E' una contraddizione in termini, il titolo di oggi; quando mai è possibile immaginare un arcobaleno recintato?!
Invece noi cagliaritani ci siamo riusciti: abbiamo recintato l'arcobaleno, e, come si vede dalla fotografia a fianco, nemmeno con una recinzione leggiadra, di basso impatto visivo; è stata utilizzata una recinzione di tipo industriale, alta e che impegna tutto il perimetro della piazza.Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
giovedì 23 marzo 2023
Arcobaleno recintato
giovedì 16 marzo 2023
Oggi ci siamo, domani chissà; la serie delle sparizioni continua
Ho rispolverato questo titolo, che ho utilizzato tante volte nel blog per una lunga serie di sparizioni di alberi, per segnalarne un'altra, per me particolarmente dolorosa: quella dell'unico esemplare cittadino di Sakura giapponese, il Prunus serrulata della parte bassa di Monte Urpinu.
Rimando chi non ricordasse questo alberello e la sua splendida fioritura ai post che la hanno eternata (post del 19/9/12, 26/4/14, 30/4/15); purtroppo a Cagliari non ci rimane altro, anche se sarei felice di essere smentito dalla segnalazione di altre presenze.
Non mi ero accorto di questa sparizione, non ho elementi per dire se l'alberello fosse malato o meno; spero solo che la sua eliminazione sia stata la necessaria, unica scelta possibile.
E allora, per offrirci una piccola consolazione e non chiudere il post senza una foto, andiamo a trovare i cugini del Sakura, che in piazzetta Mascia incominciano a fiorire.
Parliamo del Prunus cerasifera Pissardii, che con diversi esemplari adorna la piazza e la rende in questo periodo particolarmente piacevole.
Il Mirabolano, questo il nome comune del Pruno in questione, ci offre il suo fiorellino delicato, e le prime foglie rosse che spuntano; certo il fiore non è ricco e durevole come quello del Sakura, ma lo spettacolo è comunque assicurato.
sabato 11 marzo 2023
Che belle le Succiose fiorite!
Sì, il nome è plebeo, e forse anche un poco volgare, per un blog che sponsorizza l'utilizzo del nome scientifico delle piante, ma ha una presa immediata, almeno per i cagliaritani "doc".
Se avessi proposto questa erbetta di stagione con il titolo "Che belle le Oxalis- pes caprae fiorite!", credo che l'eco delle pernacchie mi sarebbe arrivato fino a casa!Comunque li si voglia chiamare, con i nomi già citati o con il nome italiano di Acetosella, o ancora con il nome elegante e beneaugurante di Erba di Mandela, proposto dal grande Siro Vannelli (post del 25/3/11), questi fiorellini sono una meraviglia che illumina il bordo stradale, i prati incolti, i giardini, le grondaie, insomma qualsiasi luogo dove possano attecchire i loro bulbi e dare luogo prima agli steli succosi e dal sapore acidulo poi all'esplosione dei fiorellini imbutiformi.
Ma la caratteristica più interessante è il colore giallo brillante, intenso, vivace, quasi fosforescente, che attira e trattiene lo sguardo: veramente uno spettacolo da apprezzare.
lunedì 6 marzo 2023
Giovani e profumate aromatiche, vecchi e contorti tronchi
Sono tornato in visita all'Orto dei Cappuccini, e devo dire che il suo fascino rimane inalterato nel tempo e nelle stagioni. Un luogo particolare, non tanto per le piante di cui è dotato (che pure presentano molti aspetti interessanti, a cominciare dall'età di molte di esse), ma per il fondale e le quinte fra i quali è inserito, che costituiscono una attrazione irresistibile (post del 4/6/16).
Un luogo di serenità e meditazione, magari piacevolmente inframezzata dai bambini che corrono inseguendosi e giocando a nascondino (senza telefonino!).
Nella visita odierna non ho mancato di notare un paio di peculiarità, che vi propongo per immagini.
Abbiamo qui sopra una lunga siepe di Rosmarino, mentre a destra due dei molti cespugli di Lavanda fanno da spalliera ad un panchina. Sia il Rosmarino che la Lavanda cominciano a fiorire, come peraltro i loro cugini selvatici, ed a spandere tutto attorno il loro profumo.
Sull'altro fronte, per così dire, abbiamo i vecchi tronchi di Ficus carica, che si trovano nella parte alta del parco. Sono ancora in pieno riposo vegetativo, ma questo non li rende insignificanti, come dimostrano le due immagini che vi presento.
venerdì 24 febbraio 2023
I figli pigri, fra le braccia possenti di mamma Euphorbia
Oggi vi presento una simpatica situazione che si può presentare nel ciclo riproduttivo di una grande succulenta a portamento arboreo, la Euphorbia candelabrum.
Parliamo di una pianta che difficilmente passa inosservata, sia per le dimensioni ragguardevoli che raggiunge con il nostro clima, sia per l'aspetto caratteristico che ha dato origine al suo nome scientifico.
lunedì 20 febbraio 2023
La giusta eliminazione delle vecchie Robinie di via Cagna
Ho parlato, abbastanza di recente (post del 9/1/23), della prevista eliminazione di alcune vecchie Robinie, Robinia pseudoacacia, alla fine di via Cagna; in quella sede condividevo nella sostanza l'esigenza della eliminazione, criticando però il "burocratese" utilizzato per l'annuncio da parte del Comune, che parlava di messa in sicurezza.
Al di là della critica sulla terminologia, che resta oggi pienamente valida e che nasconde la volontà di pararsi le spalle da critiche (peraltro giustificate in molte occasioni), devo dire che l'eliminazione in questione è stata in questo caso giustificata dallo stato delle piante interessate.
Questa è infatti la ceppaia di uno degli esemplari eliminati, probabilmente lo stesso che avevo fotografato a gennaio completamente piegato da un lato.Come si vede una profonda carie era arrivata ad interessare la base del tronco, probabilmente provenendo dalla parte più alta: infatti queste situazioni patologiche nascono spesso dalla rottura di rami, ma anche da capitozzature o potature comunque mal effettuate. Queste condizioni, se non curate, consentono la penetrazione dei funghi che si nutrono del tessuto legnoso, portando al decadimento ed alla morte dell'albero, che ad un certo punto può cedere di schianto.
Quindi non si può certo escludere che in molti casi il decadimento sia causato da interventi umani; bisogna peraltro considerare che le leguminose in generale (Acacia, Tipuana, Bauhinia, Ginestra, Albizzia.....) non sono piante particolarmente resistenti né molto longeve.
Possiamo però considerare che sono stati eliminati solo gli esemplari in condizioni più critiche, mentre gli altri sono stati mantenuti in vita, come si vede dalla foto a destra. Quindi è stato usato un criterio di scelta, forse anche consentito dagli strumenti sofisticati oggi in uso; non sono certo che, fino a qualche anno fa, non si sarebbe proceduto ad una eliminazione indiscriminata di tutto il filare di questi vecchi e gloriosi alberi.
Non resta che augurarci che gli esemplari che rimangono siano ancora in grado di rallegrarci con la loro bellissima fioritura primaverile (vedi p.es. post del 10/4/17)!
martedì 14 febbraio 2023
L'enorme Nolina mangiafumo del Banco
Diciamo subito che è un esemplare rarissimo per la nostra città, l'albero di cui trattiamo oggi, e che per vederne di simili o anche molto più grandi bisognerebbe andare in Messico, sua zona di origine.
Parliamo della Nolina (oggi Beaucarnea) recurvata che vive nel giardinetto del Banco di Sardegna, combattendo orgogliosamente per conquistare spazio, luce e sole, con le alte Palme che la circondano.
Eccola a sinistra; forse meriterebbe più spazio, per la sua rarità e bellezza, ma è anche piacevole scoprirla contornata dalle Palme.
Abbiamo parlato diverse volte di questa Nolina, a partire dal 2011 (post 17/1/11), ma anche di altri, pochi, esemplari all'aperto, dall'Orto Botanico a via Verdi fino all'esemplare fiorito di via Sanna Randaccio (post del 1/11/21)
Come molte altre piante, con il nostro clima subtropicale, la Nolina sa vivere bene sia all'aperto che al chiuso, dove fa la sua bella figura con le foglie mollemente ricadenti, il grosso piede d'elefante, una buona robustezza e la fama di essere una "mangiafumo".
Questa fama, oltre che essere oramai quasi inutile per i salotti attuali, pare che sia anche usurpata, e derivante invece dalla capacità di resistere al fuoco, e riprendersi dal fuoco, riscontrata negli esemplari delle campagne messicane.
Tornando al nostro campione, come si nota dalla fotografia sta già esponendo, in cima, pannocchie ramificate che daranno luogo ad una delle fioriture annuali.
Nella fotina a destra notiamo invece il piede d'elefante, utilizzato dalla pianta come riserva d'acqua, e che risulta tanto più evidente e piacevole, come dicevamo, nelle piante d'appartamento.
Insomma la nostra enorme Nolina meriterebbe un maggiore riconoscimento, per esempio una scheda di presentazione in loco (vecchia richiesta!) l'inserimento in un elenco degli alberi peculiari della nostra città, le opportune indicazioni turistiche per il suo godimento, soprattutto da parte dei turisti del nord Italia ed Europa che la conoscono solo come piccola pianta d'appartamento.
Utopia? Probabilmente, ma io non smetto di insistere.
lunedì 6 febbraio 2023
La Palma grattacielo di piazza Ravot
Siamo in pieno centro città, nonostante la stranezza del nome; infatti questa piazza altro non è che il bello slargo alberato con il quale termina il viale Regina Margherita sfociando in piazza Costituzione, e credo che per la gran parte dei cagliaritani sia tuttora nota come piazza Costituzione.
Comunque un luogo molto gradevole, ed anche ben dotato di alberi, dal vecchio Ficus elastica "originale" ai diversi Ficus retusa, già presentati nel blog (post del 5/9/19).
Oggi vi presento un altro albero di questo slargo, molto bello anche se poco notabile data l'altezza della sua chioma, a meno che non ci si trovi piacevolmente seduti, magari gustando qualcosa da bere o da mangiare in uno dei locali della zona.
Ed eccolo qui il nostro albero: una Washingtonia robusta, che rende onore al nomignolo che le avevo attribuito di Palma grattacielo (post del 21/2/17), svettando verso il cielo a prendersi più luce possibile.Questo esemplare si presenta fra l'altro molto "pulito", senza residui di vecchie foglie ed in ottima salute, per resistere al meglio, con l'elasticità del suo fusto, ai nostri venti impetuosi.
Ricordo che un poco più su, all'inizio del Viale Regina Elena, si trova un esemplare ancora più alto (post del 20/1/18), ed altri ancora ne abbiamo incontrato in città, da Buoncammino al parco di via San Lucifero.
Insomma la Washingtonia robusta è una pianta ben piazzata nel novero delle piante da ammirare, incontrandola negli spostamenti/passeggiate urbane; bisogna solo ricordarsi di distogliere lo sguardo dal cellulare, ogni tanto!
sabato 28 gennaio 2023
Il grande Pino, ed un destino segnato
Non amo fare previsioni, soprattutto quando sono negative; ma per il Pino di cui vi parlo oggi temo che un destino infausto sia segnato.
Eccolo qui a sinistra: un bellissimo e grande esemplare, addirittura enorme per i canoni nostrani, di Pino domestico, Pinus pinea.Questo Pino vive con la sua mole all'interno di uno spazio condominiale di via Dublino, nella zona alta di Genneruxi, dove le strade sono strette e si aprono ogni tanto in piazzette che fungono da collegamento fra le varie vie.
Come si vede dalla foto la chioma del Pino supera abbondantemente la carreggiata di via Dublino, oltre che impegnare per diversi metri l'interno degli spazi condominiali.
La vicinanza alla strada, che per fortuna tiene abbastanza distanti le sue radici dalle fondazioni della palazzina, non protegge però il piano stradale, che risulta fortemente sollevato dalle radici medesime.
D'altra parte, si sa, il Pino non si fa scrupoli quando deve fare spazio alle sue possenti radici; lo avevamo già segnalato in un post alle origini del blog (post del 10/12/10) e ripreso poi successivamente per l'impianto di via Verdi (post del 9/5/13), che infatti è stato successivamente eliminato.
Insomma, con queste premesse e con gli effetti che si vedono anche nella fotina a destra, temo di essere facile profeta nel ribadire, con rammarico, che il suo destino pare segnato.Sarebbe bello ipotizzare che, con apposito accordo fra i privati del condominio ed il Comune, si potesse trovare una soluzione che salvasse l'albero in questione e l'asfalto della strada, ma qui entriamo nel campo dell'utopia.
domenica 22 gennaio 2023
Il Capelvenere in città
Il Capelvenere, Adiantum capillus-veneris, è una piantina abbastanza conosciuta ma che certamente è poco frequente incontrare, a meno che non la si vada a cercare nel suo habitat naturale, cioè le grotte umide ed ombrose, le pareti calcaree dove sgorgano cascate, i pozzi.
Vengono in mente, per esempio, Sadali e la sua cascata di San Valentino, o la cascata Sa Stiddiosa di Seulo, per citare due luoghi meravigliosi e piuttosto noti ai sardi e non solo; a Cagliari è possibile che il Capelvenere sia presente, anche se non sono certo, nella affascinante grotta Gennari dell'Orto Botanico, insieme ad altre Felci.
E invece, con la complicità di Paolo che ringrazio, vi presento oggi un gruppo di piantine cresciute, in maniera naturale, su una parete di Castello.
Ci troviamo in via Genovesi, sicuramente una via che non è molto illuminata dal sole; qui, su una parete certamente umida con retrostante terrapieno, il Capelvenere ha trovato modo di vivere e moltiplicarsi.Immagino che la pioggia di questi giorni abbia ulteriormente rinvigorito queste piantine che, anche se segnano inevitabilmente il degrado della zona, mantengono il loro fascino dal punto di vista dell'appassionato del verde.
Il Capelvenere ha la peculiarità che l'acqua non aderisce alle foglie (nome greco adiantos = non bagnato), mentre i capelli di Venere fanno riferimento all'aspetto ricadente e delicato delle foglioline, ma anche ai rametti neri, lucidi e sottili che le sostengono.
Il Capelvenere ha avuto in passato un utilizzo medico significativo, con infusi e decotti, e legami anche con credenze magiche; sicuramente il decotto veniva utilizzato per il cuoio capelluto, antiforfora e sgrassante per i capelli, in linea con il nome e la bellezza evocata.
Insomma una piantina interessante oltre che bella, di cui a destra possiamo ammirare un particolare, sempre sulla parete di via Genovesi.
domenica 15 gennaio 2023
Il Ficus combina guai
Eccolo qui, il Ficus in questione: un enorme Ficus retusa, vecchio di molti decenni, che troneggia all'ingresso del Dipartimento di scienze biomediche dell'Università, in via Porcell.
E non è il solo a fare compagnia e sorvegliare questo bellissimo e grande palazzo, affacciandosi su una delle strade più affascinanti della nostra bella città: infatti dall'altra parte del palazzo, quasi all'inizio della strada, ci sono altri quattro esemplari, anch'essi di ragguardevoli dimensioni .
Ebbene il nostro esemplare, facendo il suo mestiere e cioè vivendo, ha fatto quello che questi alberi sanno fare molto bene, cioè ha irrobustito le sue radici per sostenere al meglio la grande chioma.
Ed ecco a destra il risultato, con un possente innervamento nel terreno ed addirittura radici colonnari di ulteriore sostegno.
E qui ha cominciato a combinare guai perché essendo, come si vede dalla foto, vicino al muro perimetrale della proprietà del Dipartimento, le radici hanno provveduto a spaccare il muro medesimo, creando un pericolo sul fronte strada.
La strada è stata chiusa al traffico, è stato realizzato un sostegno provvisorio per il muro, ed è cominciato il palleggio sulle competenze fra Comune ed Università, per chi debba procedere, ed in che tempi, alla "messa in sicurezza" (si veda al riguardo quanto detto al post precedente).
In questa foto si vede una delle spaccature del muro antistante il
Ficus, nonché le transenne ed il sostegno provvisorio.
Per quanto riguarda la messa in sicurezza, io auspico fortemente che i Ficus di via Porcell vengano salvati, e non facciano la stessa fine di alcuni Pini d'Aleppo che ornavano questa via, e che sono stati eliminati.
Il Ficus retusa, albero molto comune a Cagliari, non è un albero che debba sempre essere salvato; quando ci sono le condizioni, e fatte tutte le opportune valutazioni, il sacrificio di qualche esemplare può essere accettato (p.es. in viale Trieste, o in viale Merello....); ma non per questi esemplari, che accompagnano la storia di questa strada e la nobiltà delle sue costruzioni e dei grandi cagliaritani che ci hanno lavorato.
I muri possono essere sistemati ed irrobustiti, il percorso delle radici può essere guidato ed impedito perché non crei ulteriori guai; ma prego chiunque debba prendere le decisioni sul da farsi di partire dal presupposto di salvare i Ficus di via Porcell!
lunedì 9 gennaio 2023
La "messa in sicurezza" delle Robinie di via Cagna
La Robinia pseudoacacia è un albero che ha avuto una significativa presenza nella nostra città, anche per la sua capacità di riprodursi e colonizzare terreni sterrati ed incolti. Oggi, con il procedere dell'urbanizzazione, lo si incontra molto meno, mentre è piuttosto comune in campagna. E' una leguminosa, della quale abbiamo parlato più volte a partire dagli albori del blog (post del 14/12/10) e successivamente, soprattutto con riferimento alla sua bella fioritura primaverile (p.es. post del 26/4/15 e del 10/4/17).
Abbiamo altresì parlato di esemplari anziani e non molto ben messi, come quelli di via Cammino Nuovo e quelli di via Cagna, quasi all'incrocio con via Is Guadazzonis.
E di questi ultimi parliamo oggi: ecco in foto un esemplare, che mostra la sua attuale fragilità. Già si vede dal tronco che è molto anziano, è piegato su un fianco e probabilmente il suo legno sta marcendo all'interno.Per questo non mi sono meravigliato quando ho letto nel sito ufficiale del comune di Cagliari che 4 esemplari di Robinia in via Cagna saranno eliminati, in quanto la loro "propensione al cedimento" crea pericolo per la pubblica incolumità.
Tutto bene, dunque? E no, dato che l'annuncio non parla di eliminazione, ma di "messa in sicurezza". Allora, poiché la messa in sicurezza non è certo sinonimo di eliminazione, ma anzi di azione costruttiva e correttiva tesa ad eliminare il pericolo, per esempio con tutori di sostegno, perché usare questa impropria terminologia?
Non sarà che la "messa in sicurezza", locuzione ormai usatissima nel burocratese, serva come addolcimento del termine netto di eliminazione, che potrebbe provocare qualche protesta di cittadini amanti del verde?
Allora io formulo un invito agli amministratori del verde pubblico: siate chiari. Se una pianta è da abbattere, da eliminare, da estirpare, da tagliare ........, usate il termine giusto, e siate pronti all'occorrenza a dimostrare la necessità inoppugnabile della azione drastica; non nascondetevi dietro terminologie fumose ed improprie!
domenica 1 gennaio 2023
Il Giardino degli Ulivi
Un nome che oscilla fra richiami biblici (il Getsemani) e reminiscenze Checoviane (il Giardino dei Ciliegi) è quello che mi è venuto in mente per il bel sito che vi presento oggi, che si trova all'ingresso del paese di Settimo San Pietro, Comune della città metropolitana di Cagliari.
Il nome di questo luogo è in realtà Parco Terra de sa Cresia, che fa riferimento alla chiesa di San Pietro Apostolo, sfondo dei suoi spazi.