Quando la Solandra maxima fiorisce, cioè in questo periodo con il clima cagliaritano, non può passare inosservata, dato che si riempie dei suoi grandi fiori a tromba gialli, in contrasto con la bella foglia coriacea e lucida.
E' un arbusto esuberante, questa Solanacea, difficile da contenere in forma di siepe, ma qualcuno ci è riuscito, per esempio il centro ANFFAS di via De Gioannis, di cui vediamo appunto la siepe che orna la recinzione.Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
martedì 14 gennaio 2025
Una siepe di "trombe" della Solandra
lunedì 30 dicembre 2024
Il nostro Lentisco e le sue drupe
Mi permetto di definire "nostro" il Lentisco, Pistacia lentiscus, perché se c'è un arbusto sardo per antonomasia questo è lui, data la sua estrema diffusione sul nostro territorio e la sua disponibilità a farsi addomesticare, passando dalla campagna al giardino, al terrazzo e perfino al vaso!
Con queste credenziali è giusto quindi tributargli gli onori dovuti e soprattutto in questo periodo, quando espone i frutti, rosse piccole drupe invernali, che diventeranno nere a fine stagione.domenica 22 dicembre 2024
Le Sterculie, e non solo, all'Ospedale Binaghi
Ho segnalato in diversi post che una fetta importante del verde pubblico è stata costituita, nel secolo scorso, dal verde degli Ospedali, quasi una specie di prerequisito per le strutture dedicate alla salute.
SS. Trinità, ex manicomio di Santa Clara, ex Clinica pediatrica, per citare tre nomi; e, non ultimo, l'ex Ospedale Binaghi, al quale abbiamo dedicato alcuni post (post del 30/12/14, 20/12/18, 28/11/19), con riferimento alle sue vicende verdi.
Torno oggi su questa struttura, ed in particolare sulle sue zone verdi, pur soffocate dal disordine delle auto parcheggiate; mi hanno colpito in particolare i "mazzi" di frutti, capsule semi legnose piuttosto grandi ,che ornano una delle tre Sterculie presenti in fondo agli stradelli interni, di fronte ad una delle ultime strutture sanitarie.Oggi il nome di queste piante è l'altisonante Brachichiton discolor, ma a me piace chiamarle ancora affettuosamente Sterculie, come le cugine di Genneruxi (Brachichiton populneus)e di altri luoghi in città.
Le strane barchette contengono i semi, che nei paesi di origine di questi alberi, ed in particolare in Australia, vengono consumati tostati.
domenica 8 dicembre 2024
La Fatsia ed il mercatino di Natale
La Fatsia japonica, nota anche come Aralia in quanto appartenente alla famiglia delle Araliacee, è una di quelle piante che vivono bene sia in appartamento che all'esterno, come altre che abbiamo anche definito "scappate di casa" (post del 23/1/16).
E' una bella pianta, che può raggiungere all'esterno dimensioni di arbusto anche piuttosto notevoli, con grandi foglie palmate e la bella particolarità di fiorire in autunno avanzato e fruttificare in pieno inverno, fino ad inizio primavera (post del 8/4/22).
Nel verde pubblico di Cagliari la Fatsia è molto poco utilizzata, ma un impiego ben riuscito è quello del primo tratto del Corso Vittorio Emanuele; qui la fioritura del mese di dicembre collima con la presenza del mercatino di Natale con le sue casette in legno, e costituisce un ottimo incentivo per una visita che metta insieme le due cose (post 24/12/17).
Prodotti gastronomici, naturalmente, ma anche realizzazioni artigianali di elevata manualità e di buona fattura.
Nella fotografia, e come poteva mancare!, svetta sullo sfondo la Washingtonia filifera del bastione del Balice, uno dei simboli verdi della nostra città.
lunedì 25 novembre 2024
La via dei veleni
Tranquilli, non vi voglio parlare di uno sceneggiato televisivo, anche se il titolo del post potrebbe farlo credere; non si tratta di veleni metaforici, di rapporti umani compromessi, ma di veleni veri e propri che si trovano ai bordi di una via cittadina.
Siamo infatti in via Dei Conversi, dove vivono due delle piante contenenti semi fra i più velenosi del mondo vegetale: lo Stramonio ed il Ricino.
Ecco a sinistra un arbusto di Stramonio, Datura stramonium, con i frutti spinosi, capsule globose contenenti i semi velenosi (in realtà tutte le parti della pianta sono velenose, in varia misura).
I nomi comuni di questa pianta, erba del diavolo, erba delle streghe, ma anche Ischida babbau in sardo, non danno adito a dubbi sulla sua velenosità.
Per saperne di più, vi rimando a precedenti post (p.es. post del 4/10/20) o ad Internet, dove molto è detto sugli usi per rituali magici e sulle proprietà allucinogene.
Per fortuna che la presenza di spine funge da dissuasore, e dovrebbe evitare contatti incauti da parte di sprovveduti o bambini!
A destra invece ho fotografato uno dei tanti arbusti di Ricino, Ricinus communis, con le sue belle foglie e le altrettanto belle spighe di frutti, anch'esse capsule spinose contenenti 3 semi.
Anche del Ricino abbiamo parlato più volte, trattandosi fra l'altro di una specie invasiva, come tale molto più presente dello Stramonio in via Dei Conversi. (p.es. post del 12/2/11) ed in altre zone degradate della città.
Le intossicazioni provocate dall'olio di Ricino sono ben note per il terribile uso fatto dell'olio estratto dai suoi semi, ed anche il nome in campidanese, cagamengia, è abbastanza esplicativo.
Insomma due arbusti, lo Stramonio ed il Ricino, che i nostri giardinieri farebbero bene a tenere a bada, eliminandoli almeno dai posti più facilmente raggiungibili, per esempio dal bordo strada di via Dei Conversi.
lunedì 18 novembre 2024
Gli splendidi giardini dell'Isola Bella
No, non poteva limitarsi alla descrizione del foliage piemontese (post del 6/11/24) il resoconto sul blog della mia scappata autunnale sul Lago Maggiore; vi devo presentare l'Isola Bella ed i suoi giardini, una meraviglia che da sola merita abbondantemente il viaggio.
L'Isola Bella è per grande parte occupata dal sontuoso palazzo Borromeo, edificato nel diciassettesimo secolo e ricco di arredi originali; ma non è di questo che vi voglio parlare, ma dei suoi meravigliosi giardini, splendida realizzazione perfettamente conservata.
Una intelligente alternanza fra prati, fioriture ed alberi di alto fusto, che comprendono specie esotiche a rare, come per esempio i Liquidambar con la loro splendida foglia, un enorme albero della Canfora, Cinnamomum camphora , diversi alberi dei tulipani, Liriodendron tulipifera.
Insomma, se accordiamo la bellezza di questi giardini con il contesto del lago, magari in una bella giornata, lo spettacolo è assicurato, ed è veramente unico.
Ricordo, per completezza dell'esposizione odierna, che 10 anni fa avevo parlato di un'altra delle isole del Lago Maggiore, l'Isola Madre, con particolare riferimento al peculiare enorme Cipresso del Cashmir ed alle sue traversie (post del 21/6/14).
lunedì 11 novembre 2024
Dopo la fioritura autunnale, ecco le "nacchere"!
La Jacaranda mimosaefolia è un albero che ha un legame forte ed indissolubile con la nostra città: immaginare Cagliari senza questi alberi non è possibile, come non è possibile immaginarci senza un monumento fondamentale o una piazza del centro storico.
E, rispetto ai monumenti o alle piazze, le Jacarande hanno il vantaggio di essere presenti più o meno dappertutto in città, e di essere vive e cangianti con le stagioni. E allora, dopo la splendida seconda fioritura autunnale, celebrata l'ultima volta nell'ottobre appena trascorso (post del 14/10/24), celebriamo oggi la nascita dei frutti, le nacchere citate nel titolo di oggi così come erano state soprannominate in un vecchio post (post del 6/4/12).
Eccole qui, che occhieggiano fra i rami verdeggianti di un esemplare di piazza Giovanni XXIII.
Come si vede, l'albero persiste nel rigoglio vegetativo, ed i frutti a due valve sono ancora piccoli e chiari; passeranno mesi, prima che prendano il colore marroncino fotografato nel citato post di aprile e le valve legnose si aprano per rilasciare i semi, assumendo proprio l'aspetto di nacchere. Intanto, godiamoci anche questa versione autunnale della nostra amica Jacaranda!
mercoledì 6 novembre 2024
Il foliage piemontese
Abbiamo ribadito più volte, a partire dal lontano 2011 (post del 31/10/11), che il foliage non è materia consona al verde sardo, e tantomeno a quello cagliaritano, salvo piccoli spettacoli molto localizzati, in determinate zone dell'interno dell'isola come il Goceano (post del 15/10/12) o le Barbagie.
In realtà l'arte di spogliarsi è praticata anche da determinate specie a Cagliari, segnatamente dai Ginkgo biloba (post del 2/12/17), ma non oserei parlare di foliage. Per parlare propriamente di foliage dobbiamo attraversare il mare ed andare nel nord Italia, per esempio nel bosco del Cansiglio in Veneto, o all'estero, per esempio nello Yorkshire o nella Cumbria inglesi, splendidi luoghi dei quali vi ho dato conto fra il 2019 ed il 2023.
Quest'anno però aggiungiamo un'altra regione italiana, e precisamente il Piemonte, a rappresentare il foliage nostrano; infatti quest'autunno sono stato attratto, e non mi sono fatto mancare, lo spettacolo in una zona del Piemonte al di sopra del lago Maggiore, e precisamente la Valle Vigezzo, tanto poco conosciuta quanto bella. Qui infatti corre una linea ferroviaria, che collega Domodossola a Locarno in Svizzera, e che si chiama, guarda caso, Treno del Foliage. Questa linea ferroviaria, nel periodo ottobre e novembre, è frequentatissima dagli amanti di questo meraviglioso spettacolo.
Ecco una immagine ripresa dal treno, che mostra il miscuglio dei colori, dal verde, al giallo nelle sue varie sfumature, al rosso.Indubbiamente un bello spettacolo, al quale però si possono fare anche critiche, legate all'affollamento ed agli spazi ristretti sul treno, alla difficoltà di fare fotografie in piedi, ai riflessi dei vetri che impediscono di cogliere tutta la bellezza in fotografia.
A queste critiche io ne aggiungo poi un'altra, del tutto personale: per godere appieno della trascolorazione e spogliamento delle piante, bisogna vederle da vicino, odorarle, toccarle, cosa che evidentemente non si può fare dal treno.
Per fortuna sono previste delle fermate, ed è possibile quindi interrompere il viaggio e riprenderlo poi anche a distanza di ore; così io ho fatto, e vi riporto alcune meraviglie riprese nel paesino di Santa Maria Maggiore.
Ecco una splendida grande Quercia, e precisamente un Cerro, Quercus cerris, nel pieno del lavoro; sta cambiando colore, e già molte foglie sono per terra, anche se il grosso deve ancora accadere.
Ricordo che il Cerro non è presente a Cagliari e pochissimo presente in Sardegna, e solo in zone montuose; è caratterizzato dalle foglie grandi e multilobate, molto eleganti, come possiamo notare dalla fotina sottostante.
E qui a destra abbiamo un piccolo Acero giapponese, Acer palmatum, che con i suoi colori autunnali è forse uno degli alberi più rappresentativi del foliage.
Nella foto notiamo come curiosità la foglia dipinta sul muro, anch'essa di Acero; poiché questo è il cortile di una scuola, è probabile che questo sia il lavoro di una maestra con i suoi alunni, o almeno io così voglio immaginare.
Infine, ci lasciamo con una immagine romantica, sempre ripresa nel paesino di Santa Maria Maggiore: il giardino privato di una bella villa, dove si incrociano, in maniera invero elegante, il marrone, il rosso ed il verde che caratterizzano la stagione.
sabato 26 ottobre 2024
La cascata di trombette vergognose
"Trombetta vergognosa" è il nomignolo che avevo appioppato nel lontano 2011 (post del 22/11/11) ai fiori della Datura arborea (oggi Brugmansia arborea) per la loro caratteristica di essere sempre rivolti verso il basso, per facilitare l'impollinazione notturna.
Il blog ha parlato diverse volte di questo arbusto sia per le sue caratteristiche proprie, sia anche per la somiglianza con il famigerato Stramonio (Datura stramonium) e per la presenza di ibridazioni di vario colore, a partire dal giallo, sia infine per un dipinto che lo rappresenta, divenuto famoso per il prezzo di aggiudicazione all'asta (post del 17/11/16).
Insomma un arbusto oramai piuttosto conosciuto ed utilizzato in giardino, e che attrae la nostra attenzione soprattutto quando è fiorito, cioè in questo periodo.
Eccola allora una Datura, nella strepitosa fioritura di quest'anno, una vera cascata di fiori bianchi.venerdì 18 ottobre 2024
Un albero da marciapiede
Ho parlato tante e tante volte dei Ficus retusa cagliaritani, e non ho mai mancato di evidenziare la loro robustezza e capacità di adattamento, fino dalle origini del blog (post del 3/11/10), quando presentavo un esemplare cresciuto nell'asfalto a Su Siccu (peraltro non esiste più, né l'asfalto né l'albero).
E quell'albero mi è venuto in mente, quando ho visto l'esemplare che vi presento oggi, fotografato in via Boito, nel quartiere di San Benedetto.
Eccolo qua, un grosso arbusto alto quasi 3 metri, il cui fusto esce da un minuscolo vasetto, che però non ci può imbrogliare: le radici non sono nel vasetto ma il Ficus si è certamente fatto strada sotto terra attraverso il marciapiede, per crescere ed irrobustirsi.
E questo spiega il titolo del post, rubato ad un film bello e triste della fine degli anni '60 del secolo scorso.
Non so come sia iniziata la storia di questo arbusto, ma voglio immaginare che tutto sia nato da una piantina poggiata lì, quasi per caso, nel suo vasetto; questa piantina aveva tanta voglia di vivere, ed ha fatto tutto da sola per consolidare la sua presenza. Che tempra!
lunedì 14 ottobre 2024
La regina cittadina in fiore
Che cosa abbiamo da dire ancora sulla fioritura autunnale della Jacaranda mimosaefolia, che non abbiamo già detto? Forse nulla, se non che questa regina cittadina, uno dei simboli verdi della città, ogni anno in questo periodo ci meraviglia con la sua seconda fioritura, mentre è ancora nel pieno rigoglio fogliare.
E allora, come resistere a fotografare ed a proporre l'immagine di una pannocchia di fiori, contornata dal fogliame, catturata da una pianta di via Oslo?
Le corolle tubulose si offrono alla vista con il loro affascinante colore celeste, durano poco sulla pianta poi cadono a formare un tappeto.
Fra i tanti post che abbiamo dedicato a questi alberi vi rimando ad uno di 10 anni fa (post del 3/10/14), che segnala le principali vie abitate da questa regina, compagna imprescindibile del nostro verde cittadino.
lunedì 7 ottobre 2024
I Ficus magnolioides allo stato semibrado
I Ficus magnolioides, o macrophilla, sono i signori arborei della nostra città, forse quelli che la rappresentano di più, per la dimensione, la bellezza di insieme, la posizione nel tessuto urbano. Pensiamo alla Darsena, a piazza Matteotti, all'Orto Botanico, ai Giardini Pubblici, e abbiamo già qualificato questi nostri compagni di vita.
Giusto dunque che a questi alberi vengano dedicate ampie presentazioni, e noi abbiamo fatto la nostra parte nel blog, anche in occasioni nefaste, come nel crollo della Darsena (post del 16/5/23).
Poi ci sono altri esemplari, meno evidenti per la loro posizione, ma non certo per la loro dimensione, come gli esemplari di piazza Sorcinelli, fra viale Trento e viale Trieste, comunemente nota come parcheggio della Regione (post 4/4/13, 24/5/23); questi due enormi esemplari hanno una peculiarità rispetto ai fratelli più noti: vivono allo stato semibrado.
D'altra parte la piazza di cui parliamo è essa stessa lasciata allo stato semibrado: un disordinato ma richiestissimo parcheggio nei giorni lavorativi, un deserto nei giorni festivi, non curato né molto pulito.E dunque i nostri Ficus, che già tendono a prendersi gli spazi necessari per vivere bene in ogni condizione al contorno, qui ne approfittano alla grande.
Ed ecco le possenti ed alte radici tabulari a terra che corrono dappertutto, esondando dai vecchi recinti senza problemi, e le radici colonnari verticali, già legnose ed infisse nel terreno, o ancora in forma di filamenti che lavorano per riunirsi.
sabato 28 settembre 2024
La maestosità dei Ficus di Terramaini
Potrebbe essere una saga nordica quella dei Ficus rubiginosa del parco di Terramaini, una serie di racconti fotografici, proposti dal blog, dedicati agli esemplari di questo bel parco cittadino, fino dalla prima volta in cui ne abbiamo parlato (post del 11/1/11). In quella occasione abbiamo fotografato un esemplare delle dimensioni di un arbusto o poco più.
Poi li abbiamo guardati crescere, in momenti successivi (post del 31/8/13, 13/2/14, 11/3/19)
Ecco, se avete avuto la pazienza di andare a guardare i precedenti racconti fotografici, credo che possiate gustare appieno la immagine odierna.
Altro che bambini o giovani adulti, come li avevo definiti in precedenza; guardateli ora, sono adulti maestosi, con una chioma fitta ed espansa dalla forma semisferica.giovedì 19 settembre 2024
E se fosse il Plumbago la soluzione?
Mi direte: la soluzione a quale problema? Il problema è quello di trovare un arbusto da utilizzare nelle aiuole stradali cagliaritane, e non solo, per rendere più apprezzabile la nostra città.
Mi riferisco in particolare a tre vie fondamentali come viale Trieste, via Dante ed il Largo Carlo Felice, che sono state oggetto negli ultimi anni di svariati tentativi di arredo verde, collegati o meno al rifacimento dei marciapiedi, ma tutti accomunati dal fatto di non essere completamente riusciti dal punto di vista estetico e di copertura degli spazi vuoti.
Naturalmente poi ai tentativi mal riusciti di arredo urbano verde si aggiunge la inciviltà degli umani e la difficoltà degli interventi (o la scelta di non intervenire?) all'interno elle aiuole da parte degli operatori ecologici. Insomma, un problema ancora irrisolto.
A questa realtà pensavo l'altro giorno passando nel Largo Carlo Felice, quando mi sono imbattuto in alcune aiuole che vanno nettamente in senso opposto a quanto prima affermato.Una bella siepe di Plumbago capensis, con i suoi gradevolissimi fiori celesti riuniti in racemi, ampia e desiderosa di espandersi.
Ed ecco un'altra aiuola, con due bei cespuglioni di Plumbago, che fanno degna compagnia alle meravigliose Jacarande che, cariche di fronde, si preparano alla fioritura autunnale.
Allora, ripropongo adesso la domanda del titolo: e se fosse il Plumbago la soluzione?
martedì 10 settembre 2024
Il nuovo viale Trieste, a favore dei Ficus retusa
Lo dico subito, a scanso di equivoci: a me la nuova sistemazione del viale Trieste piace. Né potrebbe essere diversamente, dato che la sistemazione elimina, almeno per ora, il problema delle radici affioranti, creando aiuole molto ampie per gli alberi, dove prima si infilavano le auto per parcheggiare, fra asfalto spaccato e radici-monstre.
Ecco come si presenta il lato sinistro della strada, lasciandosi alle spalle piazza Del Carmine: marciapiede, ampie aiuole-massicciata con qualche panchina, pista ciclabile, sosta auto parallela al flusso veicolare.
E' chiaro che questa sistemazione, che riduce le corsie di marcia ad una sola ed elimina molti dei parcheggi preesistenti, impedendo altresì la fermata delle auto in doppia fila, non trova il consenso dei commercianti e degli automobilisti che vorrebbero parcheggiare o fare soste brevi in zona.
Speriamo che questo problema sia stato affrontato e trovi una soluzione, ma resta il fatto che dal punto di vista del decoro urbano la strada fa un grande salto di qualità, e diventa molto meglio fruibile per i pedoni.
Questa altra immagine riprende il lato destro della strada, e mostra bene la dimensione che è stata lasciata libera per l'alberatura; ritengo che in un secondo momento questo ampio spazio potrà essere utilizzato per piantumare arbusti e fioriture, aumentando la godibilità del nuovo viale per i pedoni.
Per quanto riguarda i vecchi Ficus retusa, la gran parte di loro sono stati lasciati in sede, mentre una piccola parte è stata sostituita da giovani esemplari, sempre della stessa specie. In realtà avevo letto che la sostituzione sarebbe avvenuta utilizzando altre specie di alberi, per eliminare progressivamente, nei tempi lunghi, il problema della invadenza delle radici; mi sembra che per il momento questo non stia avvenendo, vedremo.
In conclusione, ribadisco che occorre trovare soluzioni per aree parcheggio ampie, tipo quella della stazione ferroviaria, che consentano almeno l'avvicinamento a questa zona, e favoriscano l'utilizzo di questa bella strada; in questo modo, partendo dalla piazza Del Carmine, si potrà passeggiare oltre che fare acquisti, senza voler parcheggiare necessariamente la propria auto a bocca di negozio.