Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

martedì 27 dicembre 2022

La Mahonia fiorita

Partiamo dalla fine, cioè dall'ultima volta in cui ho parlato di questo arbusto straordinario, sia per la bellezza intrinseca della foglia e dei fiori, sia per la rarità della sua presenza nella nostra città (post del 11/11/22). 

In quella sede rimandavo chi avesse voluto godere della fioritura della Mahonia japonica  a dicembre, e sono qui per rispettare l'impegno per quanto di mia competenza.


Ed eccola qui la fioritura, con le lunghe spighe gialle cariche di fiorellini a campanella chiusa, una sorta di piccoli orci; una grande attrattiva per vespe e bombi oltre che per lo sguardo del visitatore umano, anche il più disattento. 

Avevo presentato questo spettacolo nel 2018, quando ho fatto la conoscenza di questa gemma del parco Vannelli (post del 31/12/18).

I fiorellini sono anche profumati, ed a loro seguiranno le bacche viola, che pare siano anche commestibili, e delle quali sono ghiotti diversi uccelli.



   
Ecco a destra il particolare di alcune spighe, che evidenziano il giallo brillante delle campanelle.

In mezzo a tanta bellezza, l'esemplare di Mahonia del parco Vannelli ha un difetto, certamente non attribuibile alla Natura, ma all'insipienza umana: gli è stato attribuito un nome errato (post del 3/5/22), che non ho mancato di segnalare più volte, senza purtroppo alcun risultato pratico.

Speriamo che il 2023 porti consiglio a chi di dovere, restituendo a questa gemma arborea la dignità che le spetta!    

  

martedì 20 dicembre 2022

Le spine di via dell'Abbazia

In via dell'Abbazia, poco dopo la rotatoria di via dei Conversi da cui nasce questa importante arteria urbana, si apre sulla sinistra via Praga, che è in realtà una lunga e piacevole passeggiata pedonale; costeggiando la linea del metrotram, la passeggiata arriva fino nel cuore di Genneruxi, sfociando in cima a via Zagabria dopo aver intersecato via Oslo, via Genneruxi e via Berna. 

E' una passeggiata piacevole anche da un punto di vista del verde, fra siepi di Piracanta cariche attualmente di bacche rosse, Bagolari all'interno dello spazio cani, cespugli di Biancospino nella scuola di infanzia, arbusti di Malvaviscus all'incrocio con via Genneruxi, e tanto altro ancora; rimando ad una veloce ricerca nel blog chi volesse riportare alla mente le piante citate.

Ma oggi puntiamo l'attenzione proprio all'ingresso di questa via, nello slargo che accoglie il visitatore che arriva da via dell'Abbazia: qui troviamo le reginette di questi spazi, e cioè alcuni esemplari di Chorisia/Ceiba (ultimo post, fra i tanti,  21/9/22). 


Ed oggi, invertendo il normale approccio dal generale al particolare, voglio iniziare con una foto che dà senso al titolo, il primo piano di una robusta spina, ben piantata nella corteccia verde del tronco.

Sì, perché quest'albero ha una splendida fioritura, un simpaticissimo frutto carico di cotone, un piacevole aspetto di insieme con il suo tronco a bottiglia, ma ha anche una peculiare spinosità nel tronco, che gli fornisce una ulteriore dose di eccezionalità.

Ricordo che queste spine, nei paesi dell'America del sud dai quali origina la Chorisia, servono come difesa dai mammiferi rampicanti; da noi la protezione può al più servire come difesa dai topi, di cui conosciamo l'aggressività nei confronti per esempio del Carrubo  (post 9/4/16).


 

Passando dal particolare al generale, ecco a destra l'immagine d'insieme di uno degli esemplari, mentre sullo sfondo se ne intravede un altro; sono gradevolmente inseriti in un piccolo terrapieno che digrada dai binari alla passeggiata.

Faccio notare che questo esemplare è ancora carico di foglie, mentre quello del quale ho fotografato le spine, che è il più grande del gruppetto, è già completamente spoglio; sono gli effetti del nostro clima, per cui diverse specie arboree, come abbiamo notato più volte nel blog, sono semi-spoglianti, lo fanno di malavoglia, oppure alcuni esemplari si spogliano altri no, come in questo caso.

Comunque un bel "comitato di accoglienza" per questa passeggiata!

domenica 11 dicembre 2022

Su Siccu, e le buone pratiche manutentive

Come i lettori affezionati sanno, non faccio mancare le critiche agli amministratori del nostro verde pubblico; proprio per questo ho il piacere di dare conto di un intervento di manutenzione straordinaria effettuato con tempismo e perizia su un filare di giovani esemplari di Schinus molle, il Falso pepe o Pibiri burdu per dirlo "alla sarda". 

Questo filare si trova lungo la Calata dei Trinitari, il tratto di Su Siccu che fronteggia gli impianti sportivi; ecco uno scorcio del filare, lungo il marciapiedi di fronte alle varie società.


E' successo che questi alberi, piantati da alcuni anni in occasione della riqualificazione di questo tratto del lungomare, sono cresciuti molto in fretta, forse troppo, fino a trovarsi in una situazione di squilibrio fra le modeste dimensioni del tronco e le ampie chiome sempreverdi.

In questa situazione il maestrale ha cominciato a fare il suo mestiere, piegando alcuni di questi alberi. Ebbene, l'intervento manutentivo è stato tempestivo, sono stati rifatti i tutori con corde elastiche più robuste, dove possibile aumentando il numero dei paletti di sostegno; la chioma è stata potata, senza tagli eccessivi e mantenendo nei limiti del possibile  la forma. Insomma, un buon lavoro.

Sappiamo che gli Schinus molle, dei quali abbiamo parlato tante volte, hanno una crescita rapida, che è servita a salvare diverse situazioni di spazi pubblici con poco verde presente (p.es. post del 4/4/17); questa crescita, come detto, ha la controindicazione della crescita talvolta non omogenea del tronco rispetto alla chioma. Ma, se c'è il controllo e l'eventuale tempestivo intervento come in questa occasione, il problema è facilmente superabile.


Chi invece non ha problemi con il vento, nonostante la notevole chioma, sono i Ficus retusa, dirimpettai degli Schinus in questo tratto di strada; la loro presenza, che risale a diversi decenni fa, è stata salvaguardata dai lavori di rifacimento, e loro si sono ripresi alla grande nonostante qualche maltrattamento (post 26/11/20).

Peraltro, lo sappiamo bene come questi alberi si difendono dai rischi di ribaltamento: incrementano ed irrobustiscono le radici, con tutte le conseguenze del caso che ben conosciamo in diverse strade e piazze cittadine!  
    



 

sabato 3 dicembre 2022

Il parco della ex Vetreria, ben curato e peculiare

Sono tornato alcuni giorni fa al parco della ex Vetreria, a Pirri, sperando di vedere un piacevole spettacolo di foliage dei Gelsi piangenti, Morus alba pendula, secondo quanto mi ero ripromesso di fare nella precedente visita (post del 26/10/22).


E purtroppo sono rimasto deluso, almeno per il foliage; come si vede nella fotografia i Gelsi si stanno effettivamente spogliando, ma potremmo dire "alla cagliaritana", cioè perdendo progressivamente le foglie disseccate senza passare dalla fase che scolora la chioma nel suo insieme e che è tanto apprezzabile.

Pazienza, ridiventeranno belli fra qualche settimana, quando avranno perso tutte le foglie ed assumeranno l'aspetto di affascinanti scheletri, come testimoniato nel blog (post 19/12/11, 19/1/1528/1/17).


Ma, mettendo da parte la momentanea delusione per i Gelsi, sono rimasto positivamente impressionato dal parco nel suo insieme, dalla sua pulizia e dalla cura delle piante presenti, con in più la peculiarità della forma tondeggiante di molte di loro.


Notiamo qui il gruppo di grandi arbusti di Alloro, Laurus nobilis, che fanno da cornice alla gradinata; ben curati, mediamente sani (cosa non facile per le piante di Alloro) e rifiniti in una peculiare forma semisferica.







E non sono i soli, come possiamo notare dalla foto a sinistra di un altro scorcio del parco.
Insomma si coglie una scelta coerente perseguita dai giardinieri del parco: può piacere o meno, ma sicuramente denota una buona cura nelle attività manutentive. E purtroppo questa non è una caratteristica sempre riscontrabile nei parchi cagliaritani, come ci è capitato più volte di segnalare.
      


lunedì 21 novembre 2022

Il foliage dei Platani, nel nord Italia

 Il Platano comune, che come già dichiara il nome è un albero che abbonda in tutte le città al di sopra di una certa latitudine, con esemplari di grande dimensione e spesso di grande pregio ornamentale, è invece molto raro a Cagliari, come abbiamo avuto spesso occasione di affermare: raro e di crescita stentata, salvo qualche eccezione.

Raro l'albero, e inesistente lo spettacolo del suo foliage, dalle nostre parti. Non così nel nord Italia, per esempio a Treviso.

E da Treviso viene questa immagine che mi manda Maria Antonietta, che ringrazio; un grande esemplare, alto almeno una ventina di metri, mostra i colori autunnali, in varie gradazioni di giallo, arancio e bruno, delle sue grandi foglie palmate.

Se questo avviene in una città relativamente piccola, possiamo immaginare lo spettacolo dei viali alberati di Milano o Torino.



  

E però io non rinuncio a mostrarvi anche un Platano nostrano, e precisamente l'esemplare mascotte di piazza Islanda a Genneruxi (post 22/10/18), che si erge solitario in mezzo ai Carrubi. Piccolo rispetto ai cugini trevigiani, ma che comunque primeggia ormai in altezza rispetto agli alberi che lo circondano.

Certo, è piccolo e non farà un foliage degno di questo nome,  ma guardate la luce che lo circonda ed il colore del cielo alle sue spalle! 
 

martedì 15 novembre 2022

A proposito di mancanza di cura, al Circu De Soli........

 Il post precedente, dedicato alla "non" cura delle etichette di riconoscimento al parco Vannelli, mi ha fatto venire in mente di andare a verificare la situazione al Circu De Soli , in via Beato Angelico. Infatti questo giardino, sorto nel 2016 (post del 8/3/16), era anch'esso caratterizzato da una serie di cartelli dedicati all'identificazione delle piante presenti, cartelli che sono velocemente degradati (post del 12/2/194/1/20) e mai sono stati sostituiti.

Ed oggi? Oggi è tutto scomparso, come se quel lavoro non fosse mai stato fatto; l'identificazione delle tante specie arboree presenti è lasciata alla buona volontà dei frequentatori, quando c'è, oppure affoga nell'indifferenza se non viene supportata in alcun modo.

Per fortuna che le piante stanno bene, e crescono, come si vede dalle foto che vi presento ingoiando l'amarezza.


Ecco una vista d'insieme, con in primo piano il simpatico labirinto composto da siepi di Lentisco, debitamente cresciuto dalla fotografia proposta nel post del 2016.



A destra vediamo uno dei giovani Liriodendri, Liriodendron tulipifera, rarissimi a Cagliari e caratterizzati da una foglia a quattro lobi assolutamente peculiare (post del 20/5/17), che li fa riconoscere anche senza cartellino, almeno fino a che sono presenti le foglie, che l'autunno comincia a portare via dai rami.



E infine, un gruppo di frutti ovoidali della Paulownia tomentosa, altro albero rarissimo per la nostra città, fratello dell'anziano esemplare di via Santa Gilla (post del 20/10/11 ed altri successivi).

Questo esemplare del Circu De Soli è veramente cresciuto tanto, forse è l'albero più maestoso di tutta la piazza. Se si è trovato così bene, mi aspetto che ci regalerà una strepitosa fioritura ad aprile, ben più appariscente di quella, già bella, di qualche anno fa (post 8/4/19).

Ecco, spero nel mio piccolo di avere svolto un modesto servizio a quei cittadini dotati di curiosità e privati degli strumenti a suo tempo predisposti per soddisfarla.    


  

venerdì 11 novembre 2022

La Mahonia, e la (non) cura del parco Vannelli

 Il piccolo Parco Vannelli di via Giudice Mariano mi sta molto a cuore, sia per il nome, riconoscimento del grande lavoro svolto a Cagliari dal Botanico innamorato della nostra città, sia per la presenza di etichette  con i nomi degli alberi presenti.

Quella delle etichette è stata una bellissima idea, e rimane una delle poche esperienze cagliaritane in tal senso; sconta però un grave difetto, tuttora presente: la mancanza di controllo e manutenzione delle etichette medesime (oltre che in generale dei parchi e delle loro piante).

Per non stare a ripetere tutti gli esempi di etichette errate  già proposti in passato (vedi post del 5/11/21  e del 3/5/22 ), mi limito oggi a presentare la Mahonia japonica, arbusto rarissimo che possiamo considerare simbolo di questi spazi.


Eccola qua la Mahonia, che mette in mostra in questo piano ravvicinato le belle foglie spinose ed i fiori che si stanno preparando.

Ebbene, questa pianta continua ad essere spacciata dal cartello per un Syagrus romanzoffianum (che pure c'è nel parco ed è anche piuttosto bello), cioè un Arecastro (vedi p.es. post del 18/1/16), con il quale la Mahonia non ha nessun grado di parentela, neppure lontano.

Allora io dico, perché si devono prendere in giro le persone che vogliono migliorare le loro conoscenze botaniche, e che magari scoprono da una ricerca su Internet di essere state turlupinate?

Non voglio ripetermi e rimando che volesse conoscere in dettaglio le mie lamentele al post del 2022 già citato, ma la sintesi è sempre la stessa: fate un minimo di manutenzione!!!!

Per toglierci l'amaro di questa situazione possiamo goderci la splendida fioritura gialla della Mahonia attraverso le foto (post del 31/12/18) o, meglio ancora, segnarci un appuntamento con lei per il mese di dicembre, direttamente al parco!
 

sabato 5 novembre 2022

La strage delle trombette vergognose

La strage si è compiuta, a causa della pioggia battente, per due motivi: le trombette hanno la ventura di fiorire ad ottobre e novembre, quando maggiori sono le piogge intense; sono grandi e pesanti, e quindi molto esposte ad essere strappate dalla pianta che le ha generate.

Se vi state chiedendo, con piena ragione, di che cavolo sto parlando, ve lo dico subito: sto parlando dei fiori della Datura arborea (ora Brugmansia arborea), fiori da me definiti, nel lontano 2011 (post del 2/11/11), "trombette vergognose", e come tali chiamati anche nei post successivi.


Ed ecco la prova della strage attuale, che avevo peraltro già segnalato alcuni anni fa all'inizio di novembre (post del 7/11/18), a conferma di quanto detto sulla frequenza e violenza delle piogge.

In questo caso, rispetto al 2018, la strage è stata più limitata, ed ha lasciato ancora tanti fiori al loro posto, a disposizione per essere ammirati sulle tante piante (come questa di via Leoncavallo) che si affacciano dai giardini cittadini.

Una piacevole distrazione floreale, resa ancora più godibile dall'aria tersa che normalmente segue alla pioggia con vento da nord. 

martedì 1 novembre 2022

L'autunno degli Aceri, ed il loro trascolorare

 Non poteva mancare, anche quest'anno, almeno un post dedicato al meraviglioso spettacolo che molte specie arboree apparecchiano in autunno, quando le loro foglie trascolorano con il ridursi delle ore di luce, e la clorofilla smette di essere prodotta. 

Abbiamo parlato diverse volte di questo fenomeno, noto come Foliage  (post del 31/10/11), mettendo fin da subito in evidenza che non è un fenomeno "adatto" al clima della nostra isola, tantomeno a quello cagliaritano; comunque abbiamo segnalato alcune belle eccezioni, quali quella del Ginkgo biloba, però a dicembre (p.es. post 7/12/16).

Fatta questa premessa, vi porto subito a godere di alcune immagini riprese dove il foliage avviene veramente, e già da ottobre: il nord dell'Inghilterra, lo Yorkshire e la Cumbria, dai quali abbiamo già visto un piccolo reportage (post 8/11/19 e post 20/11/19).

E ci torniamo, come già avevamo fatto nel 2020 (post del 30/10/20), per la gentilezza di Marco, che frequenta questi luoghi annualmente per ragioni di famiglia, e che mi ha mandato alcune foto, tutte scattate nell'Arboreto del parco di Castle Howard.



Scorcio del parco, che evidenzia la tavolozza di colori autunnali, dal verde al rosso degli Aceri passando per il marrone del Faggio.




Ecco un Acer palmatum, Acero giapponese, che ha in corso con eleganza e signorilità la sua opera di cambiamento del colore.




E questa è una meravigliosa sfilata di Acer rubrum, il cui nome già dichiara  l'elemento più appariscente di quest'albero, cioè il colore rosso vivo delle sue foglie trilobate.



E, infine, il fogliame cangiante non di un Acero ma di un albero che non sono riuscito ad identificare (Pioppo? Tiglio?) ma che merita comunque di essere proposto per apprezzare le attuali tonalità di colore.

mercoledì 26 ottobre 2022

I Gelsi piangenti della Ex Vetreria

 Sono tornato ad ammirare i rarissimi Gelsi penduli della Ex Vetreria di Pirri, nel piccolo e piacevole Parco che avevo presentato con un post del 2011 (post 19/12/11), nel quale compariva già una tenera immagine giovanile di uno di questi Gelsi.

Oggi ho assegnato a questi alberelli l'attributo di piangenti, in omaggio al glorioso Salice piangente, albero ormai quasi scomparso dalla città ma del quale ai cagliaritani più "datati" rimane il ricordo indelebile degli esemplari di piazza Matteotti; a parte questa digressione, il nome corretto di questi alberelli resta Gelso pendulo, Morus alba pendula, varietà di Gelso bianco opportunamente innestata. 


Ecco uno degli alberelli, nel fascino della sua fluente capigliatura che nasconde il secondo esemplare al di là dello stradello: veramente una pianta di grande impatto estetico, tenuto anche conto del fatto (post del 29/9/16) che non presenta l'imbrattamento del suolo dovuto alla caduta dei frutti.

E, se e quando verrà il freddo, questo Gelso saprà mostrare il suo affascinante aspetto invernale, con i rami piegati, spogli e nodosi, che abbiamo già eternato (post 19/1/15  e del  28/1/17).

Insomma, un albero raro per la nostra città che si fa apprezzare sia d'estate che d'inverno; non resta che apprezzarlo anche in autunno, dal vivo o catturando qualche immagine del suo foliage, che pare sia molto gradevole. Chissà che quest'anno non sia la volta buona, se avremo un vero autunno!


 

giovedì 20 ottobre 2022

La grande muraglia del Ficus rampicante

E' raro, molto raro, vedere in città spalliere di rampicante alte come quella di cui parliamo oggi; una spalliera che, lasciata libera di espandersi, ha raggiunto una altezza di forse 5 metri.

Eccola qua, la muraglia di verde che si erge all'angolo fra via Curie e via Monselice; prosegue poi per tutta via Monselice, ed occupa almeno una decina di metri di via Curie.

Si tratta di Ficus pumila, ennesima specie di Ficus ma forse unica specie rampicante, perlomeno in Italia; una pianta molto rara a Cagliari, della quale mi risulta un altro esemplare in via Garavetti, e forse qualche altro vecchio esemplare nella zona di via Veneto.

Questo Ficus ha il nome della specie, pumila, che significa nana in latino; una stranezza, se si pensa alle dimensioni, ma forse un nome legato al fatto di non essere un albero, come tanti fratelli arborei che conosciamo bene.


In questo periodo il nostro esemplare si riempie di frutti, siconi piriformi non molto dissimili da quelli eduli; ecco a destra la foto di una coppia di siconi, carichi al loro interno di una grande massa di fiorellini in attesa di impollinazione. Avevo già presentato il fascino dell'interno di questo frutto con la foto di una sezione riportata  in un precedente post (post del 2/12/20).

Nella fotografia si nota anche la bella foglia lucida e coriacea, che fornisce il suo apporto all'apprezzamento estetico di questo arbusto; segnalo altresì che il Ficus pumila viene venduto anche in vaso per interno come pianta ricadente, e sappiamo bene che non è l'unica specie a saper vivere la vita all'aria aperta oltre alla vita d'appartamento (Ficus benjamina, Ficus elastica...).

Insomma, un'altra pianta interessante in una zona molto ricca di verde, della quale abbiamo parlato diverse volte; approfitto per ribadire che bisognerebbe valorizzare il giardino della scuola elementare Randaccio (post del 8/3/15), che si affaccia su via Curie e via Venezia, magari realizzando un percorso pubblico, per fare ammirare i magnifici esemplari di grandi piante lì presenti. 

  



martedì 11 ottobre 2022

Una nuova, meravigliosa, rara fioritura

Sì, è un arbusto con una fioritura veramente bella, quello che  vi presento oggi, anche se ha un nome assolutamente improponibile: Megaskepasma erythrochlamys, che riporto solo per dovere di divulgatore.

Sono rimasto veramente colpito nel vedere, passando in auto, questo arbusto fiorito fuoriuscire con le sue infiorescenze rosso porpora dalla recinzione di un giardino di via Galvani, poco oltre i binari del Metrotram; ho parcheggiato, ed eccolo qua.

Non avevo mai visto una cosa del genere, il che mi fa ipotizzare che sia un arbusto raro nella nostra città; e, naturalmente, non ne conoscevo il nome, che sono andato a pescare in Internet, dopo avere effettuato il riconoscimento. 

Allora, chiamiamolo con un più semplice nome comune, fra i tanti che gli vengono attribuiti, per esempio Pennacchio brasiliano (dall'inglese Brasilian plume); almeno è un nome simpatico e che si fa ricordare!

Il pennacchio che dà il nome all'arbusto deriva dall'aspetto dell'infiorescenza, in realtà costituita essenzialmente da brattee rosse, che contengono e proteggono piccoli fiori tubolari quasi invisibili, bianchi o rosa; forse riusciamo a vederli meglio dal primo piano qui sotto.


 Il Pennacchio brasiliano è dotato di grandi foglie nervate, oblunghe, che completano il suo aspetto piacevole, almeno in questo periodo.

Questo arbusto appartiene alla famiglia delle Acanthaceae, di cui abbiamo già conosciuto l'Acànto (post del 16/5/20), quale componente principale di una grande tribù di centinaia di specie.

Comunque ribadisco che l'arbusto di Pennacchio brasiliano è sicuramente raro a Cagliari ed ancora più raro credo che sia trovarne belli come questo.

Come ultima notazione segnalo che il giardino che ospita l'arbusto odierno è lo stesso dove vive il bellissimo esemplare di Magnolia soulangeana che avevo presentato un po' di anni fa (post del 22/2/16); non resta dunque che fare i complimenti ai proprietari di questo giardino! 


 

venerdì 7 ottobre 2022

Mi piego ma non mi spezzo

Questo motto, ottenuto rovesciando il significato del famoso detto latino, potrebbe essere ben attribuito agli alberi, che sono capaci di adattarsi a situazioni per loro innaturali pur di continuare a vivere. Un meraviglioso esempio lo offrono nella nostra Isola gli Olivastri, che si lasciano piegare dalla forza del maestrale, riducendo così il rischio di venire spezzati.

A questo ho pensato incontrando un Ficus retusa  nella zona di Su Siccu recentemente riqualificata, fra la zona delle società sportive ed il Molo di Sant'Elmo.

Eccolo qua il Ficus in questione: non credo che sia stato il vento a piegarlo, data la notoria robustezza delle sue radici, ma probabilmente un grosso mezzo meccanico o comunque un'altra causa legata ai lavori di riqualificazione: come che sia, il Ficus non si è perso d'animo, ha messo nuove radici per sostituire quelle strappate ed ha ripreso a vegetare.

E, come si vede, la chioma è ampia, fitta ed in salute.

Volendo usare una parola oggi abusata, si potrebbe parlare per questo Ficus di resilienza, intesa come capacità di resistere alle avversità magari cedendo una parte del proprio assetto, per poi riconquistarlo: complimenti! 
 


giovedì 29 settembre 2022

Le Sophore imperlate

E' veramente un piacere per gli occhi vedere una Sophora japonica vestita a festa, carica delle sue perle verde chiaro che brillano alla luce del sole autunnale! Una festa che comincia appunto intorno ad inizio autunno, e dura per alcune settimane, dandoci il tempo di godere appieno questo spettacolo.

E non dobbiamo fare neppure molta fatica per trovare questi alberi, dato che la Sophora è ben presente nella nostra città, a cominciare dai luoghi più frequentati: basta pensare a piazza Repubblica ed ai filari di via Cugia e via Carboni Boy; ma è presente anche in via Fleming, in via Venezia, nei Giardini Pubblici ed in tanti altri luoghi, da scoprire facilmente perché tanto è lei in questo periodo che attira il nostro sguardo.

Io sono molto affezionato al grande esemplare che si trova all'angolo fra via Fracastoro e via Fermi, che ho già presentato (post 20/9/13)  e che qui a fianco vedete ripreso nel pomeriggio di ieri.

Offre fra l'altro il vantaggio di poter essere ammirata da tutti i lati, e spero che la apprezzino soprattutto i bambini che frequentano la scuola d'infanzia proprio lì.

Ricordo che le perle di cui parliamo sono i semi contenuti nei lucidi ed opalescenti baccelli, strozzati fra un seme e l'altro.


Ecco una delle cascate di perle del nostro esemplare; purtroppo la fotografia non rende pienamente merito allo spettacolo, occorre apprezzarlo dal vivo!

E non posso chiudere senza ricordare che è una Sophora japonica la Matriarca di Stampace (post 16/2/13 ed altri), il più vecchio e glorioso esemplare cagliaritano, incastonato vicino alla alla chiesetta di Sant'Efisio; tuttora vivo e vegeto, credo che possa essere orgoglioso della abbondante prole che idealmente ha sparso per la città!  
  

  

mercoledì 21 settembre 2022

Le Chorisie in pubblicità

 Comincia il periodo di fioritura della Chorisia insignis/Ceiba speciosa, l'albero con le spine a noi tanto caro e del quale abbiamo parlato tantissime volte, presentando o ripresentando i vari esemplari sparsi per la città.

Un viaggio nella bellezza e nei colori, che può passare dalla Cittadella a via Sabotino, da via Curie a piazza Garau, per poi sfociare nel giardinetto retrostante la via Fleming, che corre parallela all'asse mediano.

E proprio qui vi porto oggi, per segnalare quella che per me è una offesa alla bellezza ed al buon gusto, ed un premio all'invadenza della pubblicità.


Eccole qui le Chorisie fiorite, parzialmente nascoste e sporcate alla vista ed al godimento  dai cartelloni 6x3!

Queste piante, che abbiamo già fotografate piccoline, molti anni fa (post del 29/6/12) sono cresciute molto ed alcune di loro sono già veri e propri alberi. 

Ricordo che questo spiazzo, davanti all'hotel Ceasar's e di fianco al circolo bocciofilo distrutto da un incendio, era salito all'onore delle cronache (anche del presente blog) per un tentativo, poi  fallito, di destinarne una parte ad un parcheggio cosiddetto "inerbito", tentativo dimostratosi velleitario.

Però una parte è rimasta gradevole e godibile, se non fosse per la bruttura dei cartelloni pubblicitari.



L'altra fotografia qui a destra dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto è brutta la convivenza fra la bellezza degli alberi e la bruttezza dei cartelloni.

Ricordo che una delle utilità che la Natura ha per l'uomo, come disse lo scrittore e saggista americano Emerson, è l'utilità estetica, cioè la bellezza; che cosa sarebbe l'arte umana se non esistessero gli alberi e le altre bellezze che la Natura ci mette a disposizione? Anche se "Business is business", forse i nostri amministratori del verde dovrebbero fare qualche riflessione, o no? 





Insomma, per consolarci e rifarci gli occhi non resta che una immagine dei bellissimi fiori rosa, un primo piano che scaccia via l'invadenza dei cartelloni, con le loro banane e la loro salsiccia in offerta speciale! 
  

venerdì 16 settembre 2022

Un Blob vitale e simpatico


Se vi state chiedendo quale sia mai il legame fra il film cult degli anni 50  del secolo scorso e questo post, avrete immediatamente una risposta con la fotografia qui a fianco.

L'enorme massa verde scuro che sembra sul punto di precipitare e sommergere il corridoio bianco che le sta sotto mi ha fatto venire in mente l'immagine del Blob.

Con la differenza fondamentale che mentre quello del film era un fluido mortale e terrorizzante, questo sarebbe un fluido vitale e simpatico.

Avete capito dove siamo? Siamo al Lido e stiamo guardando dall'interno del primo piano uno dei due bellissimi Ficus rubiginosa  che vi avevo presentato per la prima volta addirittura nel 2010 (post del 3/11/10), e poi a distanza di dieci anni con qualche maggiore dettaglio (post del 20/9/20).

   

Ed ecco il vitale e simpatico Ficus, responsabile del blob sul corridoio del primo piano, ripreso dall'esterno per intero, con la bellissima e densa chioma e la peculiare forma cilindrica della base.

E non dimentichiamo che questo campione ha un gemello sul fronte opposto rispetto all'ingresso dello stabilimento balneare, altrettanto bello. 

sabato 10 settembre 2022

Il Calocedro meranese ed i pochi fratelli sardi

 Il Calocedrus (=Libocedrus) decurrens, Cedro della California o anche Albero dell'incenso, è una cupressacea di grande impatto estetico, con le sue dimensioni maestose (fino a 40 metri!) le foglie a squame, i rami che si dipartono orizzontalmente dal tronco, dal bel colore rossiccio e caratterizzato da grandi squame.

Purtroppo non è un albero adatto al nostro clima, ed infatti in Sardegna è praticamente assente, fatti salvi gli esemplari fatti piantare dall'ing. Piercy a Badde Salighes, sopra Macomer. Questi esemplari vivono tuttora e sono abbastanza in forma, e meritano comunque una visita perché il luogo è affascinante, e perché in zona si trovano anche Tassi enormi, Agrifogli ed Aceri.

Quindi per godere la vista di questi alberi bisogna andare a Badde Salighes o in Continente, come usiamo dire noi sardi; infatti oggi vi presento un esemplare meranese, che si aggiunge a quello che avevo fotografato e postato nel 2015 (post del 27/7/15) proprio a Merano.

Ribadisco per inciso la ricchezza verde di Merano e la cura per i loro alberi, ai quali è dedicato anche un ottimo sito Internet; ce lo avessimo noi! 

L'esemplare odierno, che si erge nella sua maestosità nella fotografia a fianco, mi è stato presentato da Giancarlo, che ringrazio, e si trova nella zona delle terme di Merano.

E' un campione che dovrebbe essere alto una trentina di metri, ed infatti la fotografia non riesce ad inquadrarlo tutto; mostra fra l'altro i rami orizzontali e la corteccia rossa.

Insomma una bellissima aghifoglia, che giustifica il suo utilizzo come essenza ornamentale di interesse paesaggistico; certo non è un albero da fare crescere in un piccolo giardino!
  

lunedì 5 settembre 2022

Uno sforzo maggiore per l'Olmo di Monte Urpinu

Se dovessi fare una graduatoria dei 20 più significativi alberi cittadini, che rappresentano con orgoglio il verde di Cagliari, l'Ulmus minor che vive nella parte bassa di Monte Urpinu ne farebbe sicuramente parte.

Questo glorioso esemplare, da me definito "reuccio" del Parco (post del 21/3/13) è veramente un bel campione, come si può notare qui sotto, oltre che dalle altre foto che negli anni scorsi gli ho dedicato.


Purtroppo questa foto non rende pieno merito all'albero, sia perché io non sono abbastanza bravo, sia per il dato oggettivo che le foglie sono malate, bucate e gialle, dato che l'Olmo è affetto da tanti anni dalla "grafiosi", malattia causata da un fungo che ne determina l'asfissia, compromettendo la sintesi clorofilliana (post 22/4/12).

Non consola sapere che questo problema è generalizzato, addirittura a livello europeo se non mondiale, ed ha determinato l'abbattimento di centinaia di migliaia di Olmi, compreso, si parva licet, il filare del nostro viale Marconi (con anche altre motivazioni, che non è qui il caso di approfondire).



Pare che gli effetti della grafiosi siano accresciuti dal caldo; e siccome quest'anno il caldo è stato ed è veramente feroce, ecco gli effetti devastanti che vediamo nella foto di destra.

Però il nostro esemplare resiste, non molla, come dimostrano anche i post precedenti nei quali lo abbiamo incontrato; forse nella sua resistenza è aiutato dal fatto di essere un albero spogliante, per cui in autunno si libera di tutte le foglie per ricominciare un nuovo ciclo vitale in primavera.






E guardate che cosa è capace di fare il nostro in primavera (foto del post 8/4/14), con i suoi fiori ed i suoi frutti!

In definitiva, se il nostro Olmo dimostra tanta voglia di continuare a vivere, ed ogni anno ci gratifica con la sua splendida ripresa primaverile, possibile che non esista modo per prolungare la sua stagione vegetativa, evitando o almeno riducendo il degrado che lo assale ogni anno e gli guasta l'estate? Io sono convinto che qualcosa si possa fare, e mi piacerebbe che venisse fatto, per il benessere di questo albero e di tutte le persone che vanno a godersi questa parte del parco e le sue bellezze arboree (non dimentichiamo infatti, tanto per dire, l'Acero saccarino ed il Cipresso di palude che vivono lì a fianco!)    


venerdì 2 settembre 2022

Qualche maggiore attenzione al verde, e non solo, della Cittadella

 Una perla della nostra città, incastonata all'ingresso del quartiere Castello; una perla rara, sia per il contenuto delle sue esposizioni museali, sia per il contenitore, un affascinante percorso in salita ricco di verde che si apre su splendidi panorami. Questa è, in poche parole, la Cittadella dei Musei, punto di riferimento per i turisti e per i cagliaritani.

Data questa premessa, è chiaro che questo posto deve essere tenuto nelle migliori condizioni possibili, sia per le manutenzioni quotidiane che per gli interventi più impegnativi di restauro conservativo. A cominciare dal verde, che ha un ruolo fondamentale nell'apprezzamento dell'insieme.

Ma purtroppo non è così, perlomeno non in tutto il percorso pedonale che si snoda fra i musei: ecco un punto di degrado che mette in evidenza il contrasto fra una Cycas revoluta moribonda, e che dovrebbe essere spostata dalla vista, ed uno sfondo di ciuffi (per adesso!) di Ailanthus altissima, questi invece vivissimi, che dovrebbero essere eliminati.

Abbiamo detto tante volte (vedi per esempio post del 17/6/15)  che l'Ailanto con le sue capacità invasive e soffocanti non può avere diritto di residenza in un posto come la Cittadella Dei Musei, e lo ribadiamo ancora.

Naturalmente il verde non è tutto così, ci mancherebbe, e tante altre piante a cominciare dal grande Pino d'Aleppo, agli eleganti Ginepri tappezzanti, alle stesse Cycas dell'ingresso, per non dire della splendida Chorisia insignis, vivono bene e continuano a fare la loro grande figura; ma proprio per questo, ed a maggiore ragione, le piccole magagne dovrebbero essere sanate, senza consentire che crescano!

C'è poi quel "non solo" del titolo che merita alcune altre considerazioni, anche se non riguardano il verde.

Allora, per quanto tempo ancora devono rimanere quelle transenne fotografate a destra che impediscono l'accesso ad uno dei meravigliosi punti panoramici, o il lampione abbattuto, o la balaustra arrugginita e semi-staccata dal muro?

E ancora, perché il personale all'ingresso è spesso così poco accogliente e tende magari ad anticipare l'orario di chiusura delle 20, che già di suo in piena estate appare anacronistico?

Concludendo, vale quanto detto all'inizio: questa perla cagliaritana deve essere tenuta lucida e splendente, per quanto possibile. 
 
 

martedì 23 agosto 2022

La banana è matura: sarà anche buona?

 Il Banano, Musa acuminata, è una pianta tipica dei paesi a clima tropicale, dove viene coltivata per produrre il conosciutissimo frutto; è presente anche da noi, anche se piuttosto rara, perché i frutti non arrivano a maturazione (a prescindere da coltivazioni in serra, che non  ci interessano in questa sede) e le grandi foglie sono molto sensibili al vento, che può strapparle.


Però, complici i cambiamenti climatici, anche da noi talvolta le banane giungono a maturazione, come le 3 che si notano in questo piccolo casco, che appartiene ad una bella pianta in buone condizioni che vive in un piccolo giardino di via Rossini. Naturalmente non so rispondere alla domanda del titolo, ma quello che è certo è che il frutto è arrivato a maturazione.

Segnalo che il Banano non è propriamente un albero, ma una pianta erbacea perenne, che si regge nella sua altezza non indifferente di albero per mezzo di un pseudo-fusto costituito dal compattamento  delle grandi guaine che sorreggono le foglie.

Ricordo che in città è molto più presente una pianta molto simile al Banano, anche se non è sua parente, e cioè una particolare specie di Strelitzia, la Strelitzia nicolai, che vi ho presentato qualche anno fa (post del 2/4/16). 

Anche la Strelitzia ha gli stessi problemi del Banano per quanto riguarda le foglie, però può vantare un fiore molto bello; per converso, e per pareggiare il confronto, il fiore del Banano pare che sia edule ed anche piuttosto buono.

mercoledì 17 agosto 2022

A proposito di Pancrazio....

E' assolutamente una coincidenza, una bella coincidenza, che nell'ultimo post abbiamo parlato di  Pancrazio, con riferimento alla torre cagliaritana dedicata all'omonimo santo, ed oggi riparliamo di Pancrazio, con riferimento al Giglietto di mare, il Pancratium maritimum. 

Che cosa lega i due Pancrazio, una poderosa ed alta struttura difensiva del 1300, ed un tenero fiorellino rasoterra come il  Giglietto? Nulla, se non proprio il nome proveniente dal greco, la cui etimologia parla di vittoria  sulle avversità, resistenza di fronte ad ogni ostacolo.

Quindi la torre è capace di resistere, attraverso il santo che le ha donato il nome, a qualsiasi attacco da parte di forze straniere, il fiorellino è capace di resistere alle condizioni estreme del suo habitat, salmastro, arido e sabbioso.

Trovato il legame, ed avendo già fotografato la torre, ecco allora una immagine del fiorellino.



E non un singolo fiorellino, ma un mazzo, un bouquet di Pancrazi, ripreso, anche quest'anno, sulla spiaggia di Cala Pira (post 18/8/176/11/17, 20/8/21).

E' ormai quasi una consuetudine che l'amico Mario mi ricordi annualmente, attorno a Ferragosto, questa meravigliosa fioritura spontanea, che io volentieri vi propongo, rimandandovi ai citati precedenti per qualche dettaglio tecnico sulla riproduzione di queste bulbose annuali.

Ricordo ancora che il Pancratium maritimum  ha un cugino montano, il Pancratium illyricum , altrettanto bello e ben posizionato (post del 11/5/16 e del 19/4/22).

Insomma, non ci possiamo proprio lamentare della bellezza di chi si chiama Pancrazio, sia esso una torre di difesa, sia un tenero e raro fiorellino marino!   




mercoledì 10 agosto 2022

Di chi è la competenza?

Penso di non sbagliarmi se dico che il titolo odierno rappresenta uno dei quesiti principali che riguardano la soluzione di tanti problemi della pubblica amministrazione; un quesito che normalmente ricade addosso al cittadino, che non vede soddisfatte le proprie istanze mentre viene sballottato da un ufficio ad un altro.

E veniamo al quesito odierno.


Ecco a sinistra la Torre di San Pancrazio, uno dei principali monumenti di interesse turistico che possa vantare la nostra città, e meta quotidiana in questo periodo di centinaia di persone in visita al quartiere di Castello ed alle sue torri Pisane.

E quindi? direte voi. Quindi, se guardate la torre con l'occhio del lettore di questo blog, individuerete un intruso, che non è fatto né di calcare né di legno stagionato, ma di legno fresco, dotato di grande potere di penetrazione e spaccamento.  

Individuato, sulla destra sopra l'arco? Vediamolo più da vicino.


Eccolo qua, l'intruso: si tratta di Ailanto, Ailanthus altissima, uno dei più potenti e temuti abusivi vegetali, che qui dà una ennesima dimostrazione della sua invadenza.

Ne abbiamo parlato tantissime volte di questo albero, normalmente in termini negativi ma anche per apprezzarne il gradevole aspetto estivo quando è carico di semi dalle varie tonalità di colore (post del 6/7/12, fra i tanti).

Abbiamo detto che dovrebbe essere tenuto a bada, per evitare che si insinui e si installi in mezzo ad altre piante o in luoghi dove non deve (post del 21/7/13, fra gli altri).

Tornando al nostro esemplare, io non posso esserne certo, ma nutro seri dubbi su chi abbia la responsabilità di aver staccato pezzi del rivestimento sopra l'arco, fra i quali vedo anche piastrelle con rilievi, ritengo di valore.

Qualsiasi intruso verde che si installi su un monumento deve essere eliminato, a prescindere dalla specie di appartenenza (vedi post dell'8/4/15, che riguardava guarda caso la Torre dell'Elefante ed un Fico come intruso), a maggior ragione se si tratta di un Ailanto, conoscendone le caratteristiche!

E qui torniamo al principio: di chi è la competenza dell'eliminazione dell'intruso, e del controllo puntuale affinché non si ripresenti? Io non lo so, ma chiedo agli amministratori del verde pubblico (o a quelli che si occupano di cultura e beni monumentali, o a quelli che si occupano di decoro urbano, boh) di farsi carico del problema, subito!    

lunedì 8 agosto 2022

Il gruppetto di giovani Acacie

Parliamo di un intervento recente nel verde pubblico cagliaritano, eseguito per sostituire alcune delle sfortunate Palme distrutte dal punteruolo rosso, nonostante i tentativi di recupero.

Gli attacchi di questo terribile insetto sterminatore, soprattutto nella prima parte del decennio precedente a questo, si sono estesi a tappeto, e ne abbiamo dato conto più volte nel blog; in particolare per quanto riguarda la passeggiata a mare della Darsena, oggi piazza Vittime del Moby Prince, abbiamo seguito l'attacco ed i tentativi di salvataggio, purtroppo non andati a buon fine (post del 25/6/14  e del 28/9/19).

Preso atto della battaglia persa, gli amministratori del verde hanno cambiato rotta, puntando su nuove piante per sostituire, almeno in parte, le Palme morte.

Ed ecco il risultato: un gruppetto compatto di giovani esemplari di Acacia dealbata, una delle specie più affascinanti della grande famiglia delle Acacie, con belle foglie composte bipennate, ed una splendida fioritura invernale (post del 9/1/11 e del 20/1/11 , fra gli altri).


 Mentre vi rimando ai post citati per godere dei capolini  gialli nella loro esplosione invernale, voglio qui  rimarcare la bellezza della foglia, che nella foto a destra riprende da vicino uno degli esemplari della Darsena.

Ogni foglia, lunga una decina di centimetri, è costituita da centinaia di foglioline piccole, sottilissime e piumose, attaccate direttamente ai rametti fogliari, morbide al tatto: veramente eleganti.

La Acacia dealbata è un albero che cresce in fretta, anche se con il nostro clima non diventa molto grande; però ha la caratteristica di avere un tronco piuttosto sottile rispetto alla chioma che, con la sua densità, può costituire un problema in caso di vento forte.

Ne consegue la ovvia raccomandazione ai nostri giardinieri, nell'apprezzare la scelta effettuata, di curare e manutenere con attenzione il sistema di tutoraggio di questi alberelli, perché il nostro maestrale, tanto più nella spianata della Darsena, non perdona!
  

martedì 2 agosto 2022

A proposito di alberi larghi.......

Nell'estate del 2012, ben 10 anni fa, avevo provato ad indicare, in una classifica fra il serio ed il faceto, alcuni alberi che spiccassero per altezza, o per larghezza, o per l'insieme delle due caratteristiche (post del 21/8/12, 26/8/12, 5/9/12, ed altri successivi).

Questa classifica mi è venuta in mente l'altro giorno, transitando in piazza Deffenu dal lato del mare, ed ecco il motivo.

Guardate la dimensione, la larghezza della chioma di questo Ficus retusa, che vegeta a ridosso della grande aiuola dietro il distributore di benzina.

Un vero campione di larghezza, a cui la mancanza di concorrenza intorno ha risparmiato le potature periodiche alle quali deve essere sottoposta la grande parte dei suoi fratelli stradali.

Il risultato è un grande bell'albero, la cui presenza attutisce l'effetto straniante di una piazza dedicata essenzialmente al parcheggio ed al transito continuo di auto in un punto nevralgico per il traffico cittadino. 

Insomma, benvenuto al Ficus retusa che entra nella graduatoria degli alberi più larghi, a fare compagnia al suo fratello di Genneruxi (post del 12/9/13)! 



martedì 26 luglio 2022

La storica famiglia si rifà il look

 E' una bella notizia quella che vi voglio dare oggi, come capita quando si mostra attenzione verso il verde cittadino, soprattutto quello più significativo per la nostra città.

E la notizia è che l'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna sta facendo eseguire lavori di ammodernamento ed abbellimento della aiuola circolare sita alla radice del molo Ichnusa, che ha la grande peculiarità di contenere una famiglia di alberi di una sola specie, cioè Washingtonia filifera.


Eccolo qua il gruppo familiare di Palme in mostra, mentre gli operai lavorano alla base dell'aiuola; difficile rimanere indifferenti di fronte alla stranezza di questa aiuola, che ha fatto e fa compagnia a molte generazioni di cagliaritani in passeggiata  al Porto.

Vi avevo già presentato la storica famiglia (post del 14/5/15  e del  4/2/21), ipotizzando che la particolare situazione di esemplari ammassati sia scaturita dalla attività riproduttiva di un capostipite, che nel corso di decenni ha dato luogo alla affascinante composizione attuale.

Quale che sia l'origine del gruppo, che sarebbe interessante studiare attraverso vecchie immagini, resta che questo è a buon diritto uno dei molti luoghi della memoria del verde cittadino, che meritano di essere preservati e curati, come appunto si sta facendo in questo caso.

giovedì 21 luglio 2022

Un Cipresso fiorito o una sfacciata opportunista?

 La risposta al quesito del titolo, anche prima di avere visto la fotografia a cui il titolo si riferisce, è scontata, dato che il Cipresso non fiorisce, appartenendo al gruppo delle Gimnosperme.


E' quindi una sfacciata opportunista, quella che si è arrampicata fino alla cima del povero Cipresso, anche piuttosto in alto, per produrre il meglio della sua fioritura.

Si tratta di una Bougainvillea, e lo stretto abbraccio avviene alla fine di via Rossello, traversa cieca di via Dei Conversi. 

Ringrazio Paolo per avermi segnalato questo connubio, e ricordo che la Bougainvillea non è l'unica pianta capace di arrampicarsi su suoi simili, ma anzi sono molte le piante rampicanti che sfruttano questa opportunità: possiamo citare il Glicine (post 4/10/16), la Bignonia radicans (post 20/6/11), la potente e bellissima Bignonia tweediana ( post 11/5/15).

Una convivenza forzata, che spesso nasce da una vera e propria aggressione verso chi non può difendersi efficacemente, è costretto a subire e a volte soccombe.

Ma, lo sappiamo, le leggi della Natura sono spesso brutali e, quando si cerca l'aria e la luce......   

giovedì 14 luglio 2022

Un salto nel verde del Parco d'Abruzzo

 Vi porto a prendere una boccata di aria fresca nel Parco Nazionale d'Abruzzo, anzi più precisamente di Abruzzo, Lazio  e Molise, il più antico parco nazionale italiano.

E vi ci porto perché è un parco ricchissimo di alberi meravigliosi, ma soprattutto perché questi alberi appartengono a specie a noi sardi pressoché sconosciute, o comunque molto rare da trovare.


E cominciamo con uno splendido Faggio, Fagus sylvatica, che si erge maestoso con i suoi 750 anni circa di vita su questa Terra.

Dico subito per correttezza che questa fotografia non è mia, ma della signora Anna Maria; io non sono stato capace di trovare questa meraviglia, pur essendo andato al passo Godi, dove il Faggio del Pontone, questo il nome attribuito, vive.

D'altra parte, non potevo cominciare con una specie diversa, dato che i Faggi sono la specie arborea con il maggior numero di esemplari in Abruzzo; e pensare che in Sardegna sono assenti!

Fatto questo doveroso omaggio ai Faggi e a chi li sa fotografare, passiamo ad alcune fotografie scattate da me, sempre riguardanti alberi poco presenti da noi.


Ecco un grande Abete rosso, Picea abies, che si erge elegante e maestoso, e molto alto; qui ci troviamo a Pescasseroli, a 1200 metri di altitudine.

Anche questa specie arborea è praticamente assente da noi, soprattutto a Cagliari, con qualche ammirevole eccezione (post 7/3/14), spesso riveniente da alberi di Natale dismessi ma amorevolmente accuditi.

Per il resto, le altre volte che ho parlato di questa specie arborea, pure così importante, vi ho portato in altre regioni italiane, se non all'estero.






E quest'altra enorme bellezza? E' un Acero platanoide, del quale vi mostro a conforto anche un particolare, con la bella  grande foglia a lobi dentati, e le affascinanti disamare appese in gruppetti.

Anche questo Acero è molto raro da noi; io ne avevo riconosciuto uno, almeno dalla foglie morte, al parco di Laconi (post 17/2/12).  

Queste a sinistra sono invece una coppia di graziose nocciole, fotografate lungo il percorso pedonale della Camosciara, bellissima passeggiata sempre nei dintorni di Pescasseroli.

Ricordo che il Nocciolo, Corylus avellana, in Sardegna è abbastanza presente in quota, per esempio nella zona di Aritzo, dove viene coltivato per produrre meravigliosi dolci.




E questo a destra sembra essere un Carpino nero, Ostrya carpinifolia, anch'esso colto sul percorso della Camosciara. Anche questa specie è rara in Sardegna, e cresce solo in alcune zone di Barbagia ed Ogliastra, e rarissima in città, dove ho scoperto un solo esemplare (post del 1/8/21).







E chiudiamo con una immagine bella e rasserenante, anche se non contiene alberi di immediato riconoscimento: è il lago di Barrea, ripreso dal bellissimo omonimo paesino che lo sovrasta.