Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

venerdì 29 dicembre 2023

Combattiamo il degrado al parco Vannelli !!!

Ci risiamo a parlare, possiamo dire per l'ennesima volta, del degrado inarrestabile del parco Vannelli, ormai connotato da sciatteria ed evidente poco interesse da chi dovrebbe curarlo e gestirlo al meglio.

E pensare che questa volta, alcuni giorni fa, ci sono andato animato da buone intenzioni, cioè riproporre la bellezza della fioritura della Mahonia japonica, evento che succede intorno alla fine d'anno.


Infatti avevo già proposto le spighe gialle di questa rara pianta alcuni anni fa (post del 31/12/18), quando ancora il piccolo parco poteva essere definito uno scrigno cittadino di bellezze (post del 1/2/16). 


Ed ecco qui a sinistra la fioritura di quest'anno, per fortuna ancora bella; purtroppo, una delle poche cose ancora belle, come mi sono potuto velocemente accorgere; quello che si nota, purtroppo, è il degrado e lo stato di progressivo abbandono, oltre al carente senso civico di molti cittadini. 

Allora, senza perdermi in chiacchiere, elenco alcune negatività:

1 - area didattica, prevista a destra entrando, completamente abbandonata e ridotta più o meno ad erbacce; 2 - vasca con piante acquatiche, asciutta ed abbandonata; 3 - diversi paletti con i nomi delle piante divelti e lasciati a terra; 4 - per i paletti ancora dritti, alcuni in posizione errata, da mesi o anni (post del 3/5/22, forse il più completo nella descrizione del degrado e nelle proposte); 5 -  diversi rifiuti accumulati, anche in mezzo agli arbusti   6 - evidente mancanza di cura delle piante, sia all'interno che nello spiazzo esterno al parco.

Riporto alcune foto, che non hanno bisogno di molti commenti al di là della didascalia di presentazione:




Laghetto, asciutto e degradato; piante di Papiro, Cyperus papyrus, moribonde



Paletti nominativi divelti ed abbandonati per terra, in una zona ormai priva di erba.





Schinus molle, nella piazza esterna, pericolante e pericoloso, che necessiterebbe di una urgente messa in sicurezza.




Ritengo tuttora pienamente valide le conclusioni alle quali pervenivo nel post citato del maggio 2022: per i politici, inaugurare sempre, manutenere poco e male!





venerdì 15 dicembre 2023

Speriamo che la Piracanta di Bonaria cresca in fretta!

La Piracanta, Pyracantha coccinea, è un arbusto da siepe piuttosto comune a Cagliari, che si mette in mostra in  questo periodo, dal tardo autunno a inizio inverno, quando si riempie di bacche rosse che mettono allegria, nella povertà di colori che caratterizza la stagione (post del 25/11/11).    

Ma l'interesse per gli arbusti di Piracanta che vi presento oggi non è per le bacche, ma per la crescita e la capacità di formare siepe compatta e coprente.



Sì, perché di questo c'è bisogno per la dignità del triangolo di terreno compreso fra via Ravenna e via Milano, che è stato recentemente sistemato dal  Comune: c'è bisogno che le piante ricoprano al più presto la brutta staccionata che è stata utilizzata per delimitare i diversi spazi di quest'area.

Opera meritoria in sé questo intervento, per sistemare un orribile sterrato utilizzato come disordinato parcheggio, ma la staccionata in legno più o meno grezzo, di colore chiaro, è un pugno in un occhio, senza tema di smentita!


E per chi ancora non fosse convinto dell'impatto negativo del manufatto, la foto a destra dovrebbe togliere ogni dubbio.

Possibile che per la sistemazione di uno spicchio di terreno adagiato in posizione strategica, fra la Basilica di Bonaria, la scenografica scalinata ed il retrostante meraviglioso parco omonimo, non si potesse spendere qualcosa di più per avere un risultato estetico migliore?

Piracanta, pensaci tu!
 


martedì 12 dicembre 2023

Panorami maestosi, nuova vita ma anche degrado, a San Michele

Il Parco di San Michele, con al centro l'omonimo Castello che svetta sul punto più alto, è stato oggetto della nostra attenzione già dal 2011 (post del 4/12/11); si caratterizza per l'enorme ampiezza, 24 ettari,  e per i maestosi panorami a 360 gradi, che vanno dal Campidano a Pirri, dal quartiere di Monreale al Golfo degli Angeli, dal mare del porto canale fino ai monti di Capoterra. 

Per quanto riguarda gli alberi ed il verde, possiamo dire che non ci sono molte specie arboree, ma soprattutto Lecci, Pini, Cipressi, macchia mediterranea e qualche bel Corbezzolo. Il verde è poco, a parte le due aree dove possono giocare i bambini e si possono praticare attività sportive di gruppo; inoltre, nella stagione delle piogge (non ancora quest'anno) diventa molto gradevole la zona più alta, che circonda il Castello e che si ricopre di verde naturale inframezzato da affioramenti di calcare.

Insomma, da un punto di vista botanico non ci sono spunti di grande interesse, se non quando il parco viene interessato da interventi di nuove piantumazioni, magari collegate alla Festa degli Alberi (post del 24/12/13).

Ed è uno di questi interventi, di recentissima esecuzione, che ha stimolato questo post, partendo da alcune foto che mi ha inviato Bruno, che ringrazio.


Ecco una parte delle nuove sistemazioni, che quest'anno interessano la parte bassa  che guarda verso est (si intravede un tratto di facciata posteriore dell'ospedale Brotzu).

Come si vede le piantine, che riguardano anche alberi di alto fusto, per esempio Carrubi, sono molto vicine, per cui possiamo ipotizzare che saranno utilizzate come vivaio, cioè destinate a venire via via trasferite dopo l'attecchimento. 

Comunque, ribadisco quanto già detto nel post del 2013 citato, una bella iniziativa, che immagino potrà anche ridare consistenza all'alberatura del costone ovest, che appare attualmente piuttosto degradata, con molte piante, soprattutto Pini, morte o "male in arnese".

E a proposito di degrado, non posso mancare di segnalare lo stato in cui versa il  percorso che sale all'ascensore che, fino quando ha funzionato, conduceva i visitatori fino alla cima del colle. L'ascensore è fermo ormai da anni, ma non basta: lungo il percorso altri manufatti sono stati distrutti, fino allo sconcio di quello che doveva essere l'archivio della soprintendenza.


L'immagine a destra parla da sola, con i resti degli infissi, spaccati e gettati a terra e nemmeno rimossi, ma lasciati alla pubblica vergogna. 

Il tutto completato da resti di materiali edili ed altri rifiuti, in uno stato di completo abbandono.



Ma, non volendo chiudere con immagini di degrado, ecco una delle piacevoli aree verdi di cui parlavo all'inizio, con panchine e bambini che giocano; faccio notare, per gli aspetti di nostro più specifico interesse, che lo spiazzo è reso più affascinante da diversi esemplari di vecchie  Tamerici . 


   

lunedì 4 dicembre 2023

Il parchetto del Banco, un'oasi piacevole e ben curata

Non è facile trovare, in pieno centro cittadino, ed a contatto con una strada trafficata come il viale Bonaria, una piccola oasi di verde ben curata, pulita con frequenza, ricca di specie arboree  di pregio: un posto raro, dunque, che merita di essere visitato e frequentato.

Parliamo, lo avrete capito, del parchetto del Banco di Sardegna, conosciuto con questo nome perché è praticamente incluso nel grande fabbricato della banca; in realtà il parchetto si chiama Giardini Pubblici di viale Bonaria, ed è di proprietà del Comune.



Ecco una vista d'insieme, che evidenzia la presenza dominante delle Palme, sia le Phoenix canariensis attentamente tenute sotto controllo e curate contro il punteruolo rosso, sia le Palme nane.




Un altro scorcio, abbellito da una scultura circondata da piantine di Russelia, e sullo sfondo una siepe di Pitosforo ed altre Palme.

Insomma, un bel vedere, che però non si ferma alle piante citate , ma si completa con una grande Casuarina cunninghamiana, una grande (nel suo genere) Parkinsonia aculeata e, regina del parco, la enorme Beaucarnea recurvata. 

Tutte le piante citate sono state già presentate nel blog, sia in questo parchetto che in altri siti, e vi invito ad effettuare una ricerca per avere altri dettagli; infine voglio ricordare anche due grandi cespugli, che abbelliscono la parte più interna del giardino che si appoggia al fabbricato, un Ficus pumila ed un Viburnum odoratissimum, anch'essi già trattati nel blog.



martedì 28 novembre 2023

Colori dell'autunno inglese

 Abbiamo detto e ribadito più volte che il Foliage non è un vanto del verde cagliaritano e, più in generale, di tutta la Sardegna: la latitudine, le temperature, le specie arboree non lo consentono, se non in maniera sporadica e limitata. 

Questo non significa che anche noi cagliaritani non possiamo godere di questo spettacolo, per quanto limitato, per esempio con i Ginkgo biloba  (post del 7/12/16, fra gli altri); quest'anno lo spettacolo sta cominciando adesso, e quindi possiamo ancora approfittarne.

Per stimolare la vostra voglia di Foliage, anche se solo cagliaritano con i Ginkgo o sardo, per esempio con i Frassini del Goceano o gli Aceri del Supramonte di Orgosolo, vi offro anche quest'anno alcune immagini dell'autunno inglese che, in quanto a colori e fascino, non teme confronti.

Siamo nel parco Harlow Carr Gardens di Harrogate, nello Yorkshire, uno dei parchi più belli della regione, che vi ho già presentato (post del 8/11/19  e  del 30/10/20) .

Una visione idilliaca, un laghetto immerso nel verde e due grandi alberi, una Farnia, Quercus robur, a sinistra, ed un Cipresso calvo, Taxodium distichum, a destra. Come si vede, il primo ancora resiste all'ingiallimento, complici i cambiamenti climatici (la foto è degli inizi di novembre), mentre il secondo ha già completamente cambiato colore. Ringrazio Marco, che anche quest'anno mi ha mandato alcune fotografie, fra cui questa.




E guardate la tenerezza di questo alberello rosso (che non ho saputo riconoscere, potrebbe essere un Oxydendrum arboreum, suggerimento che traggo da ricerche su Internet), isolato dai grandi alberi verdi ma, direi, contento di esserci!
 


Infine, ad ulteriore dimostrazione del fatto che sull'amore e la cura del verde gli inglesi sono imbattibili,  nella foto qui a sinistra vediamo che anche le piantine acquatiche, forse anche spontanee, sono state dotate degli appositi cartellini di riconoscimento, naturalmente con il nome scientifico in latino.

Su questo fronte, purtroppo, noi italiani e sardi in particolare siamo lontani anni luce dalla civiltà inglese; noi però continueremo a batterci perché le cose cambino. 

lunedì 20 novembre 2023

I pregi della Betulla

 La Betulla, Betula pendula, ha avuto pochissima attenzione da parte del blog, solo un post di qualche anno fa (post del  22/1/20), nel quale riportavo una mia fotografia di un esemplare inglese. La causa di questo rapporto quasi nullo, lo potete immaginare, è la sua modestissima (o nessuna?) presenza nella nostra città ed in tutta la Sardegna. 

Infatti la Betulla predilige i climi freddi, tanto è vero che nelle regioni italiane dove vive allo stato spontaneo si trova al di sopra dei 500 metri.

Ecco un vecchio esemplare a sinistra, in una foto presa da Internet, che ci consente di notare subito il primo e più evidente segno di riconoscimento di questa specie, e cioè la corteccia bianca. 

Possiamo dire che siamo sfortunati a non averla fra noi, dato che è un albero elegante e ricco di pregi. I pregi, oltre al colore della corteccia, sono dati dalla membrana che ricopre i rami, le foglie affusolate e finemente seghettate, il lungo picciolo, il leggero vibrare della chioma ad ogni refolo di vento.

Ed i pregi non si fermano a quelli estetici, ma si estendono alle qualità del legno, nonché a interessanti proprietà medicamentose, per finire poi con riconosciute proprietà gastronomiche. 

E qui ci colleghiamo con quanto asserito nel post citato, che faceva risalire la conoscenza delle proprietà medicamentose e gastronomiche addirittura a più di 5000 anni fa; oggi è di particolare utilizzo la corteccia interna (detta floema), che può essere consumata appunto tale e quale, oppure bollita ed unita a minestre, o ancora essiccata ed utilizzata come farina per il pane. Infine, pare che si possano ottenere ottimi sciroppi dalla linfa.

Il portamento pendulo, elemento essenziale della eleganza di cui si diceva, conferisce alla Betulla il ruolo di albero prediletto per parchi e grandi giardini, per esemplari isolati o a gruppetti, mentre in natura è comunissimo nei boschi del nord America e della Russia, dove gode di grande prestigio e la cui corteccia veniva in passato utilizzata addirittura per scrivere (iscrizioni Novgorodiane)

Insomma un vero peccato non avere fra noi questi alberi; per fortuna ci possiamo godere nella nostra Sardegna, lungo i corsi d'acqua ed i canaloni di montagna, il cugino Ontàno,  Alnus glutinosa (post del 12/6/12 ed altri), che appartiene alla stessa famiglia e con la Betulla ha anche una certa somiglianza!   

domenica 12 novembre 2023

Un nuovo parco, a Genneruxi

 L'Equity Park, un nuovo piccolo parco dallo strano nome, è stato di recente aperto a Genneruxi; in realtà la novità è solo l'apertura, avvenuta alla chetichella circa un mese fa, perché il parco esiste da molti anni, essendo sorto in contemporanea con la lottizzazione Magnolia, senza però poter essere completato ed aperto per ragioni mai compiutamente chiarite.

Comunque adesso è aperto e frequentabile, ed io lo ho visitato, avendo soprattutto interesse per le piante.

Il parco è stretto e lungo, ed è occupato per ampia parte da campi di calcio a 5 e dalla piscina; scorre fra via Galvani e via Tel Aviv da una parte, e lungo l'Asse Mediano di Scorrimento dall'altra; una posizione certo non molto felice, che però è stata risolta abbastanza bene dai progettisti, anche tenendo conto che dai rumori dell'asse lo proteggono gli appositi pannelli fonoisolanti.



Ecco allora il viale che costeggia via Galvani, ornato da vecchie e gloriose Tamerici, Tamarix gallica, a destra, e giovani Tipuane, Tipuana tipu, a sinistra; un effetto di insieme molto piacevole.

Ricordo che le Tipuane, che hanno crescita veloce (si vedano per esempio le Tipuane del Parco della Musica, più volte trattate nel blog), hanno una bellissima fioritura gialla in tarda primavera, preceduta da quella bianca o rosa delle Tamerici; insomma, sarà un bel vedere da marzo a giugno! 






A destra la foto di un particolare del tronco rossastro e scortecciato di una vecchia Tamerice, però con i nuovi rametti che spuntano; questo è uno spettacolo godibile da subito, senza aspettare la primavera.

L'altro corridoio che percorre il parco, quello che costeggia l'asse mediano, è protetto dalla vista del traffico da un filare di Allori, Laurus nobilis; pianta bella ma delicata, che ha bisogno di essere seguita e curata, speriamo che questo avvenga.




Ed ecco una immagine della piscina, con in primo piano un tavolo del locale di ristoro, e sullo sfondo  due frondose e belle Palme, Phoenix canariensis; anche qui speriamo nelle cure "anti punteruolo rosso", queste piante le meritano!



Infine, una cosa che mi ha favorevolmente colpito, la presenza di molti esemplari di Banani, Musa acuminata, inseriti molto bene fra le altre piante, e che spiccano per il loro colore verde chiaro e brillante, soprattutto quando sono giovani come questi e, ancora, ben curati. 
L'esemplare fotografato è uno dei più grandi, e come si può vedere è contento di esserci, tanto è vero che ha prodotto già un piccolo casco di banane.


La convivenza di piante giovani e piante anziane (dimenticavo di segnalare la presenza di diversi vecchi Ulivi) appare in questi spazi ben dosata ed apprezzabile; diamo dunque il benvenuto a questo nuovo piccolo parco, l'Equity Park.


mercoledì 1 novembre 2023

Le Tamerici dove non ti aspetti

Dove ci aspettiamo la presenza di Tamerici, Tamarix gallica? In prima battuta le vediamo in crescita spontanea vicino al mare, dove a migliaia svolgono il loro umile ruolo di fissazione di sabbia e dune; una funzione importante, anche se spesso accompagnata da un aspetto un po' sgradevole, che non riduce comunque l'apprezzamento. 

Abbiamo, quasi all'opposto, un ruolo cittadino in forma di grande arbusto o albero, spesso curato e adattato nella forma, che gli dona nobiltà e bellezza: pensiamo agli esemplari del palazzo della Regione in viale Trento (post del 17/4/11) o a quelli presenti nei vari parchi cittadini, dal parco della Musica al parco di Terramaini e fino al parco delle Saline ed allo spartitraffico della via Lungo Saline, tutti trattati nel blog (p.es post del 23/7/18  o del 16/1/20).

Dove non mi sarei aspettato di trovare Tamerici, tanto meno ben curate e racchiuse in eleganti aiuole, è negli spazi di una città mercato; e invece.....


E invece eccoli qua, due begli alberi di Tamerice negli spazi che collegano i vari fabbricati del Centro commerciale Le Vele; un bel vedere, che fra l'altro aiuta a dimenticare il tappeto di auto che ci attende a pochi metri, come si intravede anche dalla fotografia.

In definitiva, il Centro Commerciale può piacere o no, ma in qualche caso sa offrire anche spunti di interesse a chi non è spinto solo dagli acquisti.   


  

mercoledì 25 ottobre 2023

Le specie arboree invasive, ed alcune presenze cagliaritane

Le specie invasive costituiscono un enorme problema a livello mondiale, a livello di costi e addirittura di pericolo per le popolazioni. Parliamo di animali, piante, batteri e funghi, specie invasive introdotte al di fuori del loro habitat naturale  con la complicità della globalizzazione, e lasciate crescere in maniera abnorme prima di rendersi conto del pericolo ed iniziare a prendere le giuste contromisure.  

Un esempio per tutti, recente e significativo: il granchio blu, per il quale oggi cerchiamo di correre ai ripari, dopo aver trascurato per anni la sua crescente presenza ed avergli lasciato procurare danni ingenti.

Io naturalmente non ho i titoli né la volontà per parlare di questo enorme problema, ma voglio solo ricordare ai lettori alcune presenze arboree Cagliaritane o Sarde, classificate a pieno titolo fra le specie invasive. 


E, direi quasi per sfortuna, non è detto che le specie invasive siano brutte, anzi sono spesso piacevoli, come per esempio il Ricino, Ricinus communis, di cui abbiamo parlato diverse volte nel blogqui fotografato in via Dei Conversi con la sua bella fioritura autunnale. 

Ebbene il Ricino è certamente una specie invasiva, e la sua esuberanza si dimostra, guarda caso, soprattutto sui terreni abbandonati, che tende a colonizzare.

E poi in Sardegna abbiamo avuto e purtroppo abbiamo ancora, soprattutto nella zona di Oristano, l'invasione del Giacinto d'acqua, Pontederia crassipes, una bella fioritura che però soffoca le specie stanziali, pericolosa e senza nemici naturali qui da noi.

Ma, tornando a Cagliari, certamente non possiamo trascurare l'Ailanto, Ailanthus altissima, della cui invasività abbiamo trattato spesso (p.es. post del 6/7/12). E ancora posso citare la Robinia pseudoacacia, anch'essa ben presente nel blog e dalla enorme capacità riproduttiva, ed anche la insospettabile Lantana, Lantana camara , comune arbusto da vaso e da aiuola.

Insomma un mondo di specie arboree, certamente non da eliminare (per lo meno non sempre), ma da trattare con attenzione  e consapevolezza. 





 



mercoledì 18 ottobre 2023

Le grasse sorelle del Madagascar, o di Villanova

Sono grasse e sono simpatiche le due sorelle del Madagascar, che vivono affacciate ai balconcini di una casa di via San Mauro, nel quartiere di Villanova. Non si offendono se le definiamo grasse, o più correttamente succulente,  perché è un loro punto di orgoglio essere così. 

Vengono dall'enorme isola di Madagascar, dove sono una delle tantissime specie endemiche, da cui il nome comune di Palme del Madagascar, anche se non sono Palme ma appartengono alla famiglia delle Apocinacee, a cui appartiene anche l'Oleandro e la Pomelia.

Eccole le due sorelle, il cui nome scientifico è Pachypodium lamerei, fotografate alla fine di settembre, con ancora esposti i bei fiori bianchi, che durano tutta l'estate e fino a novembre (post del 16/11/1024/8/146/7/17 ).

Mi sembra che si possano considerare un orgoglio del quartiere, queste sorelle che si guardano e ci guardano quando passiamo in questa piccola via, nobilitata dalla loro presenza; si potrebbero veramente battezzare come "Le grasse sorelle di Villanova", senza paura che alcuna signora sovrappeso del quartiere si possa offendere, ma certi invece dell' univoco riconoscimento come piante, grasse e simpatiche. 


lunedì 9 ottobre 2023

I buffi sacchetti dell'Oleandro giallo

 Ricordate la Thevetia peruviana, nome comune Oleandro giallo? Ne abbiamo parlato più volte, a partire dal 2014 (post 14/7/14), dato l'aspetto molto gradevole di questo arbusto/alberello ed i suoi bei fiori gialli imbutiformi, che la pianta non si stanca di produrre in diversi periodi dell'anno.

E' una pianta rara a Cagliari, della quale vi ho presentato alcuni esemplari, a cominciare da quello di via Cettigne, il più comodo da ammirare, ma anche di via Pasteur, con i fiori dal peculiare color pesca (post del 20/8/23), e quello di via Bolzano, in forma di alberello.

E dall'esemplare di via Bolzano è tratta questa foto, che mi consente di riproporvi il frutto (post del 14/10/14), con la sua buffa forma di sacchetto globoso e lucido, che protegge e alimenta il seme interno,  a sua volta protetto da una mandorla legnosa. 

E con l'occasione possiamo apprezzare anche la foglia oblunga, molto simile a quella del cugino oleandro, ma lucida e di maggiore impatto estetico.

Insomma un arbusto molto gradevole e resistente, purtroppo raro in città; sarebbe bello incontrarlo più spesso, per apprezzarne le foglie, i fiori, i frutti.
 


domenica 1 ottobre 2023

La Yucca fiorita al tramonto

Siamo in piazza Aquilino Cannas, dove incomincia il viale Buoncammino, uno dei luoghi di elezione per godere dei tramonti autunnali cagliaritani.

E' veramente un piccolo gioiello da tenere caro questa piazza, sia appunto per la vista splendida, sia per la sua forma ed il suo essere posizionata a ridosso di Porta Cristina, sia naturalmente per il suo contenuto verde, a cominciare dalla gloriosa Fitolacca dioica che guarda il viale e dal Ficus magnolioides che si affaccia su via Fiume .

E ancora, nella scarpata che collega la piazzetta alla sottostante via Fiume, tante altre piante fra cui Aloe arborescens ed altre succulente.



E poi nella scarpata c'è lei, una Yucca gloriosa a molti fusti, che espone in questo periodo le grandi infiorescenze di campanelle candide, che possiamo apprezzare nella foto a sinistra.

La Yucca, come detto in precedente occasione (post del 16/10/13), è piuttosto presente nel verde pubblico cagliaritano, anche se normalmente si nota poco; si riscatta però con la fioritura, anzi con le due fioriture annuali, primaverile ed autunnale, che la fanno notare, eccome!

Se poi, come capita al nostro esemplare, la Yucca si trova a fiorire davanti ad un bel tramonto in una piazza come questa, non può certamente passare inosservata, ma partecipa al nostro godimento nell'ammirare questo spettacolo serale.  

  

lunedì 25 settembre 2023

Un doveroso tributo alla Chorisia più bella

 La Chorisia insignis/Ceiba speciosa, albero prediletto dal blog al quale fa da sfondo fin dalla sua nascita, è un albero sempre bello, anche quando è completamente nudo (post del 29/1/13 ed altri). 

Ma quando è fiorito, cioè in questo periodo, il suo aspetto toglie veramente il fiato, e soprattutto quando parliamo dell'esemplare che per me è il più bello della città, cioè quello di piazza Garau-via Darwin.

Eccolo allora l'esemplare più bello, che si merita anche quest'anno il doveroso tributo; è stato pubblicato nel blog tante volte, ma per me è sempre una prima volta.

Ed a ricordarci dove si trova la nostra regina ci sono le sue giovani ancelle, che si presentano in fila lungo la via Fleming, la parallela all'asse mediano dalla quale si può entrare nel quartiere ed essere immediatamente ammessi alla vista della regina: che spettacolo!

Termino con una curiosità: se cercate una via della zona su Google maps, nella mappa dall'alto vi viene offerta, segnalata come attrazione turistica,  proprio l'indicazione della posizione della nostra Chorisia; ne sono proprio contento, se lo merita!
   

venerdì 22 settembre 2023

Lo sterrato-giardino diventa, in parte, giardino

 Sterrato-giardino era il nome che avevo dato al grande spiazzo che accompagna la via Berna, a Genneruxi, quando ve lo avevo presentato (post del 5/2/13).  Uno spiazzo "terra di nessuno" e semiabbandonato, però ricco di diversi alberi interessanti ed in buona salute, e quindi meritevole di essere visitato ed apprezzato, almeno per le piante presenti.

Oggi una parte di questo spazio, e precisamente la parte più alta, vicina a via Stoccolma, perde di diritto il doppio nome un po' avvilente, per diventare un giardino pubblico a tutti gli effetti, attualmente in fase di ultima sistemazione.   

Gli addetti al verde pubblico hanno proceduto a sistemare la recinzione, a predisporre il sistema di innaffiamento automatico, a spianare il terreno predisponendolo per accogliere il prato, ed hanno aggiunto una serie di piante ed arbusti rispetto a quelli già esistenti.


Ecco una giovane Albizzia julibrissin di nuovo impianto, insieme ad altre sorelle, sul fronte interno; sul fronte esterno di via Berna sono state sistemate invece Jacarande, che riprendono i filari già esistenti su questa via, su via Stoccolma e su via Costantinopoli.

Poi ci sono gli alberi preesistenti: due grandi Eucalyptus camaldulensis, alcune Palme, alcuni peculiari Ficus a foglia lunga (post 15/10/18) ed altro ancora.

E non dimentichiamo che di fianco a questo giardino troneggiano i due grandi esemplari di Sterculia diversifolia, tante volte trattati dal blog, e suoi beniamini.

Insomma, una parte già ricca di verde del quartiere Genneruxi, che dovrebbe migliorare ancora, e meritare piacevoli passeggiate.


  

martedì 12 settembre 2023

Prima e dopo

 Questo post si sarebbe potuto anche intitolare, secondo un titolo purtroppo usato tante volte, "Oggi ci siamo, domani chissà" , per indicare gli alberi abbattuti senza motivazioni apparenti, oppure con motivazioni poco significative. Una sequenza di abbattimenti partita nelle segnalazioni del blog nel lontano 2012, e mai finita, soprattutto nell'ambito dei giardini condominiali.




Ecco allora il prima, rappresentato da una Euphorbia candelabrum condominiale, per la quale riutilizzo la foto di un post del 2020 (post 16/7/20), nel quale presentavo l'esplosione dei fruttini di questo bellissimo esemplare, situato in un condominio di via Leoncavallo. 


Ed ecco il dopo, un triste cumulo di pezzi di ramo, pronti per essere portati a discarica.

Le motivazioni addotte per l'abbattimento? Alcuni vecchi rami in basso, disseccati per ragioni naturali, caduti nel condominio a fianco. Soluzioni alternative che evitassero la soluzione drastica, come una potatura mirata o un preventivo consulto con uno specialista? Scartate, perché non si sa mai, un danno ad una persona o ad un'auto .......; meglio non rischiare, in fin dei conti è solo una pianta. E' triste, ma è la realtà.


domenica 3 settembre 2023

Che vergogna il giardino verticale, povera piazzetta Maxia!

Prima di tutto una brevissima cronistoria di questo giardino verticale, unico in città almeno per dimensione ma anche, nel passato, per bellezza. 

Il giardino verticale di piazzetta Maxia nasce nel 2011 (post 15/8/11), nel tentativo di fare dimenticare ai cagliaritani il fossato (così era stato definito dal comitato di quartiere contrario alla sua realizzazione) che aveva sostituito il gradevole declivio della precedente piazza, ornata con Jacarande ed altre specie.

Il tentativo, bisogna dire, era parzialmente riuscito, soprattutto per merito del giardino verticale che camuffava egregiamente lo strapiombo che aveva determinato per questi spazi il nomignolo di "fossato".

Una bella realizzazione, unica per la città, ricca di tante specie di fioriture, alcune delle quali potete trovare nel post citato.

Dopo un periodo di semiabbandono, il giardino verticale era stato "rimpolpato" (post del 28/5/15), per poi nuovamente decadere (post del 7/7/16) , tanto da farmi suggerire la rinuncia alle fioriture, per privilegiare le specie sempreverdi più robuste, nel presupposto che "questi muraglioni NON possono stare nudi" , come concludevo il post.

Dopodiché, nuovo degrado (post 6/9/17), che mi spingeva ad auspicare un sereno resoconto degli amministratori del verde pubblico, qualora il clima cagliaritano si fosse dimostrato incompatibile con questa realizzazione, resoconto accompagnato dalle soluzioni alternative, naturalmente!

Ma, da allora, il degrado è continuato (post del 5/6/20), anche se la situazione di allora era comunque uno "splendore" rispetto a quella attuale, come dimostrano le fotografie seguenti.



Non c'è bisogno di commenti! 



   

E poi, poiché il brutto ed il disordine chiamano altro brutto ed altro disordine, in questa fotografia si intravedono, dietro l'Arancio e la scala, scritte e graffiti. 

Insomma, un luogo abbandonato, se non fosse per gli Aranci ed i Mirabolani che però non bastano, non possono bastare! Eppure i cagliaritani hanno ripreso a frequentarlo, con la complicità dei tavolini del bar e della possibilità di godersi un aperitivo; non ci sono scuse per lasciarlo in queste condizioni!  

Urge il ripristino del giardino verticale, fiori o piante purché sia, e magari qualche telecamera per evitare il completamento dello sfascio con le altre pareti del "fossato" imbrattate e sfregiate, perché questo sta ridiventando questo luogo: un brutto fossato, che chiamerà presto anche sporcizia e rifiuti!

sabato 26 agosto 2023

Un'altra cartolina da Tenerife

E questa volta è una cartolina in senso stretto, dato che si tratta di una cartolina illustrata che viene da quell'isola così generosa in specie arboree endemiche, mentre la cartolina che dava il titolo al precedente scritto (post del 12/8/23) era intesa in generale come piccola presentazione della grande varietà floristica di Tenerife.

Eccola qua la cartolina, che presenta un gruppo di splendidi esemplari fioriti di Echium wildpretii, dai tanti nomi comuni (Torre dei gioielli, Razzo rosso, fino al più simpatico Viperina rossa), mentre il nome scientifico qualifica questo arbusto come parente stretto dell'Echium fastuosum, già a noi noto (post del 20/3/11  e del 23/3/17 ).

Ma, direte voi, non si potevano evitare queste contorsioni e presentare la Viperina rossa nel post precedente, insieme alle foto delle altre specie?

La realtà è che io normalmente inserisco nei post immagini riprese da me o dai lettori che cortesemente me le inviano, e molto raramente faccio ricorso ad immagini riprese da Internet ed ancor meno da cartoline illustrate, come in questo caso; questo per assicurare la correntezza delle immagini medesime e per una questione di onestà intellettuale. 

Ma questa volta Alberto, un altro lettore abitante a Tenerife, mi ha segnalato la mancanza nel precedente post della Viperina, caposaldo delle specie endemiche dell'isola in uno con la Dracena draco. Che fare? Per fortuna Morgana, dalle cui foto è nato il recente post agostano (foto scattate alla fine di luglio), nel precisare che le Viperine viste nel parco del Teide avevano i fiori secchi, aveva ritenuto cortesemente di inviarmi la cartolina digitalizzata qui riportata.

A conferma mi sono ricordato che un precedente post del 2022 (post 19/5/22), anch'esso basato su foto di una lettrice del blog, mostrava appunto la fioritura primaverile di questi Echium wildpretii, così come primaverile era la nostra fioritura azzurra del 2017, di un arbusto purtroppo inspiegabilmente eliminato.

Mi scuso per la lungaggine di queste spiegazioni, ma mi è sembrato doveroso a completamento del nostro viaggetto nel verde di Tenerife, spero piacevole anche se effettuato per interposta persona.   



   


 

domenica 20 agosto 2023

I fiori di Thevetia dal colore peculiare

 La Thevetia peruviana, nome comune italiano Oleandro giallo, dato che la Thevetia è stretta parente dell'Oleandro e produce fiori gialli, è un arbusto o alberello originario del Messico o più in generale dell'America Centrale, mentre non è chiaro il riferimento del nome al Perù. 

Nei paesi di origine questo arbusto è comunissimo, e molto apprezzato per la sua fioritura gialla praticamente continua nell'arco dell'anno. Nel blog ne abbiamo parlato molte volte, a partire dal 2014 (post del 14/7/14 e del 14/10/14), anche se a Cagliari è piuttosto raro, e ci siamo riferiti ad esemplari di via Cettigne, di via Bolzano, di via Pasteur. Anche da noi la fioritura copre un arco di tempo abbastanza ampio, che copre estate ed autunno, con un rinnovo continuo dei fiori.

E proprio all'ultima via citata facciamo riferimento con la foto a fianco, perché qui vegeta una Thevetia condominiale che produce, rarità nella rarità, fiori dal bellissimo e peculiare color pesca (post del 13/9/20), o se preferite albicocca o salmone o ancora rosa antico.


L'arbusto a cui appartiene il fiore qui ripreso è un poco soffocato, e per apprezzare una pianta nella sua interezza suggerisco l'esemplare di via Cettigne, ma la bellezza di questo colore merita  un passaggio in via Pasteur, magari nell'occasione della spesa al market dirimpetto!  
   

sabato 12 agosto 2023

Una cartolina da Tenerife

Oggi vi porto a Tenerife, isola delle Canarie non lontano dal Tropico del Cancro, di origine vulcanica; lo faccio grazie alle immagini che mi ha trasmesso Morgana, che ringrazio. Naturalmente il tutto è condito da informazioni tratte da Internet, dato che io purtroppo non sono mai stato in questa interessante isola, da cui gli italiani sono molto attratti, ma non credo per le specie arboree!

Va detto che dal punto di vista della flora Tenerife è ricca di una grande varietà di specie, in conseguenza della sua orografia molto diversificata e della varietà di microclimi e di habitat che si sono sviluppati.


Partiamo, come è giusto, da uno dei simboli arborei di Tenerife, cioè la Dracena draco, vecchia conoscenza in quanto ben presente nella nostra città e ben rappresentata nel blog (Orto Botanico, Buoncammino, viale Regina Elena...).

Naturalmente i nostri esemplari non possono competere con quelli di Tenerife, anche se quelli dell'Orto Botanico si difendono bene; ma guardate questo esemplare dell'isola atlantica, e confrontate la sua altezza con quella del signore alla sua base, penso che sia intorno ai 10 metri se non di più!



Questo a destra è un arbusto dotato di una bella e grande foglia, con eleganti nervature rosse, e di frutti raccolti in grappoli simili a quelli dell'uva (da cui il nome comune spagnolo di uva da spiaggia).


Il suo nome scientifico, Coccoloba uvifera, riprende anch'esso l'aspetto del frutto, che pare sia anche commestibile.



Infine, anche a dimostrazione delle varietà di microclima, ecco un paesaggio in quota, con fondo ghiaioso dal quale emergono le rocce vulcaniche, e sul quale vive questo arbusto, forse endemico di queste zone, che si chiama Pterocefalus lasiospermus, noto come Rosalillo de Cumbra.

Dicevamo un paesaggio in quota, che dovrebbe essere nel parco nazionale del Teide, il vulcano alto 3700 metri e monte più alto della Spagna.

domenica 6 agosto 2023

L'alberello di Plumeria

 La Plumeria rubra, o semplicemente Plumeria, Pomelia, Frangipani, è un arbusto di origine tropicale, noto soprattutto per la bellezza e delicatezza dei suoi fiori di porcellana, con i quali si possono comporre bellissime ghirlande.

Abbiamo parlato diverse volte di questa pianta (post del 8/9/16,   14/8/2024/8/21) di cui vi presento un esemplare nuovo, in via Dei Conversi. E ve lo presento perché è forse il più grande che ho visto in città, proprio un alberello.


Eccolo qui, con la sua abbondanza di fiori bianchi, indice di una buona salute e di una buona esposizione, dato che queste piante sono normalmente parche nella loro produzione.




Ed ecco un particolare dei suoi fiori di porcellana, semplici nella loro bellezza, con il bianco che vira nel giallo vivace.

Esistono anche altre sfumature di colore dei petali, fino al colore rosso, forse quello originale che ha dato il secondo nome alla pianta; non ne ho visto in città, dove il bianco, peraltro bellissimo, è ricorrente.

Bisogna fare i complimenti a chi cura questo giardino condominiale, dato che a fianco alla Plumeria vegeta  un grande esemplare di  Datura/Brugmansia arborea  (post del 8/10/15)  


lunedì 31 luglio 2023

Diamo un nome ai militi ignoti!

Oggi voglio riportare, testualmente, l'articolo della rubrica "L'amaca" di Michele Serra pubblicato sulla Repubblica di ieri 30 luglio. E lo riporto perché vi accorgerete che esprime, se avrete il piacere di leggerlo,  un giudizio che è un caposaldo di questo blog: l'importanza di conoscere e riconoscere gli alberi che ci accompagnano nel nostro viaggio sulla Terra, a cominciare da quelli che incontriamo tutti i giorni, o addirittura vediamo dalle nostre finestre.

E se nel perseguire questo obiettivo, che mi sono dato come presupposto per la nascita del blog nel 2010, sono confortato dalle autorevoli parole di un giornalista di buon senso come Michele Serra, mi sento ulteriormente stimolato a proseguire questo mio piacevole impegno.


I militi ignoti

di Michele Serra

Da una sommaria ricognizione a piedi dalle parti di Foro Bonaparte, e in macchina lungo i viali di Città Studi, mi è sembrato che i più vulnerabili siano stati i frassini; i più resilienti i bagolari; i più ostinati i platani, venuti giù interi, per sradicamento, senza spezzarsi. Peggio di tutti le robinie, quasi spappolate dal vento. La grande quercia di piazza XXIV Maggio mi è parsa gravemente ferita, ma non ho avuto il tempo di avvicinarmi.

Così come gli animali, gli alberi sono di specie diverse. Anche se genericamente a forma di albero, sono tutt’altro che uguali la consistenza del legno, l’estensione della chioma, la sagoma delle foglie, il colore della corteccia, la longevità.

Se vi dicessero che a Milano sono morti per un cataclisma centinaia di animali, la vostra prima domanda sarebbe: quali? Cani? Piccioni? Gatti? Cavalli?

Gli alberi invece non hanno nome — se non per gli addetti ai lavori o i dilettanti tardivi, come me — e dunque i caduti di Milano, le cui salme vengono progressivamente accatastate accanto al cimitero di Lambrate, sono militi ignoti.

Ci passiamo accanto ogni giorno, cerchiamo la loro ombra per parcheggiare la macchina, ma non sappiamo come si chiamano.

Nel gran parlare che si fa di natura, ambiente, clima, sarebbe bello riconoscere, come primo punto, che non ne sappiamo niente, o quasi. E ripartire dall’Abc, piano piano, come faceva il maestro Manzi a Non è mai troppo tardi per rimediare all’analfabetismo dei nostri nonni.

Dovremmo imparare, prima di discettare sui massimi eco-sistemi, chi diavolo sono gli sconosciuti che vivono sotto casa e ci salutano alle finestre. Almeno sapere con che nome chiamarli, prima di procedere speditamente per la nostra solita strada.

sabato 29 luglio 2023

Che bella ricorrenza estiva, per il Giglio di mare!

 Sì, è come una ricorrenza, quella che mi porta a festeggiare il Giglio di mare, Pancratium maritimum, quasi ogni anno, ormai dal 2017 (post 18/8/17). Ed è una ricorrenza veramente piacevole, data la bellezza e le qualità di questa bulbosa.

Ma quest'anno c'è una novità: mentre i precedenti post hanno riguardato sempre la costa sud orientale della Sardegna, fra Cala Pira e Capo Ferrato, questa volta andiamo dall'altra parte, nella costa nord occidentale, e precisamente nella zona di Alghero.


   

Ecco qui una piantina, con tre esemplari fioriti ed altri tre già sfioriti, inserita in un terreno roccioso e non certo facile; ma, lo sappiamo, il Giglietto è una pianta resistente che supera ogni ostacolo, come dice il suo nome scientifico (post del 17/8/22).

E questa volta ringrazio Maria Bonaria che mi ha inviato la foto, ripresa a Punta Giglio, promontorio calcareo che, dirimpetto a Capo Caccia, racchiude la baia di Porto Conte.

A proposito, sarà una coincidenza il nome del promontorio o deriverà proprio dall'abbondanza di questi fiorellini?  


E, per avere una idea più precisa dell'ambiente marino nel quale ci troviamo, ecco una foto panoramica, sempre inviata da Maria Bonaria.

Si riconosce bene il terreno calcareo, ma anche il tipo di vegetazione spontanea presente, nel quale spiccano il Corbezzolo, il Lentisco, ma anche una arbusto di Euphorbia dendroides  ed una Palma nana.

Insomma, possiamo affermare che questi meravigliosi fiorellini crescono in tutti i litorali sardi? Forse no, partendo da così poche localizzazioni, ma ci piace crederlo! 





martedì 18 luglio 2023

Piccoli fiori dell'Alto Adige

Questo post fa da contraltare, anche nel titolo, a quello precedente: lì Abeti e Pini che svettano per tanti metri fuori terra, qui fiorellini che si alzano da terra di qualche centimetro. Differenze abissali di altezza ma con un solo obiettivo in comune: comporre la bellezza estiva dei paesaggi alpini di questa regione, dall'Alpe di Siusi alla Val Gardena ed ai passi alpini che le attraversano.


Qui siamo sull'Alpe di Siusi, di fronte ad una immensa distesa di prato trapuntato da fiorellini gialli, che termina dove comincia il bosco di Abeti.

Non mi azzardo a cercare di individuare il nome scientifico dei fiorellini: non è il mio campo, e rischierei di scrivere delle sciocchezze.




Qui invece il colore dominante che trapunta il prato è il bianco, che è dato dai pappi, ciuffo di peletti che sostiene i semini agevolandone la dispersione.

Potrebbe trattarsi di Tarassaco, ma il condizionale è d'obbligo; l'importante è la bellezza dell'insieme.




Ma almeno un fiorellino del cui nome sono certo ve lo voglio presentare, avendolo già individuato nel 2020 (post del 10/7/20).

Si tratta del Myosotis alpestris, comunemente noto come Non ti scordar di me: uno dei fiorellini più comuni di fascia alpina, semplice e bello, che suscita tenerezza già dal nome. 

Una sorta di mascotte, di marchio di fabbrica per i prati alpini dalla fine della primavera all'inizio dell'estate.
  

mercoledì 12 luglio 2023

Grandi alberi dell'Alto Adige

Andiamo a prendere una boccata di aria fresca in Alto Adige, e precisamente nella zona dello Sciliar e del passo Sella, dove sono stato in vacanza alcuni giorni fa.

E, naturalmente, lo facciamo attraverso gli alberi, che sono spesso alberi da noi quasi sconosciuti.

Ecco il profilo dello Sciliar al tramonto: la parte più alta, all'incirca dai 2000 metri in sù, è naturalmente priva di vegetazione; la parte più bassa invece è occupata, per quanto possibile, da Abeti rossi, Picea abies, l'albero più diffuso in Alto Adige.



Notiamo la capacità di questi alberi di inerpicarsi ed abbarbicarsi su pareti quasi verticali, e lasciare liberi solo gli strapiombi.





Naturalmente gli Abeti non disdegnano, anzi, i prati orizzontali, dove sanno esprimersi al meglio anche come altezza, come dimostra questo enorme esemplare sull'Alpe di Siusi.

Ricordo che l'Abete rosso è quello utilizzato per gli alberi di Natale, e che in passato vi ho proposto un rarissimo esemplare sano a Cagliari (post 7/3/14).



E questo, fotografato nella zona del Passo Sella? E' certamente una aghifoglia, ed i più attenti intuiscono che sia un Pino, ma solo i conoscitori degli alberi della zona alpina individuano che è un Pinus cembra, oggettivamente uno dei Pini più belli ed eleganti, con i suoi corti aghi riuniti in fascetti da 5 elementi, ed il legno pregiato e profumato che produce.

Vi avevo presentato questa specie di Pino in occasione di un mio precedente viaggio in Alto Adige (post del 26/9/16), nella zona di Dobbiaco; a quel post vi rimando per le informazioni sulle caratteristiche e le qualità di quest'albero, al di là della sua oggettiva bellezza.  


Infine, vi presento una latifoglia, perché non è vero che, ancorché siano largamente dominanti (più del 90%degli esemplari presenti), ci siano solo aghifoglie nelle montagne altoatesine.



Ecco infatti, lungo i bordi di un sentiero alla base dell'Alpe di Siusi, le bellissime samare rosa di un Acer pseudoplatanus, Acero di monte.

Come dice il nome, questo albero predilige vivere in quota,  fra i 500 metri e fino ai 1500; qui siamo ai piedi dello Sciliar, a circa 1000 metri, e questo esemplare sembra trovarsi ottimamente.

A queste quote in Alto Adige vivono altresì Faggi e Carpini, e, mi dicono, anche la Roverella.

martedì 4 luglio 2023

Fiori e frutti del Drago

 Non parliamo naturalmente della creatura leggendaria portatrice, nella cultura occidentale, di sventura e morte, altro che di fiori e frutti; parliamo invece della Dracaena draco, pianta monocotiledone dei paesi a clima sub tropicale, presente ormai con molti esemplari a Cagliari.

Vi ho presentato nel corso del tempo diversi esemplari, a cominciare da quelli capostipite dell'Orto Botanico (post 10/6/11), ma anche quello del viale Buoncammino (vedi seconda foto), quello di via Mameli, solo per citare i più grandi. Ma oramai la città è ben dotata di queste affascinanti piante, e ne troviamo lungo il Viale Regina Elena ed anche in qualche aiuola spartitraffico.

Ma torniamo ai fiori e frutti, perché una caratteristica che colpisce in questo periodo è la loro contemporanea presenza, sulla stessa pianta.


Ecco per esempio un esemplare relativamente giovane (l'età di queste piante non è facilmente identificabile, non essendo presenti gli anelli di accrescimento), forse di una cinquantina di anni d'età, che mostra le pannocchie di fiori, piccoli e verdolini, insieme a quelle di frutti, bacche globose e di colore arancio.

Ricordo che questa Dracena può vivere per secoli, e che l'esemplare forse più vecchio conosciuto si trova nelle Canarie, e precisamente nell'isola di Tenerife, di cui la Dracena draco è il simbolo ufficiale; pare che quell'esemplare possa avere una età intorno ai 1000 anni.


Ecco allora un altro esemplare cagliaritano, molto più anziano del precedente, e che è una nostra vecchia conoscenza: sapete individuare quale è?

Riconosco che dalla foto non si capisce molto, ma questo è il grande esemplare della discesa che dal viale Buoncammino conduce alla Biblioteca militare, qui ripreso dal viale. 
Questa Dracena è stata più volte oggetto della nostra attenzione (post del 11/11/1425/1/18 ed altri) e merita veramente di essere osservata ed apprezzata da vicino.
 
Come si vede è in pieno rigoglio, carico di pannocchie fiorite, ed anche qui si intravedono i frutti che stanno maturando; se si pensa che questo esemplare deve avere superato il secolo di età, non è male come vitalità!