Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

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post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

martedì 27 dicembre 2022

La Mahonia fiorita

Partiamo dalla fine, cioè dall'ultima volta in cui ho parlato di questo arbusto straordinario, sia per la bellezza intrinseca della foglia e dei fiori, sia per la rarità della sua presenza nella nostra città (post del 11/11/22). 

In quella sede rimandavo chi avesse voluto godere della fioritura della Mahonia japonica  a dicembre, e sono qui per rispettare l'impegno per quanto di mia competenza.


Ed eccola qui la fioritura, con le lunghe spighe gialle cariche di fiorellini a campanella chiusa, una sorta di piccoli orci; una grande attrattiva per vespe e bombi oltre che per lo sguardo del visitatore umano, anche il più disattento. 

Avevo presentato questo spettacolo nel 2018, quando ho fatto la conoscenza di questa gemma del parco Vannelli (post del 31/12/18).

I fiorellini sono anche profumati, ed a loro seguiranno le bacche viola, che pare siano anche commestibili, e delle quali sono ghiotti diversi uccelli.



   
Ecco a destra il particolare di alcune spighe, che evidenziano il giallo brillante delle campanelle.

In mezzo a tanta bellezza, l'esemplare di Mahonia del parco Vannelli ha un difetto, certamente non attribuibile alla Natura, ma all'insipienza umana: gli è stato attribuito un nome errato (post del 3/5/22), che non ho mancato di segnalare più volte, senza purtroppo alcun risultato pratico.

Speriamo che il 2023 porti consiglio a chi di dovere, restituendo a questa gemma arborea la dignità che le spetta!    

  

martedì 20 dicembre 2022

Le spine di via dell'Abbazia

In via dell'Abbazia, poco dopo la rotatoria di via dei Conversi da cui nasce questa importante arteria urbana, si apre sulla sinistra via Praga, che è in realtà una lunga e piacevole passeggiata pedonale; costeggiando la linea del metrotram, la passeggiata arriva fino nel cuore di Genneruxi, sfociando in cima a via Zagabria dopo aver intersecato via Oslo, via Genneruxi e via Berna. 

E' una passeggiata piacevole anche da un punto di vista del verde, fra siepi di Piracanta cariche attualmente di bacche rosse, Bagolari all'interno dello spazio cani, cespugli di Biancospino nella scuola di infanzia, arbusti di Malvaviscus all'incrocio con via Genneruxi, e tanto altro ancora; rimando ad una veloce ricerca nel blog chi volesse riportare alla mente le piante citate.

Ma oggi puntiamo l'attenzione proprio all'ingresso di questa via, nello slargo che accoglie il visitatore che arriva da via dell'Abbazia: qui troviamo le reginette di questi spazi, e cioè alcuni esemplari di Chorisia/Ceiba (ultimo post, fra i tanti,  21/9/22). 


Ed oggi, invertendo il normale approccio dal generale al particolare, voglio iniziare con una foto che dà senso al titolo, il primo piano di una robusta spina, ben piantata nella corteccia verde del tronco.

Sì, perché quest'albero ha una splendida fioritura, un simpaticissimo frutto carico di cotone, un piacevole aspetto di insieme con il suo tronco a bottiglia, ma ha anche una peculiare spinosità nel tronco, che gli fornisce una ulteriore dose di eccezionalità.

Ricordo che queste spine, nei paesi dell'America del sud dai quali origina la Chorisia, servono come difesa dai mammiferi rampicanti; da noi la protezione può al più servire come difesa dai topi, di cui conosciamo l'aggressività nei confronti per esempio del Carrubo  (post 9/4/16).


 

Passando dal particolare al generale, ecco a destra l'immagine d'insieme di uno degli esemplari, mentre sullo sfondo se ne intravede un altro; sono gradevolmente inseriti in un piccolo terrapieno che digrada dai binari alla passeggiata.

Faccio notare che questo esemplare è ancora carico di foglie, mentre quello del quale ho fotografato le spine, che è il più grande del gruppetto, è già completamente spoglio; sono gli effetti del nostro clima, per cui diverse specie arboree, come abbiamo notato più volte nel blog, sono semi-spoglianti, lo fanno di malavoglia, oppure alcuni esemplari si spogliano altri no, come in questo caso.

Comunque un bel "comitato di accoglienza" per questa passeggiata!

domenica 11 dicembre 2022

Su Siccu, e le buone pratiche manutentive

Come i lettori affezionati sanno, non faccio mancare le critiche agli amministratori del nostro verde pubblico; proprio per questo ho il piacere di dare conto di un intervento di manutenzione straordinaria effettuato con tempismo e perizia su un filare di giovani esemplari di Schinus molle, il Falso pepe o Pibiri burdu per dirlo "alla sarda". 

Questo filare si trova lungo la Calata dei Trinitari, il tratto di Su Siccu che fronteggia gli impianti sportivi; ecco uno scorcio del filare, lungo il marciapiedi di fronte alle varie società.


E' successo che questi alberi, piantati da alcuni anni in occasione della riqualificazione di questo tratto del lungomare, sono cresciuti molto in fretta, forse troppo, fino a trovarsi in una situazione di squilibrio fra le modeste dimensioni del tronco e le ampie chiome sempreverdi.

In questa situazione il maestrale ha cominciato a fare il suo mestiere, piegando alcuni di questi alberi. Ebbene, l'intervento manutentivo è stato tempestivo, sono stati rifatti i tutori con corde elastiche più robuste, dove possibile aumentando il numero dei paletti di sostegno; la chioma è stata potata, senza tagli eccessivi e mantenendo nei limiti del possibile  la forma. Insomma, un buon lavoro.

Sappiamo che gli Schinus molle, dei quali abbiamo parlato tante volte, hanno una crescita rapida, che è servita a salvare diverse situazioni di spazi pubblici con poco verde presente (p.es. post del 4/4/17); questa crescita, come detto, ha la controindicazione della crescita talvolta non omogenea del tronco rispetto alla chioma. Ma, se c'è il controllo e l'eventuale tempestivo intervento come in questa occasione, il problema è facilmente superabile.


Chi invece non ha problemi con il vento, nonostante la notevole chioma, sono i Ficus retusa, dirimpettai degli Schinus in questo tratto di strada; la loro presenza, che risale a diversi decenni fa, è stata salvaguardata dai lavori di rifacimento, e loro si sono ripresi alla grande nonostante qualche maltrattamento (post 26/11/20).

Peraltro, lo sappiamo bene come questi alberi si difendono dai rischi di ribaltamento: incrementano ed irrobustiscono le radici, con tutte le conseguenze del caso che ben conosciamo in diverse strade e piazze cittadine!  
    



 

sabato 3 dicembre 2022

Il parco della ex Vetreria, ben curato e peculiare

Sono tornato alcuni giorni fa al parco della ex Vetreria, a Pirri, sperando di vedere un piacevole spettacolo di foliage dei Gelsi piangenti, Morus alba pendula, secondo quanto mi ero ripromesso di fare nella precedente visita (post del 26/10/22).


E purtroppo sono rimasto deluso, almeno per il foliage; come si vede nella fotografia i Gelsi si stanno effettivamente spogliando, ma potremmo dire "alla cagliaritana", cioè perdendo progressivamente le foglie disseccate senza passare dalla fase che scolora la chioma nel suo insieme e che è tanto apprezzabile.

Pazienza, ridiventeranno belli fra qualche settimana, quando avranno perso tutte le foglie ed assumeranno l'aspetto di affascinanti scheletri, come testimoniato nel blog (post 19/12/11, 19/1/1528/1/17).


Ma, mettendo da parte la momentanea delusione per i Gelsi, sono rimasto positivamente impressionato dal parco nel suo insieme, dalla sua pulizia e dalla cura delle piante presenti, con in più la peculiarità della forma tondeggiante di molte di loro.


Notiamo qui il gruppo di grandi arbusti di Alloro, Laurus nobilis, che fanno da cornice alla gradinata; ben curati, mediamente sani (cosa non facile per le piante di Alloro) e rifiniti in una peculiare forma semisferica.







E non sono i soli, come possiamo notare dalla foto a sinistra di un altro scorcio del parco.
Insomma si coglie una scelta coerente perseguita dai giardinieri del parco: può piacere o meno, ma sicuramente denota una buona cura nelle attività manutentive. E purtroppo questa non è una caratteristica sempre riscontrabile nei parchi cagliaritani, come ci è capitato più volte di segnalare.