Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

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lunedì 28 gennaio 2019

Un altro trasferimento di Ficus retusa

E' facile che il Ficus retusa faccia notizia, essendo l'albero più comune in città:  sia quando i suoi piccoli frutti si spiaccicano per terra con le piogge autunnali, sia quando le radici decidono di farsi vedere fuori terra con la loro prepotenza, sia quando gli storni colonizzano le chiome con tutte le conseguenze del caso, sia quando la invadenza delle fronde determina situazioni di conflitto con le abitazioni....

Insomma, è facile che si parli di questi alberi, data la loro presenza quasi asfissiante, anche nei luoghi più conosciuti: pensiamo a piazza Garibaldi, piazza Yenne, viale Trieste, viale Merello, piazza del Carmine etc, etc.

Ed oggi, ecco un'altra occasione, legata ancora ad un altro problema oltre a quelli citati: il trasferimento da un sito ad un altro.

Eccoci qua, in corrispondenza della rotatoria fra via dei Conversi e via dell'Abbazia: siamo nel pieno dei lavori di espianto.

Mi scuso per la qualità della foto, presa al volo; si vedono comunque due esemplari di Ficus retusa (in realtà c'è anche l'Araucaria della rotatoria, che però oggi è intrusa) che vengono sollevati con il loro pane radicale per essere poi trasportati a nuova dimora.

Anzi l'esemplare di sinistra, parzialmente nascosto dall'Araucaria, è coricato in attesa, mentre quello di destra è in fase di caricamento sul camion; come si vede sono stati pesantemente capitozzati per facilitare le manovre di trasloco.

Credo che le motivazioni  di questa operazione siano da ricercare nel previsto raddoppio del binario del metrotram, che richiede spazi non altrimenti disponibili; comunque il Comune assicura che i Ficus saranno tenuti in vita, per essere poi riposizionati, non so se qui stesso o in altra sede.

Ci sono precedenti operazioni del genere, fra le quali forse la più nota è quella da via Amat, liberata per poter costruire il parcheggio sotterraneo, al parco CIPLA, oggi Lions, di via dei Donoratico. Un'operazione di molti anni fa, andata a buon fine (post del 12/3/18), insieme a tante altre.

E penso che dovremo abituarci a questo tipo di operazioni, data l'esuberanza di questi Ficus; d'altra parte, come ho già considerato in passato (post del 5/10/13), abbiamo voluto la bicicletta..., con quel che segue.



lunedì 21 gennaio 2019

Il Cipresso dell'Arizona a Monte Urpinu

Nella lunga storia del blog abbiamo fatto nascere, e seguito dal lontano 2010, la famiglia delle Cupressacee, composta dal Cupressus sempervirens, Cipresso comune, dal Cupressus cashmeriana,  Cipresso del Cashmere e, per completezza, dallo splendido fratellastro Taxodium disticum, Cipresso calvo.

Mentre vi rimando agli svariati post dedicati alle specie precedenti, vi voglio presentare un nuovo membro della famiglia, il Cupressus arizonica , alcuni esemplari del quale fanno bella mostra di sé nel bel giardino basso di Monte Urpinu, proprio al confine con via Garavetti.

Ecco che cosa mi ha spinto a parlarne oggi: guardate la foto sottostante.


Che cosa è? A prima vista sembra un alveare dove centinaia di api indaffarate fanno il loro mestiere, ed invece sono le strutture riproduttive maschili di un Cipresso dell'Arizona di monte Urpinu.

Queste strutture riproduttive, i coni, si preparano e rilasciare, a fine inverno, il polline (microspore), che andrà ad incontrare le macrospore contenute negli organi riproduttivi femminili (galbuli o piccole pigne tondeggianti).



Ed eccoli i Cipressi che danno luogo a questa strana, attuale "fioritura". All'apparenza sembrano del tutto normali, ma se ci avviciniamo ad osservare scopriamo i dettagli della macrofotografia di sopra.

Molto elegante la articolazione dei rametti, di colore verde perché ricoperti dalle microfoglioline a squame strettamente addossate, che assicurano la funzione clorofilliana.
Questi ramuli hanno sezione circolare e, al termine di tantissimi di loro, ecco spuntare questa sorta di cappellino conico con le spore gialle che cominciano a gonfiarsi.

Insomma possiamo concludere che anche i Cipressi, che spesso consideriamo "noiosi", poco attraenti, buoni al più per i cimiteri, belli solo se visti in filare, hanno invece molto da offrire alla nostra attenzione ed ammirazione, se solo ci soffermiamo un attimo ad osservarli. 

mercoledì 16 gennaio 2019

Altre gemme del giardino Vannelli

Questo post si congiunge idealmente a quello che chiudeva il 2018 (post del 31/12/18), dedicato ad una gemma preziosa e rara come la Mahonia; il post terminava con un auspicio per una più ampia ricognizione alle importanti piante di questo giardino, e siamo qui per soddisfare quell'auspicio.



Ecco il foliage degli Olmi, forse l'unica specie spogliante presente nel parco; sappiamo quanto possa essere bello questo albero, Ulmus minor, e mi riferisco in particolare all'esemplare di Monte Urpinu (post del 8/4/14 ed altri).

Non mi ricordo se questi del Vannelli siano altrettanto belli in versione "vestita", e per questo li controlleremo fra qualche mese; intanto ci godiamo il tappeto di foglie nelle varie sfumature di marrone.





E queste le riconoscete? sono le buffe ramificazioni a salsiccia della Dracena draco (post 11/11/14 ed altri) che vive nel parco.

Non è grandissima, dovrebbe avere una trentina d'anni se è vero che ramifica ogni 10, ma essendo ad altezza d'uomo può essere apprezzata in tutte le sue parti.





Ed ecco una grande Yucca gloriosa (o forse Yucca elephantipes) , che avevo già fotografato (post del 1/2/16) in occasione dell'apertura del giardino.




E, per concludere in bellezza, il primo piano di uno splendido fiore di Metrosideros excelsa  (post del 4/12/14 ed altri).

A questa specie arborea abbiamo dedicato diverso spazio nel blog perché è un arbusto/albero veramente interessante, robustissimo e con una fioritura strepitosa.

In realtà, l'arbusto fotografato non risiede nel giardino Vannelli ma appena all'esterno, in via Capula; mi scuserete questa piccola forzatura, ma penso che sia ampiamente giustificata dalla bellezza  di questo bouquet di stami rossi.

martedì 8 gennaio 2019

Il Grande Fratello nudo

Oggi torniamo sul luogo del misfatto, ovvero nello slargo di via Tel Aviv a Genneruxi, dove vivevano fino a qualche anno fa due splendidi esemplari di Pioppo bianco, Populus alba, un maschio ed una femmina.

Nel post nel quale li avevo eternati (post del 1/5/11) erano stati definiti i Grandi Fratelli, con riferimento scherzoso al "reality show"; poi uno è morto di morte violenta, cioè è stato abbattuto (post 4/5/14), e ne è rimasto uno solo. Temevo che anche per lui fosse arrivata la fine, invece per fortuna è tuttora vivo e vegeto, anche se attualmente in riposo invernale.

Eccolo qua a sinistra questo scheletro, il grande fratello nudo che mostra al cielo i rami spogli.

Pensate di quante migliaia di foglie si è liberato nel giro di poche settimane, da quando è arrivato un po' di freddo: e, se guardate in basso a destra, notate emblematicamente il triciclo del Comune e l'operatore che dovrà procedere, immagino per l'ennesima volta, a ramazzare foglie morte.

Certo per l'operatore non un lavoro piacevole, anche se molto migliore rispetto alla ramazza delle scorie lasciate dagli umani del sabato sera; per noi resta la bellezza dello scheletro, con i pregi ed i difetti degli alberi a foglia caduca.

A fronte dei disagi legati alla pulizia, infatti, pensiamo ai vantaggi del lasciar passare la luce quando ce ne è più bisogno, e poi schermarla quando il sole diventa troppo.

Poi consideriamo la bellezza  intrinseca dello scheletro, da me più volte evocata (p.es. post del 7/1/14) e, naturalmente, il fascino ed il mistero di come l'albero interpreta le stagioni, e ci restituisce per ciascuna un modo di apparire diverso.

Insomma, per me i pregi superano i difetti, almeno per gli alberi che si sanno spogliare, ed il Pioppo è uno di questi; lunga vita, dunque, al Grande Fratello Pioppo di via Tel Aviv!