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Gioiellini all'Orto Botanico

Abbiamo detto più volte che uno dei pregi delle piante è che, essendo vive, cambiano aspetto, consentendoci di scoprire qualcosa di nuovo og...

lunedì 31 luglio 2023

Diamo un nome ai militi ignoti!

Oggi voglio riportare, testualmente, l'articolo della rubrica "L'amaca" di Michele Serra pubblicato sulla Repubblica di ieri 30 luglio. E lo riporto perché vi accorgerete che esprime, se avrete il piacere di leggerlo,  un giudizio che è un caposaldo di questo blog: l'importanza di conoscere e riconoscere gli alberi che ci accompagnano nel nostro viaggio sulla Terra, a cominciare da quelli che incontriamo tutti i giorni, o addirittura vediamo dalle nostre finestre.

E se nel perseguire questo obiettivo, che mi sono dato come presupposto per la nascita del blog nel 2010, sono confortato dalle autorevoli parole di un giornalista di buon senso come Michele Serra, mi sento ulteriormente stimolato a proseguire questo mio piacevole impegno.


I militi ignoti

di Michele Serra

Da una sommaria ricognizione a piedi dalle parti di Foro Bonaparte, e in macchina lungo i viali di Città Studi, mi è sembrato che i più vulnerabili siano stati i frassini; i più resilienti i bagolari; i più ostinati i platani, venuti giù interi, per sradicamento, senza spezzarsi. Peggio di tutti le robinie, quasi spappolate dal vento. La grande quercia di piazza XXIV Maggio mi è parsa gravemente ferita, ma non ho avuto il tempo di avvicinarmi.

Così come gli animali, gli alberi sono di specie diverse. Anche se genericamente a forma di albero, sono tutt’altro che uguali la consistenza del legno, l’estensione della chioma, la sagoma delle foglie, il colore della corteccia, la longevità.

Se vi dicessero che a Milano sono morti per un cataclisma centinaia di animali, la vostra prima domanda sarebbe: quali? Cani? Piccioni? Gatti? Cavalli?

Gli alberi invece non hanno nome — se non per gli addetti ai lavori o i dilettanti tardivi, come me — e dunque i caduti di Milano, le cui salme vengono progressivamente accatastate accanto al cimitero di Lambrate, sono militi ignoti.

Ci passiamo accanto ogni giorno, cerchiamo la loro ombra per parcheggiare la macchina, ma non sappiamo come si chiamano.

Nel gran parlare che si fa di natura, ambiente, clima, sarebbe bello riconoscere, come primo punto, che non ne sappiamo niente, o quasi. E ripartire dall’Abc, piano piano, come faceva il maestro Manzi a Non è mai troppo tardi per rimediare all’analfabetismo dei nostri nonni.

Dovremmo imparare, prima di discettare sui massimi eco-sistemi, chi diavolo sono gli sconosciuti che vivono sotto casa e ci salutano alle finestre. Almeno sapere con che nome chiamarli, prima di procedere speditamente per la nostra solita strada.

sabato 29 luglio 2023

Che bella ricorrenza estiva, per il Giglio di mare!

 Sì, è come una ricorrenza, quella che mi porta a festeggiare il Giglio di mare, Pancratium maritimum, quasi ogni anno, ormai dal 2017 (post 18/8/17). Ed è una ricorrenza veramente piacevole, data la bellezza e le qualità di questa bulbosa.

Ma quest'anno c'è una novità: mentre i precedenti post hanno riguardato sempre la costa sud orientale della Sardegna, fra Cala Pira e Capo Ferrato, questa volta andiamo dall'altra parte, nella costa nord occidentale, e precisamente nella zona di Alghero.


   

Ecco qui una piantina, con tre esemplari fioriti ed altri tre già sfioriti, inserita in un terreno roccioso e non certo facile; ma, lo sappiamo, il Giglietto è una pianta resistente che supera ogni ostacolo, come dice il suo nome scientifico (post del 17/8/22).

E questa volta ringrazio Maria Bonaria che mi ha inviato la foto, ripresa a Punta Giglio, promontorio calcareo che, dirimpetto a Capo Caccia, racchiude la baia di Porto Conte.

A proposito, sarà una coincidenza il nome del promontorio o deriverà proprio dall'abbondanza di questi fiorellini?  


E, per avere una idea più precisa dell'ambiente marino nel quale ci troviamo, ecco una foto panoramica, sempre inviata da Maria Bonaria.

Si riconosce bene il terreno calcareo, ma anche il tipo di vegetazione spontanea presente, nel quale spiccano il Corbezzolo, il Lentisco, ma anche una arbusto di Euphorbia dendroides  ed una Palma nana.

Insomma, possiamo affermare che questi meravigliosi fiorellini crescono in tutti i litorali sardi? Forse no, partendo da così poche localizzazioni, ma ci piace crederlo! 





martedì 18 luglio 2023

Piccoli fiori dell'Alto Adige

Questo post fa da contraltare, anche nel titolo, a quello precedente: lì Abeti e Pini che svettano per tanti metri fuori terra, qui fiorellini che si alzano da terra di qualche centimetro. Differenze abissali di altezza ma con un solo obiettivo in comune: comporre la bellezza estiva dei paesaggi alpini di questa regione, dall'Alpe di Siusi alla Val Gardena ed ai passi alpini che le attraversano.


Qui siamo sull'Alpe di Siusi, di fronte ad una immensa distesa di prato trapuntato da fiorellini gialli, che termina dove comincia il bosco di Abeti.

Non mi azzardo a cercare di individuare il nome scientifico dei fiorellini: non è il mio campo, e rischierei di scrivere delle sciocchezze.




Qui invece il colore dominante che trapunta il prato è il bianco, che è dato dai pappi, ciuffo di peletti che sostiene i semini agevolandone la dispersione.

Potrebbe trattarsi di Tarassaco, ma il condizionale è d'obbligo; l'importante è la bellezza dell'insieme.




Ma almeno un fiorellino del cui nome sono certo ve lo voglio presentare, avendolo già individuato nel 2020 (post del 10/7/20).

Si tratta del Myosotis alpestris, comunemente noto come Non ti scordar di me: uno dei fiorellini più comuni di fascia alpina, semplice e bello, che suscita tenerezza già dal nome. 

Una sorta di mascotte, di marchio di fabbrica per i prati alpini dalla fine della primavera all'inizio dell'estate.
  

mercoledì 12 luglio 2023

Grandi alberi dell'Alto Adige

Andiamo a prendere una boccata di aria fresca in Alto Adige, e precisamente nella zona dello Sciliar e del passo Sella, dove sono stato in vacanza alcuni giorni fa.

E, naturalmente, lo facciamo attraverso gli alberi, che sono spesso alberi da noi quasi sconosciuti.

Ecco il profilo dello Sciliar al tramonto: la parte più alta, all'incirca dai 2000 metri in sù, è naturalmente priva di vegetazione; la parte più bassa invece è occupata, per quanto possibile, da Abeti rossi, Picea abies, l'albero più diffuso in Alto Adige.



Notiamo la capacità di questi alberi di inerpicarsi ed abbarbicarsi su pareti quasi verticali, e lasciare liberi solo gli strapiombi.





Naturalmente gli Abeti non disdegnano, anzi, i prati orizzontali, dove sanno esprimersi al meglio anche come altezza, come dimostra questo enorme esemplare sull'Alpe di Siusi.

Ricordo che l'Abete rosso è quello utilizzato per gli alberi di Natale, e che in passato vi ho proposto un rarissimo esemplare sano a Cagliari (post 7/3/14).



E questo, fotografato nella zona del Passo Sella? E' certamente una aghifoglia, ed i più attenti intuiscono che sia un Pino, ma solo i conoscitori degli alberi della zona alpina individuano che è un Pinus cembra, oggettivamente uno dei Pini più belli ed eleganti, con i suoi corti aghi riuniti in fascetti da 5 elementi, ed il legno pregiato e profumato che produce.

Vi avevo presentato questa specie di Pino in occasione di un mio precedente viaggio in Alto Adige (post del 26/9/16), nella zona di Dobbiaco; a quel post vi rimando per le informazioni sulle caratteristiche e le qualità di quest'albero, al di là della sua oggettiva bellezza.  


Infine, vi presento una latifoglia, perché non è vero che, ancorché siano largamente dominanti (più del 90%degli esemplari presenti), ci siano solo aghifoglie nelle montagne altoatesine.



Ecco infatti, lungo i bordi di un sentiero alla base dell'Alpe di Siusi, le bellissime samare rosa di un Acer pseudoplatanus, Acero di monte.

Come dice il nome, questo albero predilige vivere in quota,  fra i 500 metri e fino ai 1500; qui siamo ai piedi dello Sciliar, a circa 1000 metri, e questo esemplare sembra trovarsi ottimamente.

A queste quote in Alto Adige vivono altresì Faggi e Carpini, e, mi dicono, anche la Roverella.

martedì 4 luglio 2023

Fiori e frutti del Drago

 Non parliamo naturalmente della creatura leggendaria portatrice, nella cultura occidentale, di sventura e morte, altro che di fiori e frutti; parliamo invece della Dracaena draco, pianta monocotiledone dei paesi a clima sub tropicale, presente ormai con molti esemplari a Cagliari.

Vi ho presentato nel corso del tempo diversi esemplari, a cominciare da quelli capostipite dell'Orto Botanico (post 10/6/11), ma anche quello del viale Buoncammino (vedi seconda foto), quello di via Mameli, solo per citare i più grandi. Ma oramai la città è ben dotata di queste affascinanti piante, e ne troviamo lungo il Viale Regina Elena ed anche in qualche aiuola spartitraffico.

Ma torniamo ai fiori e frutti, perché una caratteristica che colpisce in questo periodo è la loro contemporanea presenza, sulla stessa pianta.


Ecco per esempio un esemplare relativamente giovane (l'età di queste piante non è facilmente identificabile, non essendo presenti gli anelli di accrescimento), forse di una cinquantina di anni d'età, che mostra le pannocchie di fiori, piccoli e verdolini, insieme a quelle di frutti, bacche globose e di colore arancio.

Ricordo che questa Dracena può vivere per secoli, e che l'esemplare forse più vecchio conosciuto si trova nelle Canarie, e precisamente nell'isola di Tenerife, di cui la Dracena draco è il simbolo ufficiale; pare che quell'esemplare possa avere una età intorno ai 1000 anni.


Ecco allora un altro esemplare cagliaritano, molto più anziano del precedente, e che è una nostra vecchia conoscenza: sapete individuare quale è?

Riconosco che dalla foto non si capisce molto, ma questo è il grande esemplare della discesa che dal viale Buoncammino conduce alla Biblioteca militare, qui ripreso dal viale. 
Questa Dracena è stata più volte oggetto della nostra attenzione (post del 11/11/1425/1/18 ed altri) e merita veramente di essere osservata ed apprezzata da vicino.
 
Come si vede è in pieno rigoglio, carico di pannocchie fiorite, ed anche qui si intravedono i frutti che stanno maturando; se si pensa che questo esemplare deve avere superato il secolo di età, non è male come vitalità!    


   

venerdì 23 giugno 2023

Allora si può!

Certo che si può, se il titolo del post si riferisce a poter rendere più bella la nostra città con il verde privato! Abbiamo un bellissimo esempio  che coinvolge tutto il quartiere di Villanova, e che si è sviluppato fra l'altro in via Piccioni (post 23/10/15), in via Sulis (post 20/4/17) ed addirittura in tutto il quartiere, con la bella iniziativa dei balconi fioriti a Villanova (post 15/5/19).

Un abbellimento che coinvolge tutto quello che può essere abbellito per il godimento di tutti, dal balcone al marciapiedi alla finestra, finanche alle pareti di prospetto. Bastano un poco di fantasia e di buona volontà, e l'effetto è assicurato.

Ben vengano allora le iniziative dei privati, famiglie o esercizi commerciali, come quella che ho colto alcuni giorni fa.


Siamo in via Manzoni, importante arteria che collega via Bacaredda con  piazza San Benedetto, e che certamente non brilla per la presenza di verde; ma guardate che bellezza di arbusto ha fatto crescere il titolare di questo esercizio commerciale!

Si tratta di di un arbusto di Pandorea jasminoides, appartenente alla famiglia delle Bignoniacee,  fioritura della quale vi ho già parlato (post del 21/6/16), che fa parte appunto di questa grande famiglia delle Bignonie, che a Cagliari può dare grandi soddisfazioni.

Ed allora, forza, mettiamoci di impegno, senza paura di scontare qualche fallimento! Un'unica raccomandazione, per chi abbellisce dal primo piano in su: attenzione alla statica, perché una Pandorea fiorita è bella da guardare, non da ricevere in  testa con vaso e terra!    

       

lunedì 19 giugno 2023

La Tipuana negletta in fiore

Vi presento oggi un esemplare di Tipuana speciosa ( post 29/12/10 prima identificazione della specie) che non avevo mai notato, e che forse sarebbe rimasta non citata se non fosse il periodo della bellissima fioritura gialla.


Eccoli, in primo piano, due fiorellini dai petali stropicciati, che vi ho descritto in precedenza con qualche maggiore dettaglio (post del 12/6/11)  


Ma questi appartengono appunto all'esemplare che ho definito negletto, in quanto situato in una posizione improponibile, nel tratto a senso unico di via Mercalli quando sta per confluire in viale Marconi.



Forse da questa fotografia si intuisce il posizionamento dell'albero di cui parliamo, a ridosso della strada che solo casualmente, al momento dello scatto, non era percorsa da sfreccianti auto.

Insomma, diciamo che questo post mi è servito per rendere omaggio ad un albero negletto, che è comunque capace di fiorire alla sua maniera anche se trascurato; mi serve altresì per invitare i lettori ad apprezzare questa fioritura in un posto comodo (il posto di oggi è scomodo ed anche pericoloso!), magari nel viale delle Tipuane (post 22/6/15) al Parco della Musica.    

martedì 13 giugno 2023

Piccola Jacaranda, grande fioritura

 Non avevo intenzione di parlare di Jacarande, perché tutti abbiamo avuto modo di ammirare la prima fioritura di quest'anno, particolarmente rigogliosa. Questa specie arborea, la Jacaranda mimosaefolia, é particolarmente affezionata alla nostra città, ricambiata dai cittadini ma non sempre dagli addetti al verde pubblico, che si producono ogni tanto in terribili campagne di capitozzatura.


E invece mi ritrovo a parlarne, per presentarvi questo piccolo esemplare fiorito, che vive nel piccolo ed affascinante giardino roccioso della fine di via Della Pineta, dominato dalla Parkinsonia aculeata e dalla sua invadenza, senza nulla togliere alla sua bellezza (post del 21/6/20).

In effetti sembra che la piccola Jacaranda stia tentando di sfuggire ai "tentacoli" costituiti dai rametti di Parkinsonia, che appaiono ai bordi della foto e che spuntano a frotte dal terreno. Spero che la Jacaranda riesca a crescere, rafforzarsi e regalarci tante fioriture come questa e quella autunnale, magari a fronte di qualche azione di contenimento posta in atto nei confronti dei troppi figli della citata concorrente. 


giovedì 8 giugno 2023

Le Lagunarie del Poetto

Naturalmente non è vero che la Lagunaria patersonii viva solo al Poetto, ma è vero che il Poetto è un suo luogo di elezione, in ragione della resistenza che questo albero ha nei confronti della salsedine e del terreno sabbioso, come già rilevato alle origini del blog (post del 16/12/10).

Detto questo, e considerato che la fioritura della Lagunaria coincide con l'inizio della stagione balneare della nostra spiaggia cagliaritana, siamo nel momento giusto per accorgerci di lei, dato che in città è poco presente.


Ecco allora un bel fiorellino rosa, mentre tanti altri si preparano a sbocciare.

Al Poetto ci sono esemplari  di Lagunaria di tutte le età, dagli storici e notevoli esemplari della via Lungo Saline  fino ai giovani esemplari della litoranea, piantati in occasione dei lavori di riqualificazione  del 2014/2015 (post del 25/6/15).

Io non sono un grande estimatore di questa essenza, per lo meno per gli esemplari lasciati senza alcuna irrigazione: certo, la pianta sopravvive, ma il fogliame perde qualsiasi lucentezza; questo fatto, unito alla persistenza dei frutti secchi sui rami, fa sì che per molti mesi all'anno l'aspetto della Lagunaria sia poco attraente.




Quindi apprezziamoli adesso questi alberi, sia se siamo andati a passeggiare sulla litoranea, sia magari mentre aspettiamo il pullman per tornare in città, dove a fianco alla pensilina vive questo grande esemplare, di assetto tondeggiante e piuttosto regolare.       

mercoledì 31 maggio 2023

Una piccola via cagliaritana abbondantemente fiorita

 E parliamo ancora di via Boccaccio, che vi ho citato tante volte nel corso degli anni; una piccola via, molto poco conosciuta e poco appariscente, fino alla fine della primavera. 

Ma quando si avvicina l'estate, in questo periodo, la piccola via indossa la livrea estiva, e comincia lo spettacolo.


Il ruolo di prima donna spetta di diritto all'Erythrina crista-galli, probabilmente l'esemplare più bello in città; in questo periodo si riempie di splendidi fiori rossi.



Il fiore è caratterizzato da un grande petalo che abbraccia il vessillo, che invece resta chiuso ed avvolge il tubetto degli stami, che fuoriescono a ciuffetto.

Un fiore assolutamente peculiare quello di questa specie di Eritrina, eternato in questa sede in diverse occasioni (post del 17/6/11,  10/7/15, 26/5/21  solo per citare alcune ricorrenze)  abbastanza differente da quello della cugina Eritrina caffra , anche lei molto citata nel blog e presente con un maggior numero di esemplari in città. 


Ma, dopo la doverosa priorità assegnata alla prima donna, non possiamo dimenticare i grandi Oleandri, con lunga vita alle spalle (e purtroppo alcuni di loro crollati sotto il peso degli anni), che in forma di albero ammantano la strada e la riempiono con le loro fioriture bianche ed arancio. Anche per loro una citazione, ma non è la sola possibile, che risale al 2012 (post del 2/7/12).

Insomma, via Boccaccio con la livrea estiva merita assolutamente di essere percorsa, con la dovuta lentezza!  
 

mercoledì 24 maggio 2023

Ancora a proposito dei Ficus giganti cagliaritani

 E' stato troppo importante l'evento funesto della settimana scorsa, descritto nel post precedente, per non dargli un seguito.


Sono tornato a vedere la situazione: ovviamente nessun intervento significativo è stato ancora fatto, se non proteggere la ferita attuale e la profonda frattura cariata, presente da molti anni (domanda: perché non era stata protetta prima?); la protezione è riconoscibile dal colore azzurro della superficie.

Il tronco, visto da questa angolazione, avvalora l'ipotesi che la vecchia carie abbia una responsabilità in quello che è accaduto, ma non mi spingo oltre.

Certo che un destino beffardo si è accanito sull'edicola sottostante il Ficus magnolioides  gigante, se pensiamo che il titolare dell'edicola era stato nominato e premiato nel 2020 dal Comune di Cagliari come custode dell'albero!

Adesso, per uscire dalla tristezza di questa situazione, vi porto a visitare  altri due enormi esemplari di Ficus, in ottime condizioni di salute.


Ecco uno dei due fratelli che vivono, relativamente "liberi" da impedimenti, nella piazza Sorcinelli, parcheggio di fronte alla Regione, in viale Trento/Trieste; li avevo già presentati in passato (post 4/4/13), e sono i re di questo grande spazio, almeno nei giorni festivi. Nei giorni feriali le regine sono le auto, ammassate in maniera disordinata dappertutto.

Dicevamo che i due giganti vivono relativamente liberi da impedimenti, nel senso che, almeno in parte, finora hanno vinto loro la guerra contro cordoli e cemento che hanno tentato di imbrigliarli, come dimostrano le foto sottostanti.



Ecco le radici colonnari dell'esemplare a centro piazza: fanno finta di correre all'interno degli argini ma, quando decidono di "esondare", lo fanno alla grande.  
E il fratello, che risulta accostato verso viale Trento, dimostra l'assunto, dato che l'esondazione è già avvenuta, ed il marciapiede è stato spaccato.

Insomma,  questa situazione ci mostra che la lotta continua fra Ficus magnolioides e noi umani per il possesso degli spazi non ha mai fine; purtroppo talvolta questa lotta ha risvolti tragici, come nel caso di piazza Ingrao.


martedì 16 maggio 2023

Un simbolo verde cittadino che crolla

E' stato un colpo al cuore, lo confesso, apprendere che uno dei simboli arborei che meglio caratterizzano la nostra città, il Ficus magnolioides sopra l'edicola di piazza Ingrao, ha perso una delle sue enormi braccia nella notte di domenica scorsa, distruggendo la storica edicola sottostante.

Ecco una fotografia, tratta da Facebook, che rappresenta in maniera efficace quanto accaduto: l'enorme branca sinistra dello splendido tronco a vela, con i suoi contrafforti di sostegno, crollata sopra l'edicola.

Al centro del tronco si nota una profonda frattura cariata, che potrebbe essere una concausa di quanto accaduto.

Stamattina intorno al grande ammalato lavoravano i Vigili del Fuoco che, dopo aver ridotto in grandi pezzi il ramo crollato, procedevano a liberare l'edicola distrutta; sono andato a rendermi conto da vicino, e vi offro un piccolo resoconto fotografico.



Questa foto, ripresa dal viale Regina Margherita, mette in evidenza la perdita di simmetria del grande tronco, che a circa due metri di altezza si apre nelle branche principali. Ricordo che l'impianto di questo albero, insieme al fratello nella stessa piazza ed a quelli di piazza Matteotti,  pluritrattati nel blog, risale alla fine del 1800.





Qui vediamo i rimasugli dell'edicola distrutta ed un primo piano della sezione del moncherino; si nota bene una parte cariata, ma la gran parte della sezione sembra perfettamente sana.




Infine questa foto in campo lungo, un po' ruffiana perché non mostra il danno e la asimmetria che invece appare evidente se guardiamo l'albero dalla Darsena, ci consola un poco,  mostrando che una buona parte dell'albero è rimasta in piedi.

Detto questo, è d'uopo qualche considerazione di carattere generale. Sappiamo, fin dalla nostra prima conoscenza dei Ficus, ed in particolare dei Ficus  magnolioides (post del 3/11/10, e tanti altri in seguito), che questi alberi hanno sviluppato grandi capacità di sostegno statico, correlate alla "voracità" espansiva: radici tabulari di notevole sezione, che emergono dal terreno e camminano per molti metri in tutte le direzioni, e radici colonnari, che sostengono le branche via via che queste si sviluppano in lunghezza. 

Un esempio di grande evidenza di queste radici di "rafforzamento" è rappresentato dall'enorme esemplare dell'Orto Botanico di Palermo (post del 8/7/18), ma abbiamo anche esempi nostrani, nel nostro Orto Botanico, in piazza Matteotti, negli esemplari di fronte al palazzo della Regione in viale Trento, nel parco di Bonaria ed altri ancora. Potete fare una ricerca nel blog per approfondire l'argomento e vedere tante foto.

Ebbene, il nostro esemplare ferito non ha potuto mettere, costretto dall'asfalto e dai rivestimenti del terreno, né radici tabulari, né radici colonnari, che comunque gli sarebbero state tagliate. 

La conseguenza minima di questo stato di cose, che peraltro è comune a tanti esemplari cittadini di questa specie, è che i tecnici, per restituire l'equilibrio al nostro campione, dovranno effettuare potature significative sui lati sani, sperando che questo basti per assicurare ancora decenni di onorata carriera a questo simbolo verde cagliaritano.      

 

venerdì 12 maggio 2023

I Cedri ferraresi

 Oggi facciamo un salto fuori Sardegna, e vi porto nella bella città emiliana di Ferrara, nella quale sono stato alcune settimane fa.

Una città veramente piacevole da visitare, a misura d'uomo, con il suo centro rinascimentale realizzato dal casato degli Este, ed importanti monumenti sia medioevali che attribuibili appunto al periodo estense, fra i quali l'omonimo Castello ed il Palazzo dei Diamanti.

Ma naturalmente, dato il carattere del nostro blog, vi parlerò di alberi, ed in particolare dei meravigliosi Cedri del Libano, Cedrus Libani, che troneggiano vicino all'ingresso del parco Massari, giardino pubblico di circa 4 ettari.

 

Ecco il primo grandioso esemplare, con le tipiche enormi branche ad estensione sub-orizzontale che caratterizzano questi alberi, e che costringono ad antiestetici ma necessari tralicci per il sostegno, come si vede in fotografia. Questo campione arboreo risale probabilmente alla metà del 1800.



E questo è il secondo esemplare, in una foto che cerca di inquadrarlo nella sua dimensione d'insieme. Anche questo è sorretto da tutori, ma per fortuna meno impattanti di quelli del fratello.

Comunque due alberi meravigliosi, che si accompagnano con altri alberi di pregio, Tassi, Farnie, ed addirittura un raro esemplare di Liquidambar orientalis, con le bellissime foglie lobate simili a quelle di alcuni Aceri.

Ricordo che i Cedri sono alberi molto rari a Cagliari, ed i Cedri del Libano sono rarissimi, per l'ingombro e per il nostro clima (post 23/5/12); in Sardegna troviamo un certo numero di esemplari, soprattutto in quota.  L'esemplare più famoso, e forse più anziano, vive nel parco di Laconi.

Tornando a Ferrara, è una città che merita sicuramente una visita, ricordando di ritagliarne una porzione per il parco Massari ed i suoi Cedri.


domenica 7 maggio 2023

E, a proposito di Erythrina caffra ......

Nel post precedente ho presentato, nell'ambito di una passeggiata in via De Gioannis e delle sue bellezze fiorite, una fotografia della grande Eritrina. Peccato che i fiori di questo esemplare vengano prodotti tutti in alto, e per questo non siano pienamente godibili.

Allora oggi ripariamo con un altro esemplare, che pure conosciamo da tanti anni  (post 26/10/11): una delle Eritrine del parco di Monte Claro, nel mentre diventata un grande albero.


Eccola qui a sinistra, con la sua ampia chioma ancora picchiettata di fiori rossi; non è un'albero slanciato, ma questo consente di godere meglio dei fiori.
 

E lì vicino vive un altro esemplare, più piccolo e meno fiorito, del quale mi piace presentarvi una peculiarità, che vedete nella foto seguente.


E  la peculiarità è: c'è l'etichetta con il nome!

Non importa che l'etichetta sia stata messa per presentare le persone che la hanno donata al parco, non importa che la specie non sia crista-galli ma caffra: è comunque un bel segnale, uno stimolo, che mi fa piacere segnalare.



E chiudiamo in bellezza, sempre nel parco di Monte Claro, con una siepe di Callistemon citrinus, dai bellissimi ed abbondantissimi fiori rossi.

In conclusione, girando in primavera per parchi è proprio difficile non trovare qualche bella fioritura (e non solo) da ammirare; approfittiamone, prima che venga troppo caldo!


 

sabato 29 aprile 2023

Una strada qualsiasi, se non fosse che......

 Parliamo di  via De Gioannis, traversa di via Dante che conduce verso piazzetta Mascia. Una strada nota tutt'al più per una famosa palestra. o per la scuola media, o più recentemente per i campi di padel; insomma conosciuta dai cagliaritani come una strada qualsiasi, non certo per il verde.

Invece nel blog l'abbiamo fatta conoscere ed apprezzare proprio per il verde, a cominciare dal rinnovato giardino dell'ex Istituto Biochimico Sardo (post del 28/9/15), per proseguire poi con il bellissimo e grande esemplare di Erythrina caffra  (post 31/3/11), e da ultimo con i giovani esemplari di Bauhinia variegata  (post del 20/5/19).

Bene, proprio adesso voglio consolidare questa conoscenza, perché questi giorni primaverili sono i migliori per godere della fioritura degli alberi citati; e lo facciamo attraverso alcune fotografie.




Voglio cominciare però dalla pianta più umile della strada, infestante e poco amata, il Ricinus communis (post del 1/1/20, fra gli altri), che spicca ricadendo da un muro lungo la strada, mostrando i suoi splendidi ricci.




 

Ed ecco le fronde fiorite dell'Erythrina caffra; gli innumerevoli fiori, purtroppo presenti solo nei rami più alti, sono continuamente rinnovati, e per terra si è formato già un affascinante tappeto rosso.




Ed infine ecco una delle due coppiette  di Bauhinie variegate, a fiori bianchi e rosa, oramai adulte rispetto alle giovinette del post citato.

In definitiva, via De Gioannis è una strada che merita una passeggiata per godere delle sue bellezze verdi e delle loro fioriture; però bisogna affrettarsi, queste fioriture durano poco!