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Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

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martedì 6 dicembre 2011

Le etichette di riconoscimento

Ne ho parlato più volte, ma non demordo. Ogni tanto, tornando in qualche bel posto ricco di specie arboree in città, sento il bisogno di parlarne, almeno come sfogo personale. L'argomento, lo avrete colto dal titolo, è quello delle etichette di riconoscimento, da mettere ai piedi delle piante.

Ne ho parlato in positivo per il Parco dell'Autonomia (post del 26/5/11), unico dotato di etichette oltre all'Orto Botanico, ma anche per le Chorisie di Barcellona (post del 5/9/11) e per il Parco di Terramaini (post del 11/1/11), e forse anche qualche altra volta.

Orbene, io non capisco perchè non si dia corso a questo vero e proprio incremento di valore della cosa pubblica, partendo dai luoghi più frequentati e/o più dotati di varietà arboree, per esempio proprio il parco di Terramaini, che confermo essere uno dei posti più gradevoli della città nel quale passare qualche ora, frequentato fra l'altro da persone che appaiono felici di esserci.

Provo a smontare le principali obiezioni che si possono opporre.

E' costoso: non è vero, perchè le piante dei parchi sono tutte conosciute e catalogate, ed all'inserimento e manutenzione delle etichette potrebbero provvedere gli stessi giardinieri che si fanno carico di gestire il parco, ma anche il personale di guardia, almeno dopo il primo avvio. Il costo della singola etichetta può essere ridotto all'osso, usando supporti di plastica, etichette autoadesive e pennarelli.

Le etichette vengono strappate/rubate: qui siamo al gatto che si morde la coda. Occorre insistere, e contemporaneamente vigilare (e questo è normale in un parco) e diffondere cultura di civiltà. Mettendo etichette economiche si smontano gli appetiti dei raccoglitori di souvenirs, e se sono semplici da fare  queste etichette possono essere facilmente riprodotte e ripristinate in loco.

Alle persone non importa niente dei nomi delle piante: non credo che sia vero, almeno per la mia esperienza personale, e comunque si può fare cultura, come per esempio all'Orto Botanico, installando dei cartelloni esplicativi agli ingressi del parco; l'interesse ha bisogno di essere stimolato, e poi da cosa nasce cosa!

Insomma, spero di aver privato gli amministratori del verde pubblico di qualche motivo di inazione; io comunque non mi arrendo.