Post in evidenza

Gioiellini all'Orto Botanico

Abbiamo detto più volte che uno dei pregi delle piante è che, essendo vive, cambiano aspetto, consentendoci di scoprire qualcosa di nuovo og...

domenica 27 marzo 2016

Pasqua


Prunus armeniaca - Albicocco






Auguri di buona Pasqua, e di una felice primavera fiorita!













giovedì 24 marzo 2016

Un nuovo Ficus alla ribalta

La grande famiglia dei Ficus cagliaritani ci regala un nuovo adepto:  dopo le tante specie delle quali abbiamo parlato nel blog, Ficus carica, retusa, magnolioides, elastica, benjamina, rubiginosa, bellengeri, religiosa, e ne dimentico qualcuna, ecco il Ficus altissima.


L'esemplare, che per quanto ne so è unico, mi è stato presentato da Bruno, che ringrazio; si trova in via Argiolas a Pirri, e come si vede dalla foto è piuttosto grande e con la chioma disordinata, come molti Ficus.

Nella foto si intravedono in grande quantità i falsi frutti, cioè i contenitori con le infiorescenze racchiuse all'interno, che si trasformano in frutti, siconi, dopo la fecondazione ad opera di uno specifico insetto; il tutto secondo un processo affascinante e complesso.


Il primo  piano a destra evidenzia bene siconi e foglie.

La foglia è piuttosto grande, di forma ovata e con nervature in evidenza, sia nella pagina superiore che, soprattutto, in quella inferiore.

Originario dell'Asia orientale, questo Ficus appartiene al gruppo di quelli cosiddetti "strangolatori", data la capacità, in determinate situazioni, di liberarsi della pianta che gli ha dato iniziale sostegno per crescere, appunto soffocandola.

Come si vede, quella dei Ficus è una famiglia che non smette di sorprenderci, con spunti di interesse e comportamenti peculiari; dunque benvenuto fra noi, Ficus altissima!

lunedì 21 marzo 2016

La Ginestra con i capelli bianchi

Oggi vi voglio segnalare un alberello di grande fascino, ma praticamente sconosciuto: la Genista monosperma o Ginestra bianca, dal colore dei suoi innumerevoli fiorellini.

Ve ne avevo presentato un esemplare in via Ponchielli (post del 6/2/11), identificandolo come un Cytiso, e solo in seconda battuta come la pianta che ci occupa; comunque quella Ginestra non esiste più, è stata estirpata, e non possiamo più godere della vista e del profumo della sua fioritura tardo-invernale.

Ma, per fortuna, ne ho trovato un'altra, ed eccola qua.



Si trova in un giardino privato di via Riva Villasanta, scendendo verso Pirri;  il contesto non è l'ideale per valorizzarla, ma l'alberello in sé è grande e bello.

La Ginestra bianca ha un periodo di fioritura molto lungo, da gennaio fino a tutto marzo; la fotografia è di alcuni giorni fa, e come si vede i fiorellini ancora abbondano.





Da quest'altra immagine a destra si possono notare i rametti penduli, ricadenti e sottili, che mi hanno fatto pensare ad una testa di capelli bianchi, da cui il titolo del post.

Particolarità di questo arbusto, come di molte altre Ginestre, è la quasi totale assenza di foglie, sostituite dai rametti che si rigenerano ogni anno, riempiendosi di fiorellini papilionacei riuniti a gruppi; la bellezza dell'insieme è completata da un inebriante profumo. La Ginestra bianca meriterebbe senz'altro maggiore diffusione.

giovedì 17 marzo 2016

I Giudici e gli alberi scolpiti

Il titolo di questo post è obiettivamente criptico, e merita qualche chiarimento. Parliamo dei Giudicati sardi medioevali e di alcuni dei loro Giudici, che hanno dato il nome ad una serie di vie cagliaritane fra i quartieri Fonsarda e Santa Alenixedda.

In particolare la zona compresa fra via Bacaredda e via Giudice Torbeno, di fronte al Parco della Musica, è molto interessante dal punto di vista del verde, essendo dotata di una bella varietà di grandi alberi, dalla Tipuana al Noce, dalla Acacia alla Robinia, dalla Lagunaria alla Casuarina. 

Una varietà di alberi che, come notavamo in un precedente intervento (post del 2/7/13), deriva forse dalla presenza di forestali della Regione fra i proprietari degli immobili, e che rende questa zona peculiare per attività di treewatching (con esclusione di alcuni giudici, quali Salusio, Adelasia e Gonario, che risultano privatizzati per motivi a me sconosciuti), cioè per l'osservazione da vicino degli alberi.

Spiegati i Giudici, restano da spiegare gli alberi scolpiti, e qui ci aiutano le immagini.

 
Guardate la precisione della scolpitura di questo grande Pitosforo in via Giudicessa Vera: un lavoro professionale, una chioma fitta dal profilo ellittico o, se preferite, la cappa di un enorme fungo porcino.

Possono piacere o meno, ma è difficile restare indifferenti di fronte a questi interventi.

E che ne dite del Carrubo a destra, in via S.Vetrano incrocio via Salusio, scolpito in forma cilindrica?

Qui l'operazione è stata più azzardata, sia perché non risulta che il Carrubo apprezzi grossi interventi di potatura e riduzione in forme geometriche, sia perché si tratta di un albero anziano, come si può notare dalla dimensione del tronco; comunque l'intervento è riuscito, almeno a giudicare dalla compattezza del verde.

Insomma, ribadisco quanto già suggerito nel post citato: questa zona è interessante per una passeggiata con il naso in aria.


martedì 15 marzo 2016

La Carissa che non ti aspetti

Vi ricordate la Carissa macrocarpa, arbusto spinoso bello e raro individuato nei giardinetti pubblici di fronte all'ingresso del Lazzaretto a S.Elia?  Ne ho parlato in due occasioni, prima in termini generali (post del 1/10/14), poi per vantare in dettaglio le sue bellezze (post del 22/8/15), i suoi fiori bianchi, i frutti rossi, le foglie coriacee e perfino le eleganti spine biforcute.

Insomma una pianta meritevole di attenzione, se solo ce ne fossero; è quindi con molto piacere che vi presento un altro piccolo esemplare pubblico, certamente non bello come quelli del Lazzaretto, ma che ha il grosso vantaggio di poter essere esaminato facendo una passeggiata a piedi, essendo in pieno centro cittadino.


Eccolo qui a sinistra: si trova in via De Gioannis, nella piccola aiuola a destra salendo oltre la scuola media, un po' più in alto della Eritrina caffra (post del 31/3/11), per restare nei riferimenti arborei.

Possiamo notare le nuove foglioline, le eleganti spine biforcute e, abbastanza clamorosamente, un bel frutto maturo lucido che sembra finto. Se pensiamo che nei due precedenti post citati, uno di ottobre e l'altro di agosto, avevo fotografato frutti maturi, sorge spontanea la domanda: ma quando cavolo fruttifica questa pianta?

Avevo letto che la Carissa macrocarpa ha una fioritura episodica, ma che arrivassero a maturazione anche i frutti altrettanto episodicamente, questa proprio mi mancava. Sarà che si tratta di un arbusto tropicale, o sarà per il nostro clima pazzo di quest'anno? Non lo so, ma la cosa è sicuramente affascinante.

Infine, una parola sulle spine della Carissa, e sulla loro elegante struttura: non ci devono creare repulsione, ma solo rispetto, da trasmettere a figli e nipoti. Io sono un estimatore delle spine, e non mi piace che vengano estirpate le piante spinose ogni volta che è possibile; valga quanto ho scritto al riguardo nel post del 10/9/15.



sabato 12 marzo 2016

La Regina è ancora nuda!


Questo post è la riproposizione di un precedente (post del 29/1/13),  con gli stessi contenuti ma con una diversa fotografia, ripresa i giorni scorsi.

Il fatto è che quando passo in quella zona, via Darwin, via Baccelli, piazza Garau, zona ricca di bellissime piante, non riesco a non fotografare questo splendido esemplare di Chorisia, quale che sia la stagione.

In questa foto la Chorisia (ricordo che il suo nuovo nome è Ceiba speciosa, ma io sono affezionato al vecchio) è ancora splendidamente nuda, a parte qualche frutto vezzosamente lasciato appeso qua e là, e mostra tutte le spine messe al posto giusto e la elaborata tessitura dei rami.

Forse perché privilegiata dall'essere in campo aperto, senza concorrenza, ma a me sembra che questa Chorisia sia la più bella della città, e che quindi sia giustificata una sua riproposizione.

martedì 8 marzo 2016

Che bella sorpresa a Mulinu Becciu!

Il nuovo giardino Circu de Soli, recentemente inaugurato a Mulinu Becciu, non è molto grande, non è molto visibile, non è attualmente verde: ma allora, direte voi, che bella sorpresa è?

Invece è una bella sorpresa, anzi bellissima, questo spazio sconosciuto ai più ed ex-degradato, al quale si accede da via Beato Angelico (traversa di via Dessì Deliperi): non è grande, ma sono 4000 metri quadri di concentrato di buone idee e di essenze arboree di pregio; la mancanza di visibilità sarà compensata dal piacere di effettuare visite dedicate, se le piantumazioni avranno successo; certo adesso non è verde, ma è appena nato, vedrete fra un paio di mesi, se tutto va bene, e nei prossimi anni!

A proposito di buone idee, focalizziamo quelle di nostro più diretto interesse: sono stati installati cartelli con indicazione di tutte le specie piantumate, il nome scientifico ed altre informazioni sulle loro foglie, fiori e frutti; ottimo lavoro. Lavoro cominciato nel giardino Vannelli del quartiere Fonsarda , un nuovo corso spero destinato a proseguire e consolidarsi.

  Ecco la tavola sinottica principale, all'ingresso del giardino: una mappa del sito, l'indicazione dei vari punti nei quali si può fare attività fisica o far giocare i bambini, e, soprattutto, fotografie di esemplari adulti degli alberi piantati.

I dati di questa tavola sono poi ripresi ed ampliati in altre tabelle più piccole che presentano le singole zone nelle quali è stato suddiviso lo spazio complessivo.


Nello scorcio a destra si intravede una delle tabelle di zona (ad altezza di bambino, ottimo!), che presenta fra l'altro il labirinto retrostante; dietro si vedono i giovani arbusti di Lentisco che comporranno il labirinto.

Manca solo il terzo passo della parte descrittiva: le etichette appese ai singoli alberi, ma forse è solo questione di tempo.

Da notare poi che nel giardino è stata realizzata una collinetta, che contribuisce a fornire una terza dimensione che movimenta il tutto.

E, dulcis in fundo,  le specie piantate: sono veramente tante, diversissime ma con un fattore comune, la produzione di belle fioriture.
Si va da varie specie di Pruni, compreso il Prunus serrulata (post del 30/4/15 per l'esemplare fiorito di monte Urpinu), alla Bauhinia variegata (post 19/5/15 per gli esemplari fioriti di viale Colombo), addirittura alla rarissima Paulownia tomentosa (post 23/4/12 per l'esemplare fiorito di via Santa Gilla); e tanti altri, per non parlare degli arbusti.

Insomma: questo giardino oggi è solo un enorme potenziale, ma se attecchisce sarà un grande spettacolo, per gli occhi e per lo spirito.

giovedì 3 marzo 2016

Il candelabro fiorito

Come ogni anno, l'inizio di marzo rappresenta per il blog l'occasione di presentare la prima ripresa della fioritura primaverile, che poi proseguirà per tutto il mese con un numero sempre maggiore di specie arboree, fino ad esplodere nel mese di aprile.
Quest'anno vi voglio stupire, cominciando con qualcosa di diverso dal solito, una pianta a cui devo fra l'altro un risarcimento morale: l'Euphorbia candelabrum.




Ecco un bell'esemplare di questa succulenta, che vive in via Leoncavallo, ripreso con una angolazione che ci consente di giustificarne il nome: si vede infatti il tronco che presto si ramifica, dando luogo ad una serie di fusti che richiamano la forma di un candelabro.

Si vedono anche, in cima alle ramificazioni costolate, le infiorescenze gialle; una fioritura poco evidente ma gradevole e molto caratteristica.




Ed ecco l'esemplare di Euforbia a candelabro alla quale devo il risarcimento morale, per averla confusa con la peraltro splendida Euphorbia canariensis: è quella di via Cagna (post 11/3/11).

Noto per inciso che la Stella di Natale, che formava nel 2011 uno strano ed affascinante connubio con il candelabro, è in condizioni di grande precarietà.



Infine, ecco una immagine in primo piano, piuttosto suggestiva, dei fusti fioriti, a cui sembra che siano state applicate delle coroncine di abbellimento: vedete che anche una fioritura in sé del tutto anonima può avere elementi di fascino?

sabato 27 febbraio 2016

Il fascino verde di via Stretta

Già al naturale è una stradina di grande fascino, la via Stretta di Castello, incastonata dietro il bastione di S.Croce, in prosecuzione di via Corte d'Appello; se poi ci aggiungiamo un po' di verde ai margini delle abitazioni che vi si affacciano, diventa un gioiellino.






















Certo le piantine non sono tutte in condizioni splendide, ma di luce solare ne arriva poca e, comunque, l'importante è la voglia di abbellire.

Già in una precedente occasione avevamo parlato del verde privato messo a disposizione del pubblico, in via Piccioni nel quartiere di Villanova (post del 23/10/15); che bello se queste realtà urbane si moltiplicassero!





E, sempre a proposito di bellezza in via Stretta, anche se non si tratta di verde,guardate questo cortiletto, il cancello, la veranda chiusa in legno: un piacere per gli occhi!




giovedì 25 febbraio 2016

Gli Ulivi arcobaleno

Ecco, oggi mi posso permettere un titolo di piena attualità per presentarvi, udite udite, gli Ulivi con il tronco colorato!

Eccoli qua, in bella mostra (si fa per dire), in via Piscina Matzeu, subito dopo la rotatoria di Mediaworld.

E, siccome le disgrazie non vengono mai sole, non si tratta di normali Ulivi, ma di macro-bonsai, come li avevo definiti quando ve li ho presentati (post del 10/2/15); chiome ridotte a piattelli, e nemmeno troppo sfalsati, per evidenziare ancora di più il tronco colorato.

Inoltre, mentre nell'intervento di cui al post citato ci potevano essere buone giustificazioni per la riduzione a bonsai, come la luce per gli appartamenti di piano terra e l'evidenza degli splendidi tronchi, qui non c'è niente di tutto questo: qui, almeno per me, c'è solo bruttezza.

E mi scuso con le famiglie arcobaleno, realtà presente e viva ad onta di ciò che pensano i nostri governanti bacchettoni, per l'accostamento con questa realtà botanica ridotta a macchietta.




lunedì 22 febbraio 2016

Un'altra Magnolia rosa!

Quando vi ho parlato della Magnolia soulangeana (post del 28/3/11  e del 22/2/14), cugina della molto più nota e presente Magnolia grandiflora, ho evidenziato la strepitosa fioritura rosa, che attrae anche uno sguardo distratto; se ne incontrate una per strada, fra febbraio e marzo, non potete non notarla, come è capitato a me.

A Cagliari, fino ad ora, conoscevamo un solo esemplare, quello di via Baccelli; oggi ho piacere di presentarvene un altro, ancora più bello: si trova in via Galvani, per la precisione in un giardino al numero civico 39.

Come si vede, è nel pieno della fioritura, e l'assenza di foglie la rende ancora più attraente.

Questo esemplare è anche piuttosto grande: ha un assetto arboreo, contrariamente a quello di via Baccelli e a quello di Decimo, presentati nei post citati, che appaiono piuttosto dei grossi arbusti.

Rispetto alla cugina Grandiflora, questa Magnolia offre il meglio di sé adesso, ma nei restanti periodi dell'anno cede lo scettro, dato che la Grandiflora ha foglie persistenti e molto belle, che compensano abbondantemente il limitato numero di fiori prodotti.

Resta da chiedersi come mai la nostra città ospiti un numero così esiguo di questi bellissimi alberi; le spiegazioni che vengono in mente, cioè l'odio per i nostri terreni calcarei e per l'eccessivo vento, non appaiono sufficienti.

venerdì 19 febbraio 2016

Auguri!


Eh sì, dobbiamo proprio fare gli auguri al Comune di Cagliari per i lavori di sistemazione di piazza Garibaldi, almeno a giudicare da quello che si comincia a vedere.

L'inizio dei lavori, rappresentato dalla foto a sinistra, ha messo in evidenza la complessità dell'intervento, che, ricordiamolo, parte dal presupposto di non eliminare alcuno dei 33 Ficus retusa; questo è un elemento di difficoltà in più, anche per la movimentazione dei mezzi meccanici. 

Qui, più ancora che in piazza Gramsci o in viale Merello, sembra di vedere un campo di battaglia dopo un bombardamento: lastre di asfalto, lastre di granito, grandi massi, panchine, ma soprattutto radici affioranti dappertutto.

Gli unici che appaiono disinteressati sono proprio i Ficus; non li preoccupa il caos sotto le loro chiome, né qualche radice che dovranno comunque sacrificare; la loro proverbiale resistenza uscirà vincitrice anche da questo sconquasso. A noi non resta che aspettare fiduciosi che questa bella piazza venga restituita alla città.

giovedì 18 febbraio 2016

Acacia dealbata e non solo, a Selargius

Febbraio è il mese della fioritura della prima delle Acacie, la dealbata. Le altre seguiranno, la Saligna già comincia ed esploderà a marzo, per la Horrida dovremo aspettare luglio (post del 9/1/11).

Ne abbiamo parlato diverse volte di queste fioriture, ed è un bell'appuntamento annuale, data la loro bellezza, fascino e grazia; non per niente le Mimose sono simbolicamente utilizzate come accostamento ad alcune virtù femminili.

L'anno scorso vi ho presentato l'ingresso del Cimitero di Selargius, al quale si accede attraverso un giardino molto gradevole (post del 9/2/14); vale la pena di farci un salto, anche se forse ormai le Mimose staranno sfiorendo. Io fisso il momento attraverso un piccolo reportage fotografico, che vi offro di seguito.
Acacia dealbata, particolare dei capolini esplosi

Gruppo di Acacia dealbata













Fitolacca dioica, ramificazioni
                               
Mandorlo in fiore e Cipressi

domenica 14 febbraio 2016

La Vitalba, affascinante arbusto infestante

La Vitalba, arbusto spontaneo delle zone interne della nostra Isola, gode di una brutta fama, anche se appartiene ad una famiglia di piante ornamentali, le Clematidi, molto apprezzate per ornare pergolati e verande.

La brutta fama di questo arbusto deriva dalla sua invadenza, che lo porta a soffocare gli alberi ai quali si appoggia. Il suo nome scientifico è Clematis vitalba, che rimanda alle piante rampicanti ed alla vite con i suoi viticci, così come fanno alcuni suoi nomi in sardo (Bidighinzu, Vitichingiu).

Mi ha indotto a parlare di questa pianta Maria Letizia, che ringrazio, la quale mi invia questa foto ripresa nella zona di Belvì.

La stranezza del suo assetto invernale è dovuta all'aspetto lanuginoso, che arriva a formare larghi strati compatti.

La lanugine è formata dall'intreccio degli stili (prolungamento dell'ovario) che fuoriescono dai frutti, acheni che si intravedono in nero nella fotografia. Di fatto ogni seme ha attaccata questa coda piumosa, che ha lo scopo di facilitare la diffusione anemofila e che lo fa assomigliare ad un enorme spermatozoo: insomma, diverso il mezzo di trasporto, identico lo scopo!

Non so però se la Natura abbia considerato che questi semi, prima di riuscire a volare via, si intrecciano fra loro, persistendo a volte anche per mesi sulla pianta e dando luogo allo strato compatto di lanugine, soffocante per le altre piante e difficile da valicare per umani ed animali.

La Vitalba è una pianta medicinale, anche se non credo che venga più utilizzata per medicamenti, mentre è sicuramente tossica, dato che il contatto prolungato provoca vesciche sulla pelle. Come ultima curiosità riporto il nome comune inglese di Traveler's joy , dove probabilmente con humor inglese si fa riferimento alla difficoltà di superare camminando un cespuglio di Vitalba.

In definitiva una pianta sicuramente affascinante, ma altrettanto sicuramente piuttosto antipatica!

giovedì 11 febbraio 2016

La sentinella di Bonaria

Il titolo odierno è una citazione di me stesso, di un titolo che risale alle origini del blog; infatti, nel lontano 2010 (post del 31/10/10) definivo sentinella la Fitolacca di Porta Cristina, data la sua posizione strategica prima dell'ingresso in Castello.

La sentinella di oggi ha invece più il ruolo di una vedetta, come quelle antincendio dei Forestali: si trova infatti nel punto più alto del Colle di Bonaria, dal quale domina tutto il relativo Parco (post del 10/11/11), ma estende lo sguardo anche su un panorama vastissimo e meraviglioso.



Eccola qua, la sentinella: è un bellissimo Pino d'Aleppo che si erge alto e dritto, ad onta delle tendenze devianti di molti suoi fratelli, come si conviene al ruolo.

Serio e concentrato nel suo compito, si direbbe, ma senza negare uno sguardo protettivo ai due giovani abbracciati ai suoi piedi, seduti in faccia al panorama.



Ed a proposito di panorama, siccome la foto del Pino non rende merito al panorama medesimo, ci facciamo perdonare con un'altra foto, presa da poco distante, che invece mi pare efficace, compreso il tocco d'artista del Fico d'India, Opuntia ficus-indica.

A dimostrazione che anche le piante più umili, come appunto il Fico d'India, possono portare bellezza, con le loro pale (tecnicamente cladodi) spinose ramificate le une sulle altre, che si affacciano dal muretto e ci offrono la meravigliosa skyline di Castello.