi cadano dritti senza spostarsi dalla verticale: in questi casi la nuova piantina, se il seme trova un poco di terra nello spazio da dove si dipartono le possenti branche della mamma, decida di mettere a frutto la sua pigrizia, e di crescere lì.

Ed eccola che occhieggia dal suo comodo nido, nel quale sembra trovarsi molto bene, tanto che ha già prodotto alcune foglioline. 

In realtà questa simpatica storiella che ho raccontato non avrà un buon fine, e la nuova piantina non sopravviverà a lungo alla  mancanza di cibo, a meno che non venga trapiantata in piena terra, chissà; resta però che anche questa è una storia molto interessante offerta dalla Natura. 


lunedì 20 febbraio 2023

La giusta eliminazione delle vecchie Robinie di via Cagna

Ho parlato, abbastanza di recente (post del 9/1/23), della prevista eliminazione di alcune vecchie Robinie, Robinia pseudoacacia, alla fine di via Cagna; in quella sede condividevo nella sostanza l'esigenza della eliminazione, criticando però il "burocratese" utilizzato per l'annuncio da parte del Comune, che parlava di messa in sicurezza.   

Al di là della critica sulla terminologia, che resta oggi pienamente valida e che nasconde la volontà di pararsi le spalle da critiche (peraltro giustificate in molte occasioni), devo dire che l'eliminazione in questione è stata in questo caso giustificata dallo stato delle piante interessate.

Questa è infatti la ceppaia di uno degli esemplari eliminati, probabilmente lo stesso che avevo fotografato a gennaio completamente piegato da un lato.

Come si vede una profonda carie era arrivata ad interessare la base del tronco, probabilmente provenendo dalla parte più alta: infatti queste situazioni patologiche nascono spesso dalla rottura di rami, ma anche da capitozzature o potature comunque mal effettuate. Queste condizioni, se non curate, consentono la penetrazione dei funghi che si nutrono del tessuto legnoso, portando al decadimento ed alla morte dell'albero, che ad un certo punto può cedere di schianto.   

Quindi non si può certo escludere che in molti casi il decadimento sia causato da interventi umani; bisogna peraltro considerare che le leguminose in generale (Acacia, Tipuana, Bauhinia, Ginestra, Albizzia.....) non sono piante particolarmente resistenti né molto longeve.


Possiamo però considerare che sono stati eliminati solo gli esemplari in condizioni più critiche, mentre gli altri sono stati mantenuti in vita, come si vede dalla foto a destra. Quindi è stato usato un criterio di scelta, forse anche consentito dagli strumenti sofisticati oggi in uso; non sono certo che, fino a qualche anno fa, non si sarebbe proceduto ad una eliminazione indiscriminata di tutto il filare di questi vecchi e gloriosi alberi.

Non resta che augurarci che gli esemplari che rimangono siano ancora in grado di rallegrarci con la loro bellissima fioritura primaverile (vedi p.es. post del 10/4/17)!  


 

martedì 14 febbraio 2023

L'enorme Nolina mangiafumo del Banco

 Diciamo subito che è un esemplare rarissimo per la nostra città, l'albero di cui trattiamo oggi, e che per vederne di simili o anche molto più grandi bisognerebbe andare in Messico, sua zona di origine.

Parliamo della Nolina (oggi Beaucarnea) recurvata che vive nel giardinetto del Banco di Sardegna, combattendo orgogliosamente per conquistare spazio, luce e sole, con le alte Palme che la circondano.

Eccola a sinistra; forse meriterebbe più spazio, per la sua rarità e bellezza, ma è anche piacevole scoprirla contornata dalle Palme.

Abbiamo parlato diverse volte di questa Nolina, a partire dal 2011 (post 17/1/11), ma anche di altri, pochi, esemplari all'aperto, dall'Orto Botanico a via Verdi fino all'esemplare fiorito di via Sanna Randaccio (post del 1/11/21)    

Come molte altre piante, con il nostro clima subtropicale, la Nolina sa vivere bene sia all'aperto che al chiuso, dove fa la sua bella figura con le foglie mollemente ricadenti, il grosso piede d'elefante, una buona robustezza e la fama di essere una "mangiafumo".

Questa fama, oltre che essere oramai quasi inutile per i salotti attuali, pare che sia anche usurpata, e derivante invece dalla capacità di resistere al fuoco, e riprendersi dal fuoco, riscontrata negli esemplari delle campagne  messicane.

Tornando al nostro campione, come si nota dalla fotografia sta già esponendo, in cima, pannocchie ramificate che daranno luogo ad una delle fioriture annuali. 

Nella fotina a destra notiamo invece il piede d'elefante, utilizzato dalla pianta come riserva d'acqua, e che risulta tanto più evidente e piacevole, come dicevamo, nelle piante d'appartamento.

Insomma la nostra enorme Nolina meriterebbe un maggiore riconoscimento, per esempio una scheda di presentazione in loco (vecchia richiesta!) l'inserimento in un elenco degli alberi peculiari della nostra città, le opportune indicazioni turistiche per il suo godimento, soprattutto da parte dei turisti del nord Italia ed Europa che la conoscono solo come piccola pianta d'appartamento.

Utopia? Probabilmente, ma io non smetto di insistere. 


 

lunedì 6 febbraio 2023

La Palma grattacielo di piazza Ravot

Siamo in pieno centro città, nonostante la stranezza del nome; infatti questa piazza altro non è che il bello slargo alberato con il quale termina il viale Regina Margherita sfociando in piazza Costituzione, e credo che per la gran parte dei cagliaritani sia tuttora nota come piazza Costituzione.

Comunque un luogo molto gradevole, ed anche ben dotato di alberi, dal vecchio Ficus elastica "originale" ai diversi Ficus retusa, già presentati nel blog (post del 5/9/19).  

Oggi vi presento un altro albero di questo slargo, molto bello anche se poco notabile data l'altezza della sua chioma, a meno che non ci si trovi piacevolmente seduti, magari gustando qualcosa  da bere o da mangiare in uno dei locali della zona.

Ed eccolo qui il nostro albero: una Washingtonia robusta, che rende onore al nomignolo che le avevo attribuito di Palma grattacielo (post del 21/2/17), svettando verso il cielo a prendersi più luce possibile.

Questo esemplare si presenta fra l'altro molto "pulito", senza residui di vecchie foglie ed in ottima salute, per resistere al meglio, con l'elasticità del suo fusto, ai nostri venti impetuosi.

Ricordo che un poco più su, all'inizio del Viale Regina Elena, si trova un esemplare ancora più alto (post del 20/1/18), ed altri ancora ne abbiamo incontrato in città, da Buoncammino al parco di via San Lucifero.

Insomma la Washingtonia robusta è una pianta ben piazzata nel novero delle piante da ammirare, incontrandola negli spostamenti/passeggiate urbane; bisogna solo ricordarsi di distogliere lo sguardo dal cellulare, ogni tanto!
      


sabato 28 gennaio 2023

Il grande Pino, ed un destino segnato

 Non amo fare previsioni, soprattutto quando sono negative; ma per il Pino di cui vi parlo oggi temo che un destino infausto sia segnato.

Eccolo qui a sinistra: un bellissimo e grande esemplare, addirittura enorme per i canoni nostrani, di Pino domestico, Pinus pinea.  

Questo Pino vive con la sua mole all'interno di uno spazio condominiale di via Dublino, nella zona alta di Genneruxi, dove le strade sono strette e si aprono ogni tanto in piazzette che fungono da collegamento fra le varie vie. 

Come si vede dalla foto la chioma del Pino supera abbondantemente la carreggiata di via Dublino, oltre che impegnare per diversi metri l'interno degli spazi condominiali.

La vicinanza alla strada, che per fortuna tiene abbastanza distanti le sue radici dalle fondazioni della palazzina, non protegge però il piano stradale, che risulta fortemente sollevato dalle radici medesime.

D'altra parte, si sa, il Pino non si fa scrupoli quando deve fare spazio alle sue possenti radici; lo avevamo già segnalato in un post alle origini del blog (post del 10/12/10) e ripreso poi successivamente per l'impianto di via Verdi (post del 9/5/13), che infatti è stato successivamente eliminato.

Insomma, con queste premesse e con gli effetti che si vedono anche nella fotina a destra, temo di essere facile profeta nel ribadire, con rammarico, che il suo destino pare segnato.

Sarebbe bello ipotizzare che, con apposito accordo fra i privati del condominio ed il  Comune, si potesse trovare una soluzione che salvasse l'albero in questione e l'asfalto della strada, ma qui entriamo nel campo dell'utopia.
 
 

domenica 22 gennaio 2023

Il Capelvenere in città

 Il Capelvenere, Adiantum capillus-veneris, è una piantina abbastanza conosciuta ma che certamente è poco frequente incontrare, a meno che non la si vada a cercare nel suo habitat naturale, cioè le grotte umide ed ombrose, le pareti calcaree dove sgorgano cascate, i pozzi.

Vengono in mente, per esempio, Sadali e la sua cascata di San Valentino, o la cascata Sa Stiddiosa di Seulo, per citare due luoghi meravigliosi e piuttosto noti ai sardi e non solo; a Cagliari è possibile che il Capelvenere sia presente, anche se non sono certo, nella affascinante grotta Gennari dell'Orto Botanico, insieme ad altre Felci.

E invece, con la complicità di Paolo che ringrazio, vi presento oggi un gruppo di piantine cresciute, in maniera naturale, su una parete di Castello.

Ci troviamo in via Genovesi, sicuramente una via che non è molto illuminata dal sole; qui, su una parete certamente umida con retrostante terrapieno, il Capelvenere ha trovato modo di vivere e moltiplicarsi.

Immagino che la pioggia di questi giorni abbia ulteriormente rinvigorito queste piantine che, anche se segnano inevitabilmente il degrado della zona, mantengono il loro fascino dal punto di vista dell'appassionato del verde.

Il Capelvenere ha la peculiarità che l'acqua non aderisce alle foglie (nome greco adiantos = non bagnato), mentre i capelli di Venere fanno riferimento all'aspetto ricadente e delicato delle foglioline, ma anche ai rametti neri, lucidi e sottili che le sostengono.

Il Capelvenere ha avuto in passato un utilizzo medico significativo, con infusi  e decotti, e legami anche con credenze magiche; sicuramente il decotto veniva utilizzato per il cuoio capelluto, antiforfora e sgrassante per i capelli, in linea con il nome e la bellezza evocata.

Insomma una piantina interessante oltre che bella, di cui a destra possiamo ammirare un particolare, sempre sulla parete di via Genovesi.

Credo che le piantine siano anche coltivabili in vaso, anche se sono molto esigenti e difficilmente si adattano al clima di un appartamento. 

Comunque, per chi non ha modo di fare un salto negli splendidi luoghi citati all'inizio del post, una passeggiata in Castello resta una bella soluzione per godere della vista del Capelvenere! 


 

domenica 15 gennaio 2023

Il Ficus combina guai

 

Eccolo qui, il Ficus in questione: un enorme Ficus retusa, vecchio di molti decenni, che troneggia all'ingresso del Dipartimento di scienze biomediche dell'Università, in via Porcell.

E non è il solo a fare compagnia e sorvegliare questo bellissimo e grande palazzo, affacciandosi su una delle strade più affascinanti della nostra bella città: infatti dall'altra parte del palazzo, quasi all'inizio della strada, ci sono altri quattro esemplari, anch'essi di ragguardevoli dimensioni .

Ebbene il nostro esemplare, facendo il suo mestiere e cioè vivendo, ha fatto quello che questi alberi sanno fare molto bene, cioè ha irrobustito le sue radici per sostenere al meglio la grande chioma.


Ed ecco a destra il risultato, con un possente innervamento nel terreno ed addirittura radici colonnari di ulteriore sostegno.

E qui ha cominciato a combinare guai perché essendo, come si vede dalla foto, vicino al muro perimetrale della proprietà del Dipartimento, le radici hanno provveduto a spaccare il muro medesimo, creando un pericolo sul fronte strada.

La strada è stata chiusa al traffico, è stato realizzato un sostegno provvisorio per il muro, ed è cominciato il palleggio sulle competenze fra Comune ed Università, per chi debba procedere, ed in che tempi, alla "messa in sicurezza" (si veda al riguardo quanto detto al post precedente).


In questa foto si vede una delle spaccature del muro antistante il 
Ficus, nonché le transenne ed il sostegno provvisorio.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza, io auspico fortemente che i Ficus di via Porcell vengano salvati, e non facciano la stessa fine di alcuni Pini d'Aleppo che ornavano questa via, e che sono stati eliminati.

Il Ficus retusa, albero molto comune a Cagliari, non è un albero che debba sempre essere salvato; quando ci sono le condizioni, e fatte tutte le opportune valutazioni, il sacrificio di qualche esemplare può essere accettato (p.es. in viale Trieste, o in viale Merello....); ma non per questi esemplari, che accompagnano la storia di questa strada e la nobiltà delle sue costruzioni e dei grandi cagliaritani che ci hanno lavorato.

I muri possono essere sistemati ed irrobustiti, il percorso delle radici può essere guidato ed impedito perché non crei ulteriori guai; ma prego chiunque debba prendere le decisioni sul da farsi di partire dal presupposto di salvare i Ficus di via Porcell!  

 

lunedì 9 gennaio 2023

La "messa in sicurezza" delle Robinie di via Cagna

La Robinia pseudoacacia è un albero che ha avuto una significativa presenza nella nostra città, anche per la sua capacità di riprodursi e colonizzare terreni sterrati ed incolti. Oggi, con il procedere dell'urbanizzazione, lo si incontra molto meno, mentre è piuttosto comune in campagna. E' una leguminosa, della quale abbiamo parlato più volte a partire dagli albori del blog (post del 14/12/10) e successivamente, soprattutto con riferimento alla sua bella fioritura primaverile (p.es. post del 26/4/15  e del 10/4/17). 

Abbiamo altresì parlato di esemplari anziani e non molto ben messi, come quelli di via Cammino Nuovo e quelli di via Cagna, quasi all'incrocio con via Is Guadazzonis.

E di questi ultimi parliamo oggi: ecco in foto un esemplare, che mostra la sua attuale fragilità. Già si vede dal tronco che è molto anziano, è piegato su un fianco e probabilmente il suo legno sta marcendo all'interno.

Per questo non mi sono meravigliato quando ho letto nel sito ufficiale del comune di Cagliari che 4 esemplari di Robinia in via Cagna saranno eliminati, in quanto la loro "propensione al cedimento" crea pericolo per la pubblica incolumità.

Tutto bene, dunque? E no, dato che l'annuncio non parla di eliminazione, ma di "messa in sicurezza". Allora, poiché la messa in sicurezza non è certo sinonimo di eliminazione, ma anzi di azione costruttiva e correttiva tesa ad eliminare il pericolo, per esempio con tutori di sostegno, perché usare questa impropria terminologia?

Non sarà che la "messa in sicurezza", locuzione ormai usatissima nel burocratese, serva come addolcimento del termine netto di eliminazione, che potrebbe provocare qualche protesta di cittadini amanti del verde?

Allora io formulo un invito agli amministratori del verde pubblico: siate chiari. Se una pianta è da abbattere, da eliminare, da estirpare, da tagliare ........, usate il termine giusto, e siate pronti all'occorrenza a dimostrare la necessità inoppugnabile della azione drastica; non nascondetevi dietro terminologie fumose ed improprie!    
  

domenica 1 gennaio 2023

Il Giardino degli Ulivi

Un nome che oscilla fra richiami biblici (il Getsemani) e reminiscenze Checoviane (il Giardino dei Ciliegi) è quello che mi è venuto in mente per il bel sito che vi presento oggi, che si trova all'ingresso del paese di Settimo San Pietro, Comune della città metropolitana di Cagliari.

Il nome di questo luogo è in realtà Parco Terra de sa Cresia, che fa riferimento alla chiesa di San Pietro Apostolo, sfondo dei suoi spazi.


Effettivamente la presenza della chiesa e del suo campanile, che si staglia davanti al terso cielo azzurro decembrino, forniscono un bel valore aggiunto ai prati di questo giardino comunale ed ai bellissimi vecchi Ulivi che sono, per noi amanti del verde, l'elemento caratterizzante. 


Questi alberi non brillano certo per la chioma folta o per la simmetria dei rami, ma per la lunga storia che si portano appresso, con i danni del tempo e di potature scriteriate ai quali hanno tenacemente resistito; i tronchi, con le loro fessure, gibbosità e strane forme assunte nei decenni ci raccontano la loro vita.

Una scelta felice degli amministratori ha tolto questi Ulivi dallo stato di vecchi residui arborei abbandonati, e magari da estirpare, e li ha recuperati alla loro bellezza intrinseca: un posto piacevole dove passeggiare e meditare.